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Autore: The_XIII_Vessel    14/02/2013    1 recensioni
In Pokémon Bianco e Nero 2 c' è una piccola mini-quest in cui viene ritrovato un Interpoké smarrito appartenente a Lily, una ragazza del mondo dello spettacolo. Questa storia prende come protagonisti questa ragazza e il protagonista del gioco, che verrà chiamato Kuro (Nero) e le loro vicissitudini amorose. Per gli amanti del genere Shoujo, ma anche semplicemente per gli amanti di Pokémon, questa storia vi farà commuovere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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1.  L' Interpoké

Che strano… Come poteva essere finito lì? Quell’ Interpoké stava squillando da almeno 5 minuti, ma era a terra, e nessuno lo raccoglieva. Perché tutti ignoravano quell’ aggeggio? Decisi di raccoglierlo, e visto che continuava a squillare risposi.

“Ehm… Pronto?”
La voce che proveniva da quell’ Interpoké era una voce dolce, di ragazza, ma il video sembrava non attivarsi.
“Ehm… Sì? Chi parla?”
“… Quell’ Interpoké è mio…”
“E’ il tuo? Mhm… E l’ hai smarrito qui al parco giochi di Sciroccopoli?”
“Sì, esatto. Scusa se non compaio sullo schermo, ma sto chiamando da un vecchio Interpoké su cui funziona solo l’ audio. Ti ringrazio davvero per averlo preso in custodia. Vorrei tanto venire a prenderlo subito, ma purtroppo ora non posso. Sto lavorando e non riesco a liberarmi. Ma potrei chiederti un favore? Ti dispiacerebbe tenerlo con te per un altro po’?”
“Ehm… Ma certo, non vedo che problema possa esserci.”
“… Davvero? Sei così gentile, grazie mille!”
La sua voce era diventata allegra, e la dolcezza di questa ragazza non aveva pari, perciò le chiesi il suo nome.
“Come ti chiami?”
“Io mi chiamo Li…”
D’ un tratto si fermò. Sembrava come se volesse tener segreto il suo nome, ma dopo qualche secondo riprese a parlare.
“Ehm… Lily! Tu? Come ti chiami?”
“Io, ehm… Sono Kuro.”
“Kuro! Piacere!”
Non avevo mai sentito una persona sconosciuta essere tanto amichevole.
“Appena ho un momento libero al lavoro vengo a riprendermi l’ Interpoké! Nel frattempo lo affido a te! Grazie ancora per la tua disponibilità! Comunque…”
Ora la sua voce si era fatta preoccupata. Cambiava spesso umore questa Lily!
“… Mi spiace davvero per questa situazione… Cercherò di contattarti puntualmente per informarti dei miei movimenti.”
“Oh… Ma tranquilla, per me non è un problema, piuttosto vorrei restituirti il tuo Interpoké, magari ti servirà! Ci sentiamo quando mi richiamerai!”
“Va bene allora, a più tardi!”
E detto ciò, riagganciò. Che strana conversazione che avevo avuto… Quella ragazza aveva realmente perso il suo Interpoké? E poi, perché aveva esitato a dire il suo nome? Forse nascondeva qualcosa? Oppure voleva nascondere la sua vera identità? Era un personaggio famoso? Una spia, o qualcosa del genere? Non riuscivo più a togliermela dalla testa. Però, oltre a questi pensieri, continuavo a immaginarmi la sua voce che ripeteva il suo nome: Lily…

