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Autore: itslarryscomingout    16/02/2013    3 recensioni
E più leggeva, e più poteva sentire il cuore scricchiolargli nelle orecchie.
Non sapeva se ridere o piangere, ma era arrivato solo a desiderare di voler sparire.
Si era sentito umiliato, tradito, deriso.
E non riusciva neanche a capire il perché di tutto quello.
Le mani tremavano, così come le labbra schiuse. Gli occhi erano offuscati, e il tempo, le cose, i rumori... tutto si era fermato.
Prese un lungo respiro, rileggendo ancora una volta ciò che aveva letto e riletto per almeno dieci volte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La dedico a Livingyoungwhildandfree , perché mi ha ispirata,
e perché le voglio bene, e non potevo non dedicargliela.♥


 

E più leggeva, e più poteva sentire il cuore scricchiolargli nelle orecchie. 
Non sapeva se ridere o piangere, ma era arrivato solo a desiderare di voler sparire. 
Si era sentito umiliatotraditoderiso
E non riusciva neanche a capire il perché di tutto quello. 
Le mani tremavano, così come le labbra schiuse. Gli occhi erano offuscati, e il tempo, le cose, i rumori... tutto si era fermato. 
Prese un lungo respiro, rileggendo ancora una volta ciò che aveva letto e riletto per almeno dieci volte. 
'Hows this, Larry is the biggest load of bullshit I've ever heard. I'm happy, why you can't accept that.'
E lui sapeva. Sapeva di essere masochista. Continuava a leggere, sperando che all'improvviso quelle parole si tramutassero in qualcos'altro, continuando lentamente a distruggere la sua persona. 
Sorrise amaramente, lasciando che una lacrima gli scivolasse sulla guancia. Stronzate. Per lui loro erano solo una stronzata, quindi. 
Rimase a fissare il nulla per un lasso di tempo indeterminabile. Neanche lui seppe per quanto. 
Non si mosse neanche quando sentì la porta aprirsi con uno scatto veloce. E neanche quando sentì che lui si stava avvicinando, portando con se il suo dolce profumo. Una frangranza che solo e soltanto lui sarebbe stato capace di avere. E solo sapere che lui era lì, gli faceva quasi male.
"Hey curly."
Lo salutò l'altro ragazzo, toccandogli la spalla, facendogli salire i brividi su tutto il corpo. Era sempre stato così, fin dal principio. Ma lui non si mosse, ancora lacerato dal peso di quelle parole. L'altro continuò a sfiorarlo, come se fosse fragile, di porcellana, quasi come se fosse un pacco fragile. 
E Harry continuò a sentire quei brividi ovunque. Quei maledetti traditori, che svelavano agli occhi di tutti ciò che sentiva. 
"Curly?!"
Continuò poi Louis, guardandolo. Perforandolo
"Perché?"
Sussurrò semplicemente il riccio, incapace di poterglielo urlare in faccia per bene, come in realtà avrebbe realmente voluto fare. 
E Louis si sedette vicino a lui, cercando di capire perché Harry fosse così assente. 
"Perché lo hai fatto?"
Sussurrò ancora, sentendo il cuore spappolarsi ancora e ancora. Ma Louis... lui non capiva, e a Harry questo faceva ancora più male. 
Come poteva non sapere? Come? 
"Harry?! Harry, mi dici che ti prende?"
Disse Louis, alzando la voce, scuotendolo per le spalle. Ed era preoccupato, perché sentiva un dolore al petto. Harry non poteva stare così.
"Un carico di stronzate, eh?"
Disse soltanto il riccio, guardandolo finalmente negli occhi blumarine. Erano una sorgente quegli occhi. Un'incredibile sorgente pura. O almeno così pensava Harry, nonostante lo stesse ferendo, facendogli uscire il sangue ovunque. Ferite ovunque aveva. 
" Non capisco Harry."
Disse soltanto il castano, fissandolo, quasi inespressivo, mentre dentro sentiva il cuore stringersi perché lui sapeva
Sapeva perché stava così. Sapeva perché quel viso di porcellana, ora era rosso, quasi di rabbia, frustrazione. E si sentiva un vero e proprio schifo, perché non sapeva neanche lui cosa poteva fare.
Ad Harry sorrise amaramente, indicandogli con un cenno della mano il computer poggiato sul tavolino in ventro davanti a lui. 
Louis si limitò ad inghiottire a vuoto, posando i suoi occhi davanti allo schermo illuminato, fisso su una pagina, in particolar modo su un suo tweet. 
Sentì la gola secca, improvvisamente. 
"Potevi dirmelo da subito che noi due siamo soltanto una stronzata"
Fu tagliente Harry. Tagliente quasi quanto le lame che lo trafiggevano dentro, nel profondo. 
