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Autore: beeEnene    14/02/2013    3 recensioni
Ma oggi, sotto quella colonna, con quella bambina e quella signora, tra quegli sconosciuti, oggi sono soltanto due persone.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In casa Stylinson quella sera c'è un piacevole senso di pace, mentre in cucina Louis cerca di convincere Zayn a strappare la camicia anche a Liam al primo concerto utile.
"Non è giusto che tutti abbiano visto il mio ragazzo e nessuno il tuo" asserisce. Zayn si limita a ridacchiare l'ennesimo "Levatelo dalla testa" mentre continua a girare quella maledetta cioccolata.
"Louis, hai sbagliato qualcosa, questa roba non si addensa!"
Louis solleva gli occhi al cielo e accende il gas.

Intanto in salotto Liam e Niall sono stetti l'uno all'altro sul divano, tutti attenti a quello che Harry, accocoltato tra di loro con il tablet in mano, sta dicendo.
"Io odio il carnevale. Una massa di gente che si veste in modo ridicolo per chissà quale motivo" sbuffa.
"A me quello di Rio non dispiace" commenta Niall accarezzandosi il mento; gli altri due lo guardano con le sopraciglia sollevate, prima di scoppiare a ridere.
"Sono un incompreso" sbotta il biondo teatralmente.
"Però ce n'è uno che secondo me varrebbe la pena vedere" continua Harry, attirando nuovamente l'attenzione su di sé, "Quello di Venezia, in Italia".
"E cosa avrebbe di speciale?" chiede Niall, sperando di poter minimizzare l'idea dell'amico come hanno appena fatto con la sua. Harry muove velocemente le dita sulla tastiera del tablet e fa partire un video sulla sfilata che si tiene annualmente a Venezia, le sopracciglia corrucciate mentre cerca il migliore. I tre rimangono incantati a fissare un turbinio di stoffe preziose, colori sgargianti, brillantini e piume, finchè il video non finisce.
"Accidenti" commenta Niall.
"Che dobbiamo fare il dodici febbraio, Liamuccio?" chiede il più piccolo, guardando le date della sfilata su google.
"Le prove del tour. Haz, non ti facevo tipo da queste cose" gli risponde quello, piacevolmente sorpreso. Harry sfodera il suo sorriso più malizioso a fa cenno agli altri di avvicinarsi. Si guarda attorno circospetto e poi dice:
"Vi immaginate quanto starebbe bene il culo di Lou infilato in una calzamaglia?".
I tre amici scoppiano a ridere e non si accorgono che, alle loro spalle, Louis sta già componendo un numero di telefono.

Eleanor poggia il pennellino dello smalto appena comprato sul tavolo e risponde al telefono: "Ciao Lou, come stai?".
"Ehy El, bene, grazie. Tu? Ho bisogno che mi aiuti a organizzare una cosa" la sua voce è troppo impaziente e troppo entusiasta: sta architettando qualcosa di illegale, come lui stesso definisce le cose in cui è compreso Harry, ma non il managment. Eleanor solleva gli occhi al cielo, sorridendo teneramente, e lo invita a continuare.
"Voglio portare Harry al carnevale di Venezia."
Eleanor non capisce da dove gli sia venuta quest'idea ma "Facciamolo - gli risponde- hai già qualcosa in mente?"
"Of course, baby" e alla ragazza pare di vedere il sorriso malizioso che si è dipinto sul volto del suo migliore amico.

È la mattina dell'undici febbraio e ormai il piano di Louis è pronto per essere messo in scena. Quando ne ha parlato con i ragazzi per avere la loro complicità, quel guastafeste di Liam gli ha fatto notare che il dodici avevano le prove per il tour e sicuramente il managment non li avrebbe lasciati scorrazzare da soli per Venezia. Louis aveva sorriso, dicendo "Per questo ho bisogno del vostro aiuto, piccolo Payne: io chiederò di poter andare a Venezia con El, che in realtà rimarrà in aeroporto, quindi voi dovete solo nascondere l'improvvisa sparizione di Harry".
"Si può fare" aveva commentato Niall dandogli il cinque.
"Ti aiuteremo anche noi, vero, Tesoro?" aveva chiesto Zayn; a quel punto erano tre contro uno, e Liam aveva capitolato rannicchiandosi tra le braccia di Zayn.