2.  Le telefonate

Passò un po’ di tempo. Quell’ Interpoké mi incuriosiva sempre di più, non aspettavo altro che Lily mi telefonasse… Quando ad un certo punto l’ aggeggio squillò!
“Parlo con Kuro? …”
“Ehm… Sì, sei Lily, giusto?”
“Già, sono io, la ragazza dell’ Interpoké smarrito! E così, Kuro, tu sei un ragazzo… Non è facile parlare senza vedersi in faccia. A proposito… Io sono una ragazza, beh, l’ avrai capito. Eh eh eh…”
“Oh… Sì, dalla voce l’ avevo intuito. Ih ih…”
“… Oh! Un collega mi sta chiamando. Ora devo tornare al lavoro, ma spero di sentirti presto.”
“Allora ciao!”
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Una telefonata particolare… E non fu l’ unica. Dopo un po’ di tempo infatti ne ricevetti altre simili. E ogni volta, Lily mi faceva qualche domanda su di me, come se volesse conoscermi meglio.
“Dimmi un po’… Tu che fai nella vita?”
“Ecco, io… Ho intrapreso questo viaggio come allenatore di Pokémon, e per ora devo dire che la cosa che preferisco è collezionarne di tutti i tipi, soprattutto quelli di colore diverso, i cosiddetti Shiny…”
“… Non pensavo che avessi questo hobby! Mi sembra molto interessante! La prossima volta voglio provarci anch’ io.”
“Davvero? Quindi sei un’ allenatrice anche tu? Mi fa davvero piacere!”
“Già, anche a me…”
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“Dimmi un po’, qual è il tuo tipo di Pokémon preferito?”
“Il mio tipo? Beh, senza dubbio il tipo Fuoco!”
“Ah, ti piace questo tipo? Tra di loro ce ne sono tanti carini, vero?”
“Ehm… Certo, ci sono molti Pokémon Fuoco carini!”
“Oh, che belli!”
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“E dimmi un po’… Che genere di musica ascolti?”
“Ah, ehm… Beh, un po’ di tutto, dal Rock/Metal al JPop, ma principalmente ascolto la musica che mi fa provare delle emozioni…”
“Wow, ti piace proprio tanto la musica eh? Anch’ io senza musica non potrei vivere. Mi mette allegria!”
“Già, è proprio questo il bello della musica…”
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Tutte queste telefonate terminavano allo stesso modo:
“… Oh! Un collega mi sta chiamando. Ora devo tornare al lavoro, ma spero di sentirti presto.”
“Beh, ciao! Mi ha fatto piacere sentirti”
Ormai stavamo stringendo una forte amicizia, e più passava il tempo più mi incuriosiva il fatto di non averla neanche mai vista. Incredibile, mi stavo fissando con una ragazza che neanche conoscevo veramente. Finché un giorno, non ricevetti una telefonata molto più gradita…
“Hey, sei Kuro giusto?”
“Sì, sono io! Dimmi pure, Lily!”
“Ascolta, oggi mi sono liberata dal lavoro, quindi posso venire a riprendermi l’ Interpoké! Incontriamoci alla Ruota Panoramica di Sciroccopoli, lo stesso punto in cui l’ ho perso!”
“Oh… Va benissimo, mi farò trovare lì!”
“Perfetto! Non vedo l’ ora di conoscerti! Ci si vede alla Ruota allora!”
Ci saremmo incontrati… Non so perché, ma il cuore mi batteva. Finalmente avrei conosciuto Lily, la ragazza la cui voce continuava a restarmi in testa da quando avevo trovato quell’ Interpoké. Quale sarebbe potuto essere il suo aspetto? E come avrebbe trovato il mio? Tutte queste domande mi affollavano il cervello, mentre mi recavo nuovamente al parco giochi di Sciroccopoli per incontrarla…

