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Autore: Kyra Leonheart    04/09/2007    7 recensioni
Lui piace a lei e lei piace a lui, anche se non sanno che i loro sentimenti sono ricambiati. Ma forse, soltanto forse, tutto andrà a finire bene. E se non sarà così, resterà loro per sempre il ricordo di quella notte...
WARNING: slightly lemon
Traduzione dall'inglese a cura di Mistral
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: Traduzione, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Just Maybe…

Just Maybe…

 

Original story by Kyra Leonheart

Published on Fanfiction.net

 (http://www.fanfiction.net/s/3128329/1/Just_Maybe)

Translated by Mistral

 


 

Part 1: Forse…

Il suono della sveglia si diffuse per la casa, ma passarono almeno un paio di minuti prima che quel rumore infernale riuscisse a svegliare la ragazza dai capelli rosa, che alla fine si alzò per mettere a tacere l’orologio. L’oggetto in questione originariamente stava a fianco del letto ma, dopo aver speso una fortuna per comprarne ogni giorno uno nuovo, la giovane aveva deciso di trasferirlo all’altro capo della stanza: così non poteva più limitarsi semplicemente a fracassarlo a terra e tornare a dormire. Dopo essersi trasferita dalla casa dei suoi genitori ad un appartamento proprio, doveva essere ancora più attenta ad evitare una cosa del genere; adesso che abitava da sola, non c’era più nessuno che la svegliasse al mattino perché non facesse tardi… e un componente del team con quella cattiva abitudine era già abbastanza.

 

Facendo scorrere le dita tra i capelli rosa che ora le arrivavano alla vita, la 19enne Sakura Haruno si diresse verso il bagno, imprecando ad alta voce dopo essere inciampata in qualcosa abbandonato sul pavimento; si ripromise che non sarebbe più rimasta sveglia fino a tarda ora ad aiutare la sua sensei Tusnade, il Quinto Hokage, con le sue carte. La ragazza, ormai diventata jounin, era ancora l’allieva dell’Hokage ma, a causa delle sue frequenti missioni con il Team 7, le due donne non si vedevano spesso, tranne quando Sakura andava a fare rapporto sull’incarico svolto; così la giovane approfittava della scusa delle pratiche per incontrarsi con la sua sensei. Ma quegli incontri finivano regolarmente con maestra e allieva che, tra una chiacchierata e una scommessa, si scolavano ingenti quantità di sake: Sakura ripeteva sempre che non sarebbe più successo, però poi la volta successiva ci ricascava. Odiava quelle brutte abitudini che aveva preso da Tsunade, ma amava quella donna come una madre e non riusciva a fare a meno di lei.

 

Dopo un doccia veloce, la giovane kunoichi si incamminò verso il ponte per incontrarsi con gli altri componenti della squadra; di sicuro Kakashi-sensei era in ritardo, ma quella era una delle cose che si rifiutava di imparare da lui.

Il pensiero del Team 7 fece comparire un sorriso sul suo volto: in pochi anni molte cose erano cambiate.

Kakashi Hatake era sempre il solito, perennemente in ritardo e con un libro porno tra le mani… davvero, quel tipo non sarebbe cambiato mai!

Dopo essersi lasciata scappare una risatina al pensiero del Copia-Ninja, la ragazza si rabbuiò un po’ ricordando gli altri componenti della squadra.

Naruto Uzumaki era in attesa dei risultati dei suoi esami per l’ammissione all’ANBU: senza dubbio li avrebbe passati alla grande, ma questo avrebbe privato il Team 7 di un altro membro, anche se gli avrebbe permesso di avvicinarsi al suo sogno di diventare Hokage. La sua vita sentimentale andava altrettanto bene da quando, la settimana prima, aveva chiesto a Hinata Hyuuga di sposarlo: la ragazza aveva accettato subito e (ovviamente) era svenuta subito dopo.