Louis sorride al ricordo, ma torna serio mentre apre la porta della loro camera. Harry è sdraiato sul letto perennemente sfatto, intento a giocare con l'iPhon.
"Haz, possiamo parlare?" chiede sedendosi sul bordo del letto; Harry è troppo furbo per credere che voglia solo parlare, o forse ha semplicemente vissuto troppe volte quella scena.
"Quando arriva?" sputa infatti, apparentemente indifferente.
"È già giù che mi aspetta, passiamo due giorni fuori."
"Ok.…" Harry non si gira neanche a guardarlo.
Oggi sono tutti a dormire a casa loro e le risate degli altri tre ragazzi spezzano l'imbarazzante silenzio che segue quelle parole.
Il cellulare di Louis vibra 'Il taxi è qui. El x'
"Io...devo andare..." si sporge verso di lui, gli lascia un bacio tra i riccioli e un 'ti amo' di una verità e semplicità disarmanti.
Louis esce dalla stanza: se non fosse stato tutto un piano per Harry stesso non l'avrebbe mai lasciato così; ma l'entusiasmo si è ormai impossessato di lui. Spalanca la porta della camera in cui si trovano gli altri e "Non mandatemi a puttane il piano, scansafatiche!" ridacchia mantenendo un tono di voce bassissimo; afferra il suo borsone Armani e corre via.

Harry sprofonda con la testa nel cuscino, ma quello ha ancora il profumo di Louis, per cui lo prende e lo lancia contro il muro. I più attenti definirebbero il suo stato attuale depressione, i più spicci uno schifo, ma Harry non ha ancora trovato la parola più adatta, e dire che in quella situazione ci si è trovato davvero spesso negli ultimi tre anni. Potrebbe piangere ma ormai l'ha fatto così tante volte che non ha più l'effetto di sfogarlo. Ha invitato a casa i suoi amici quella sera, sperava di poter guardare l'ennesimo film idiota, mettere a dormire Niall, aspettare che Liam e Zayn si defilassero con una scusa idiota e inutile e trascorrere l'intera notte con Louis.
Ma ad Harry Styles è difficile che tutto vada secondo copione.
"Sono pur sempre il padrone di casa... Niall mi deve una battaglia coi cuscini" dice a voce alta, auto-convincendosi di stare bene e di essere in condizioni di passare la serata a divertirsi con gli amici.
Si lascia letteralmente cadere giù dal letto e poco dopo è di fronte ad una porta di mogano, sente i suoi amici ridere e sghignazzare dall'altra parte. La risata un po' sguaiata di Niall, quella rara di Zayn e quella calda di Liam; gli pare di sentirne una quarta, argentina, che gli fa sorridere anche i riccioli. Bussa forte alla porta, ancora pervaso da quella stupida idea che Louis sia li dentro e che potrà buttarsi tra le sue braccia. Improvvisamente le risate cessano e la voce di Zayn chiede "Chi è?".
"Chi accidenti vuoi che sia, Zayn?! Dai, apri" risponde Harry un po' stizzito. Qualcuno ridacchia e Zayn lo zittisce, brusco; poi il riccio sente qualcosa spingere contro il suo piede destro. Abbassa lo sguardo e vede una busta da lettera.
"Ma scherziamo?!" borbotta raccogliendola; sul retro c'è scritto "Per Harry".
Bussa di nuovo alla porta, spazientito. "Dai ragazzi, aprite, non sono dell'umore per giocare."
"Leggi la lettera, Harry" gli risponde calmo Liam.
Il riccio strappa via la busta e apre la lettera.

"Tanti auguri a teee, tanti auguri a t....ah no, wait wait wait! Il tuo compleanno e già passato e, visto che ho ripreso a camminare decentemente solo un paio di giorni fa, se non ricordo male ti ho anche dato il mio regalo (almeno, quello che hai apprezzato di più). E allora a cosa pensi che serva questa lettera, amore mio? Scommetto che sei davanti alla porta che quei salami non ti hanno aperto: bene, colpa mia. Guarda dentro la busta (non l'hai stracciata vero?!) hai trovato? - Harry si inginocchia sul pavimento e guarda dentro la busta: c'è un biglietto di andata e ritorno per Venezia a suo nome. Gli occhi gli si riempiono di lacrime di gratitudine e gioia,ma le scaccia per continuare a leggere.- Non piangere sopra il foglio, fangirl, altrimenti non puoi finire di leggere. Hai trovato il biglietto? Ti andrebbe di raggiungermi a Venezia per la sfilata? Non ti preoccupare per i vestiti, ti ho lasciato un pezzo dell'abito in ogni posto in cui abbiamo fatto l'amore. -ad Harry scappa quasi da ridere- Quando arrivi cerca l'innamorato in calzamaglia sotto il leone.
Ti amo, Louis"

