Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Nyaa_    14/02/2013    5 recensioni
Tre tipi di cioccolato, tre tipi di bacio:
Passionate Kiss (Grelliam): Un pacchetto scarlatto, un mietitore in cerca di attenzioni e un altro glaciale... potrà il gusto amaro del cioccolato addolcire quest'ultimo?
Childish kiss (CielXElizabeth): Uno sguardo nel passato dei due cugini, fra sorrisi sinceri, bocche sporche di cioccolato e vento fra i capelli... momenti che, per la dolce Lizzy, forse non torneranno più.
Fake kiss (AshXSebastian): Nella cella dove il demone è imprigionato, illuminato solo dalla fioca luce di una torcia a muro, un angelo si macchierà del più impuro dei peccati.
Tre tipi di storie, ognuna diversa nel suo genere ma accomunate dalla presenza del nostro dolce preferito.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Gnè/Nene/Iggy/Pelatona mia.
Perchè, anche se mi fai girare le palle un giorno sì e l'altro pure,
ti voglio un bene dell'anima.




In caso di OOC vi pregherei di segnalarmelo in eventuali recensioni, grazie mille e buona lettura.



Passionate Kiss

Grell osservò distrattamente il pacchettino rosso sopra la sua scrivania, nascosto fra la lampada e un paio di pratiche da compilare.
Doveva darglielo? Era il caso?
Oppure sarebbe stato nuovamente rifiutato?
- Onestamente, accettare un regalo non ti renderebbe meno virile, Will.- sussurrò fra un sospiro e l’altro, poggiando una guancia lattea sul palmo di una mano.
- Potrei dirgli “E’ maleducazione non accettare un regalo!”.- si alzò, dirigendosi verso la porta a passo sicuro, per poi congelare sulla soglia.
- Non gli importerebbe…- si morse il labbro, insicuro, facendo dietrofront verso la sua postazione di lavoro.
- Vediamo…- si portò una mano al petto, tirando fuori il suo lato da attrice.
- Oh Will, oseresti spezzare il cuore di una dama solo per mantenere la tua rigida scorza esteriore? Non vuoi farmi soffrire, lo so che non lo desideri ,allora accetta questo mio cioccolato, amaro come la tua lingua pungente! Lingua pungente che spero di poter presto sentir intrattenere una danza con la mia…- si passò la lingua sulle labbra, malizioso, dicendosi poi che forse l’ultima parte era meglio toglierla, se voleva ancora possedere una lingua.
- Sutcliff… potrei sapere che stai facendo, di grazia?- il moro dei suoi pensieri si presentò appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte e lo sguardo glaciale.
Il rosso si riscosse dai  suoi pensieri, scuotendo il capo con veemenza.
Dopo essersi avvicinato in modo sensuale, cercando di non inciampare nella moquette vermiglia, andò ad avvolgere le braccia attorno al collo dell’altro.
- Will!~ Ti andrebbe di accettare un regalino?- ammiccò, provandoci spudoratamente.
- Non si accettano regali se non si possono ricambiare, è maleducazione.- cercò di respingere il collega, spingendolo via con una mano.
- Oh, ma io so come potresti ricambiare…- lanciò uno sguardo allusivo al cavallo del moro che, dal suo canto, storse il viso in una smorfia stizzita.
- Comportati in modo consono alla tua età, Grell.- soffiò il suo nome in uno degli orecchi pallidi, non lasciando trapelare una sola goccia di malizia nel tono perfettamente atono.
- Quindi non accetti?- il rosso si allontanò, stizzito, mettendo le braccia sui fianchi e sventolandogli sotto il naso il pacchetto scarlatto.
- No. Torna al lavoro, Sutcliff.- girò sui tacchi e fece per andarsene, venendo invece trattenuto dall’altro.
- Per quanto io adori il modo in cui quegli insulsi pantaloni neri ti fasciano il tuo bel fondoschiena, Will dear, vorrei che mi guardassi negl’occhi quando ti parlo.- lo fece voltare, tirandolo per il polso e congiungendo le loro labbra in un bacio violento, affamato, desideroso.
Le labbra di Grell sapevano di rossetto, cannella e… cioccolato?
La lingua del rosso invase la bocca dell’altro che, con un ringhio strozzato dal fondo della gola, accoglieva un qualcosa di solido che identificò poco dopo come un cioccolatino.
Fondente, talmente amaro che lo costrinse a soffocare un gemito di disgusto.
Certo, non era un tipo da zucchero, ma sembrava di aver ingoiato direttamente un chicco di cacao.
Quando lo shinigami si separò finalmente dalle povere labbra gonfie del moro, questi lo guardò scocciato, sistemandosi gli occhiali.
- Torna al lavoro, Grell.- e se ne andò, sbattendo la porta.
Sutcliff sospirò, andando a rintanare la testa fra le braccia, esausto.
“ Se non altro” pensò sconsolato “Ha usato il mio nome…”  lo sguardo cadde sul pacchetto regalo che… non trovò.
Uno sguardo di realizzazione e poi un sorriso euforico gli attraversarono il volto, illuminandogli gli occhi verdi di allegria.
La prossima volta avrebbe cucinato una mousse ~.