Quanto a lei, Sakura era ormai una jounin tra i medici ninja (la seconda più brava a Konoha, dopo la stessa Tsunade) e, quando non era in missione, lavorava all’ospedale; pur non appartenendo all’ANBU, li seguiva spesso nelle loro spedizioni in qualità di medico. In verità, per lei sarebbe stato semplice accedere alla Squadra Speciale, ma traeva soddisfazione anche nel curare le persone e passare del tempo con i suoi compagni.

Questa considerazione la portò a pensare all’ultimo componente del Team 7, Sasuke Uchiha, ucciso durante la guerra contro il Paese del Suono. Alla fine il ragazzo non aveva ottenuto quella vendetta cui disperatamente ambiva, ma aveva trovato la morte per mano di colui che una volta era il suo migliore amico, prima di avere la possibilità di sfidare il suo arci-nemico (nonché fratello e unico parente rimasto), vale a dire Itachi Uchiha.

Durante la battaglia finale contro il Suono, gli sforzi combinati di Tsunade e Jiraiya erano riusciti ad annientare Orochimaru, lasciando il Team 7 ad affrontare il fortissimo Uchiha. Kakashi era molto provato dopo lo scontro vittorioso contro Kabuto e la stessa Sakura era stata indebolita dallo sforzo fatto per curare i suoi compagni, oltre che per combattere; Sasuke aveva facilmente sconfitto Kakashi, obbligando Sakura a prendersi cura del Copia-Ninja, mentre Naruto affrontava l’Uchiha traditore.

Sakura era certa che non avrebbe mai potuto dimenticare il momento in cui il Rasengan di Naruto aveva posto fine alla vita del ragazzo che amava, mentre tra le sue braccia il suo sensei (ormai non più sensei, ma un compagno di pari grado - sebbene non le riuscisse ancora di tralasciare il titolo onorifico) lottava tra la vita e la morte. Nel disperato tentativo di salvare Kakashi, Sakura aveva quasi perso la vita trasferendo in lui tutto il proprio chakra; fortunatamente, però, Naruto era riuscito a portarli entrambi in ospedale in tempo.

 

Continuando a camminare verso il ponte dove avrebbe incontrato i suoi compagni, Sakura non poté impedire alla tristezza che sempre la coglieva pensando al giovane Uchiha di segnarle il viso. Non perché lo amasse ancora, affatto; in realtà la giovane kunoichi aveva cominciato a scoprire dentro di sé un sentimento nei confronti del suo ex-sensei. Durante lo scontro con Sasuke, vedere Kakashi lottare per la vita tra le sue braccia l’aveva portata a capire che teneva a lui molto più di quanto fosse ammissibile. Lei sapeva di non avere possibilità: il ninja l’avrebbe sempre vista come la 12enne che era stata, innamorata persa di Sasuke e disposta a seguirlo ovunque.

Sakura non aveva nessuna intenzione di continuare ad amare qualcuno che non l’avrebbe mai ricambiata e così aveva iniziato ad uscire con altri giovani; aveva anche avuto una relazione durata un anno con l’altro ragazzo prodigio di Konoha, Neji Hyuuga. Chi l’avrebbe mai immaginato? Dopo tutto il tempo che aveva passato a curarlo in ospedale e le volte in cui erano usciti assieme perché lui voleva tenere d’occhio Hinata e Naruto (la coppia invitava spesso Sakura ad unirsi a loro, per fare compagnia a Neji ed impedirgli di essere troppo protettivo), il moretto e il giovane bocciolo di ciliegio avevano iniziato a frequentarsi; avevano anche vissuto assieme per qualche mese prima di separarsi.

A Sakura Neji piaceva molto, davvero, ma la ragazza non riusciva a dimenticare il Copia-Ninja. Neji lo sapeva e cercava di fare del suo meglio perché lei lo ricambiasse ma, quando si era reso conto che non sarebbe mai stato possibile, si erano lasciati; il giovane Hyuuga era partito per una missione diplomatica nel Paese della Sabbia e ora passava la maggior parte del suo tempo lavorando con il Kazekage, Gaara.

