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Autore: Najade    16/02/2013    1 recensioni
Akira è un mutaforma, condivide parte del suo DNA con quello di un lupo, la stessa forma che ha assunto per anni vivendo così in solitudine nella foresta fino a che un incontro inaspettato non gli ha fatto scoprire che in realtà è un essere umano.
Adesso frequenta un'accademia speciale per ragazzi come lui, ma per quanto provi a dimenticare il passato si trova sempre ad un passo da lui.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Come già spiegato nell'introduzione, Akira - mutaforma - ha vissuto la maggior parte della sua vita sotto forma di lupo, perciò la sua condizione "umana" comporta ancora degli svantaggi per lui.
!! Il personaggio è puramente inventato e di mia proprietà, il contesto -seppur non analizzato nel dettaglio - fa parte di un'idea più complessa che non mi appartiene; per info mandatemi pure un messaggio :3 Buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate ^^
E così erano trascorse anche quelle vacanze. Certo non si poteva dire le avesse passate con grande entusiasmo, festività in cui si esaltava il valore della famiglia e dell'affetto reciproco o meno; decisamente non era il suo ambiente, non adesso che la lontananza da Yui si faceva quasi sopportabile nonostante la costante apprensione che provava, ma - paradossalmente - quella fanciulla che gli stava così a cuore era più al sicuro trovandosi lontana da lui. Sfiga, eh? Non poteva fare ameno di soffermarcisi a riflettere, nonostante tentasse in ogni modo di tenere la mente occupata e rendere la sua permanenza lì utile a qualcosa; che poi ci fosse riuscito o meno, erano discorsi a parte, no? Per quanto si sforzasse, proprio non era in grado di distruggere quel muro che si era imposto da quando era arrivato all'accademia, mesi addietro; rifuggiva la compagnia tendendo costantemente ad isolarsi, ma non era quella in fondo la sua natura? Era sempre stato solo, sin da che ricordava: un lupo solitario, a tutti gli effetti. Quindi, perché cambiare? Perché andare contro ciò che era, che sentiva di essere? Ma c'era dell'altro, lo sapeva, perché allora si logorava tanto imponendosi di cambiare? Eppure, in fondo all'animo lo sapeva, era cosciente del fatto che non avrebbe potuto continuare così ancora per molto, aveva fatto una scelta da tempo; non se ne era reso allora, ma era stata una decisione che gli avrebbe cambiato la vita. Aveva salvato quella fanciulla, scegliendo di sua spontanea volontà di legarsi definitivamente col mondo degli "umani", dei bipedi; l'aveva aiutata, recidendo quel legame che ancora lo teneva stretto alla foresta. Bah. Sbatté un paio di volte le palpebre, rabbrividendo leggermente per un'improvvisa folata di vento entrata dalla finestra costantemente aperta; male, il suo corpo si stava sfiancando, anche senza pelo avrebbe dovuto resistere meglio contro il freddo. La tentazione di rimanere a letto non si fece sentire, odiava rimanere a poltrire infiacchendo così il suo fisico già danneggiato da quella quotidianità fatta di puro ozio; non v'era ancora abituato, né aveva intenzione di farlo. Arrancò fino al bagno, riuscendo ad aprire l'acqua anche con le dita impacciate dal sonno, magari avrebbe potuto andare a lezione giusto per non arrendersi dinnanzi la prospettiva del solito giro noioso: neanche quell'idea l'avrebbe allettato più di tanto se in un lampo di illuminazione non si fosse ricordato che la prima materia sarebbe stata quella di attacco. Beh, era fatta. Finì di abbottonarsi i jeans, litigando non poco con quei dannatissimi bottoni e si infilò una felpa pesante: ancora indossare indumenti lo irritava e limitava nei movimenti già precari. La prima cosa che notò, uscendo dalla camera, fu un curioso fogliettino che si mise a leggere: L...le-zi...lezione. Serve a qualcosa dire che passarono un paio di minuti prima che riuscisse a leggere l'intero avviso? Fatto sta che si diresse verso la palestra, camminando adagio per mantenere l'equilibrio e stando naso all'aria per fiutare ogni odore; se il controllo sul suo corpo era un poco migliorato, lo stesso non si poteva dire dei progressi fatti col suo potere nonostante l'incoraggiamento graditissimo del prof. Vabbè, tanto era lì per imparare, no? Lo strano felino che seguiva solitamente il prof lo vide arrivare e gli fece un cenno col maestoso muso verso il punto in cui il suo compagno e altri studenti già aspettavano. Li raggiunse. « Buongiorno. »
  
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