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Autore: Marina94    15/02/2013    7 recensioni
Mia e Gaia sono due ragazze,amiche per la pelle, ma abbastanza diverse. In particolare, la prima è una grandissima fan de "Il Signore degli Anelli", mentre l'altra non sa nemmeno che significhi il titolo. Una sera, Mia riesce a convincere Gaia a vedere almeno il primo film, ma quello che le due non sanno è che la mattina dopo si ritroveranno catapultate nella Terra di Mezzo, e dovranno prendere parte all'intera storia... Cosa oltretutto un po' più difficile per la povera Gaia che non ne sa niente... Riusciranno le due a convincersi che non é un sogno e ad aiutare i protagonisti? E soprattutto a far sì che il loro intervento non modifichi troppo la trama?
Spero di avervi incuriositi almeno un po', è la mia prima fan fiction quindi vi prego, siate clementi ^_^ se lasciaste qualche recensione, anche critica, sarei molto felice!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bianco. Solo quello riuscivo a vedere intorno a me, mentre il blocco di neve causato dallo scontro degli incantesimi di Saruman e Gandalf ci piombava addosso.
Poi, il buio e il gelo.
...
L' aria mi sferzò il viso. Era gelida, ma in quel momento mi parve di non aver mai sentito qualcosa di più piacevole in vita mia, tanto che la respirai a pieni polmoni, godendomi la liberazione dalla neve. Solo una volta che mi fui più o meno ripresa, mi voltai a guardare il mio salvatore: due occhi verdissimi mi fissavano preoccupati.
Improvvisamente, sentii sulle guance un calore decisamente innaturale per il clima del posto.
«Stai bene?» Mi chiese. Io cercai di rispondere qualcosa, chessò, «Sí»,«Più o meno», «Sposami!»...no un momento. L' ultima non era per nulla accettabile...anche se forse...
Ora, io non sono mai stata il tipo di ragazza che si comporta come un' ochetta con i maschi, anzi!
Però...LUI era il mio mito, il mio idolo, la mia prima cotta adolescenziale...
"Smettila Mia!" Mi imposi.
«Meglio...Grazie» mi costrinsi a rispondere, cercando di non diventare più rossa di come già sicuramente ero.
Lui mi sorrise, mi aiutò a tirarmi su, e subito si precipitò ad aiutare gli altri.
Solo allora riuscii a riscuotermi, e mi guardai intorno: ormai quasi tutti erano fuori, tranne...
«GAIA!!» Strillai, cercando la mia amica. Quando riuscii a liberarla, la neo hobbit mi scagliò contro tutta la sua gratitudine.
«Due parole. Ti.Odio.»
Come se fosse stata colpa mia! La lasciai a sbollire la rabbia e concentrai la mia attenzione sul discorso che, come sapevo, si stava tenendo tra i membri della Compagnia.
In quel momento aveva preso la parola Boromir, urlando per farsi sentire sopra il vento:
« dobbiamo abbandonare la montagna!! Verso la breccia di Rohan!! Prendete la via ovest per la mia città!»
Propose, sperando di tornarsene a casa, per difendere la sua patria. Lo capivo anche, ma doveva mettersi in testa che la Compagnia era più importante...e poi, non ci voleva un genio per capire che prendendo quella via saremmo andati esattamente nella tana del nemico!
«La breccia di Rohan ci porta troppo vicini a Isengard!!»
Strillai di rimando, anticipando Aragorn.
Ma, non appena pronunciai quelle parole, mi resi conto di quello a cui stavamo andando irrimediabilmente contro : Moria.
Quando Gaia si era lamentata con me delle 'miniere dei sette nani' l' avevo presa a ridere, insomma era anche bello partecipare alla prima battaglia, vedere i cancelli d' ingresso del regno di Balin, spalancare gli occhi davanti alla magnificenza di Nanosterro... Tuttavia, solo ora riuscivo a considerarla sotto un' ottica più realistica...e preoccupante: la città in sé non era un problema, anzi, non vedevo l' ora di arrivarci! Il vero problema si sarebbe presentato dopo, a Khazâd Dum: lì, come da copione, saremmo stati attaccati dal Balrog...e nella lotta Gandalf sarebbe caduto. Per poi ritornare come lo Stregone Bianco, certo: ma intanto, la sua perdita avrebbe causato un mare di guai alla nostra Compagnia...
Io ero lì, avrei potuto impedirlo, ma...sarebbe stata la cosa giusta? Non ne ero del tutto sicura...dopotutto non credevo che, senza i nuovi poteri dell'Istari, le cose avrebbero preso la stessa piega, anzi!
Bhé, grazie al cielo non mi avrebbero chiesto cosa ne pensavo...
Le ultime parole famose.
«La Veggente decida cosa dobbiamo fare.»
Proclamò infatti Gandalf in quello stesso momento.
Cazzo.
Imprecai tra me e me: evidentemente, persa nelle mie elucubrazioni mentali, mi ero distratta e non avevo seguito la discussione: Gimli doveva aver già proposto di proseguire nelle miniere...e stavolta anziché far decidere a Frodo, il Grigio Pellegrino aveva affibbiato a me la scelta.
E questo mi poneva in una posizione decisamente scomoda : in qualità di Veggente avrei dovuto sapere quali pericoli ci avrebbero atteso a Moria e, di conseguenza, scegliere di passare per le miniere significava che avere l’assoluta certezza che non avremmo subito perdite o simili… La perdita di Gandalf avrebbe certamente messo in discussione la mia posizione perché i miei compagni si sarebbero di certo chiesti come fosse possibile che non lo avessi saputo e, soprattutto, non lo avessi impedito... senza contare il piccolissimo dettaglio dei miei sensi di colpa che mi avrebbero accompagnato fino al momento in cui avrei rivisto lo stregone comparire nella foresta di Fangorn.
D' altro canto, ero quasi sicura che fosse necessario passare da lì, perché avevamo bisogno di Gandalf il Bianco e dei suoi poteri, che sarebbero stati risolutivi in tantissime delle situazioni complicate che ci saremmo trovati ad affrontare!
Oh accidenti, che cosa dovevo fare?
Ero nel panico più assoluto : andare o non andare? Assistere in prima persone alla morte di Gandalf ma avere la certezza che sarebbe tornato, o tentare la sorte e scegliere un’altra strada? No, come potevo pensare di stravolgere la storia col mio intervento e mettere così in discussione l' esito favorevole della Guerra dell' Anello!? Ma era davvero la cosa giusta condannare un uomo alla morte … anche se poi morte non sarebbe stata perché sarebbe tornato molto presto e, soprattutto, molto più potente?!