Ripensandoci, Sakura si rese conto che Neji le mancava: avrebbe potuto andare a trovarlo, magari anche portandosi dietro Shikamaru – di sicuro lui sarebbe stato contento di andare a trovare la sua fidanzata Temari. Anche se in realtà entrambi avrebbero fatto di tutto per evitare di sorbirsi una Ino incinta che raccontava o, più spesso, si lamentava del suo pazientissimo marito Chouji. Perfino Lee, dolce e adorabile com’era, non riusciva a stare a sentirla per più di un paio di minuti anche se, con sua grande sofferenza, la sua ragazza TenTen se lo trascinava appresso ogni volta che andava trovare la sua amica.

La vita scorreva felice a Konoha: tutti avevano un compagno. Tutti tranne lei… la persona cui teneva di più non la considerava nemmeno una donna, quanto piuttosto una bambina.

 

Sakura interruppe quelle riflessioni quando arrivò al ponte e trovò Naruto già lì ad aspettarla; cercando di sgombrare la mente da quei pensieri, sorrise e lo salutò, sperando che lui non avesse notato l’espressione depressa che aveva fino ad un attimo prima.

“Ehi Naruto!”

“Ciao Sakura-chan… cos’è quella faccia triste?”

Maledizione, se n’è accorto! Imprecò il suo alter-ego. “Non so di cosa tu stia parlando…”

“Ok, farò finta di crederti. Comunque lo sai che con me puoi sempre parlare, no?”

“Lo so, Naruto, grazie. Ma davvero non è nulla, stavo solo pensando. Piuttosto… avete scelto la data per il vostro matrimonio?”

Sakura e Naruto passarono così tre ore buone parlando del più e del meno e aspettando il loro sensei che, puntualmente in ritardo, fece la sua apparizione con il solito pof.

“Ehilà!”

“Sei in ritardo!” esclamarono insieme i due ragazzi. Certe cose non cambiavano proprio mai…

“Beh, vedete, stavo venendo qui, quando è comparsa una bellissima sirena e mi ha chiesto di aiutarla a ritornare al mare. Io sono un gentiluomo che non sa dire di no ad una damigella in difficoltà e così l’ho aiutata. Ma quando siamo arrivati a casa sua, suo padre era piuttosto scocciato, quindi…”

“Per favore, maestro, smettila! Le tue scuse diventano ogni giorno più penose!” lo interruppe Sakura, mentre un gocciolone stile manga si materializzava sulla testa di tutti.

“Ok ragazzi, torniamo seri. Oggi non abbiamo incarichi, quindi ci dedicheremo ai nostri soliti allenamenti”

“Traduzione: intanto che io e Sakura ci facciamo un mazzo tanto ad allenarci, tu continui a leggere quel tuo libretto perverso e a ridacchiare come una scolaretta”

“Io non ridacchio! Sai Naruto, voi ragazzi eravate decisamente più carini da giovani. Ah, i bei vecchi tempi quando mi rispettavate e credevate in me… sigh!”

“Noi non ti abbiamo mai creduto, maestro. Ecco perché io e Naruto ti abbiamo sempre dato del bugiardo”

Anche se per via della maschera non potevano esserne sicuri, i due giovani sapevano che il loro sensei stava sorridendo, mentre con la destra si grattava imbarazzato la parte posteriore del collo. “Beh, immagino che sia così… adesso però mettiamo ci al lavoro” Detto questo, sparì e subito riapparve sotto un albero vicino, lasciando Sakura e Naruto alla loro solita sfida.

“Stavolta perderai, Kitsune”

Era sempre così: Sakura si diceva sicura che avrebbe vinto, ma alla fine tutto si risolveva in un pareggio. Sakura non era forte come Naruto e lui, per riguardo verso la compagna, si tratteneva; in più Sakura doveva conservare il chakra per poi curare le loro ferite.

 

Qualche ora e molte botte dopo, si era ormai fatto mezzogiorno. Dove decisero di andare a mangiare? Ma certo! Al McDonalds! Alt, non è proprio così… errore mio. Cancellate tutto. Intendevo dire Ichiraku - come se Naruto mangiasse qualcos’altro all’infuori del ramen…

 

Kakashi mangiò in un batter d’occhio e riprese la lettura; Sakura, finita la sua razione, si mise ad osservare Naruto spazzolare la sua undicesima porzione.

