Gli
ultimi raggi di sole della giornata entravano dalla finestra, da quello
spiraglio fra le tende rosse e spesse. Anna ed Edoardo erano seduti al tavolino
rotondo, uno di fronte all’altra. In mano avevano entrambi un bicchiere con
alcune dita di Jack Daniel’s e una sigaretta. Il fumo saliva formando strani
disegni. Edoardo lo guardava, perso nella sua stessa mente, perso nei suoi
pensieri. Anna fissava suo figlio, lo scrutava, cercava di leggerlo. Tutto
taceva. Ma suo figlio non si faceva leggere, a meno che non lo decidesse lui
stesso. All’improvviso Edoardo distolse gli occhi grigi dal fumo e li fissò in
quelli della madre, così caldi, così diversi.
"Com’è
morto mio padre?" le chiese.
"Lo
sai… Aveva un tumore al cervello." rispose la donna.
"Non
è vero."
"Sì
che è vero. Perché pensi che non lo sia?"
"Non
lo penso, lo so." disse il ragazzo, tornando a fissare il fumo "Lo so dal modo in cui muovi gli occhi quando me lo dici. Ho sempre
saputo riconoscere una bugia dalla verità, mamma. E quello che voglio sapere è
la verità. Com’è morto veramente mio padre?"
"Sai,
gli assomigli incredibilmente, in un certo senso. Lui era uguale a te. Aveva un
dono per certe cose, capiva le persone, sapeva quando gli mentivano, sapeva
cosa provavano, sapeva se stavano fingendo o recitando. Avrebbe potuto essere
un detective, fare degli interrogatori, non so… Se solo avesse voluto" face un mezzo sorriso malinconico "Purtroppo, venne risucchiato nel
tunnel della droga. Mi dispiace, Edoardo, mi dispiace che sia andata così.
Avrei voluto che fosse vissuto di più, per poterti vedere crescere, per poter
vedere che persona meravigliosa sei. Per dare un esempio a te e tuo
fratello." ora Anna piangeva, gli occhi di Edoardo sputavano lacrime
mute "Lo conobbi in un locale sempre affollato, molto fumoso, pieno di
droga, uno di quei posti in cui non vorrei mai vederti entrare. Io ero una
ragazza affamata di rock n’ roll, lui aveva qualcosa che saziava la mia fame.
Lo amavo moltissimo ed ero ricambiata. Mai ho amato un uomo così tanto in tutta
la mia vita, se escludiamo te e tuo fratello. Ma possiamo farlo, perché per i
miei figli l’amore che provo è diverso. Morì di overdose. Ricordo quel giorno
come se fosse ieri. Era in preda al delirio, perché stava cercando di
disintossicarsi e stava male. Prese la prima cosa che trovò e se la sparò nelle
vene. Era troppa. Non ce la fece. Mi dispiace."
Edoardo
era rimasto immobile, mentre quelle poche parole scarne e ruvide echeggiavano
nelle sue orecchie, continuando a guardare gli occhi di sua madre, offuscati
dalle lacrime, dal pianto, dal dolore. Mise la sua mano sopra quella di Anna.
Ormai aveva 17 anni, non era più un bambino, poteva contenerla. Ciò che era
difficile contenere era il dolore.
"Grazie." mormorò; il fumo saliva.