La risposta era una sola, e dovevo convincermene una volta per tutte: dovevano prendere la via sotto le montagne. Ma c' era ancora il grandissimo problema di trovare un modo per convincere la Compagnia dell' importanza di andare a Moria, dimostrando contemporaneamente che i miei "poteri" funzionavano...e al momento le due cose sembravano totalmente inconciliabili.
Cioè, da una che dice di prevedere il futuro ci si aspetta che per lo meno sappia i pericoli a cui va incontro! E se nello scegliere di andare lo stesso a Moria rischiavo di perdere la loro fiducia? No, non potevo permetterlo! Continuavo a rimuginare sulle alternative, e la via d' uscita da quel dilemma sembrava sempre più lontana. In quel momento iniziai a sentirmi seriamente in colpa verso Amleto, per averlo tanto ridicolizzato a scuola: adesso potevo capire come si sentiva al momento del famosissimo monologo "Essere o non essere", poveraccio!
«Veggente?»
«Mia?»
«Pazza sciroccata?!?»
«MIA?»
Riemersi di colpo dai miei pensieri, trovandomi puntati addosso dieci paia di occhi sbalorditi e preoccupati. Solo allora mi resi conto che tutti gli altri membri della Compagnia mi stavano chiamando da più o meno un secolo (il "pazza sciroccata", ovviamente, era della DOLCISSIMA e AFFETTUOSISSIMA Gaia)
«Eccomisicisonoscusatemicosasuccede?» Domandai tutto d'un fiato, imbarazzatissima: realizzai che dovevo aver bellamente ignorato la domanda di Gandalf...e i successivi richiami degli altri.
«Stai bene? Sei rimasta in silenzio per un bel po'...hai avuto una visione?»
Santo. Santo Legolas da Bosco Atro, lo avrei proclamato.
Ma perché doveva essere sempre così premuroso con me?
E soprattutto, perché doveva dire la cosa giusta al momento giusto?
Nel momento esatto in cui pronunciò quelle parole, mi fu chiaro come avrei dovuto agire:
«Sì, scusatemi...ho avuto una visione. Su Moria.»
Iniziai con un tono che speravo avesse un che di mistico e non un che di folle mitomane.
Ma, a quanto sembrava, ero riuscita nel mio intento, procurando il massimo silenzio intorno a me. Solo Gaia mi osservava scettica, ma grazie al cielo ebbe il buonsenso di tacere. Proseguii:
«Dobbiamo attraversare le miniere, Gandalf. Purtroppo...subiremo una grave perdita. Ma SO che questo sarà di fondamentale importanza per l' esito della nostra Missione. Se scegliessimo di aggirarla...non credo che riusciremo a vincere questa guerra.» Dissi, sempre imitando Sibilla Cooman. Quella donna ormai stava diventando la mia fonte di ispirazione, il mio modello. Preferii non dire chi sarebbe "morto", un po' perché non volevo anticipare il dolore, un po' perché non ne avevo il coraggio.
«Non potete immaginare quanto mi dispiaccia dover essere portatrice di una notizia simile...è una scelta difficilissima, ma è la cosa giusta da fare. Per Arda.»
Conclusi con un perfetto tono tragico alla Cassandra, mandando mille ringraziamenti mentali a Vittoria, la mia insegnante di recitazione per otto anni: solo grazie a lei ero riuscita ad uscire da quel vicolo cieco!
«...»
Tutti i membri della Compagnia mi osservavano, sconvolti, senza sapere cosa dire. Persino Gaia era ammutolita.
«E sia. Attraverseremo le miniere» decretò infine Gandalf.
E cosí fu.Proseguimmo in silenzio, fino ad arrivare alle miniere, neanche gli hobbit avevano il coraggio di proferire parola: Gaia dava segni di esasperazione, ma anche lei era muta come una tomba.
Quando giungemmo alle porte del regno di Balin, tuttavia, dimenticai completamente i nostri problemi: i cancelli del reame dei nani, visibili solo alla luce notturna, erano a dir poco stupendi, scintillavano nell'oscurità come un faro, illuminando anche la riva del lago.
In teoria, avrei potuto benissimo fare aprire subito le porte, pronunciando la semplice parola "Mellon", ovvero Amici. Ma non lo feci. Mi sedetti su una roccia, guardandomi attorno.
«Contenta ora?» Una voce mi fece sobbalzare, e ci misi un po'a capire che era 'solo' Gaia.
«Ci hai cacciato nei casini, MI HAI cacciata nei casini, e scommetto che non hai la più pallida idea di come tirarcene fuori! Bhé lascia che ti dica una cosa: io-voglio-svegliarmi!»
Concluse, nevrotica come al solito.
«Io...» avrei voluto risponderle a tono come facevo sempre, ma mi resi conto di non riuscire a mentirle.
«Io non so perché siamo qui, ma visto che ormai facciamo parte della storia, cerco di fare la cosa giusta...ma confesso che non sono per nulla sicura.»
Dissi cercando di restare calma, mentre iniziavo a camminare avanti e indietro come una psicopatica, per scacciare l'inquietudine. La verità era che, nonostante fossi felicissima di essere lì, di poter interagire con le persone che piú stimavo, cominciavo a capire che non tutto sarebbe per forza andato secondo i miei piani.
Io, che avevo passato quasi dieci anni a sognare quel viaggio, mi ritrovavo a non sapere come agire.
Soprattutto dopo l' episodio di qualche giorno prima, che mi aveva turbata profondamente.


Stavamo attraversando il passo di Caradhras, l' unica cosa di cui rallegrarci era che non nevicava...ma a terra, la neve c'era eccome, e invidiavo quel fortunato di Legolas che non affondava né lasciava la minima orma. Noi eravamo già caduti più volte, anche se il record d' inciampo spettava senza dubbio ai cinque hobbit. In quel momento toccò a Frodo, che precipitò lungo la discesa.