Mentre aspettava la dodicesima scodella di ramen, il biondino iniziò ad elencare tutti i tentativi che il Team 7 aveva fatto per riuscire a vedere il volto del loro sensei.

Quando Naruto si interruppe per tornare a dedicarsi al cibo, Sakura si voltò verso Kakashi, il quale sembrava piuttosto interessato alla loro discussione.

“Era davvero divertente, maestro! Avresti dovuto vedere la faccia di Sasuke quando Naruto cercava di convincerlo ad aiutarci a dimostrare che tu hai la bocca di un pesce!”

A quell’affermazione, Kakashi lasciò quasi cadere il libro e fissò con gli occhi fuori dalle orbite il suo ex-allievo che se la rideva di gusto tra un boccone e l’altro.

“Hai ragione Sakura-chan! Ma non era abbastanza per convincerlo, allora gli ho detto che la maschera di Kakashi-sensei avrebbe anche potuto nascondere dei denti da cavallo!”

Naruto e Sakura continuarono a ridere istericamente, soprattutto perché Kakashi per lo shock ad un certo punto aveva perfino abbandonato il suo adorato libro; ma subito il ninja si era ripreso e l’aveva raccolto, sostenendo con assoluta calma che non era successo nulla. Naruto però non gli aveva creduto e continuava a ripetere che non era così, mentre il jounin affermava il contrario.

Sakura si massaggiò dolcemente le tempie con le dita: quella discussione stava cominciando a darle sui nervi e di certo non l’aiutava il fatto di avere ancora i postumi della sbornia…

Non seppe mai cosa la spinse a fare quello che fece: forse fu l’alcool ad inficiare la sua capacità di giudizio o forse solo l’effetto dirompente di anni passati a reprimere i suoi sentimenti.

Decisa a farli tacere, salì sul tavolo mettendosi di fronte a Kakashi, che la fissava completamente spiazzato. Fu per questo che il ninja non reagì quando la ragazza passò una mano dietro al suo collo e avvicinò il suo volto a pochi centimetri dal proprio.

Anche Naruto era rimasto senza parole.

“S-Sakura, che stai facendo?” fu tutto quanto riuscì a balbettare il jounin.

“Rilassati maestro, non ho intenzione di toglierti la tua preziosa maschera! Voglio solo verificare chi ha ragione, se tu o Naruto, ma senza costringerti a rivelarci il tuo più grande segreto”

Kakashi non aveva assolutamente idea di cosa lei intendesse con quelle parole; si irrigidì sentendo le sue dita sfiorare delicatamente le sue labbra attraverso la stoffa. A quel punto Naruto si stava quasi strozzando dal tanto ridere e si rotolava sul pavimento, ma non aveva alcuna importanza. Tutto ciò che importava per Kakashi erano le sensazioni che quel contatto gli provocava.

“No, assolutamente niente labbra da pesce. Ora maestro, potresti essere così gentile da aprire la bocca, così posso verificare i tuoi denti?”

Il Copia-Ninja obbedì, senza staccare gli occhi dalle pupille smeraldine della ragazza che, per quanto lei cercasse di nasconderlo, brillavano di lussuria e desiderio.

“Niente denti da cavallo”

Sakura passò ancora qualche istante ad indagare la fisionomia del maestro attraverso la maschera, poi si staccò da lui e si avvicinò a Naruto per controllarne le condizioni con un ben poco gentile calcio nel fianco.

“Ehi, Naruto, sei ancora vivo?” L’interpellato riuscì solo a ridere. “Bene. Dunque, Kakashi-sensei sembra avere un viso assolutamente normale, quindi chiudi quella boccaccia e finisci di mangiare!”

Mentre Naruto si calmava, la ragazza tornò al suo posto e si sedette; il jounin era già tornato ad immergersi nella lettura del suo solito libro. O meglio, così sembrava, ma in verità quella era solo una copertura per non mostrare la sua confusione.

Nessuno dei suoi compagni sembrava notare le occasionali occhiate che lanciava ad una certa ragazza dai capelli rosa.


 
  
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