Childish Kiss


Le rose bianche dai petali coperti di rugiada brillavano sotto la luce del sole, incorniciando alla perfezione il bel quadretto che si era venuto a creare:
Due bambini, un maschio e una femmina, stavano seduti a mangiare del cioccolato, uno vicino all’altra, con le dita delle mani intrecciate.
- Ti piace Lizzy? L’ho fatto io!- fece orgoglioso il maschietto, dai capelli blu e gli occhi color dell’oceano.
- Sì, è delizioso. Ti ringrazio, Ciel.- rispose con un sorriso che andava da un orecchio all’altro la bimbetta, gli occhi verdi e vispi e una facciotta paffuta incorniciata da dei riccioli color grano.
I due bambini erano non solo cugini, ma anche futuri sposi.
Elizabeth, ne era sicura, non sarebbe mai riuscita ad accettare completamente quella notizia… Certo, voleva molto bene al suo cuginetto, ma l’idea di sposarlo non la entusiasmava affatto!
Era, per prima cosa, più basso di lei.
Poi anche malaticcio e tremendamente timido…! Non riusciva a reggere il passo coi suoi giochi e, nonostante fosse ben conscia che “acchiapparello” non fosse un’attività particolarmente graziosa, certe volte sentiva la necessità di lasciar uscire quella parte di lei “maschiaccia” e forte.
- Ci ho messo tutto il pomeriggio, lo sai? Volevo preparare qualcosa di buono ma anche nuovo, così che mio Padre potesse venderli nell’azienda!- si leccò le dita impastate di cioccolato, scioltosi per il troppo rigirarselo fra le mani.
In effetti, ragionò la bimba, per essere particolare era particolare:
Ciel aveva cucinato delle sottospecie di uova di pasqua, al latte fuori e bianche dentro.
I due sapori si mescolavano assieme perfettamente, creando una combinazione di dolcezza che rallegrava la bionda.
- Senti Lizzy… posso chiederti una cosa?- il più piccolo si portò le gambe al petto, pensieroso, cercando di nascondere il tenue rossore che gli colorava le guance.
- Dimmi Ciel.- gli sorrise, incoraggiante, fiera di potersi sentire utile e superiore al ragazzino.
Dopotutto da piccoli basta poco per essere soddisfatti e provare quel piacevole calore all’interno del petto che è il suo essere utile.
- Quando io e te ci sposeremo… cosa faremo?- nascose il viso fra le braccia, imbarazzatissimo, pentendosi subito della domanda fatta.
Lizzy sbatté e palpebre, per poi distendere le labbra in un sorriso infantile.
- Ci baceremo, come fanno i nostri genitori.- immaginava già il momento in cui sarebbe diventata abbastanza grande da poter indossare il tanto agognato abito bianco.
Ciel sbiancò, arrossendo poi furiosamente e balbettando “E c-come si bacia?”.
Con un sorriso furbetto la maggiore gli prese il viso paffuto fra le mani, poggiando delicatamente le labbra sulle sue e assaporando il sapore dolciastro del cioccolato.
- Così.- rise.
- Così.- ripeté il bambino, come ipnotizzato.
Un paio di figure si stagliarono all’orizzonte, invitando i bambini a rientrare per il pranzo.
Con uno sguardo di sfida i due partirono veloci.
Solo dopo svariati metri Lizzy si accorse che Ciel non la stava più seguendo ed era per terra, con le ginocchia sporche di terra, a piangere e a tenersi una piccola ferita sanguinante.
Scosse la testa.
Non si sarebbe mai abituata all’idea che aveva così tanto bisogno di lei.



Elizabeth portò un piccolo ovetto alle labbra del conte, sorridendo.
- Assaggia Ciel! Mi sono impegnata tanto!- disse con voce squillante, gli occhi che le brillavano di contentezza.
Il ragazzino fece una smorfia, allontanandole la mano e riportando lo sguardo sulle numerose carte presenti sulla sua scrivania.
- Torna dopo Lizzy, ora non ho tempo.- mosse la mano, nervoso, invitandola gentilmente ad uscire.
Mentre abbandonava la stanza la bionda chinò il capo, trattenendo un sospiro rassegnato e lanciando uno sguardo incomprensibile a Sebastian, fermo sulla soglia.
Non si sarebbe mai abituata all’idea che era ormai diventata inutile.




