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Autore: Marti Lestrange    15/02/2013    9 recensioni
One Shot su Ruby/Red Riding Hood e Dr Whale/Victor Frankenstein.
Pairing: Ruby/Whale.
Riferimenti: episodi 2x12, "In the name of the brother" e 2x13, "Tiny".
Missing moments.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor, Whale, Dottor, Whale/Victor, Frankenstein, Ruby/Cappuccetto, Rosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Cat, perchè una promessa è una promessa.
 


Non sarebbe un lieto fine, senza di te.
 
 
 
La verità era che non poteva fare a meno di guardarla. Nessuno poteva.
Nessun uomo al di sopra dei quattordici anni era immune al fascino di Ruby.
Aveva abbandonato la corta e ardita divisa di un tempo e quel giorno indossava un paio di stretti jeans grigi, una canotta nera che lasciava poco all'immaginazione e un paio di stivaletti in pelle dello stesso colore. Volteggiava da una parte all'altra del locale, prendendo le ordinazioni e servendo i clienti che, ogni giorno, facevano colazione da Granny's
Per Whale era una piacevole abitudine che aveva acquisito da poco. Di solito capitava nel locale solo a tarda serata, per un drink, o per qualche magra cena solitaria. A volte rimediava qualche appuntamento, che poi si risolveva in storie passeggere e senza futuro. 
Gli era sempre andata bene così. Non era alla ricerca di una relazione stabile e duratura e, a dirla tutta, non pensava di meritare veramente l'amore, quello limpido e puro di cui parlano le vecchie storie, l'amore che condividevano David e Mary Margaret, l'amore delle ballate e quello eroico delle leggende. In fondo, non faceva davvero per lui.
Da quando lui e Ruby avevano condiviso quel delicato momento al molo, però, quella sera, non riusciva a togliersela dalla testa. Era un pensiero fisso e tormentoso che non lo faceva dormire. I suoi sogni erano costantemente popolati dal sorriso bellissimo di Ruby, dai suoi capelli scuri e selvaggi, dalla sua alta risata contagiosa. Continuava a vedere il suo sguardo quando, quella notte, gli aveva parlato di lei, della sua doppia natura, della luna.
Avevano condiviso quell'attimo, in cui Whale si era sentito per la prima volta vicino ad un'altra persona, in cui le aveva rivelato i suoi pensieri e turbamenti. Ruby lo aveva capito e non l'aveva giudicato. Non l'avrebbe fatto mai, lo sapeva.
"Altro caffé?" gli chiese lei sorridendogli, la voce allegra e solare e le mani appuntate sui fianchi.
Whale cercò di non incantarsi di fronte al suo sorriso, ma era difficile, per lui, soprattutto quando se la ritrovava di fronte. Era molto vicina: solo pochi centimetri li dividevano.
"Molto volentieri, grazie," rispose lui sorridendo e sollevando la tazza ormai vuota.
Ruby l'afferrò e le loro mani si sfiorarono. Una scossa di elettricità lo percorse. 
La pelle di Ruby era calda. E morbida.
Whale tornò a leggere il giornale. O almeno, cercava di leggerlo. Non era facile.Ruby era una continua distrazione. 
La ragazza ritornò con due tazze. Una la poggiò davanti a lui, l'altra la tenne stretta in mano, sedendosi proprio di fronte a Whale, sul divanetto in pelle marrone. 
"Ti spiace se mi siedo?" chiese candidamente.
"Assolutamente no," rispose lui ridendo.
Chiuse il giornale e sorseggiò il suo caffé, scuro e forte.
"Allora, come vanno le cose all'ospedale?" chiese Ruby interessata.
"Tutto nella norma," rispose Whale in tono professionale. "Il nostro turista ha fatto dei progressi enormi e penso che presto sarà in condizione di essere dimesso, così forse se ne andrà una volte per tutte".
Ruby lo ascoltava con attenzione, seria.
"Sì, spero che se ne vada quanto prima. Non mi tranquillizza saperlo a Storybrooke, nonostante le rassicurazioni di Emma al riguardo. Ho una strana sensazione...".
Whale la osservò. Si fidava di Ruby, ma sperava che la sua strana sensazione rimanesse tale, senza riscontri nella realtà.
"E Belle? Mi preoccupa...".
"E' stabile. Così come la sua memoria. Non procede, è completamente ignara del suo passato. Non sa più chi è".
Ruby annuì e distolse lo sguardo, malinconica. 
"Vorrei rendermi utile, in qualche modo," disse stringendo la tazza con entrambe le mani e facendo vagare lo sguardo sulle sue unghie dipinte di rosso.
"Perchè non vieni a trovarla, oggi?" propose Whale.
Ruby alzò di scatto gli occhi dalla tazza e li puntò su di lui.
"Vieni a trovarla", continuò, "e porta con te qualcosa che possa smuoverle la memoria. Un oggetto a cui è legato un ricordo, magari che le è appartenuto. Non possiamo sapere come reagirà, magari potrebbe rivelarsi utile".
Il viso di Ruby si aprì in un ampio sorriso.
"E' davvero una buona idea," esclamò, entusiasta, bevendo l'ultimo sorso di caffé ormai freddo rimasto nella sua tazza.Dopo di che si alzò dal divanetto, continuando a sorridere.
"Ci vediamo oggi?" disse lei.
"Certo," rispose Whale annuendo.
Ruby continuava a sorridere.
Allungò una mano e la mise sopra quella di lui, poggiata sul tavolino. 
Gli occhi di Whale si fissarono in quelli scuri di lei. Quando Ruby rideva era come vedere il sole dopo giornate di cieli grigi e pioggia incessante, una sensazione che non provava da tanto tempo, troppo perchè potesse ricordarne l'intensità e la bellezza.
"Grazie," concluse Ruby.
"Non ringraziarmi," rispose lui.
La pelle di lei era calda e morbida.
 
