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Autore: Temari    14/02/2013    3 recensioni
- «Ehi Kaidou! A te è già successo??» [...] «... Insomma, ti è mai successo di svegliarti con l'amichetto sull'attenti?» -
[Kaidou Aki, Shima]
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, PWP
- Questa storia fa parte della serie 'The Secret Side of the Kaidou Twins'
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Salve a tutti! =D
Questa inizialmente doveva essere una fic-regalo per una delle staffer del forum con cui collaboro, ma essendo lenta a scrivere come al solito è diventata una fic di S. Valentino che non ha niente di 'sanvalentinoso'(?), sumimasen... ù.ù

Note: i ragazzi hanno 12 anni (dunque la fic è ambientata prima dell'inizio del manga).
Come sempre, la verisone inegrale la trovate qui, nel mio LJ. ^^

Ja ne,
Temari

A Helping Hand



        «Ehi Kaidou!» Alzando gli occhi verso il suo interlocutore, Shima infine capì che non aveva possibilità di evitare la conversazione, perciò abbassò la semplice barriera che aveva eretto con il libro che stava leggendo. «Allora... A te è già successo??»
        A parlare era un suo compagno di classe, Mito-kun, circondato da un gruppetto di altri quattro coetanei, tutti intenti a fissarlo con occhi sbarrati dalla curiosità e dall'imbarazzo. Tuttavia non aveva idea di quale fosse l'argomento della discussione, perché non aveva prestato loro il minimo interesse, avendo già deciso di passare tutta la pausa pranzo a leggere, «È già successo cosa?» Chiese in tono piatto, alzando un sopracciglio quando gli altri cinque di fronte a lui si misero a balbettare, il viso rosso,
        «L-lo sai, no! Ne stavamo p-parlando proprio due secondi fa...!»
        «... Non stavo ascoltando.» Rispose semplicemente Shima, sospirando mentalmente e rimpiangendo il fatto che Aki non fosse potuto venire a pranzare da lui a causa dell'assemblea di classe—era una tale seccatura essere finiti in sezioni diverse, quell'anno.
        Dopo aver visto il gruppetto seduto davanti a lui scambiarsi delle occhiate, fu nuovamente Mito-kun a parlare, «... Insomma, ti è mai successo di svegliarti con l'amichetto sull'attenti?» sbottò il ragazzino, tutto d'un fiato e con lo sguardo che vagava per la classe tentando invano di nascondere l'imbarazzo. Shima, impassibile, si voltò a fissare le nuvole rade che si muovevano appena spinte da un vento pigro e umido di pioggia prossima a cadere, rimanendo in silenzio per diversi minuti.
 
-x-
 
        I passi - volutamente pesanti - di qualcuno che saliva le scale gli rimbombarono nelle orecchie, svegliandolo in modo tutt'altro che gentile dal mondo dei sogni; per qualche istante non si mosse, restando sdraiato ad occhi chiusi ed aspettando che la mente gli si schiarisse abbastanza da mettere in moto il resto del corpo. Avere la camera proprio in cima alle scale era orribile... Il via vai era stressante: avere il futon e quindi dormire con le orecchie al pavimento faceva sì che ogni passo si sentisse fin troppo bene, soprattutto se ci si metteva un po' troppa enfasi.
        «Shi~ma!» La porta si spalancò di colpo e prima di poter rispondere, il dodicenne si ritrovò placcato dal fratello gemello, «Che ci fai ancora a letto...? DI solito ti svegli prima di me anche di domenica!» chiese Aki con un sogghigno.
        Ancora un po' confuso, Shima fece per alzarsi a sedere ma l'altro, stesogli sopra, non si mosse di un millimetro. «Che ore sono?»
        «Mmh?» Fece il più grande dei due, inclinando la testa di lato, «Oh, quasi le 9—papà è dovuto andare a lavoro anche se è festa, e mamma credo sia andata al supermercato per qualche promozione...»
        «Nii-san?»
        «Spaparanzato sul divano a guardare la TV.» Rispose Aki, iniziando a dondolarsi sopra al fratello, le braccia in fuori e cercando di mantenere l'equilibrio. «Cosa che starei facendo anche io, se non avessi avuto il sospetto che fossi morto!» Continuò con una risata, ignorando lo sguardo di disapprovazione che Shima gli rivolse.
        I due ingaggiarono una sorta di gara a chi distoglieva prima lo sguardo fino a che Aki parve perdere interesse...Spostando lentamente l'attenzione verso la strana sfumatura più rosata del normale del viso del fratello, «Shima, perché sei...» iniziò a dire, prima di bloccarsi all'improvviso, lo sguardo pensieroso e Shima poteva quasi vedere gli ingranaggi nella testa del gemello mettersi in moto; non più di un minuto più tardi, un ghigno poco rassicurante distese le labbra dell'altro—era un'espressione che aveva già visto in parecchie occasioni... Aki era un ragazzino a cui piaceva mettersi nei guai, e quella era precisamente una faccia che diceva 'questo sarà divertente ma se ci scoprono saremo nei casini'; sfortunatamente quando il maggiore dei gemelli decideva di mettere in mezzo suo fratello, non c'era nulla che gli facesse cambiare idea.
        «Vuoi vedere che...» Fece Aki in tono basso, mettendosi carponi ed avvicinandosi al viso dell'altro fino ad avere appena qualche millimetro di distanza poi, sogghignando di nuovo, gettò da un lato le coperte; prima che il più giovane dei due potesse fare un qualsiasi movimento, vide il fratello posare una mano sul cavallo dei suoi pantaloni del pigiama.
        «Aki... Che fai?»
        «... Come immaginavo.» Commentò solo Aki, un sorriso malizioso e saccente. Con fare sicuro e deciso, il dodicenne afferrò i pantaloni del fratello ai lati delle gambe e li tirò verso di sé - usando più di forza del necessario per sopperire alla mancanza di collaborazione da parte di Shima -, lasciando così in mostra gli slip bianchi sottostanti. «Che hai intenzione di fare con quello?» Chiese Aki, puntando un dito contro la minuta erezione che si vedeva chiaramente attraverso il cotone.
        «'Cosa'?» Rispose Shima, fissandosi l'inguine leggermente confuso e un tantino imbarazzato, «... Immagino di dover aspettare che torni come prima...»
        Sbuffando, Aki schioccò la lingua contro il palato. «Così ci vorrà un sacco, e se inizia a fare male?»
        «... Allora cosa dovrei fare?» Domandò il più giovane dei due: era la prima volta che gli capitava una cosa simile e non aveva idea di come comportarsi... Però suo fratello pareva saperlo.
        «Lascia che ti dia una mano io.» Disse Aki, le pupille dilatate e gli occhi che luccicavano.
 
-x-
 
        «Kaidou! Ehi, Kaidou!!»
        Strappato dalla trance in cui era involontariamente caduto, Shima si voltò a fissare il gruppetto di compagni di classe che lo stava guardando intensamente, «Allora?! Ti è mai successo...?» chiese per la terza volta Mito-kun proprio mentre suonava la campanella che segnalava la fine della pausa pranzo.
        «Sì, qualche volta.»
        Un coro di «Anche a me, anche a me!!» seguì la sua risposta, accompagnato da uno scroscio di risate mezze imbarazzate. «Quanto ci vuole perché passi, a te?»
        «... Poco. Ho chi mi dà una mano.» Per il resto della giornata, Shima ignorò i ragazzi ogni volta che gli chiedevano cosa intendeva con quella frase.
 
-x-
 
    «La prossima volta che capita, dimmelo! Ah, puoi farlo anche tu a me!»
   
 
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