Sapevo bene cosa sarebbe successo in quel momento, e volevo evitarlo: corsi verso di lui, sperando di arrivare prima di Boromir, e riuscii, più o meno, nel mio intento: io e l' Uomo raggiungemmo Frodo contemporaneamente, e nello stesso istante trovammo l' Anello. Ero pronta a ridarlo al Portatore, quando sentii una forza oscura e misteriosa indicarmi di tenerlo: all' improvviso mi vidi Salvatrice della Terra di Mezzo, Veggente, elfa, e mi era concesso di restare per sempre lì, insieme a Gaia e alle persone a me più care. Ogni mio desiderio realizzato...se solo avessi tenuto quell' oggetto. Sarebbe stato così facile...alzai lo sguardo verso Boromir, e nei suoi occhi lessi la stessa espressione che dovevano avere i miei. Fu quello, forse, a riscuotermi: scuotendo la testa, mi allontanai di scatto, lasciando cadere l' Unico, sconvolta. Non mi ero accorta che, nel frattempo, si era avvicinato anche Aragorn, e, seppur con fatica, era riuscito a calmare anche Boromir.
Mi guardò senza dire niente, ma riuscì comunque a farmi sentire in colpa. Abbassando lo sguardo, tornai in cima alla fila , dove, fortunatamente, quasi nessuno si era accorto dell' incidente: Gaia non aveva notato nemmeno la caduta di Frodo...
Ricominciai a camminare, ancora sconvolta. Cioè, in teoria avrei dovuto saperlo, che faceva quell' effetto: ma proprio per questo avrei dovuto essere preparata, e non farmi sottomettere dal suo potere come una cretina.
Il mio obbiettivo era non far toccare l' Anello a Boromir, per cercare di evitare che ne venisse soggiogato, e invece una volta arrivata là che facevo? Abbassavo la guardia, mi lasciavo attrarre dalla promessa di potere e cedevo alla sua forza, facendomi ipnotizzare io per prima!
Mi sentivo una stupida, un' emerita idiota, ecco cosa!
Frenando le lacrime di rabbia e frustrazione che minacciavano di scendere, mi imposi di pensare ad altro, raggiunsi Legolas (che sembrava aver capito cosa mi turbava, ma era abbastanza intelligente per capire che non avrei risposto a domande, e abbastanza delicato per non farmele) e iniziai a parlare normalmente, tentando di rimuovere l' evento dalla mia mente...



Il flashback ebbe bruscamente fine quando Gandalf fece aprire le porte di Moria, grazie all' intuito di Frodo.
Non mi ero nemmeno accorta che Gaia mi aveva detto qualcosa e aveva raggiunto gli altri...che ora aspettavano solo me. Mentre camminavo, una strana sensazione mi invase, una pulce nell’orecchio che mi sussurrava qualcosa… qualcosa tipo “piovra gigante ore 6”… piovra?! Oddio, il mostro del lago!
«Frodo! Attento!!» Strillai più forte che potevo, spingendolo via dalla traiettoria della bestia. Peccato che tre secondi dopo mi ritrovai a penzolare a testa in giù dal tentacolo al posto suo.
Mi ero sempre chiesta perché avesse fatto così poco per difendersi, ma mi resi conto che effettivamente era piuttosto difficile lottare contro quel “coso”...per fortuna, gli altri vennero in mio aiuto: Legolas scoccava frecce tentando di abbattere la piovra, gli altri avevano sguainato le spade e provavano a tagliare i tentacoli.
«Ehi, stupido polpo! Sono io a fare l' incubo, quindi io decido! Lascia stare la mia amica!!» Strillò una voce familiare, mentre due piccoli pugnali, diretti al corpo del mostro, mi passarono a un millimetro dalla faccia. Uno dei due centrò in pieno un tentacolo che cercava di ghermirmi… e una ciocca di capelli, a giusto una decina di centimetri dalla mia testa. Nonostante la situazione, mi voltai e incenerii la lanciatrice con lo sguardo.
«Heheheh...scusa, mira pessima» fece Gaia, che poi smise di attentare alla mia vita.
Io, intanto, ero in una situazione davvero tragicomica: tenuta con le gambe in aria da un tentacolo, i capelli attaccati ad un altro con il pugnale di Gaia, e la testa che sfiorava l' acqua.
Non sapevo se ridere o piangere, mentre mi guardavo intorno: vedevo tentacoli, altri tentacoli, un tentacolo con una lama ...
Un tentacolo con una lama?!?
Ma certo! Quello era l' altro pugnale della mia amica!! Se fossi riuscita a raggiungerlo con le braccia, che penzolavano inerti nel vuoto...peccato fosse cosí in alto!
«Ehi surgelato! Sì dico a te!» cercai di attirare ancora di più l' attenzione della piovra, che fece esattamente quello che volevo: mi sollevò, curioso...salvo poi iniziare a sbatacchiarmi da tutte le parti. Mossi le braccia, nel tentativo di raggiungere l'arma...ma nulla.
Destra, sinistra.
Sinistra, destra.
Mi sentivo come la lancetta di un orologio.
Destra e...feci uno scatto in avanti e lo afferrai.
Preso!
Ora...dovevo solo tagliare quel tentacolo gigante. Tagliare il tentacolo gigante… certo, un gioco da ragazzi no? No, decisamente no! Mentre cercavo di infilzare la lama nella carne del mostro, d’improvviso sentii svanire la presa sulle gambe...e finii dritta in acqua, con i capelli ancora incastrati sotto al pugnale che non mi permettevano di tornare a galla mentre il tentacolo affondava lentamente. Una mano ferma rimosse l’arma e mi liberò dalla sua presa e mi aiutò a tornare in superficie... e alla buon ora, mi sarebbe venuto da dire, stavo letteralmente congelando!! E così dopo le mie scuse ufficiali a Amleto fu il turno di quelle per Jack e Rose del Titanic : se l’acqua di quel laghetto era così gelida, non osavo immaginare quelle dell’Atlantico in piena notte!
«Tutto bene?» Mi chiesero ben dieci voci. Annuii ancora infreddolita, mentre ci inoltravamo nei cunicoli e una frana bloccava l' ingresso da cui eravamo entrati.
Dopo una lunga camminata, arrivammo al bivio per Nanosterro e lì ci fermammo, visto che Gandalf non ricordava la strada da prendere.
Approfittando della pausa, mi avvicinai a Gaia:
«La coordinazione occhio-mano ti manca, eh mia cara hobbit?» La presi in giro, anche se in realtà aveva avuto coraggio a provare, non avendo mai usato un'arma!
«La prossima volta mira a me direttamente!» Scherzai passandole l'unico pugnale che avevo recuperato.
Lei lo prese, e fece per rispondermi...ma si bloccò di scatto, indicando qualcosa alle mie spalle.