"Cos'è Louis, ti faccio così schifo da rinnegarmi anche?"
Tagliente. Questa volta colpì nel profondo anche il castano, che si girò di scatto verso il riccio, guardandolo. 
E sentì il cuore fermarsi, perché Harry stava piangendo. Lui non doveva piangere. 
"Harry! Non... non piangere! Insomma, posso spiegarti! "
"Spiegarmi? Spiegarmi?! Spiegarmi cosa, eh?! Spiegarmi che stai solo prendendo in giro? Spiegarmi che in realtà tutti quei 'ti amo' erano soltanto parole dette al vento?!"
Urlò allora il riccio, alzandosi, diventando quasi minaccioso a causa dell'altezza recuperata. 
"Spiegarmi che per te ... che, che per te sono solo una stronzata?"
E la voce gli si incrinò, tradendo il suo spirito forte e ciò che l'aveva spinto ad urlare, nonostante stesse a pezzi dentro. Lacerato ovunque.
E gli scese una lacrima amara, che stonava con quel viso perfetto. 
Stonava con ogni sua piccola forma. Perché Harry non era fatto per piangere. No, Harry era fatto per sorridere, amare, far innamorare. 
E Louis sentì di nuovo il cuore martellare, perché nonostante tutto Harry gli faceva un certo effetto. E lo aveva fatto innamorare, manco fosse una dodicenne.
"Smettila."
Disse soltanto Louis, guardandolo. 
"Smetterla?! Smetterla io?! Ma cosa mi vieni a dire, eh?! Non sono di certo io quello che ha detto che noi siamo solo e soltanto una stronzata! Non sono di certo io quello che ha distrutto un cuore!"
Disse il riccio, dirigendosi nervosamente in cucina. Non riusciva a non alzare la voce. Gli faceva così male tutto quello, che non sapeva neanche lui come riusciva a dire tutto quello che pensava. 
"E poi, non sono di certo io quello che ha detto a tutti che non siamo mai esistiti."
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Louis si alzò di fretta, prendendolo per un polso.
"Ma la vuoi smettere?! Smettila di dire così!"
Gli disse, tirandolo ancora di più e sbattendolo con la schiena al muro, intrappolandolo tra le sue braccia. 
Ed Harry aveva il cuore che batteva veloce, perché avercelo così vicino faceva male. 
"Perché non capisci?! Perché?"
Disse Louis, abbassando lo sguardo, puntando i suoi occhi sulle mani del riccio che stringevano nervosamente l'orlo della maglia. Gli occhi cominciavano a pizzicare, ma lui non ci fece poi così caso. 
"Tu lo sai perché l'ho fatto. Lo sai che sono fissato. Lo sai che ho paura."
E il riccio si bloccò, perché lo sapeva.. Sapeva che Louis moriva di paura. 
"Semplicemente ho preferito scappare dalla realtà, perché lo sai che voglio essere considerato uguale. Solo che ... solo che gli altri non sono pronti. Non sono pronti a noi."
E Louis sentì una lacrima cadergli dalle lunghe ciglia, che inevitabilmente finì sulle mani del riccio, che velocemente se le guardò, sentendo lo stomaco contorcersi. Ed ebbe lo stesso pensiero di Louis, perché lui non poteva piangele. Lui doveva ridere e amare. Louis semplicemente non era fatto per le cose tristi. 
"Mi dispiace Harry."
Mormorò, appoggiando la testa sulla spalla del riccio. Ed Harry non potè che abbracciarlo, inglobando il suo calore e beandosi delle sue mani strette sulla vita, che lo legavano ossessivamente a se, come se fosse un orsacchiotto. 
"Ti amo Boo."
Disse Harry, sollevandogli la testa, facendo combaciare le loro fronti e i loro nasi, mentre i loro profumi e i loro respiri si fondevano, dando vita a quel loro sempre esistito.
"Ti amo anche io Harold. Prima, ora e per sempre."
E si sorrisero, perché non poterono che essere felici. Si amavano, e lo sapevano. Erano due calamite diverse, che se messe vicine, creavano un vortice attrattivo. Ed Harry lo baciò lievemente sulle labbra, chiudendo gli occhi, perché ogni contatto era speciale, speciale da causare a entrambi la pelle d'oca. 
"Me lo prometti?"
Gli sussurrò il riccio all'orecchio, aggrappandosi convulsamente alla sua maglia, come per non farlo andare più via. E Louis sorrise impercettibilmente a quella frase, inspirando forte il suo odore e lasciando che alcuni  ricci gli solleticassero il volto. 
"Te lo prometto." 
Gli sussurrò, lasciandogli poi un bacio sulle morbide labbra, aperte in un ampio sorriso. 
Perché infondo Louis ed Harry erano così: Due calamite. 
Dipendevano l'un l'altro, e se c'era Harry c'era anche Louis, e se c'era Louis c'era anche Harry. 
E così sarebbe sempre stato. 


 

  
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