Fake Kiss


Una figura bianca ghignò, prendendo una frusta da un ripiano di una credenza e tirandone la corda.
- Allora, demone… cos’hai intenzione di fare? Vuoi ancora rifiutarti di parlare?- Angela si sistemò un ciuffo ribelle con una mano, sollevando il mento della persona incatenata al muro davanti a lei.
Questi non parlò, volendo proseguire a tutti i costi il suo silenzio.
- Come vuoi.- fece schioccare la frusta, colpendolo sul petto pallido straziato da graffi e lividi di ogni sorta.
Sebastian trattenne un gemito, abbassando lo sguardo per evitare quello violetto dell’angelo davanti a lui.
La donna rise, colpendolo ancora un paio di volte rima di poggiare la frusta, soddisfatta.
- Sai, sei sempre in tempo per accettare la mia proposta di redenzione…- diede le spalle al moro, canticchiando un motivetto allegro mentre era alla ricerca della propria divisa da maggiordomo, lasciata in qualche angolo per evitare che si macchiasse con gocce di sangue impuro.
Ah, la purezza!
Un mondo bianco, dove nessuno era malvagio e tutti potevano vivere senza timore… Dove le donne potevano uscire la sera senza timore di essere stuprate e gli uomini potevano parlare senza sotterfugi, mettendo tutte le carte in tavola.
Questo sognava, questo desiderava, questo voleva.
E questo avrebbe ottenuto.
Fece scivolare le vesti color lavanda dalle spalle, alzando la giacca bianca davanti a sé come per esaminarla alla ricerca di eventuale sporco.
- Preferirei unirmi con quello shinigami rosso che con te, angelo mentitore.- il moro si costrinse a sorridere, ignorando le fitte su tutto il corpo e le catene che gli segavano i polsi.
- Come osi?!- sgranò gli occhi la donna, che ora donna più non era, stringendo con forza il collo del demone.
- Gli angeli non mentono, loro sono creature dei regni celesti!- il volto di Ash era deformato in una maschera di pure ira.
Sebastian, tranquillo nonostante la forte pressione sul suo collo, sussurrò flebilmente una frase che fece alterare l’angelo più di ogni altra cosa.
- Perché parli di loro come creature esterne? E, se davvero sei un angelo, cosa ci fai qui su questa terra regno di demoni e dei della morte?- le sue erano parole di verità, e entrambi lo sapevano.
Da quando Ash, o Angela, aveva cominciato a riferirsi agl’Angeli come “Loro”?
Da quanto non vedevano il cielo e il benevolo sorriso di loro Padre?
Preso dalla rabbia l’angelo fece scontrare le loro labbra, in un bacio rovente e colmo di sentimenti per nulla puri.
Lo morse, gli ruppe le labbra e sputò per terra il suo sangue, disgustato da tanta immondezza tutta assieme.
Digrignò i denti, alterato davanti alla perfetta calma del demone, che fece una cosa del tutto inaspettata:
Rise.
Si leccò le labbra sporche del suo stesso sangue e rise, una risata di scherno di chi sa di avere la vittoria in pugno.
- Sei falso, angelo. Falso come… il cioccolato bianco. Paragone azzeccato, non trovi? Così simili, per colore e sapore stucchevole… Rassegnati: non sei un più un figlio di Dio, sempre che tu lo sia stato, e mai più lo sarai.- sorrise nuovamente incassando il pugno che lo colpì forte sulla mandibola.
- Non osare pronunciare il Suo nome, lurida creatura!- essere paragonati al cioccolato… quel demone doveva essere decisamente affamato, per arrivare a fare ciò.
Mentre Ash abbandonava la stanza e si dirigeva verso il palazzo reale, passò davanti ad una pasticceria.
Trattenne un ringhio davanti ad una torta completamente bianca, senza dubbio di cioccolato.
Sorrise.

- Ash! Hai sentito? Una pasticceria in centro è misteriosamente bruciata, ci sono stati pure quattro morti! Oh, è terribile, non trovi?- la regina Vittoria mise giù il giornale, gli occhi azzurri spalancati e sul punto di piangere.
- Sì your Majesty, davvero una grave perdita.- il sorrisetto di scherno del maggiordomo non mancò di far impensierire la giovane che, intimorita, cercò di far cadere il discorso.
- Stasera mi prepareresti una bavarese al cioccolato bianco e frutti di bosco per dessert?- un piccolo sorriso tremante fece capolino sul volto nascosto dal velo della ragazza.
Per un secondo negl’occhi lavanda dell’angelo si poté leggere la rabbia più nera, prima che questa venisse nascosta dall’ennesimo sorriso ed un “Yes, your Majesty” pronunciato deciso.





Nyaa: Ed eccomi qui.
Anzitutto, grazie mille per aver letto :3
Secondo di tutto, spero tanto che vi sia piaciuta la mia piccola fic, che all'inizio doveva contenere altre due storie (poi lasciate perdere per... mancanza di ispirazione, ecco xD).
Comunque, la dedico alla mia Gnè, che odia questo nome, e che mi fa sempre disperare.
(Oh, sì, AshXSebastian è una ship che amo, ma sul fandom italiano non se la fila nessuno *sostenitrice dei paring incompresi* <3)
Spero, come al solito, di non essere sfociata nell' OOC... forse con Ash, che non sono abituata ad usarlo xD
Buon San Valentino a tutti!
Salutoni!

Nyaa <3
  
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