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Autore: Haroldscurls    14/02/2013    7 recensioni
«TI AMO»
«Cosa???»
«T-I-A-M-O, hai capito bene!»
«Perché l'hai detto?»
«La fai sembrare una cosa cattiva!»
«DIMMI PERCHÉ L'HAI DETTO?»
«Se sapevo che reagivi così non te l'avrei detto, te l'ho detto perché l'ho sentito, perché per te sento che potrei fare tutto, anche perdere la mia stessa vita, sei la persona più importante per me, e non penso che potrei sopportare che tu te ne vada, ecco perché te l'ho detto!»
Lui si avvicinò prese il suo viso tra le mani e la guardò negli occhi e le disse: «Perché "Amor, ch'a nullo amato amar perdona" ed io ti dono il mio cuore, amore mio. E sarà per sempre.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Invisible girl
(1)


Ehilà studenti della Parklands High School, eccomi qui con la notizia del giorno che mi arriva in diretta dal campo di football. E udite, udite... il protagonista è il nostro caro Jack Minster! Il nostro quarterback in questo momento corre nudo per lo stadio mentre recupera i propri vestiti. Caro Jack, non per essere scortese, ma mi giungono voci sul fatto che non sei messo bene come vuoi far credere per quanto riguarda il tuo “amichetto”; e so benissimo che tutti voi sapete a cosa mi riferisco!

 

Baci, Invisible Girl.




“Summer, l'hai proprio umiliato Minster!” disseEllie avvicinandosi al mio armadietto mentre teneva ancora gli occhi fissi sul suo cellulare.
“gli serviva una lezione” dissi “ e poi io pubblico quello che la gente mi scrive, non sono io la cattiva” continuai mentre infilavo i libri delle ore precedenti nell'armadietto.
Finalmente qualcuno si era deciso e si era vendicato contro Minster, ragazzo tanto prepotente quanto odioso che si atteggiava solo perchè era il capitano della squadra di football.
Era odiato da tanti, me compresa.
La campanella suonò e il suo fastidioso suono fu accompagnato dallo sbattere delle ante degli armadietti.
“a dopo” disse Ellie entrando nella sua aula.
Io feci un lungo sospiro e poi mi avviai verso la mia classe per sopportare ben due ore di economia. Il problema non era la materia in sé, l'economia mi piace, il problema è quella donna: Miranda Smith. Odiavo profondamente quella donna per ovvi motivi e lei odiava me, senza nessun motivo.
Il mio corpo mise piede in quell'aula, ma la mia mente mi diceva di andarmene immediatamente; vinse il mio fottutissimo corpo.
Si, fottutissimo. No, non era perfetto.
Non ero grassa, anzi, il contrario, ma avrei voluto avere qualche chilo in meno e magari qualche centimetro di altezza in più. Insomma, trovavo sempre qualche difetto per il semplice fatto che non ero bella, o almeno era quello che pensavo io.

“signorina Torres, è in ritardo di ben tre minuti” disse la voce fastidiosa della Smith, l'avrei presa a calci in quel momento.
“la prossima volta porterò un permesso scritto allora” dissi per zittire quella gallina.
Nella classe si accennò una lieve risata di gruppo, subito soffocata a causa dell'occhiata maligna della prof rivolta agli alunni.
“Torres non fare la simpatica e vai a sederti”
Era ovvio, cosa pensava? Che sarei stata tutta la lezione in piedi?
Andai a sedermi nell'ultima fila, da parte a Zayn che in quel momento dormiva con la testa sul banco.
“e quella felpa sporca di vernice spray?” domandai mentre sistemavo le mie cose sul banco.
“stanotte ho disegnato un murales in centro” mi rispose Zayn strofinandosi gli occhi pieni di sonno.
“lo sai che è illegale, vero?”
“e quindi?” rispose lui, noncurante della situazione.
Non era un cattivo ragazzo, ma gli piaceva fare cose che gli erano proibite. Diciamo che era uno spirito libero. 
Uno spirito libero figo: capelli sempre perfetti, sguardo penetrante e sexy e un giubbotto di pelle nero che lo rendeva ancora più figo e lui ne era a conoscenza.


 12:30. Finalmente la campanella suona.

