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Autore: AuraDuchannes    16/02/2013    3 recensioni
Marley Rose, una vita difficile.
Un padre dipendente da droghe, una madre troppo debole.
Ma Marley sa che è tutta colpa sua. Marley sa di essere solo una ragazzina grassa che ha portato distruzione e infelicità nella sua famiglia.
E lei ora corre, correrà per restare... ferma.
Non si sa niente sul passato di Marley, così ho provato ad immaginare cosa potrebbe esserle accaduto di così grave da portarla ad un disordine alimentare.
Spero vi piaccia, recensite per qualsiasi dubbio, problema o critica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marley Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Running to stand still.


Oh no, Marley.
Sta succedendo di nuovo, vero?
 Ti senti una nullità.
Guardi quei corpi perfetti che ancheggiano nei corridoi della tua scuola.
Li guardi con bramosia, vorresti averceli tu quei corpi; ma non puoi.
 Sei grassa, sei una palla di lardo.
Inutile. Sei quanto più si avvicina all'inutilità totale.
I tuoi occhi si perdono in quelle forme così magre e perfette.
 Le gambe chilometriche, i glutei sodi e i seni, nonostante la complessiva magrezza, prosperosi e desiderabili.
Tu non hai mai avuto questa fortuna, vero Marley?
Tu sei sempre stata la ragazza con la madre grassa.
Anche tuo padre, lo diceva.
Diventerai proprio come tua madre, guarda quanto sei ingrassata.
Tu gli hai creduto. Tu amavi tuo padre, e gli hai creduto.
Sei corsa in bagno, ti sei guardata allo specchio e hai incontrato i tuoi stessi occhi.
Spaventati.
Pieni di terrore.
Ma l'hai fatto lo stesso. Hai unito indice e medio e, con la mano tremante, li hai infilati su per la gola.
E hai rigurgitato tutto, tutto quello che avevi in corpo.
Quel giorno probabilmente rigurgitasti anche l'anima, perché dopo non l'hai avuta più, un'anima.
Tuo padre lo sapeva che eri una nullità.
Te l'ha sempre detto, non è vero, Marley?
Dopo aver ingerito quantità esorbitanti di ecstasy, ti guardava, con quegli occhi vuoti.
Con le pupille che sembravano spilli. Ti guardava, e poi scoppiava a ridere.
Fai schifo. Sei grassa da far schifo.
Tu gli hai creduto. Gli hai sempre creduto. In fondo, lui era tuo padre, l'unico uomo della tua vita.
E poi, vedevi la sua mano stretta, a pugno. Chiudevi gli occhi, sapevi cosa ti aspettava.
Un colpo.
E' forte, non te lo aspettavi così forte. Ma tu sei così ingenua, non ti aspetti nulla di negativo.
Vero Marley?
Un secondo colpo.
Sputi sangue, non sai cosa ti sta succedendo. Ti stringi l'addome in una morsa d'acciaio.
Non vuoi più soffrire. Vuoi morire.
Un altro colpo.
Stavolta il tuo fisico non regge più. Ti accasci a terra, hai la vista appannata.
Tutto attorno a te ruota, forse è arrivata la tua fine. Forse finalmente te ne andrai da questo mondo orribile.
Tuo padre ti sferra un altro calcio, nel fianco. Ma tu non senti più dolore.
Ti sta urlando qualcosa, ma riesci solo a percepire "grassa".
Lo sanno tutti che sei grassa, Marley.
Te ne stai per andare, forse lassù smetterai di essere grassa.
Però c'è qualcosa che ti tiene ancora ancorata alla vita. Non capisci cos'è.
Vorresti essere lasciata in pace, vorresti solo chiudere gli occhi e smettere di soffrire.
Ma i singhiozzi di tua madre te lo impediscono.
Allora ti alzi, barcollante, e vai in cucina, dove tua madre è stesa supina sul pavimento.
Grossi lividi violacei le rovinano il volto, segnato dalle lacrime.
Gliele asciughi, con le dita tremanti, e poi apri un cassetto della cucina.
Un coltello.
Cosa vuoi fare, Marley?
Hai la vista appannata, non ti reggi in piedi. Guardi quel coltello che impugni convulsionamente.
Stai per dire addio alla tua vita.
Lo avvicini all'altezza del cuore, così sai che morirai sul colpo.
Non soffrirai, mai più.
Chiudi gli occhi, stai esalando il tuo ultimo respiro.
Ma poi, la porta di casa tua si spalanca di colpo. Un ragazzo dalla pelle scura si avvicina a te.
Altri uomini armati e in divisa vanno in salotto, a recuperare tuo padre.
E poi, corri. Scappi, vai via da quella casa. Vai via, perché sai cosa ti aspetta.
Sai che lui è morto, che lui ti voleva bene, che è tutta colpa tua.
Corri per i verdi prati di quelle villette a schiera che nascondono altri orrori, come la tua.
Corri fra le strade vuote alle due del mattino.
Stai correndo per restare ferma.

  
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