Mi voltai di scatto, incrociando gli occhi di una creaturina orribile, con grossi occhi semifosforescenti: Gollum.
«MA COS...» Per evitare che la hobbit finisse l' urlo, le saltai letteralmente addosso, tappandole la bocca con una mano, e contemporaneamente abbassandomi, fino a sussurrarle di parlare piano.
«Ma che cos’è quello schifo???»
Di solito, non è possibile gridare in silenzio...ma lei ci riuscì.
«Sssh! È Gollum...una vittima dell' Anello...sarà fondamentale nella Missione di Frodo» le comunicai brevemente, non era certo il momento di raccontarle la storia del 'triangolo' Sméagol/Anello/Bilbo!
«Stop stop stop stop! Non voglio assolutissimamente sapere! Tanto, mi sveglierò prima o poi, no?» fece lei esasperata, prima di raggiungere gli hobbit (ma stava sempre attaccata a quei due?).
Io, invece, rimasi a fissare Gollum muoversi nel buio, mentre ripensavo all'episodio di Caradhras...non sarei mai riuscita a togliermelo dalla mente!!
Come avevo fatto a farmi fregare così...a pensare di mettere al primo posto me e quello che desideravo, ma soprattutto a non pensare al potere dell'Anello!
«Perché tanto pensierosa, Veggente?» ma perché quell'elfo era cosí silenzioso? E perché si stava preoccupando per me? Che cosa dolce...
"Ho inghiottito troppa acqua del lago o che?!?" Pensai, cercando di riscuotermi
«Ehm...stavo solo riflettendo...su una cosa» risposi, senza fissarlo. Ma, tre secondi dopo, mi ritrovai a raccontargli l'intero episodio (ovviamente omettendo la parte "provenienza da un altro mondo"), non riuscivo più a tenermelo dentro...
«Sai, nel vedere tramutare la tua usuale euforia in una ben visibile tristezza, no, sembravi più delusa in realtà, nel vedere la tua allegria svanire nel nulla qualcosa lo avevo intuito. Ho preferito non farti domande» fece lui, dopo un silenzio piuttosto lungo.
 «Vedi, Mia...posso capire che tu sia sconvolta, ma...non avevi mai sperimentato il potere dell'Unico prima, lo avevi semplicemente immaginato. La sua potenza supera qualsiasi barriera, è in grado di avvelenare anche il cuore più puro con le il fiele delle sue promesse. Prima o poi tutti cedono alle sue lusinghe, perché è questa la natura dell’Unico : portare a galla i sentimenti più nascosti nel nostro animo e sfruttarli, soggiogarli al suo volere! Hai dimostrato una forza invidiabile nel lasciarlo andare, e non devi vergognarti della tua titubanza. La defezione di un momento di debolezza non rispecchia ciò che realmente siamo, soprattutto se ne acquisiamo coscienza e lottiamo per rimediare al nostro errore...»
Man mano che lo ascoltavo, sentivo le mie preoccupazioni sciogliersi come neve al sole...purtroppo però la nostra conversazione ebbe vita breve: Gandalf si era ricordato la strada.
Quando arrivammo a Nanosterro, dimenticai all'istante tutte le mie paure e incertezze: non potevo crederci, NON POTEVO CREDERCI! Ero lì, stavo davvero ammirando il maestoso regno dei nani, non attraverso uno schermo o nelle pagine di un libro, no, era tutto davanti a me, potevo toccarlo!
Era davvero magnifico, né il libro né tanto meno il film gli rendevano giustizia, le dimensioni erano veramente sbalorditive, mai lo avrei immaginato cosi grande...era incredibile, tanto che toglieva il fiato a tutti...ma non a me. Esaltata, anziché bloccarmi ad ammirarlo come tutti gli altri, corsi in avanti, a toccare le imponenti colonne, come per assicurarmi che fosse tutto reale: il sogno della mia vita si stava avverando, ero ad Arda!!!! Iniziai a scattare da una parte all'altra, mormorando a tratti:
«No, wow...Oh...Wow...cioè...wow!!»
Il sorriso raggiante che avevo stampato in volto, però, scomparve lentamente quando mi voltai di nuovo verso i membri della Compagnia e vidi dieci facce che mi fissavano sconvolte. Avvampai immediatamente, mentre cercavo disperatamente una scusa plausibile al mio comportamento da pazza schizzata.
«Ehm...i-io...lo avevo visto tante volte nelle mie visioni...»
Iniziai incerta, ci stavo marciando un bel po'su quella storia della Veggente, prima o poi qualcosa sarebbe  andato storto...per fortuna, non dovetti parlare più di tanto, perché quando Gimli trovò i cadaveri degli altri nani, tutta l'attenzione andò a lui e allo scenario di morte che avevamo intorno.
Io ovviamente ero già preparata a quella visione, ma rimasi lo stesso sconvolta: un conto era vedere un' inquadratura veloce su qualche corpo ammassato, un altro trovarsi davanti agli occhi decine di cadaveri massacrati!
La situazione si aggravò quando arrivammo alla tomba di Balin, era terribile vederla, e ancora peggio se collegavo il nano ormai morto al coraggioso compagno di Thorin, che, naturalmente, mi ricordavo da 'Lo Hobbit' (ormai ero sicura al cento per cento che anche quelle avventure si fossero svolte per davvero)...
Mi avvicinai e sfiorai con una mano l'iscrizione sulla pietra, mormorando il canto dei nani del libro, quasi come un addio. Talmente ero immersa nei miei pensieri, che quasi non notai Gandalf che leggeva l'annale nanico, lasciando che un velo di tensione calasse lentamente su tutti noi. Sapevo già cosa sarebbe successo, quindi IN TEORIA non avrei dovuto preoccuparmi.... In teoria. Perché invece sentivo l'ansia crescere, eccome. Stavamo per affrontare la nostra prima battaglia, avrei dovuto usare le armi anche io, e avrei tanto voluto evitarlo.
Ma un momento.... Io POTEVO evitarlo! Ma certo, mi sarebbe bastato evitare che Pipino facesse cadere lo scheletro nel pozzo e...
Mi si gelò il sangue nelle vene, quando vidi il più giovane degli hobbit avvicinarsi pian piano all' oggetto incriminato, mentre chiacchierava tranquillissimo con Gaia. Mi voltai di scatto, e schizzai verso di lui, strillando a pieni polmoni:
«No!! Fermoooo!!!»