3.  Il primo incontro

Andai davanti alla ruota… E c’ era una ragazza. Era di statura modesta, completamente vestita di azzurro, con una t-shirt bianca sopra il suo vestito, e indossava un singolare cappellino bianco e rosa, rosa come la sua borsa e… I suoi capelli. Questi erano di un rosa particolarmente acceso, ma piuttosto chiaro, tenuti sciolti sotto il cappello ma ordinati. Provai a chiamare il suo nome, e quando lei si voltò… Il mio cuore impazzì. I suoi occhi erano grandi e blu, di un blu profondissimo, che mi attraevano in una maniera impressionante come calamite color cobalto; la sua espressione sorpresa sorprese anche me, ma appena mi vide le spuntò un sorriso… Quel sorriso era la cosa più meravigliosa che avevo mai visto. Mi parlò:
“Oh… Tu sei Atrus, vero? Ho riconosciuto la tua voce!”
“Ehm… S-sì, sono io…”
“È … È  un vero piacere conoscerti di persona!”
Dicendo ciò, mi porse la mano e guardò in basso, come in segno di presentazione timida. Io contraccambiai e le strinsi la mano tranquillamente, dopodiché lei riprese a parlare:
“Ho… Ho visto che hai tenuto l’ Interpoké, mi fa davvero tanto piacere! Posso riprendermelo anche ora, ma… Prima vorrei chiederti un favore…”
La sua voce era tremolante, quasi come se non riuscisse a dire qualcosa.
“Ti… Ti volevo chiedere se ti andava di fare un giro sulla Ruota Panoramica! Infondo non ci sono mai salita, e… Bisogna salirci per forza in due. Dato che oggi è il mio giorno libero che ne dici, ti va?”
Ero piacevolmente stupito: Lily, la ragazza che avevo tanto sognato di conoscere, quella la cui voce aveva conquistato la mia testa, ora mi stava chiedendo di salire sulla ruota di Sciroccopoli solo io e lei… Ma cosa andavo a pensare, magari voleva solo farsi un giro per vedere il panorama! Accettai tranquillamente, cercando di non far evincere il mio imbarazzo, e salimmo sulla ruota. Eravamo in alto, e lei nel frattempo mi parlava:
“Sai… Da piccola ho sempre sognato di salire qui. Ma per colpa degli impegni di lavoro dei miei genitori, non ci hanno mai portato né me né mio fratello…”
“Oh, è una cosa molto triste…”
“Già… Ma per fortuna ora ci sei tu a farmi da compagno!”
Per un attimo smise di parlare e arrossì, rendendosi conto di quel che aveva detto. Infatti si corresse subito.
“Cioè, v-voglio dire… Ad accompagnarmi sulla ruota, ovviamente!”
Nascondeva un ovvio imbarazzo. Allora decisi di prendere la parola anch’ io:
“Senti, ma… Tu invece cosa fai nella vita? Non ho mai avuto l’ occasionedi chiedertelo.”
“Io? Ecco, ehm… Vedi, in realtà non dovrei dirlo in giro, ma per te farò un’ eccezione: assieme ai miei genitori, faccio parte di un noto programma televisivo girato qui a Unima. Non è una cosa che mi piace molto fare, infondo è una carriera di famiglia e quindi non l’ ho scelta io, e inoltre quello che faccio mi porta ad essere spesso bersagliata da migliaia di domande indiscrete da parte di chiunque. Quindi diciamo che non è un lavoro che fa per me!”
Mentre parlava, io ascoltavo attentamente ogni sua parola, e notavo ogni suo singolo cambio di espressione, ogni singolo spostamento delle sue labbra, delle sue sopracciglia, e dei suoi occhi. Non riuscivo più a distogliere il mio sguardo da lei. Quindi decisi di dire la mia opinione:
“A me sembra un bel lavoro, infondo sei stata fortunata a trovarti nel mondo della televisione anche se involontariamente. Non ti avevo mai vista in tv, ma non ti farò troppe domande a proposito per quanto mi riguarda. Sappi che comunque per ogni evenienza potrei sempre consigliarti, non si sa mai!”
Un momento… Forse avevo esagerato, in cosa avrei potuto consigliarla? E poi che mi saltava in mente a dirle che non l’ avevo mai vista, avrebbe potuto prenderla come un’ offesa! Perché avevo iniziato a parlare senza pensarci su 10 volte? Stupido! Tuttavia, la sua reazione fu inaspettata. Si mise a guardare fuori dal finestrino della cabina in silenzio, dopodiché si girò con quel fantastico sorriso sulle labbra e mi disse:
“Sapevo di poter contare su dite, grazie mille! Sei… Sei davvero… Una persona speciale!”
Io non riuscii a trattenermi dall’ arrossire. Mi aveva detto che ero una persona speciale? L’ aveva detto veramente? Eppure, era la prima volta che ci vedevamo nonostante ci fossimo sentiti spesso!
“Oh… G-grazie, ma mi dispiacerebbe sentirti giù di morale!”
Il giro sulla ruota era finito. Lily mi disse che le era piaciuto davvero tanto, non pensava di poter vedere così lontano da lì su. Così, davanti l’ entrata della ruota, ci dovemmo salutare.
“Kuro… Ora devo tornare a casa, i miei genitori saranno in pensiero”
“Sì, lo immagino…”
“Ma… Ho un’ idea! Possiamo segnarci l’ un l’ altra sui nostri rispettivi Interpoké, così potremo sentirci e vederci ogni volta che ci andrà!”
“Hai ragione! Allora ti lascio memorizzato il mio numero, così non dovrò far altro che memorizzare anch’ io il tuo!”
“Benissimo! Allora… Alla prossima!”
E dopo quest’ ultimo saluto, Lily se ne andò, voltandosi ogni tanto per sorridermi ancora una volta. Era incredibile. Mi sentivo come non mi ero mai sentito in vita mia. Il cuore continuava a battermi, provavo un misto di emozioni tra felicità, commozione e incredulità, ma cosa più importante, la sua sola vista nella mia mente mi faceva ancora arrossire: quegli occhi, quel sorriso, quelle espressioni… Avrei continuato a pensare a lei anche nei giorni successivi. E a sognarla nelle notti che sarebbero venute. Ormai era chiaro: quella ragazza conosciuta per caso stava diventando per me molto più di un’ amica…