Raggiungo Ellie in cortile e la vedo venire verso di me con un'aria contenta e divertita.
“tutta la scuola parla del tuo ultimo post e io sto morendo dal ridere!” disse lei coprendosi la bocca con una mano.
L'autobus arrivò ed io, dopo aver salutato Ellie, entrai in quel veicolo giallo pieno di ragazzini che urlavano, mi sedetti al mio solito posto da parte al finestrino e feci partire la playlist isolandomi da tutto il resto.
Arrivai a casa. Appena inserii la chiave nella serratura la porta si aprì da sola ed uscì di casa mio papà che, come ogni giorno, era in ritardo per il lavoro.
“buon lavoro pap!” dissi, usando il soprannome che ormai usavo da anni.
“ci vediamo stasera, il pranzo è nel forno, tesoro” disse lui baciandomi la fronte e andando di fretta verso l'auto.

Entrando gettai la borsa a terra e il giubbotto sul divano, accesi la Tv e poi andai verso il forno estraendo un piatto di spaghetti al sugo, papà mi conosceva bene.
Mi sedetti non sullo sgabello, ma direttamente sul bancone della cucina. Avevo sempre desiderato avere un bancone in cucina come quello dei bar con gli sgabelli, faceva tanto “casa americana” e fu per questo motivo che lo feci comprare ai miei genitori quando ci trasferimmo qui, a Liverpool, un anno fa, prima dell'incidente.
Già, quell'incidente. Ogni volta che ci pensavo o ne parlavo mi si stringeva la bocca dello stomaco e ancora oggi ci sto male.
Circa sei mesi fa la mia famiglia fu coinvolta in un incidente stradale, un frontale con un camion precisamente. Io e mio papà ce la cavammo con qualche giorno in ospedale, mia mamma dopo settimane di agonia si spense nella notte tra il 13 e il 14 settembre.
Ed ora eccomi qui, che affronto ogni giorno il mondo, nel modo migliore possibile, anche se lei mi manca più dell'aria.
Mi ritrovai sul bancone, con le gambe a penzoloni che fissavo la sua foto appesa alla parete mentre la tv blaterava qualcosa senza senso; inutile negare che una lacrima rigò immediatamente la mia guancia per poi cadere a terra. Mi asciugai le lacrime, sistemai i resti del pranzo e decisi che era ora di uscire a prendere una boccata d'aria.


Sum: hai programmi per questo pomeriggio?
Liam: no, perchè?
Sum: mia mamma... ho bisogno di andare 'tu sai dove'
Liam: tra mezz'ora da me, ti accompagno!
Sum: ti amo.
Liam: anch'io.

Liam è il mio ragazzo da quasi un anno e senza di lui non avrei saputo come andare avanti dopo la morte di mamma. Lui mi era sempre stato vicino, mi aveva asciugato ogni singola lacrima.

Bhè, eccomi qui. Io sono Summer, una diciottenne di Liverpool. Vado al liceo e sono la tipica ragazza sconosciuta, con pochi amici, ma buoni. In realtà sono popolare e anche molto, ma nessuno lo sa. Questo perchè resto sempre nell'anonimato, mi faccio chiamare Invisible girl e conosco in anticipo ogni pettegolezzo della scuola per poi postarlo sul blog della scuola dedicato a me.




Ciao belle fighe! (?)
sono ancora qui a rompervi le scatole con una nuova ff; ma questa volta la storia cambia: Summer ha perso la mamma ed è, come avrete capito, una blogger (tipo gossip girl). Per il momento compaiono solo Ellie, la sua migliore amica, Zayn e Liam, ma tra poco cambiarà tutto. 
In questa storia ho deciso di dedicare dello spazio anche per Ellie, quindi parlerò in terza persona quando si tratterà di lei, mentre in prima persona quanso parlerà Summer.

Vabbè, penso di avervi annoiato abbastanza, fatemi sapere se vi è piaciuto questo primo capitolo/prologo con qualche recensione, visto che è un po' corto e se volete sto continuando "eri solo da incontrare"


Un bacio, Laura :*
P.S: SE ANDATE AVANTI A LEGGERE LA STORIA DIVENTERA' PIU' BELLA, PERCHE' PENSO CHE QUESTO CAPITOLO NON SIA MOLTO BELLO c:

  

   
 
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