Harry non riesce a trattenere l’euforia e saltella, piangendo di gioia e ridendo di eccitazione insieme, mentre rilegge la lettera; dopo la seconda volta la sa già a memoria. Deve trovare i pezzi dell'abito e poi -raccoglie il biglietto aereo e guarda l'orario di partenza- fiondarsi in aeroporto: il suo volo decolla prima dell'alba. Bussa alla porta di mogano gridando "Ehy voi, so che sapete tutto, aiutatemi a cercare il vestito!"
Il capelli biondi di Niall spuntano da dietro la porta. "Devi solo dirci dove cercare” dice con un sorriso malizioso.
Il riccio scarabocchia un post-it con tutti i posti che gli vengono in mente e lo consegna agli altri, poi scappa via. Rivoltano la casa come un calzino, Niall e Harry che saltellano esaltati dal gioco, Liam che ogni tanto sbuffa "L'avete fatto anche sulla lavatrice?!" e Zayn che, pazientemente, risponde "Amore, la lavatrice è un cliché da commedia americana, tutti lo fanno sulla lavatrice". Liam strabuzza gli occhi a quella grande novità, poi si rimettono all'opera.
Un'oretta dopo si ritrovano in cucina, con il tavolo d'abete pieno di vestiti.
"Qual'è il bilancio della caccia al tesoro?" sputacchia Niall con la bocca piena di patatine.
Liam osserva i vestiti buttati alla rinfusa e inizia ad elencare una serie di capi di vestiario, riponendoli nella borsa che Harry gli ha dato "C'è una camicia bianca, credo che si usasse, su per giù, nel quattrocento; un paio di pantaloni di velluto nero; un gilet -o panciotto, come vi pare- blu con tanto di orologio da taschino; una giacca nera con dei bottoni di quello che sembra ottone; stivali di pelle e, dulcis in fundo, una maschera argentata, che ti coprirà la parte sinistra del volto" conclude accostando la maschera al viso sorridente del riccio.
"Vuoi un passaggio in aeroporto? Da quando ha la patente, Niall si propone come nostro tassista" dice Zayn battendo una pacca sulle spalle dell'irlandese.
"Grazie ragazzi, volentieri" continua a sorridere: non se la sente di guidare, su di giri com'è.

L'aereo in cui si trova sobbalza leggermente all'impatto con il suolo italiano e Harry si gode il familiare rumore dei motori che si stanno per spegnere. Fa passare avanti tutti i passeggeri, poi scende anche lui, nascondendosi dietro i ray-ban, il cappellino arancione e una sciarpa di Liam.
Trova un taxy libero e, in un italiano stentatissimo, chiede di essere portato il più vicino possibile al centro della città. L'omino al volante lo guarda, con il borsone costoso gettato accanto sul sedile e abbigliato come un damerino del rinascimento poi gli fa intendere che non può andare più avanti di così: la zona è a traffico limitato a causa della sfilata. Harry annuisce, paga e va via.
Venezia è piccola rispetto alle grandi capitali mondiali in cui è stato, ma tutti quei canali d'acqua verdastra lo confondono e non ha la minima idea di dove sia il leone di cui gli ha scritto Louis nella lettera. Potrebbe chiamarlo e chiederglielo ma il suo iPhon è totalmente scarico. Perso com'è nei suoi pensieri non vede la coppia di anziani che gli va a sbattere contro.
"Scusa, scusa" balbetta, sperando che quella sia la parola giusta per dimostrare che gli dispiace. Quei due uomini sembrano brave persone e ovviamente non sanno chi è, così si azzarda a sfilarsi gli occhiali e a chiedere "Where...Dove..? Leone?"
Uno dei due interlocutori ripete "Leone?- Harry annuisce con foga- il puteo cerca la piazza di San Marco, ne" conclude rivolgendosi al suo amico. Harry non ha capito sostanzialmente nulla di quello che ha sentito. Associa solo quel nome ad un paragrafo di un libro in cui si diceva che a Venezia c'è una piazza dedicata al patrono San Marco, il cui simbolo è un leone.
Probabilmente è li che lo aspetta Louis!
"Piazza San Marco, sì. Dov'è?"
I due gli danno le indicazioni necessarie e dopo averli ringraziati corre via. Poco dopo incrocia la folla che facendosi largo tra i canali si riversa su Piazza San Marco. La segue, nascondendosi dietro la maschera che Louis stesso gli ha fornito. La piazza è gremita, la gente lo spintona mentre balla e quasi lo calpesta. Corre tra quegli svolazzi finché, fermandosi per riprendere fiato, alza lo sguardo e vede un'alta colonna con in cima uno splendido leone alato, che tiene sotto una zampa un enorme libro.
"Dev'essere sicuramente il leone di cui parlava la lettera" pensa, riprendendo a correre.
Harry cerca di individuare tra le decine di maschere le forme familiari di Louis. Attraversa uno stormo di piccioni che vola via spaventato e finalmente lo vede, sotto l'imponente colonna del leone alato. Sta ballando con una bimba bionda vestita da pastorella e una vecchietta vestita da Maria Antonietta D'Austria. Indossa una calzamaglia e ogni minimo movimento dei suoi muscoli risalta sulla stoffa attillata. Mano a mano che la distanza tra loro diminuisce può distinguere la sua risata da quella acuta della bambina e da quella misurata della vecchietta. Vederlo così felice gli trasmette una serenità che non provava da tanto. Incapace di resistere oltre gli corre incontro, stringendogli le braccia attorno ai fianchi e affondando il viso tra le sue spalle.

