L'indifferenza dei membri dell'Aliea. 

Alla fine l’Aliea era una scuola come le altre.
Certo, ognuno stava sulle sue, le varie squadre erano divise come da un muro invisibile, tutti erano collegati con un filo invisibile ai proprio compagni di squadra e basta.
Tuttavia, nonostante l’aria pesante, quella era pur sempre la festa dell’amore, e le ragazze avevano, seppur in minor quantità rispetto alle coetanee “normali”, la consueta indole dei cioccolatini.
Nessuna di loro arrossiva nel donare un pacchetto che tutto aveva fuorché il colore rosa e i classici cuori, e i ragazzi sembravano ancora più noncuranti.
Gazel, ad esempio, scrutava annoiato il fagottino azzurro che Clara gli aveva depositato in mano; nel frattempo IQ addentava passivamente una barretta offertagli da sua sorella IC. Burn sbuffava mentre faceva roteare fra le mani la cioccolata ricevuta da Rean. Persino Desarm -per qualche strano motivo- era stato omaggiato, da Maqulia.
Quello che aveva riscosso più successo era stato Gran.
Ulvida, Keeve e Quill non si erano disdegnate dal riempirlo di cioccolata.
Il meno fortunato fra i capitani era stato Reize. Non che ci fosse un motivo in particolare, ma il capitano della Gaia si era soffermato molto sul quel dettaglio, posando i suoi occhi verde spento sull’espressione seria del verde.
Midorikawa era sempre stato un ragazzino romantico, nonostante lo scarso successo fra le ragazze, a causa del suo aspetto non troppo virile, a detta di Reina.
Nei panni di Reize, invece, sembrava non esistere essere più indifferente di lui. Se ne stava nella classe che aveva accolto i ragazzi fino a pochi minuti prima, tutto solo.
Non che al rosso importasse, ovviamente.
...
Però era strano.
Era da tanto tempo che non si preoccupava del suo subordinato, eppure ricordava perfettamente che quando giocavano insieme aveva più volte percepito il profumo rassicurante di quella carnagione ambrata, e aveva visto in quegli occhi più neri della pece un’ombra di perfezione che superava ampiamente quella che, allo specchio, aveva potuto cogliere nei propri.
Perché, allora, era Gran a ricevere le attenzioni di tutti? Perché era lui, quello popolare?
Vero era che il rosso era sicuramente più potente e abile del verde, ciò nonostante questa iniquità continuava a suonargli curiosa.
« Gran. » il tono secco di Reize lo distolse dai suoi pensieri. Nella sua divisa grigio scuro, il capitano della Gemini Storm gli si era silenziosamente avvicinato, e ora lo guardava serio.
« ...cosa? »
La risposta arrivò sotto forma di scatolina microscopica, verde pistacchio.
« Mangialo se vuoi morire avvelenato. » che nel linguaggio in codice di Reize equivaleva ad un “Buon San Valentino” proferito dal ragazzino romantico che Gran aveva conosciuto.
E Gran –no, Hiroto riuscì a prendere al volo quel minuscolo attimo in cui quella perfezione che non aveva mai scordato di aver visto era apparsa in quelle iridi taglienti.
« Penso che morirò felice, allora. » si lasciò sfuggire.
Che, nel linguaggio in codice di Gran, equivaleva ad un “Preparati per il White Day, Mido-chan” proferito dal gentile ragazzino desideroso d’affetto che Reize aveva conosciuto.