4.  Chiamate amichevoli

Passarono un paio di giorni. Ero lì a fissare il numero di Lily selezionato sul mio Interpoké. Non l’ avevo ancora richiamata. Forse avrei dovuto farlo più tardi? Forse lei stava aspettando una mia chiamata? Non sapevo che fare. Ma arrivato a quel punto, decisi di far partire la chiamata, avevo bisogno di risentire la sua voce e di rivedere il suo sorriso. Con mia grande sorpresa, anche se dopo molti squilli, lei rispose.
“Ehm… Lily? Disturbo?”
“Oh, ciao Kuro! No, no, nessun disturbo!”
“Senti… Volevo scambiare quattro chiacchiere…”
“Ma certo, mi fa molto piacere! Dunque… Sai che ho parlato di te qui al lavoro? Qualcuno mi ha anche detto che aveva già sentito il tuo nome… Sei un allenatore parecchio forte quindi, sei riuscito persino a sconfiggere la Campionessa!”
“Beh, sì… Davvero è stata una cosa così importante?”
“Ma sì! Non sono molti quelli che riescono a superare l’ ostacolo della Lega Pokémon, devi essere proprio una persona forte e determinata, oltre che…”
Lily si bloccò di scatto. Sembrava voler trattenere delle parole, ma poco dopo fu interrotta da qualcuno.
“… Oh! Mi-mi sta chiamando un collega. Ora devo tornare al lavoro, ma spero di risentirti presto.”
“Okay, alla prossima!”
E riattaccò. Allora aspettai, cercai di trovare un altro buon momento per chiamarla, finché non la trovai di nuovo disponibile e attivai l’ Interpoké.
“Pronto, Kuro?”
“Hey, ciao Lily!”
“Ciao! Mi fa davvero piacere sentirti proprio ora! Sai, poco fa ho litigato con un collega di lavoro, e… Per questo mi sento un po’ giù…”
“Davvero? Beh, questo mi dispiace… Ma dovresti cercare di capire i motivi per cui avete litigato, e poi anche se hai ragione, dovresti provare a scusarti in caso avessi fatto qualcosa che potrebbe avergli dato fastidio…”
La sua espressione triste era veramente dolorosa da vedere. Guardava in basso, non sorrideva, era come un’ altra persona, non quella che mi aveva attratto.
“… Sai Kuro… Hai ragione, dovrei provare a chiedergli scusa non appena lo vedo. Se non fosse stato per te penso che sarei stata così tutta la giornata! Se fossi lì vorrei tanto abbracciarti!”
Dicendo questo era tornata radiosa come sempre, ma in risposta io arrossii, nonostante fossi riuscito a rispondere che ne sarei stato lusingato, ma che l’ avevo fatto solo per una cara persona quale era lei.
“Sono così stanca, mi sentivo uno straccio prima… Ma parlare con te mi ha fatto tornare le forze! Eheheh…”
“Cosa c’ è, perché ora ridi?”
“Niente, è che… Sono così contenta di sentirti che mi scappa da ridere! Ahahah! No, sul serio, parlare con te mi rende felicissima, vorrei continuare all’ infinito!”
“Oh… Sai, potrei dire la stessa cosa, non ero mai stato così in sintonia con una ragazza prima d’ ora, tu sei veramente… Spe-”
“-Oh, scusami, ora ti devo salutare, alla prossima!”
Un altro collega la stava chiamando e la conversazione si interruppe così. Più passava il tempo, più mi convincevo che non era stato un caso averla conosciuta. Insomma, eravamo sempre in sintonia, se lei stava male io riuscivo a farla star meglio, e a me bastava vedere il suo sorriso smagliante o sentire la sua voce soave per stare in paradiso… Il giorno dopo la chiamai presto, tanto che quando mi rispose era vestita diversamente dal solito: indossava un corto vestito bianco luminoso e impellicciato, a cui si abbinavano dei polsini vistosi, che si chiudeva in un sostegno rosa a forma di Pokéball all’ altezza del petto e terminava in una piccola gonnellina rosa arcuata, e aveva un’ acconciatura che mi lasciò senza fiato, con i capelli legati e con un unico grande boccolo che pendeva da un lato sostenuto da un grande fiocco giallo e da un paio di cuffie rosse con microfono. Era davvero meravigliosa.
“Ehm… Lily, sei tu?”
“Sì, sono io! Scusa l’ abbigliamento, ma mi hai beccato in pieno orario di lavoro e sono riuscita a rispondere per fortuna!”