Fu quello il mio grande errore.
Visto che non badavo a dove mettevo i piedi, inciampai in uno scheletro, proiettandomi verso il pavimento di pietra. Per cercare di evitare la caduta, mulinai le braccia in modo piuttosto comico e mi afferrai alla prima cosa che raggiunsi....la quale si rivelò essere un' ascia appoggiata a un muro, che si trascinò appresso una lancia. Che si trascinò appresso uno scudo.
Che precipitò a terra insieme a me e alle altre due armi.
Con un fragore assurdo.
Come se non bastasse, lo scheletro precipitò ugualmente nel pozzo. In quello stesso istante.
Dopo un lunghissimo secondo di imbarazzante silenzio la mia voce mortificata disse qualcosa come «S-scusate, io volevo solo...sono inciampata» mugugnai mentre mi rialzavo cercando di evitare gli sguardi degli altri, sperando che l'ammettere il mio errore mi salvasse dal meritato rimprovero.
In effetti, funzionò… Bhè, più o meno.
«Guarda dove metti i piedi, la prossima volta. Abbiamo rischiato grosso, tra te e quell'altro.» Borbottò Gandalf, bianco come un cencio, prima di andare a sgridare il povero Pipino, il quale secondo me non aveva ancora realizzato quello che era successo e si guardava intorno con aria spaesata
«...e liberaci della tua stupidità!!» Finì di urlare il vecchio stregone.
«... Bhé scusami, ma non credo che ora ci sia bisogno di prendersela cosi tanto eh!! Come è stato un incidente quello di Mia cosi lo è stato anche il suo!! E poi augurargli addirittura la morte non è un po' esagerato?! Insomma, non è che ha fatto qualcosa di terribile!! E anche in quel caso la morte non la si augura a nessuno!»
Gelai nuovamente, appena sentii la voce di Gaia: ma che stava facendo? Le andai vicino, mi abbassai per prenderle un braccio e le sussurrai :
«Ma sei impazzita? Lascia perdere!!»
Percepivo alle mie spalle gli sguardi increduli degli altri, quindi mi voltai con non-chalance e tentai di sdrammatizzare:.
«Eeeeh...scusatela, davvero, è che quando è tesa non pensa prima di parla....!!» Mi bloccai all'istante.
Un rumore, che inizialmente sembrava molto lontano, si faceva sentire sempre più forte, sempre più vicino.
«GLI ORCHI!!!! E C'È ANCHE UN TROLL!!!» Strillai a pieni polmoni. Che stupida ero stata, avevo completamente perso di vista il problema principale della situazione : un esercito di orchi assetati di sangue! Iniziammo subito a bloccare la porta con tutto quello che c'era a nostra disposizione, ma era chiaro a tutti che non avrebbe resistito per molto.
«Non reggerà!! Dobbiamo prepararci all’assalto!!!!!» Li avvisai. Detto fatto, ci schierammo in formazione da combattimento, Gimli salí infuriato sulla tomba di Balin gridando:
«Che vengano pure!! Troveranno che qui a Moria c'è ancora un nano che respira!!!»
Io sfiorai l'arco, pronta a tenderlo, ma ci ripensai e sfoderai la spada: non lo avevo mai usato, e non ero certa di poter iniziare proprio in quel momento.
Cercai di ricordare le varie posizioni di scherma, ero sempre stata brava, avevo iniziato a seguire le lezioni a 8 anni e non avevo mai smesso...il che ora si rivelava una fortuna.
Feci dei respiri profondi per tentare di calmarmi, mentre poco dietro di me Gaia si stava lasciando andare ad una delle sue crisi isteriche, e muoveva in aria lo spadino come una bacchetta magica, quasi affettando il naso di Pipino che cercava invano di farla tornare in sé.
I nemici partirono subito alla carica, decisi a sfondare la nostra difesa; non appena la prima breccia si fece spazio tra il legno massiccio che divideva i due schieramenti, Legolas iniziò a scagliare frecce nella fessura con una precisione da vero cecchino, abbattendo con un solo colpo i primi mostri. Purtroppo, per quanto in gamba fosse, il suo intervento non bastò a fermarli, e quelli riuscirono a buttare giù il portone.
E allora fu il caos.
Frecce che saettavano ovunque, spade cozzavano, cadaveri di orchi piombavano a terra... e poi orchi, orchi, orchi e altri orchi che arrivavano e cercavano di fare quello per cui erano nati : uccidere i propri avversari.
Io scattavo a destra e a sinistra, provando disperatamente a tenermi lontana dal combattimento; per quanto potessi essere agile grazie agli anni di scherma, un conto erano le gare amichevoli, un altro era infilzare chi avevi davanti per evitare di fare una brutta fine! Non avevo mai usato la spada per fare del male a qualcuno e nonostante il mio istinto mi suggerisse di non pensarci più di tanto, non mi sentivo pronta ad iniziare proprio in quel momento... poi però, un’ombra alla mia destra, mi voltai di scatto in tempo per vedere un orco caricarmi a testa bassa e senza tanti convenevoli. Mi scostai in tempo per vedere la sua lama tagliare l’aria li dove fino a un secondo prima c’era la mia testa. A quel punto non potevo più tirarmi indietro : strinsi forte l’elsa nella mano e chiusi gli occhi, immaginando di essere nel mio mondo, nella palestra dove mi allenavo … dovevo semplicemente sconfiggere il mio avversario...il respiro tornò regolare, nella mia testa si susseguiva quello schema d’attacco che padroneggiavo ormai con grande abilità. La spada vorticava davanti a me : destra, sinistra, affondo, indietreggia, affondo laterale. Mi fermai solo quando sentii la lama colpire qualcosa di duro : un muro. Il contraccolpo mi fece aprire gli occhi per lo spavento e vidi con grande sorpresa che ...due cadaveri di orco giacevano ai miei piedi.
«CE L'HO FATTAAAAAAA!!! SI! SI! SIIIIIIIIII!!!!!» Esultai saltellando qua e là, mentre continuavo a mulinare la spada in giro.
Mi guardai attorno, per vedere come se la stavano cavando gli altri, in particolare la mia migliore amica: Gaia si agitava come una pazza, mormorando a scatti cose come
:«Se mi faccio male ben venga, cosí mi sveglio....però magari evitiamo la morte, eh? Heheheheheh...» E mentre continuava con quella sua risatina da pazza, un orco le si avvicinò brandendo l'ascia.
