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Autore: Hellionora    16/02/2013    2 recensioni
"Potevo sentire il suo corpo percosso da scosse di piacere come la Terra è scossa dai terremoti"
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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kdv Mi prese la mano e mi portò su per le scale. Era passato un po' dall'ultima volta che fece la stessa cosa, rendeva il tutto più atteso, più vissuto.
Mi lasciò entrare nella stanza, poi chiuse la porta e vi si poggiò, con un bel sorriso allegro. Quella piccola stanza era illuminata da qualche candela, che produceva abbastanza luce da vedere dove mettevi i piedi. Un classico clichè, a cui però non davo importanza. L'importante è che ci fosse lei. Inclinò la testa e mi guardò.
-Ti piace?- mi chiese dolcemente. Annuii ricambiandole il sorriso; quando sorrideva in quel modo era contagiosa, mi faceva sciogliere il cuore.
Mi avvicinai a lei, poggiando il corpo sul suo; era concesso farlo solo li, lontano dal mondo, lontano dall'odio. Le carezzai dolcemente il viso, con quelle mani che erano capaci di essere delicate solo con lei, e allo stesso tempo potevano diventare armi contro l'odio, contro chiunque avesse provato a toccare il mio piccolo frammento di vita. Potevano essere armi di difesa: difesa molto, troppo spesso usata per proteggermi da chi dovrebbe amarmi incondizionatamente, da chi per quell'amore mi ha messo al mondo.
Avvicinò il suo naso al mio e teneramente li fece sfiorare; poi avvicinò le sue labbra, e sapendo che mi faceva impazzire, aspettò qualche lunghissimo secondo prima di toccare le mie.
Potevo sentire il suo respiro già affannato da quella breve distanza; potevo sentire le sue labbra che come una calamita attiravano le mie, le sue mani che mi sfioravano i fianchi desiderose; ma dovevamo resistere. Era quello il bello, resistere. Resistere ancora un po', quel poco che rendeva il tutto più magico dopo troppo tempo di attesa.
Ci avvicinavamo lentamente, sentivo la sua pelle caldissima sempre più vicina alla mia, il suo respiro sempre più intenso mischiarsi col mio.
Poi i respiri lasciarono il posto ad un bacio sospeso, che tolse il fiato; la sentii respirare profondamente, poi la ribaciai. Con tutta la passione, con tutto il fuoco che avevo dentro.

Mosse qualche passo verso il letto, dove mi trascinò sopra di lei. La tenerezza, l'attesa, lasciavano ora posto ad una passione travolgente che aspettava di uscire da tempo, che esplodeva ogni volta che le nostre labbra si toccavano, che le nostre mani stringevano forte i vestiti; vestiti che poi tra un bacio, un respiro, una mossa, finivano sul pavimento, inermi spettatori di un amore travolgente, proibito.
Finalmente potevo sentire la sua pelle morbida e calda contro la mia. Mi baciava con più desiderio mentre stringeva più che poteva ogni cosa di me; catturava forte la mia gamba con la sua, mi accarezzava i fianchi con fare desideroso; ed io la baciavo, la baciavo dove potevo. Dopo aver pasticciato con la sua lingua spostai le mie labbra sul suo collo bianco, candido. La baciavo e la sentivo tremare sotto di me, era una forza della natura travolgente, che esplodeva per mano mia; mi stringeva a se' con le braccia attorno al mio collo e si strusciava, sfiorava la mia pelle con i suoi seni, chiedendo di più, di non fermarmi solo su quel maledetto collo, ma di scendere, baciarla tutta.
Baciai la sua spalla carezzandola lievemente, per poi ricalcare il profilo del suo corpo, le sue morbide e bellissime curve; scendetti sul suo petto, tra i morbidi seni e poi giocherellando con i suoi piccoli capezzoli; amavo il corpo femminile, era poetico, e lei era poesia.
Non si accontentava, voleva di più, me lo chiedeva con le mani; mi stringeva forte, spostando le mani su e giù per la mia schiena, muovendo il suo corpo in preda al piacere. Era tutto una bellissima poesia in cui io ero assorta, persa; e i suoi respiri, i suoi dolci gemiti, non erano che la musica che accompagnava quella poesia. Fare l'amore con lei mi faceva sentire leggera, felice, e lei era bellissima.
La mia mano scendeva giù, attraversando il ventre, arrivando sul suo monte di Venere - nessun nome sarebbe più adatto per descrivere quella fenomenale opera della natura che era la donna - anticipando quello che poco dopo avrebbero fatto le mie labbra.
Fremente accompagnava la mia testa tenendola con le mani, voleva, voleva che la toccassi più di ogni altra cosa; e io adoravo tenerla in pugno in quel modo, farle quel maledetto effetto.
Feci quello che voleva; era buona, e buoni erano anche i suoi gemiti, mai volgari, così inebrianti e magici, che mi facevano venir voglia di darle di più, sempre di più, volevo darle tutto. Potevo sentire il suo corpo percosso da scosse di piacere come la Terra è scossa dai terremoti, la sua pelle diventare ancor più calda e le sue mani, una immersa nei miei capelli scuri, l'altra che viaggiava dal lenzuolo ai suoi seni, che chiedevano di non smettere mai.
Irrigidì il corpo, i respiri erano forti e i gemiti più intensi; il mio lavoro, per ora, era svolto.
Rimanetti poggiata sulla sua pelle, per riprendermi da quell'uragano in cui ero stata trasportata, mentre lei ansimava stanca, ma soddisfatta, ancora pervasa dal piacere. Era immobile, con un'espressione stanca sul viso rivolto quasi verso la spalliera del letto; la sua mano ora accarezzava i miei capelli, l'altra lasciava andare il lenzuolo che aveva l'aria di aver passato dei brutti momenti.
Tornai sopra di lei, le diedi un tenero bacio e le carezzai il corpo; lei, come a ringraziarmi, mi dava lunghi baci e mi regalava brividi lungo la schiena.
Mi sdraiai accanto a lei, e lei si accoccolò nelle curve del mio corpo. La strinsi forte come a ripararla dal mondo, lei, che era così fragile. Respirava ancora affannata contro il mio collo, cercando come poteva di trovare calore. La coprii con un lenzuolo, fino a quando non si addormentò.
-Grazie- sussurrò poco prima di abbandonarsi a Morfeo, stanca;
-Grazie di amarmi- continuò. Le sue parole sfiorarono il mio petto, attraversando la pelle, fino ad arrivare nel mio cuore; li rimasero, li sono tutt'ora, mentre scrivo, desiderosa di baciarla ancora.
  
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