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Autore: Kim_Pil_Suk    15/02/2013    1 recensioni
B.A.P.: nuova band emergente.
Dan Bi: cantante solista nella stessa agenzia dei B.A.P.
E se si conoscessero? Se si incontrassero? Non è difficile. Ma il punto è: loro vogliono? Cioè, Dan Bi non è certo il tipo da innamorarsi, sia chiaro. Lei odia il sole e di conseguenza odia anche Zelo, il ragazzo che, secondo lei, reincarna il sole.
Chissà che succederà...
[Zelo x Nuovo prsonaggio]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 1: I Hate the Sun.




"Caro nonno...
Sai, la neve ha iniziato a sciogliersi per lasciare il posto alle pioggie primaverili. Un po' mi dispiace. Veder sparire quelle enormi distese di bianco candido davanti ai tuoi occhi. Ma tutto sommato non è niente male. Anche perché io adoro la pioggia. Sì, adoro come cade forte e impetuosa senza niente che la possa ostacolare. Come possa cambiare tutto in una manciata di minuti. Molti dicono che la pioggia è triste e desolata. Ma io la penso in modo diverso. Per me la pioggia crea indipendenza, mi fa sorridere... così, senza motivo.
Invece il sole non mi piace affatto. Tutta quella luce, che mette in risalto anche i lati negativi. Il sole. Una enorme sfera in cielo, lontana kilometri da noi, che riscalda le nostre giornate e fa sorridere. Io non la vedo così. Vedo il sole come una sfera gialla e troppo luminosa. Così lunatica e fragile. Gli basta una piccola nuvola per perdere luminosità. Anche quando alzo lo sguardo verso il cielo penso tutto ciò. Ma non lo faccio spesso, intendo guardalo. Preferisco stare chiusa in casa aspettando che arrivi la notte, fredda e calma, come l'acqua di uno stagno.
Sai, per me la pioggia porta cambiamenti. Ora sta piovendo, ma io non posso uscire fuori a correre e bagnarmi. Mi sento in trappola.
Ultimamente mi sembra di non avere uno scopo di vita. Mi sembra che farla finita sia la cosa migliore. Che dire addio a questa vita frivola e senza senso sia la cosa più sensata.
Ma c'è qualcosa, a me sconosciuta, che mi fa andare avanti."

Sono questi i pensieri che frullano nella testa di Dan Bi Nun ormai da una buona oretta. Raccontare a suo nonno è il suo passatemo. Scriverli su carta? No, Dan Bi Nun non è il tipo di ragazza che fa ciò.
Continua a guardare fuori dalle enormi vetrate davanti a lei, a braccia conserte, come se volesse uscire e bagnarsi tutta. La pioggia continua a battere incessante sui vetri. Dolce ma combattiva allo stesso tempo. Ha sempre adorato la pioggia, risoluta, decisa e indipendente.
Forse è meglio presentare Dan Bi Nun, così sarà tutto più facile da capire.
Dan Bi Nun , soprannominata Dan Bi, è una ragazza. Beh, penso che fin qui ci siate arrivati tutti.
Dan - dolce; Bi - pioggia; Nun - occhi. Queste parole non hanno un significato in se, ma questo non è importante.
Dan Bi è una ragazza. Alta 1, 59, magra, 16 anni, coreana-francese, studentessa. Ma non è questo ciò che ci interessa. In realtà a noi interessa più la sua storia. Non che sia una storia di azione, avventura e fantasia. No, per carità, è solo una semplice storia. La storia della sua vita, di come la vive, di cosa prova, di cosa pensa... beh, un po' di tutto.
A Dan Bi mancava molto suo nonno e non c'era giorno che non pensasse a lui. A quando giocavano insieme nel giardino, a quando le leggeva le storie prima di andare a dormire.
Insomma, lui si era preso cura di lei. Dopo che i genitori l'avevano abbandonata lasciondala sola con una sorella minore a cui badare il nonno si era prese cura di loro. In realtà non era il vero nonno biologico, ma era stato lui a trovarle, una mattina di un freddo inverno piovoso.
Non c'era giorno che non passasse a pensare a sua sorella e suo nonno.
Ma ora torniamo al presente.
