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Autore: Mrs Xanax    14/02/2013    1 recensioni
Saudade (portoghese) - (n.) nostalgia di essere di nuovo vicino a qualcosa o qualcuno che è distante, o che è stato amato e poi perso; "l'amore che resta".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Saudade.






«Sarah, è pronta la colazione!» esclamo a voce più alta rispetto alle precedenti due volte. La signorina, come tutte le mattine, se la prende comoda. È una ritardataria incallita, anche quando è in anticipo trova qualcosa da fare gli ultimi cinque minuti e irreparabilmente ritarda. Giro gli ultimi due pancakes nella padella antiaderente e aspetto cuociano in modo perfetto come gli altri. Sollevo lo sguardo non appena odo dei sordi rumori provenire dalle scale e in men che non si dica eccola lì, intenta a sistemarsi l'innumerevole numero di maglie leggere che ostina ad infilarsi l'una sopra l'altra in pieno inverno. Oggi ne indossa solamente tre. Le ricadono aderenti sui leggings inseriti nelle bianche converse, al collo una vaporosa sciarpa grigia. È strano come riesca a trasmettere serenità nonostante i colori. Nero, grigio, bianco. La seguo con lo sguardo mentre si affretta ad avvicinarsi all'isola della cucina sistemandosi la sciarpa al collo. «Alla buon ora» concludo tornando ad osservare i pancakes ormai cotti a puntino. Non risponde, non insisto. Con la spatola ne prendo uno e lo poso sull'altro che separo, in un secondo momento, dalla padella col suddetto utensile. Li ripongo nel piatto pieno di leccornie calde fumanti e le poso davanti all'angolo cottura, tra esso e lo sgabello su cui siede la castana. La vedo di sfuggita portarsi nel piatto un paio di pancakes che guarnisce con uno scacchetto di burro e abbondante sciroppo d'acero. Tipico, mangia in continuazione e non assimila un grammo. Mi volto e raggiungo il frigo composto da due celle, apro quella di destra in cui so che troverò del succo d'arancia che, tornando all'isola, poso accanto al suo bicchiere. Le lancio più sguardi, lei tiene il suo basso intenta a mangiare ignorando del tutto i miei pensieri. Ha lo sguardo perso, probabilmente è sovrappensiero anche lei, lo è sempre stata. Quando meno te l'aspetti si prende dei momenti di totale chiusura nei confronti del mondo per pensare a solo lei sa cosa. All'amore, forse. È sempre stata sveglia, a volte fin troppo furba sebbene non in modo negativo. Non che io sappia. Apro la lavastoviglie e comincio a riporre in essa tutte le stoviglie sporcatesi fino ad ora per preparare la colazione. Con cura cerco di non fare troppo rumore come per non interrompere il flusso dei suoi pensieri. Mi manca la sua parlantina veloce e concisa col solito pizzico d'ironia nei confronti di qualsiasi argomento, sebbene abbiamo parlato a lungo ieri sera. Il nostro è un rapporto confidenziale: parliamo di tutto o almeno è quello che mi lascia credere. Ci sono sicuramente dei segreti, come d'altronde è giusto che sia. La amo più della mia stessa vita, sai? E la ameresti anche tu. Le piace leggere. La sua vita la vive attraverso le storie altrui, ma forse è a me che piace pensare sia così. Le parole la incantano, se le lega al cuore e non le lascia andare più. Ama le canzoni soavi, preferibilmente accompagnate da voci femminili, che raccontano di grandi donne. Mette il cuore in tutto quello che fa, regala sentimenti e a volte si pente della troppa leggerezza con cui li ha donati a chi non li merita. E io la devo stringere a me ogni volta mentre le gocce calde mi bagnano il collo. Scrive. Immortala i momenti più importanti con le parole mentre gli altri si dilettano con le foto. Un suo sorriso può riscaldare l'anima. Non ama andare a scuola, preferisce altro, e mi costa ammettere che tra questo altro figura anche un bel ventenne. Ma è una ragazza seria, non ti allarmare, fa le cose con calma benché il cuore ce l'abbia già bell'e che messo. Gli sta donando sentimenti, ragione, viscere. Alzo nuovamente lo sguardo in sua direzione mentre richiudo momentaneamente lo sportello della lavastoviglie. Le lancio un'occhiata veloce, i lunghi capelli castani ormai scuriti le ricadono lisci sul viso leggermente chinato verso il piatto. Mangia in modo veloce, nella stanza risuona solo il ticchettio della sua forchetta a contatto col piatto. Sarah è mansuetudine. È pacatezza. È temperamento. Sarah è incoerenza, perché la sua vita è caos impensabile. Quando solleva lo sguardo sul mio ed incontro quegli occhi nocciola non posso far altro che pensare a te, come ogni volta che mi ci imbatto. «Esco, sono già in ritardo. A stasera, ma'» annuncia sbrigativamente, come suo solito, rivolgendomi un sorriso sommesso. Annuisco, la osservo voltarsi ed infilarsi il giubbotto scuro come il resto degli indumenti. Prende lo zaino che si mette in spalla ed esce di casa provocando un leggero ed involuto tonfo richiudendosi la porta alle spalle. Più la guardo più mi convinco che sia la tua copia, eppure così diversa.








Note finali: breve OS ideata in meno di mezz'ora. Sarah mi è stata ispirata da una persona che conosco e che m'incanta ogni volta che la vedo. La adoro. Spero di essere riuscita almeno un minimo a trasmettervi che tipo di persona speciale sia, sebbene le poche righe non le rendano affatto giustizia. Ma non ho voluto scrivere qualcosa di troppo pretenzioso né, come mio solito, inserire troppi dettagli. Il titolo già dice troppo (o troppo poco). Avete totale libertà d'immaginazione, spero venga apprezzata! Mrs. Xanax.
  
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