Terrorizzata, mi lanciai all' attacco, ma era troppo distante, senza contare che tra me e lei c’erano almeno una decina di orchi intenti a urlare e imprecare contro i nostri compagni. Anche Gaia aveva notato quel bestione che si dirigeva verso di lei e, semplicemente,cacciò un urlo spacca timpani mentre indietreggiava puntando la spada in avanti...ma senza muoverla. Poi la situazione degenerò : la hobbit inciampò su uno dei tanti massi sparsi per la sala, cadendo all' indietro. L’orco trionfante le si lanciò contro ma, non chiedetemi come, finì con la spada di Gaia, ancora tesa davanti alla ragazza, dritta nel petto. Quando si dice fortuna del principiante (e meno male aggiungerei!)
Quando Gaia si ritrovò il corpo esanime dell’orco di fianco ritirò indietro la mano e l’arma e con gli occhi spalancati e un sorrisetto nevrotico in volto disse:
«Visto? È un sogno, e questa ne è la prova! Ti sembra che io potrei uccidere, per di più un mostro fantascientifico?»
Io roteai gli occhi e sbuffai, esasperata da quella sua assurda convinzione: insomma, che cosa le ci voleva per capire che non stava sognando? Ormai avrebbe dovuto convincersene!
Passata l’esitazione iniziale, mi avvicinai a Gaia e ripresi a combattere contro gli orchi che ci si avvicinavano, finché non vidi niente-poco-di-meno che il troll fare irruzione nella sala, e puntare dritto contro Frodo: sapevo che la sua cotta lo avrebbe protetto, ma ero pur sempre la Veggente, dovevo fare un po' di scena, no?
Mentre gli altri cercavano di liberarsi dei propri avversari, e Sam in particolare accoppava un orco con una padella in perfetto stile Rapunzel, con un urlo avvertii il Portatore del pericolo imminente e mi lanciai verso il troll, saltandogli addosso.
Letteralmente.
Incurante della sconsideratezza del mio gesto, iniziai a colpirlo in testa con l’elsa della spada cercando di attirare la sua attenzione. Impresa che mi riuscì fin troppo bene: convinta di essermi messa irrimediabilmente nei guai, in mio aiuto arrivarono le frecce di Legolas e le lame degli altri.
L'elfo più figo della Terra di Mezzo (era la verità, nulla da fare!) mi fece segno di allontanarmi, e io non me lo feci ripetere due volte: mollai la presa dal collo del mostro e cedetti il posto a Legolas, che con un balzo degno di una cavalletta (e quello che mi parve un mezzo salto carpiato) gli piantò due frecce nel collo. 10 e lode per l’esibizione! Purtroppo il troll non demorse e l' arciere fu costretto a tornare a terra.
Intanto, io ero stata presa di mira da un orchetto piuttosto ostinato, che sembrava molto deciso a impedirmi di uscire da quella stanza... seccata dalla sua testardaggine, iniziai a vorticare in aria l’arma, senza pensare alle posizioni da mantenere e comportandomi più come una pazza isterica che non ha mai tenuto un'arma in mano che come una che ha fatto scherma per tredici anni. Ovviamente, in quel modo non riuscii a colpirlo neanche per grazia divina, anzi, presto mi trovai in seria difficoltà: ero sicura che mi avrebbe fatto a fettine, già stavo per dichiarare il mio amore all’elfo (tanto sarei morta, quindi perché non togliersi questo sfizio?!) quando l’orco crollò davanti a me.
«E crepa, maledetto!!» Esultai, prima di vedere che nella schiena dell' orco era piantato un pugnale lungo, inconfondibile. Alzai gli occhi sapendo già cosa, o meglio chi, mi sarei trovata davanti. Incrociai lo sguardo divertito dell’elfo pensando che quel gran pezzo d’arciere mi stava comparendo davanti all'improvviso sempre più spesso.... non che la cosa mi dispiacesse, anzi!
«"Crepa maledetto?"» ripeté, alzando un sopracciglio perfetto in un' espressione di sorpresa altrettanto perfetta.
In quel momento desiderai ardentemente che il terreno si aprisse sotto di me e mi portasse a fare una visitina al Balrog.
Ovviamente non successe.
«Eh...è, diciamo...un modo meno carino di dire "muori", si usa da dove vengo i....» Mi zittii, conscia del casino che avevo combinato: "da dove vengo io..." già, e da dove venivo io?
«Non me lo chiedere ti prego...» Sussurrai a mezza voce fra me e me. Ma non avevo tenuto conto dell'udito degli elfi: il biondino aveva sentito tutto, e nonostante ciò decise di accontentarmi e tornare a combattere.
Sollevata, feci lo stesso anche io, analizzando la situazione: gli orchi stavano diminuendo, mentre il troll continuava imperterrito a giocare a nascondino con Frodo. Oh oh …
«Scappa!» Strillai al giovane hobbit, prima di tornare all’attacco contro il bestione. Da parte sua il troll, per nulla felice di rivedermi, mi ringhiò contro e cercò di afferrarmi.
«Ah no! Te lo scordi bestione!! All'attaaaaaaccooo!!» gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, zigzagando in giro e provando a colpirlo tra una finta e l’altra. Peccato che i miei colpi non gli facessero nemmeno il solletico.
Quando il maledetto se ne accorse, mi lasciò perdere e tornò a concentrarsi su Frodo
«Ehi che fai mi ignori? Non puoi ignorarmi diamine!!» feci con tono piagnucoloso, come una bambinetta dell'asilo che non ottiene quello che vuole.
«Abbattetelo, che aspettate accidenti!!» Urlai agli altri membri della Compagnia, che finalmente decisero di attaccare in massa il troll.
<> Borbottai prima di unirmi all'assalto.
Dopo una raffica di fendenti e affondi alla fine il bestione crollò...ma non prima di ferire di striscio il Portatore a un fianco...non in maniera letale, ma comunque in modo da far preoccupare tutti, tranne me che, da degna Veggente, sapevo che la cotta di mithril lo aveva protetto alla perfezione.
Ad ogni modo, mi precipitai da lui insieme agli altri, pur mantenendo un sorriso spensierato in modo da non farli agitare troppo.
«Perché sorridi, Gambelunghe? Non vedi che Padron Frodo sta male? Forse rischia la vita! Ma era questo il tuo obiettivo, no? Farlo fuori!!»