Louis si sente stringere e il sangue gli si gela nelle vene al solo pensiero che qualcuno possa averlo riconosciuto. Guarda le mani strette poco sopra il suo bacino e tutta la tensione svanisce: due mani grandi e lisce, le pellicine attorno alle unghie strappate, i tatuaggi che sporcano la sua pelle bianca..
''Harry'' sussurra. Si volta, impaziente, e non riesce neanche a vederlo in faccia che una massa di riccioli gli finisce sugli occhi e le sue labbra sono reclamate con insistenza in un bacio dolcissimo. Appena si distanziano riesce a notare come la maschera argentata metta in risalto il verde acceso dei suoi occhi e come i vestiti gli cadano perfettamente sul suo fisico.
"Sei arrivato" gli dice, stringendo le braccia attorno al suo collo.
"Grazie" è l'unica cosa che Harry riesce a rispondergli. Un grazie che racchiude in se mille ti amo, centinaia di speranze e decine di promesse.
Qualcuno tira insistentemente la giacca di Harry e entrambi chinano lo sguardo per controllare chi sia. Louis vede la bambina vestita da pastorella, Francesca, con cui stava ballando fino a poco fa.
"Tu sei Hally?" chiede la bambina con gli enormi occhi grigi pieni di aspettativa. Harry si china e prende la bambina in braccio.
"Sì, sono io. E tu come lo sai?"
Lei indica divertita Louis, che si difende "Non potevo resistere a questi occhi da cerbiatto!"
La bambina ride, schioccandogli un bacio sulla guancia, e Louis nota che l'aria intorno a loro risuona di gioia, allegria e, grazie a loro due, anche d'amore. La vecchietta si avvicina per presentarsi e invita anche il nuovo arrivato ad unirsi alle danze.
Harry, Louis, Francesca e la nonnina si prendono per mano e improvvisano un ballo. Ridono e scherzano anche loro, beandosi del loro anonimato.
Domani sarà tutto finito.
Domani torneranno ad assumersi i loro impegni.
Ma oggi, sotto quella colonna, con quella bambina e quella signora, tra quegli sconosciuti, oggi sono soltanto due persone.
Due persone legate indissolubilmente.
Due persone che vivono di momenti, e che li custodiscono gelosamente e con la massima cura.

La pastorella e Maria Antonietta sono andate via, tutti si stanno togliendo le maschere.

Una dama rinascimentale nota due ragazzi, sotto il Leone di San Marco, incastrare perfettamente le loro maschere a formare un unico volto.


Note Finali: 
Mi scuso per le incongruenze, non sono mai stata al carnevale di Venezia, e soprattutto mi scuso per quella frasetta in dialetto Veneto che mi sono azzardata a mettere. Nel caso serva, "puteo" vuol dire bambino/ragazzo.
Grazie per l'attenzione,
Bee
 

  
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