Dan Bi continua a fissare la scena dietro ai vetri. I suoi occhi sono fissi su qualcosa di inpreciso, non visibile ad occhio nudo. Dan Bi, soprannominata anche BamBi, per i suoi occhi grandi, riesce a vedere qualcosa nella pioggia che gli altri non vedono.
La porta accanto a lei si apre, ma Dan Bi non sembra farci caso. Continua a fissare quel punto impreciso. Una signora, sulla ventina di anni, si avvicina a Dan Bi e si siede tre posti lontano da lei. Dan Bi odia stare vicino alle persone, per questo non sale mai sugli autobus. La signora si sistema gli occhiali, fissa anche lei fuori dalla finestra, ma senza capire cosa ci sia di straordinario in un tempo brutto e triste come quello. Continua a guardare davanti a loro, con il pocchio in testa che la fa sembrare anche più seria e adulta.
- Dan Bi, il CEO vuole vederti. -le dice la donna senza girarsi a guardarla. La ragazza si alza, si sistema la gonna di pizzo rosa, spiana la maglia verde menta, prende la borsa a tracolla dalla poltrona e si gira verso la donna. La donna si alza e le fa cenno con una mano di entrare, mentre con l'altra tiene una cartella piena di fogli e schedule. Dan Bi entra nella stanza. Park Sang-hyun è seduto dietro la sua scrivania. Le mani unite e lo sguardo teso. Non sembra arrabbiato, sembra solo leggermente stressato. Dan Bi si accomoda su una delle poltrone subito dopo aver fatto un piccolo inchino. Sang-hyun sembra quasi infastidito.
- Dan Bi, non serve che ti inchini. -le dice sorridendole. Park Sang-hyun è un uomo di quasi cinquantanni, portati bene. Con qualche ruga a segnare il tempo e il sorriso sempre sulle labbra. E' un uomo amichevole, socievole e aperto. Vuole molto bene ai ragazzi che lavorano nella sua agenzia.- Figlia mia, ho una cosa importante da dirti. -le dice sorridendole. Sembra felice e stressato allo stesso tempo.
- Cosa, signore? -risponde lei ignorando il modo in cui l'ha chiamata. Accavalla le gambe e incrocia le braccia sul petto. Sang-hyun la guarda storto, si mette comodo sulla poltrona e sbuffa.
- Ti ho detto di chiamarmi papà, come tutti. -le dice con tono di rimprovero. Dan Bi lo ignora.
- Allora? -gli chiede impaziente. Non che sia curiosa di sapere cosa abbia da dirle, ma sia chiaro, lei non vede l'ora di uscire sotto la pioggia, ignorando l'ombrello che si porta spesso in borsa. Sang-hyun sbuffa.
- Ok ok, se proprio insisti mi sbrigherò. -dice facendo segno di resa con le mani.- Un nuovo gruppo maschile sta per debuttare e ci serve un nuovo gruppo emergente femminile. -le dice vago.
- Allora? Io che c'entro? -gli chiede spazientita.
- Beh, tu dovrai essere la leader del nuovo gruppo femminile. -le dice con un punta di rammarico.
- Cosa?! -esclama lei spingendosi in avanti con il corpo, come se volesse strozzare l'uomo davanti a se.- Io leader di un gruppo?! Ma, signore, io sono già solista e basta e avanza! -si mette a dire agitando le mani, arrabbiata.
- Sì, lo so. -dice sbuffando.- Ma tu hai bisogno di un supporto e un gruppo femminile è perfetto. -cerca di spiegarle.
- No, vado bene così come sono. -dice lei arrabbiata.
- Sì, infatti non dovrai cambiare, dovrai solo formare un gruppo. Anche quattro sole ragazze possono andare. -le dice cercando di farla ragionare.
- No, mi rifiuto. Non ho intenzione di lavorare con tre dilettanti. -dice incrociando di nuovo le braccia.
- Dai, Dan Bi, fallo per il tuo papà. -dice lui cercando di addolcirla. Dan Bi lo guarda furiosa, poi sembra calmarsi, infine abbassa le braccia.
- Ok ok, ma se faranno schifo le caccerò subito via. Se non mi andrà bene come lavorano saranno out. -dice sbuffando. Sang-hyun sorride vittorioso.
