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Autore: Aika Morgan    15/02/2013    2 recensioni
Orazio non aveva mai toccato un cadavere, prima d'allora. Aveva sempre avuto paura di farlo, e anzi aveva superato a fatica l'impressione che gli facevano i corpi dei defunti.
Adesso fra le sue braccia c'era Amleto, il volto pallido, i capelli scomposti e le labbra socchiuse.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amletomania'
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In our endless sleeping.

 

Watching you sleep for so long, 
Knowing I can't turn the rain into sun any more 
I've given you all that I have, 
Now I stand here, too scared to hold your hand.

(Sleep Well, My Angel - We are the Fallen)

 

 

Orazio non aveva mai toccato un cadavere, prima d'allora. Aveva sempre avuto paura di farlo, e anzi aveva superato a fatica l'impressione che gli facevano i corpi dei defunti.

Adesso fra le sue braccia c'era Amleto, il volto pallido, i capelli scomposti e le labbra socchiuse.

Gli accarezzava piano i capelli, sussurrandogli liriche d'amore, di quelle che leggevano all'università durante le loro interminabili passeggiate per i parchi di Wittemberg.

Sembrava che dormisse, come quando facevano l'amore e passavano la notte nello stesso letto perché fuori faceva troppo freddo ed era impensabile rinunciare al tepore delle sue braccia per tornare nella sua stanza.
Cercava inutilmente di coglierne il respiro, si chinò sulle sue labbra e le baciò, una, due, tre volte, ma nulla.

Arrivarono le guardie di Fortebraccio, ad intimargli di lasciare il corpo di Amleto alle cure di coloro che l'avrebbero preparato per essere sepolto, ma Orazio non li sentiva.

Non percepiva nulla, soltanto il vuoto dell'assenza di Amleto. Ne riviveva il suono del riso, lo splendore degli occhi, il calore delle mani, ma l'illusione di star provando sensazioni reali venne ben presto spezzata dalle guardie, che continuavano ad insistere perché si allontanasse.

"Buonanotte, mio dolce principe." mormorò, a voce appena udibile, prendendo le sue mani e giungendogliele sul petto.

Lo baciò ancora una volta sulle labbra ormai livide e si rialzò, allontanandosi dalla stanza senza però voltare le spalle, rimanendo con lo sguardo fisso su Amleto.

Buonanotte, mio dolce principe.

Si accorse di aver portato con sé la spada che aveva ferito mortalmente Amleto solo quando sentì la lama fredda ferirgli la mano.

E che sia una notte infinita, quella che presto ci avvolgerà entrambi.

   
 
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