 
* * *
 
 
Ruby sedette su una delle scomode poltroncine nella sala d'attesa dello Storybrooke Hospital. Posò a terra il cestino e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Immerse le mani nei capelli, sconsolata e rattristata dalla reazione di Belle. 
Un po' se l'era aspettato. Non immaginava certo di arrivare lì e compiere un miracolo, là dove nessuno ci era ancora riuscito, là dove Rumplestiltskin aveva fallito, nonostante il suo amore per Belle - sentimento che tutti erano stati costretti a riconoscere. 
Osservò la saletta, il quieto via vai dell'ospedale. Infermiere facevano il giro delle stanze, chi portando cartelle cliniche e fascicoli, chi fiale per la flebo o termometri. Un uomo anziano era seduto fuori da una stanza e sonnecchiava appoggiato alla parete. Un dottore in camice verde emerse da una porta a vetri e si stropicciò la faccia, annoiato. 
Le venne in mente Whale. Le venne in mente la loro conversazione al molo, in quella strana notte in cui quell'uomo era capitato a Storybrooke, portando solo guai e preoccupazioni. Le venne in mente il suo sguardo impaurito, braccato, inseguito, e incompreso. Mortalmente incompreso. Proprio come si era sentita lei, da sempre. 
Da quella notte, Whale capitava sempre da Granny's per fare colazione e solo raramente la sera veniva per un drink, come una volta. Ruby lo aveva sempre considerato uno spocchioso dottore pieno di sé dedito solo a fare conquiste e a farsi gli affari suoi. Invece c'era molto di più, nascosto sotto l'apparenza.
Quella mattina era stato diverso da tutte le altre volte. Sedersi al tavolo di Whale, prendere il caffé con lui, parlare dell'ospedale, di Belle, dell'aiuto che lei avrebbe potuto darle, le avevano fatto provare sensazioni contrastanti e intense. Sentiva dentro di sé qualcosa di strano e incerto, quando pensava a Whale. Era attirata e inesorabilmente attratta da quel lato del carattere di lui che era misterioso e oscuro, ma senza essere per forza malvagio. Era solo incomprensibile ai più. 
Altri pensieri le affollavano la mente, però. Lui la guardava in modo diverso da come l'aveva sempre guardata. Una volta se la mangiava con gli occhi, vagando sui suoi corti shorts rossi e sulla camicia scollata. Lo sentiva, il suo sguardo, così come sentiva lo sguardo di tutti gli altri uomini che bazzicavano da Granny's. Solo che non le era mai importato veramente di come gli altri la vedessero. 
Dopo che la maledizione era stata spezzata, però, tutto era cambiato. Aveva buttato via gli shorts e le scollature abissali, tornando ad essere se stessa, fregandosene degli sguardi altrui e lavorando solo per la sua felicità. 
Anche lo sguardo di Whale era cambiato, insieme alla sua anima. Qualcosa si era rotto, quella sera sul molo. Qualcosa di così profondamente radicato in lui da averlo portato fuori strada per anni e anni, lontano, su un cammino impervio e infido. 
Lui la guardava con occhi diversi, più attenti a sondare il suo viso piuttosto che le sue gambe. Il suo sguardo le accarezzava i capelli con delicatezza, si soffermava sul suo sorriso e le sue labbra, vagava sulla sua espressione triste mentre gli parlava di Belle.  
La proposta inattesa di andare a trovare la sua vecchia amica l'aveva riempita di gioia e il sorriso minacciava di non lasciarle mai più il viso. Una minaccia che era stata ben lieta di sentire addosso. Sorridere era una delle cose che più amava al mondo. E vedere il sorriso sul viso di Whale era stato doppiamente bello. Era da tanto che quell'uomo solitario e malinconico non sorrideva, si vedeva. E Ruby aveva capito: non conosceva l'amore, l'affetto di una famiglia che ti vuole bene e ti appoggia e ti difende, la vicinanza di una persona amica, l'abbraccio disinteressato e i sorrisi spontanei. 