Sam mi aggredì come una furia, e mi sarei di certo arrabbiata se non avessi saputo che quel suo atteggiamento eccessivamente sospettoso era dovuto soltanto ad un'incondizionata lealtà nei confronti di Frodo.
Per questo non mi scomposi minimamente, e gli dissi:
«Porta pazienza Samvise, e su, abbi un po' più di fiducia in me e soprattutto in lui: sta benone, te lo assicuro!!»
E come a sottolineare le mie parole, il Portatore si mise a sedere, stupito lui per primo.
«Non sento nulla, sto bene!»
Esclamò infatti, sorprendendo tutti, Sam in primis.
Io sorrisi, ancora più raggiante:
«Visto? E non fate quelle facce, persone di poca fede! Ve lo avevo detto, no? In teoria ho anche evitato che il troll lo ferisse più gravemente, anche se pure in quel caso sarebbe stato benone»
Feci, indicando prima di vederla la cotta che il giovane hobbit stava mostrando agli altri.
Sam arrossí e cercò di scusarsi, ma io gli scompigliai i capelli, ridendo:
«Non fa nulla, so benissimo che se hai agito cosí è solo per il profondo affetto che nutri per Frodo....
E ora»
Mi rivolsi all'intera Compagnia
«Se di grazia decidessimo di muoverci, magari riusciremmo ad evitare l'orda di orchi che ci piomberà addosso fra poco, che ne dite?» Domandai con tutta la calma del mondo, mentre a passo svelto mi dirigevo verso l' uscita.
Tutti mi vennero dietro.
Purtroppo, sapevo benissimo che non ce l' avremmo fatta a scappare, e infatti ci ritrovammo circondati poco dopo.
«Proprio quello che volevo evitare» borbottai rassegnata, osservando tutti sfoderare le armi. Mossa inutile, visto che gli orchi scapparono via appena percepirono la presenza del Balrog.
«Cos' è questa nuova diavoleria?»
Borbottò Boromir, sconvolto.
«Un Balrog. Un demone del mondo antico. È un nemico al di là delle nostre forze.» Mormorai, quasi in contemporanea con Gandalf, prima di iniziare a correre, afferrando la mano di Gaia (sapevo che altrimenti non si sarebbe mossa, ma questo non c'entrava nulla con la preveggenza) e trascinandola con me.
Solo dopo un po' mi accorsi che tutti mi guardavano basiti, cosí mollai temporaneamente la mia amica, mi voltai, feci un mezzo inchino, sarcastica, e, in tono fintamente gentile, dissi:
«Sempre di grazia, vogliamo muoverci o volete diventare una Compagnia arrosto?»
A quelle parole si riscossero, e, capeggiati dal Grigio Pellegrino, mi seguirono.
Corremmo per diversi chilometri, o almeno cosí sembrò a me... "Certo, che me la ricordavo un po' più breve questa fuga matta e disperatissima" pensai, e subito dopo arrivammo ad una scalinata di pietra che pareva immensa. Sentivo il cuore battere sempre più forte mentre la percorrevamo...e ancora di più quando ci fermammo di colpo davanti ad una piccola voragine che ci separava dall' altra rampa di scale. Come se la situazione non fosse già complicata, gli orchi si ripresentarono in massa e iniziarono scagliarci contro una nube di frecce. Legolas rispose al fuoco, abbatté un paio di nemici e poi saltò per primo. Poi fu il turno di Gandalf, e ancora Boromir con Merry e Pipino, e Gimli che si rifiutò di farsi lanciare, rischiando quasi di cadere di sotto. Per fortuna il mio arciere preferito lo afferrò per la barba e lo ritirò su. Rimanemmo solo io, Gaia, Aragorn, Frodo e Sam.
Ero terrorizzata, cercavo di trovare il coraggio per saltare insieme alla mia migliore amica (che, indovinate… era sull' orlo di un'ennesima crisi di nervi), ma era difficile, la voragine si allargava sempre di più e le mie gambe proprio non volevano saperne di spiccare il balzo.
Quando Sam arrivò dall'altra parte, la distanza era aumentata ancora, e cosí la mia paura.
«Aragorn!! Lancia Frodo!!» Strillai, se dovevamo fare gli equilibristi tanto valeva essere in tre e non in quattro, sarebbe stato più semplice...almeno speravo, visto che, se fino a quel punto non ero riuscita a saltare, certo non ce l' avrei fatta ora che tra noi e la salvezza c'era una distanza che mi parve chilometrica!
Il Portatore, sotto spinta del ramingo, si fece un volo che mi sembrò infinito, poi atterrò miracolosamente sull' altra scalinata.
Ora, toccava solo a noi, e il pezzo di scala su cui ci trovavamo si stava assottigliando sempre di più.
«MA BRAVA EH!! SÌ, ASPETTA UN ALTRO PO', PRENDITELA CON COMODO, TANTO QUI NON RISCHIAMO LA VITA, NOOO!!!»
Ovviamente, Gaia trovò il modo di perforarmi i timpani anche in quel frangente, e io non riuscii a stare zitta.
«SCUSAMI EH, MISS "È SOLO UN SOGNO", MA PERMETTI CHE UN BALZO DI VARI METRI MI FACCIA UN PO' PAURA? E POI, CHE TE NE FREGA SE MORIAMO, TANTO SEI SICURA DI STAR SOGNANDO!!»
Le risposi infatti, urlando a mia volta
«SE NON È COSI, SPIEGAMI TU CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO!! SPIEGAMELO DAI!!!»
fece lei.
«NON MUOVETEVI E NON FIATATE!!!»
Ci ordinò Aragorn, perentorio. Ci zittimmo all'istante, limitandoci ad incenerirci con lo sguardo.
«Grazie. Ora piegatevi in avanti e forse riusciremo a sopravvivere.»
Detto fatto, il nostro "rifugio" si inclinò fino a raggiungere l’altra parte della scalinata, dandoci il tempo di saltarvi sopra e, un attimo dopo crollò come un castello di carta.
Riprendemmo la nostra corsa, sempre più stanchi e disperati, mentre il Balrog appariva alle nostre spalle.
Non osai voltarmi, quell'essere mi faceva già abbastanza paura attraverso le pagine di un libro o visto in uno schermo televisivo, e non volevo immaginare come fosse realmente.