“Oh… Mi dispiace, magari ti sto disturbando… ”
“No, ma figurati! Altrimenti non avrei risposto nemmeno! Ah-”
Ma la telefonata si interruppe bruscamente. Preoccupatissimo tentai di richiamarla, ma non risultava disponibile sull’ Interpoké. Ero in pieno stato di ansia, non sapevo cosa fosse successo, magari non poteva stare al telefono in quel momento e ha dovuto attaccare all’ improvviso, o magari era successo qualcosa nel luogo in cui si trovava! Dovevo saperlo, quindi continuai a tentare di chiamarla, ma niente. Anche spostandomi continuamente di città in città non trovai un punto in cui il suo numero fosse reperibile. La tensione mi stava uccidendo, non potevo rimanere con le mani in mano senza sapere cosa fosse successo! D’ un tratto, mentre mi trovavo piuttosto lontano da Libecciopoli, mi arrivò una sua telefonata. Finalmente! Mi sbrigai a rispondere, ma notai che lo schermo era disattivato, era una chiamata solo audio:
“Hey Lily, sei tu?”
“Sì, sono io. Scusa per prima, poi ti racconto cos’ è successo. Mi dispiace ma ora non posso parlare. Ci sentiamo stasera. Forse è la punizione per aver fatto una pausa senza dir niente a nessuno… Scusa, scusa, parlavo tra me e me.”
E detto ciò riattaccò. Da una parte ero sollevato, sapevo che non le era successo nulla di male, ma da una parte ero ancora più confuso: cosa poteva essere successo? Perché aveva usato il vecchio Interpoké per chiamarmi stavolta? Di che punizione stava parlando? Non potevo sapere subito queste cose, quindi decisi di aspettare. Quell’ attesa fu interminabile, una delle più lunghe che abbia mai passato, ma mentre osservavo i Deerling che saltellavano giocosi alla luce del crepuscolo, notai che sul mio Interpoké il numero di Lily risultò d nuovo disponibile. Senza pensarci due volte la chiamai, e quando rispose vidi una scena che mi distrusse: lei era in lacrime, con il viso profondamente turbato dalla tristezza, e guardava verso lo schermo come se mi stesse guardando negli occhi, facendomi percepire tutta la sua afflizione.
“Cosa succede, Lily? Perché stai piangendo?
“Kuro… Mio padre… È stato lui a scollegarmi l’ Interpoké oggi pomeriggio, non vuole che parli con nessuno né durante il lavoro né quando sono libera… Sono riuscita a recuperarlo solo ora… Non capisco perché fa così… Mi fa stare male…”
Non riuscivo a crederci. Stavo male anch’ io. Solo vedendola in quelle condizioni, mi sentivo in parte responsabile. Infondo, se non l’ avessi chiamata così presto il padre non l’ avrebbe maltrattata. Sentivo il cuore a pezzi, ma cercai di prendere tutta la positività che mi rimaneva e di risponderle, per tirarla su come avevo sempre fatto:
“Lily… Mi dispiace, so che forse è stata colpa mia se tuo padre ti ha fatto ciò… Ma sicuramente avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo. Forse è troppo protettivo, forse ti vuole talmente tanto bene da cercare di non farti accadere mai nulla, e per far ciò purtroppo ti limita parecchio. Ma non è da biasimare, piuttosto sarebbe da indirizzare verso un modo migliore per dimostrare il suo affetto a sua figlia…”
Lei mi aveva ascoltato tutto il tempo. A un certo punto il suo pianto diminuì, fino a terminare del tutto, e asciugandosi le ultime lacrime riuscì a rispondermi solo con una parola:
“Grazie…”
Sentii che quel suo ringraziamento era davvero sentito, veniva dal profondo del suo cuore. Inoltre, la sua espressione era cambiata completamente: sebbene aveva ancora gli occhi umidi, mi stava sorridendo. E quel sorriso dopo un pianto forse era ancora più bello del suo normale sorriso, perché racchiudeva in sé molta più gioia e commozione di quanta non ne avesse normalmente. Io, ormai totalmente avvolto da tutte queste sue sensazioni, le risposi che per me era un piacere, dopodiché lei mi salutò per andare a dormire ed io le diedi la buonanotte. A quel punto ne ero sicuro: mi stavo innamorando di lei.