Il loro contatto l'aveva scossa. Whale era sempre gelato, e lei era sempre stata fonte di calore e affetto. Avrebbe voluto soltanto abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene. Avrebbe voluto prenderlo per mano e fargli capire che lei sapeva, che lei gli sarebbe stata accanto, qualsiasi cosa fosse successa. 
Quella strana sensazione allo stomaco che l'attanagliava e la lasciava senza fiato ogni volta che incontrava gli occhi di Whale non era un puro caso, né frutto di qualche coincidenza. Provava qualcosa per lui, nonostante tutto. 
"Hey".
Ruby alzò la testa e si ritrovò di fronte proprio Whale, che la guardava preoccupato, sondava il suo viso, chino a pochi centimetri da lei.
"Whale".
Lui si sedette sulla sedia di fronte alla sua.
"Ho saputo che non è andata bene, prima".
Ruby scosse la testa, affranta.
"No, per niente," rispose. 
"Non ti arrendere," esclamò Whale avvicinandosi e sporgendosi per afferrarle una mano e stringerla nella sua.
Ruby sentì un brivido percorrerle la schiena. La mano di Whale era fredda, come sempre.
"Scusami..." sussurrò lui lasciandola andare e tornando a sedersi.
Ruby alzò gli occhi su di lui e scosse la testa. Si alzò e gli si andò a sedere accanto, sotto il suo sguardo stupito. Lo guardò e poi puntò gli occhi sulle sue mani.
"Non devi scusarti," disse lei piano. "E hai ragione".
Allungò una mano verso quella sinistra di lui, e gli carezzò lievemente il dorso, mentre Whale si irrigidiva al contatto con la sua pelle bollente. Poi gli prese la mano e la strinse nella sua.
Lo guardò negli occhi e vi lesse un'emozione tale che avrebbe tanto voluto baciarlo. 
Che diavolo ti viene in mente, Ruby? Siamo in un ospedale, diamine.
"Non mi arrenderò", continuò lei, "anche se sarà difficile e duro. Non posso arrendermi. Lo devo fare per Belle. Lei merita un lieto fine".
Whale annuì, senza dire niente.
"E tu?" chiese lui dopo un attimo, la mano sempre stretta in quella di lei.
Whale alzò gli occhi verso di lei, silenzioso. Ruby lo ascoltava, trepidante.
"Tu non meriti un lieto fine?" chiese ancora lui. "Ti preoccupi tanto per gli altri e così poco per te stessa...".
Ruby alzò le spalle e sorrise.
"Sono fatta così," rispose. "Vorrei che tutte le persone a cui voglio bene siano felici, tutto qua".
"Non sempre si può essere felici".
"Possiamo sempre fare del nostro meglio, però," ribatté lei.
Whale la guardava in silenzio, pensieroso.
"Ne sei così sicura?" chiese in un sussurro. "Il mondo è un luogo malvagio, Ruby. Perfino qui a Storybrooke è arrivata la magia. Nessuno è al sicuro".
"Possiamo fare del nostro meglio," ripeté lei con convinzione. "Possiamo aiutarci e sostenerci a vicenda, tutti insieme. E' quello che abbiamo sempre fatto. Possiamo farlo ancora, fino a che la tempesta passerà".
"La tempesta è piuttosto potente, questa volta".
"Ci siamo già passati. Abbiamo sconfitto il maleficio di Regina, siamo forti. Insieme".
Whale annuì, ma non sembrava particolarmente convinto.
"Tu invece ti ostini a non cercarlo nemmeno, il tuo lieto fine," argomentò lei studiandolo.
Whale sospirò.
"Non c'è lieto fine, per uno come me. Non può esserci".
"Guardami," disse lei in un soffio.
Whale si girò verso di lei lentamente, e Ruby gli si avvicinò, posandogli un tenue bacio sulle labbra, leggero e dolce. Chiuse gli occhi solo per un momento, e il suo stomaco fece le capriole, il suo cuore prese a battere selvaggiamente e la sua mente si annebbiò.
"Se vuoi, possiamo cercarlo insieme," sussurrò lei guardandolo negli occhi. 
Whale le aveva posato una mano sulla guancia, prolungando quel bacio tanto atteso.
"Non voglio rovinarti la vita," disse lui incerto.
"Non potresti," rispose Ruby sorridendo. "Non potresti mai".
"Nei sei sicura?".
Ruby annuì.
"Sì," rispose solo.
Dopo qualche istante, lei si alzò e Whale la guardò, stupito.
"Dove vai?" le chiese lui.
"A casa" rispose Ruby. "Vieni con me?".
 