Alla fine arrivammo al ponte, e lo attraversammo svelti...tutti, tranne Gandalf, che rimase fermo a metà strada, a fronteggiare il suo nemico. Mi si strinse il cuore nel vederlo cosí, sapevo che sarebbe ritornato più potente di prima, ma era comunque difficile accettare quello che sarebbe successo.
Amavo quella parte della storia, era sempre stata una delle mie preferite, anche mi lasciava nel cuore una velata tristezza, soprattutto al pensiero di quello che la Compagnia avrebbe provato, a come improvvisamente si sarebbe sentita più sperduta ed incerta che mai...
Proprio in quel momento, il Balrog si erse in tutta la sua statura davanti a noi, spezzando in due il ponte.
Era terrificante, l'incarnazione del fuoco vorace e distruttivo, che consuma le carni e l’anima, lasciando solo cenere e desolazione dietro di sé. Nulla a che fare con le calde e rassicuranti fiamme che scaldano o illuminano...quel demone era devastante, e anche solo guardarlo negli occhi mi procurò un terrore mai provato in vita mia.
«TU NON PUOI PASSARE!!»
La voce di Gandalf si innalzò sui rumori circostanti, fiera e decisa, mentre io mi scopri a ripetere a mezza bocca le sue stesse parole..
«SONO UN SERVITORE DEL FUOCO SEGRETO, E REGGO LA FIAMMA DI ANOR!! IL FUOCO OSCURO NON TI SERVIRÁ A NULLA, FIAMMA DI UDÚR!! Ritorna nell'ombra!!» Continuò, evocando una forte luce dalla sommità del bastone
«TU...NON PUOI...PASSARE!!!!»
Il bastone battè a terra e un bagliore prorompente accecò il Balrog, che precipitò nella voragine da cui era venuto.
Gandalf si voltò, esausto ma soddisfatto, e io mi morsi la lingua per non cedere all' impulso di avvisarlo del pericolo: era terribile sapere cosa gli sarebbe successo e avere la reale possibilità di salvarlo, di cambiare le cose... ma avevo fatto la mia scelta : ci saremmo rivisti, e allora tutto il dolore, tutto il senso di impotenza che avevamo provato sarebbe scomparso nel nulla per lasciare il posto a una nuova speranza!
L’inevitabile accadde : il Balrog afferrò il nostro stregone per una caviglia con la sua frusta infuocata, facendolo cadere a terra. L'Istari si aggrappò alla roccia, cercando di risalire, ma sapeva, come lo sapevo io, che non ce l'avrebbe fatta. Lo fissai, sillabando "mi dispiace", senza che dalle mie labbra uscisse alcun suono.
Lui ci guardò e ci diede un ultimo ordine:
«Fuggite, sciocchi!!»
Dopodiché, cadde in quell’abisso oscuro, accompagnato dalle urla disperate di Frodo.
Tutto accadde in una frazione di secondi : ci ritrovammo a correre, trascinandoci dietro il Portatore, mentre le frecce degli orchi continuavano ad abbattersi su di noi. Eravamo quasi in salvo, ne ero certa, quando vidi Legolas girarsi ed abbattere l' ultimo mostro che continuava a inseguirci. La freccia che l’orco fece in tempo a scagliare prima di cadere definitivamente mi sfiorò il viso, ma proseguì oltre… destinata a un altro bersaglio.
Un lamento soffocato, un gemito dal tono fin troppo familiare mi fece crollare il mondo addosso…
«GAIA!!!»
  








Angolo Autrice pazza e ritardataria:
Eeeeee....salve!!! *emerge dal nascondiglio* sono una persona orribile, lo so. ci ho messo DUE, DUE mesi per pubblicare ç.ç
A mia discolpa posso dire che è stata causa di forza maggiore perchè il pc ha allegramente deciso di sfasciarsi dopo Natale D:
Ad ogni modo, non vi liberate di me così facilmente purtroppo per voi (
mannaggia...ci avevamo sperato :/ NdVoi)
ah-ehm. comunque...questo capitolo è abbastanza lunghetto dieci pagine di Word, e la prima parte è molto a sega mentale, lo so (e senza contare che in tutto il capitolo faccio una figura di cacca dietro l'altra D: NdMia)  u.u
spero non mi vogliate buttare nel monte Fato uccidere per il flashback (a proposito, quello è dedicato alla mia mitica beta, perchè per due mesi e passa l'ho assillata con una "cosa successa a Caradhras che era importante ma che non le avrei mai spoilerato se non avesse azzeccato lei" xD :-*) ... no vabbè, prendo una pala per sotterrarmi u
.u (Ti risparmio la fatica di andarla a cercare, tieni *le passa una pala* NdGaia) ehm.... perfetto ^^" *inizia a scavare*
Ve l'avevo detto che saremmo arrivati a Moria...e che le cose si sarebbero incasinate ;) spero vi piacciano le parti "originali", quindi diverse dal romanzo e dal film e che non smettiate di leggermi ^.^
No ok, prendo anche un'altra pala =-= (<------ che razza di faccina è? O.o") *scava con due pale*
E....il finale....*prende scudo di Capitan America che non c'entra un tubo* Vi prego, non ammazzatemi T_T non datemi in pasto al Balrog o peggio a Shelob anche perchè ho il terrore dei ragni
D:
Mi serviva quella cosa che è successa, quindi amen (
Amen un corno!!!! Bene....ora so il tuo punto debole :3 *le mette davanti il peluche di un ragno* NdGaia) Genio.... mi fanno paura solo quelli veri u.u NdMe
*continua a scavare. tra un po' può raggiungere il Balrog citazione dal mio stesso capitolo xD*
Aaaaanyway u.u un grazie infinito a quelli che hanno letto lo scorso capitolo, ha quelli che mi hanno messa fra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto a
Eowyn 1 e a Luna Dubhe Baggins che appartengono alla categoria di quelli che mi strozzeranno per il finale
OK, detto questo, al prossimo capitolo che come sempre sarà POV di una certa nanerottola e che non so quando arriverà arriverà presto, leggete, e se vi va
recensite
(sì, mi sento potente a usare tutti questi colori)!!!!!!!!
*osserva la buca. è abbastanza profonda. Vedendo che esita, Mia e Gaia la spingono. fa ciao ciao con la manina, manda un bacino a tutti (E movete!!!! Non tergiversare!!!! NdMiaeGaia).....e si butta chiudendo gli occhi*

Marina94 ^_^







(Cavolo, e ora che sono dentro, chi mi butta la terra addosso?!? NdMe )
  
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