5.  L’ incontro del destino

L’ indomani decisi di non chiamarla per un po’, anche se il suo numero era presente. Volevo evitare di metterla nei guai ancora una volta. Tuttavia, verso ora di pranzo, prima ancora che potessi farlo io mi chiamò lei.
“Kuro! Buongiorno!”
“Oh, buongiorno Lily!”
“Devo chiederti una cosa!”
Aveva un tono eccitatissimo, e un’ espressione allegra come non gliel’ avevo mai vista.
“Sì, dimmi.”
“Se per caso dovessi trovarmi oggi nei dintorni della ruota panoramica… Tu saresti disposto a venirmi a fare compagnia come l’ altra volta?”
“Ma certo! Anzi, ne sarei felicissimo, non vedevo l’ ora di rivederti!”
“Oh… Bene! Allora io ti aspetto lì, non tardare eh!”
“Aspetta, ma quando-”
Non feci in tempo a rispondere che lei aveva già attaccato. A giudicare dalle sue parole, sembrava come se lei fosse già davanti alla ruota. Decisi di raggiungerla in quel caso, e infatti la trovai lì.
“Lily?”
“Kuro! Sei tu! Tranquillo, non ero qui da molto, non ti stavo aspettando! Allora… Ci facciamo un giro sulla ruota?”
“Ehm… Va bene!”
Salimmo sulla ruota. Il cuore mi batteva più forte che mai, i pensieri mi assordavano, la sua vista mi faceva sciogliere, ma prima che potessi dire qualcosa, iniziò a parlare lei:
“Sai… Ultimamente sto passando proprio dei bei momenti: al lavoro tutto tranquillo, in famiglia le cose si sono risolte, e poi, riesco sempre a sentirti sull’ Interpoké…”
Si girò come sempre a guardare fuori dal finestrino, poi continuò:
“Non importa quante volte lo vedo, il panorama da qui è sempre stupendo, vero? Forse è perché sono con te…”
Si fermò un attimo. Il mio cuore ormai batteva più forte di una batteria. Poi continuò:
“E pensare che non avrei mai potuto vedere tutto ciò se non fosse stato per te… Ecco… Volevo vederti oggi per dirti una cosa di persona, invece che attraverso l’ Interpoké…”
Si girò nuovamente verso di me, e si avvicinò prendendomi le mani. Io ormai ero fuori di testa dalla gioia, ma cercai di trattenermi per ascoltare ciò che aveva da dirmi.
“Io… Volevo ringraziarti dal più profondo del mio cuore, sei una persona come non se ne trovano in giro, e per questo… Volevo dirti che…”
Non parlò più. Il suo sguardo cadde timidamente verso il basso, e le sue mani iniziarono a lasciare la presa. A quel punto capii cosa dovevo fare: fui io ad afferrare le sue mani e a tirarle su, cosa che le fece rialzare lo sguardo, e poco dopo che i nostri occhi si incontrarono non ci fu più bisogno di parole: la baciai. Lei inizialmente fu molto sorpresa, tanto che lasciò sfuggire le mani, che però poco dopo si avvolsero attorno alla mia schiena in un abbraccio. Io feci lo stesso, sorreggendole la testa con una mano e stringendola a me con l’ altra. E quel bacio sembrò durare in eterno: mentre salivamo a un’ altezza superiore di quella della Torre Cielo, noi ci baciavamo; mentre si vedeva il sole calare nelle calde acque del porto di Austropoli, noi ci baciavamo; mentre uno stormo di Pidove sfrecciava davanti alla nostra cabina, noi ci baciavamo. E non esistono parole per descrivere tutte le sensazioni che provai nel momento di quel bacio. Forse tutte queste possono essere racchiuse nel significato di un’ unica parola: amore.
In quel momento, ripensavo all’ ultima telefonata che avevo avuto con lei prima di incontrarci definitivamente, la mattina stessa di quel giorno, dopo la sera in cui l’ avevo tirata su dalla sua grande tristezza:
“Ciao Kuro!”
“Hey, Lily! Come stai?”
“Benissimo, grazie! Sai, la notte scorsa c’ era un cielo stellato incantevole… L’ hai visto, Kuro? C’ erano anche un sacco di stelle cadenti, un vero spettacolo! E naturalmente ho espresso tanti desideri!”
“Davvero? Ma che bello! E che tipo di desideri?”
“… Quali? Ahahah! Non posso dirtelo. È un segreto! Spero che però si avverino in questo stesso giorno…!”
E riagganciò.
  
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