 
* * *
 
 
La camera da letto era illuminata dalla vivida luce del sole che filtrava dalle tende leggermente scostate. L'orologio sul comodino segnava le undici del mattino.
Ruby aprì piano gli occhi e si stiracchiò, sorridendo tra sé e sé. Indossava solo un completino intimo nero e si strinse nel piumone pesante, abbracciando il cuscino.
Il posto accanto a lei era vuoto. Il peso di un corpo ancora gravava sulle lenzuola stropicciate e il cuscino era leggermente schiacciato. Una cravatta blu stava poggiata sulla vecchia poltrona di Ruby nell'angolo. 
La ragazza si alzò e recuperò un vecchio maglione rosso che teneva accanto al letto, che indossava sempre quando la mattina si alzava, infreddolita, sgusciando fuori dal letto per affrontare la giornata. Si sistemò i capelli osservando il suo riflesso nello specchio appeso sopra il comò, che era un caos di bracciali, collane, trucchi e fogli sparsi. 
Dalla cucina arrivavano rumori sinistri, di mestoli battuti su piatti ignari e tintinnio di stoviglie. Ruby avanzò lentamente lungo il corto corridoio e lanciò un'occhiata nella piccola cucina nella quale di solito mangiava da sola. La maggior parte delle volte cenava a casa della nonnina o da Granny's dopo aver finito il turno. 
Whale stava in piedi davanti ai fornelli. Teneva in mano una padella e nell'altra una forchetta. Aveva un che di minaccioso, così armato. Ruby l'osservò per un momento. Fece saltare in aria il pancake e questo andò a spiaccicarsi contro il piano in acciaio del lavandino, rompendosi. A Whale sfuggì una leggera imprecazione e a Ruby una risata, che lo fece voltare, sorpreso.
"Scusami," rise lei, questa volta più forte. "Non ho saputo resistere...".
Il viso di Whale si aprì in un sorriso.
"Lascia stare", disse ridendo, "è che sono un disastro, in cucina".
Ruby gli si avvicinò.
"Avrei voluto prepararti io la colazione, per una volta," spiegò Whale posando la padella e lanciando la forchetta nel lavandino, che risuonò in tutta la cucina con un clangore metallico.
Ruby rise e lo baciò. Lui ricambiò il bacio, stringendola a sé e accarezzandole la schiena da sotto il maglione di lana.
"Non preoccuparti," disse lei in un sussurro. "Sei stato lo stesso molto tenero, anche se hai fatto cadere il pancake...".
Whale rise e Ruby si accorse che, molto probabilmente, aveva riso più in quelle ore passate insieme che in tutta la sua vita. Le piaceva sentirlo ridere. E le piaceva come si sentiva dentro quando stavano insieme. Era una sensazione nuova.
"Pensavo fossi scappato via," disse lei avvicinandosi ai fornelli, decisa a preparare una colazione decente.
"Scappato via?" ripeté lui. "Via da te? Come potrei?".
Ruby si girò verso di lui e gli sorrise.
"Piuttosto, sei davvero sicura di voler cercare un lieto fine?".
Ruby lasciò perdere il pancake e gli si avvicinò, sedendosi sulle sue gambe. Indossava la camicia azzurra che portava la sera prima, aperta sul collo. La cravatta giaceva ancora in camera da letto.
Gli accarezzò una guancia, sorridendogli teneramente.
"Allora non hai capito, dottor Whale?" disse Ruby. "Non sarebbe un lieto fine, senza di te".
Gli occhi di lui si illuminarono. Le prese il volto fra le mani e la baciò con intensità. Ruby lo abbracciò, cingendogli il collo con le sue braccia magre, cercando di infondergli nel cuore tutto il suo calore.
"Sei il mio lieto fine, Red Riding Hood".
Ruby sorrise. Lo baciò ancora. E ancora. E ancora. Lo baciò nonostante il pancake stesse bruciando sul fuoco. Lo baciò per molto tempo. 
"Sei quello che ho sempre atteso," continuò lui. "E nemmeno sapevo che stessi arrivando. Che cosa mi sono perso, fino a questo momento?".
"Niente che tu non possa recuperare," rispose lei scompigliandogli i capelli.
"Insieme?".
"Insieme".





Marti's Corner
Buongiorno! Eccomi qui con la mia nuova follia. E' che li shippo troppo insieme, questi due *__*
Voi cosa ne pensate?
Non ho molto da dire, se non che ringrazio i coraggiosi che sono arrivati fino a qui. 
Alla prossima!

Marti

ps l'immagine è di tumblr, l'ho trovata su Google Chrome
   
 
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