Un ringraziamento particolare va ad una persona che mi ha aiutata molto e ai suoi preziosi consigli.

Grazie, Shasa.

{Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare}

S. Kierkegaard

Solamente il rumore di un tuono destò il ninja, chino sul terreno fangoso, dal suo stato di trance.
Da quanto era lì?
Minuti, se non ore.
Per tutto quel tempo era rimasto immobile nello stesso punto e nessuno, passando di lì, avrebbe mai pensato che fosse stato vivo. 
Si sentiva a pezzi.

Quel giorno la pioggia aveva iniziato a scendere incessante dal cielo nuvoloso, trasformandosi in poco tempo in una vera e propria tempesta.
A Kakashi venne naturale pensare che le gocce d' acqua, che si scagliavano al suolo, fossero come dei kunai, scagliati a una velocità supersonica, e che il cielo fosse gli occhi bui e arrabbiati di Obito, che lo guardavano torvi e delusi da quello che avevano appena appreso.
E la luna?
Dov'era la luna quella notte?
La sfera pallida e fredda dalla bellezza eterea era forse scomparsa dalla volta celeste?
Lui sapeva perché non c’era: perchè Rin ormai non c’era più.
Rin, la ragazza che aveva promesso di proteggere, la dolce compagna di squadra , l' amica premurosa a cui teneva di più, era morta.
E lui non era mai riuscito a ringraziarla, a confessarle che le voleva bene davvero, a dirle che sebbene lei fosse il suo naturale opposto, insieme erano perfetti.
Si potevano paragonarsi all'inverno e all'estate: lui era tanto freddo tanto quanto lei era piena di vita.
Era diventato così strano il loro rapporto, tanto che lo shinobi, dotato di un’acuta intelligenza, era arrivato a pensare che quel rapporto non fosse più una semplice amicizia.
Ogni volta che Rin soffriva, era Kakashi ad abbracciarla goffamente rassicurandola con poche parole.
Quando Kakashi si chiudeva in se stesso, Rin aveva una magica chiave con la quale era in grado di aprire il suo animo.
Quella chiave era il suo amorevole sguardo che risplendeva di luce propria, proprio come le stelle, e quella notte non c’erano più nemmeno loro.
Lo sguardo di Rin era il suo dono.
Lei stessa era un dono per Kakashi, anzi il suo angelo.
Perchè in Rin non c'era niente di terreno.
Non c'era niente di ninja.
C'era solo qualcosa che lui non aveva e non avrebbe mai compreso.
Qualcosa di spirituale e celestiale.
Senza accorgersene, il suo mondo aveva iniziato a girare intorno a lei.
Senza accorgersene, se ne era innamorato, ma non glielo aveva mai confessato. Sperava che con il tempo lo avrebbe capito da sola, ma ormai era troppo tardi.
Il rimorso era troppo grande da poter tollerare per una sola persona.
Ma questa volta lei non ci sarebbe stata ad attenuarlo.
Quando si chiese se Obito avesse provato lo stesso rimorso prima di morire, scese una lacrima dal suo sharingan. Ma quella notte Kakashi pianse con entrambi gli occhi.

Si maledisse silenziosamente .
Il viso della ragazza che amava continuava ininterrottamente a comparire nei suoi pensieri.
Rimase incurvato sul terreno limaccioso sotto un peso troppo grande da reggere.
Rin non lo avrebbe più sostenuto, non più.
Alzò una mano tremante, accarezzando con le dita il nome sul feretro, esile e fragile quanto lo era l' anima di lei.
Può un nome racchiudere un' anima?
Non ebbe neanche il tempo di pensare ad altro quando una sola parola sfiorò la sua mente, per quanto misera.
Ma la compose sinceramente dentro di sé.
Perdonami.