- Ok. A proposito, ho fatto preparare un audizione per domani, così potrai scegliere tutte quelle che vuoi. Scegli bene. -le dice prima che lei si alzi. Dan Bi prende la borsa e se la mette su una spalla.
- Sceglierò le migliori di tutta la Corea. -dice aprendo la porta e uscendo. Dan Bi non sorride, per lo meno non lo fa vedere. Un suo sorriso è difficile da vedere come la neve in estate. Nemmeno il "papà TS" riesce a farla sorridere. Dan Bi si dirige fuori dall'agenzia. Il ticchettio dei suoi tacchi è ritmico, come un tamburello. Altrettanto lo è il suono della pioggia. Dan Bi è quasi arrivata all'uscita. Può vedere perfettamente la pioggia che a gocce veloci e ripetitive cade fitta nel buio della sera. I suoi passi diventano più veloci. Il ticchettio dei tacchi diventa più ritmico e veloce, anche il suo cuore sembra andare a ritmo con quel suono. Le porte si avvicinano. Può sentire il rumore della pioggia sul marciapiede. Può sentire l'odore del bagnato e l'umidità nell'aria. Sorpassa le porte dell'agenzia. Nessuno è in giro a guardarla, ma anche se ci fosse qualcuno a lei non importa. Ed eccola. E' fuori, la pioggia le cade sul volto come lacrime. L'umidità la avvolge come un mantello. Sta ferma immobile, non si muove. Vuole assaporare quel momento. Si sente libera. Chiude gli occhi, per assaporare meglio quel momento. Ma all'improvviso la pioggia cessa. Dan Bi sente ancora il rumore della pioggia attorno a lei. Che batte contro l'asfalto. Apre gli occhi e sorride interiormente quando si accorge che sta ancora piovendo. Ma come mai su di lei non sta cadendo nemmeno una goccia? Dan Bi è preoccupata, e triste. Pensa di essere morta ed ora è un fantasma.
- Che importa. Tanto non ero felice in vita. -si dice.
- Ehi, se continui così ti prenderai un raffreddore. Guardati, sei tutta bagnata. -qualcuno ha parlato. E' una voce maschile, stupenda e armoniosa. Dan Bi alza gli occhi al cielo, pensando che Dio le stia parlando. Ma su di lei invece vede una delle cose che odia di più al mondo: un ombrello. Rosso con strane sfumature di arancione. E' questo il colore di quell'ombrello.- Ehi, mi stai ascoltando? -le chiede di nuovo quella voce. Dan Bi capisce che non è stato Dio a parlarle e che sicuramente non è morta. Si gira e accanto a se vede un ragazzo. Biondo, giovane, forse quanto lei, con la faccia da sbruffoncello e degli occhi raggianti. Un ragazzo raggiante e solare, ecco, questo lo descrive perfettamente. Praticamente è la reincarnazione del sole. Dan Bi lo odia. Lo odia perché è il sole e perché le ha tolto la pioggia senza permesso. Il ragazzo la guarda. E' fradicia. Indubbiamente bella e dolce, ma fradicia e zuppa. Dan Bi non risponde, non vuole rispondere. Vuole solo riavere la pioggia che le cade addosso.- Ma non ce l'hai un ombrello? -le chiede stupidamente. Non si aspetta che gli risponda. "Che ragazza taciturna, deve proprio essere molto timida." pensa il ragazzo. Dan Bi apre la sua borsetta, ci infila la mano dentro e ne tira fuori un ombrello. Piccolo, pieghevole. Bianco come la neve, pulito, asciutto.
- Tieni, questo è il mio ombrello. Se vuoi te lo regalo, io non me ne faccio niente. -gli dice passandogli l'ombrello. Lui lo prende in mano. Dan Bi esce da sotto l'ombrello e inizia a camminare. Come se niente fosse. Come se la pioggia non la bagnasse attaccandole i vestiti al corpo e i capelli alla testa. Il ragazzo la guarda stranito, poi guarda l'ombrello. Apre la bocca per gridarle qualcosa, ma ormai è troppo tardi. Lei è lontana, è appena sparita dietro un angolo. Non la rivedrà mai più, lo sa, o almeno così pensa. 

  
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