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Autore: acculturazione    16/02/2013    0 recensioni
Questa piccola One-shot racconta dei pensieri di Ron quando, dopo la furiosa litigata con Harry, se ne è andato dalla tenda lanciando il Medaglione addosso a Hermione... tutti lo incolpano sempre e gli danno del "debole" ma io la vedo in modo diverso, sono straconvinta che Ron abbia sempre dato tutto per Harry e per la loro amicizia, accontentandosi di stare in secondo piano. Si, ha sbagliato più di una volta, ma lo capisca: tutti hanno bisogno di un secondo per se stessi a volte, per sentirsi un po’ speciali.
Questa storia si classificata PRIMA al contest "Aforismi e citazioni... tribute to Oscar Wild" di KyraNott, e la cosa mi esalta tantissimo :D
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Essenziale
La foresta gelida era ricoperta di un delicato manto bianco, come le spose. Gli alberi dai tronchi neri si confondevano con il buio e lasciavano appena trapelare dagli alti rami alcune grosse gocce di pioggia che, una dopo l’altra, scioglievano il tappeto di neve. Un ragazzo, il cui fiato si condensava nell’aria ogni volta che respirava, vagava incessantemente facendo scricchiolare la coltre di neve fradicia sotto le sue scarpe malconce. I capelli rossi e umidi gli si appiccicavano alla fronte lentigginosa e ogni pochi minuti si fregava furiosamente gli occhi azzurri arrossati con il dorso della mano.
Camminava dritto verso l’ignoto con passo sicuro, come se il posto in cui volesse veramente stare non fosse quello che aveva appena lasciato. Quando fu abbastanza lontano dalla tenda e dai suoi abitanti si fermò, più sfinito dai sensi di colpa che gli mangiavano l’anima che dalla lunga marcia o dal freddo che la pioggia, che aveva ormai superato l’impiccio delle fronde e cadeva copiosamente, gli appiccicava addosso. Si appoggiò contro un tronco bagnato senza curarsi del gelo che gli intorpidiva le mani, chiuse gli occhi e puntò il viso pallido verso il cielo coperto, lasciando che le fredde gocce lavassero via gli ultimi rimasugli del pianto.
Lui se ne era andato.
Li aveva mollati.
Aveva abbandonato Hermione.
Ma soprattutto Harry.
Gli avvenimenti di poco prima continuavano a lampeggiare nelle sue retine e gli insulti con il suo migliore amico gli rombavano nelle orecchie, mentre il ricordo del viso terrorizzato di Hermione gli sconvolgeva lo stomaco. Nuove lacrime gli rotolarono per le guance, senza che Ron potesse fermarle. Quella situazione gli ricordava orribilmente il periodo del Torneo Tremaghi: era la seconda volta che piantava in asso Harry, ma adesso non aveva proprio più nessuno.
Fece un profondo respiro prima di chiedersi brevemente se fosse abbastanza lucido da Smaterializzarsi, un secondo prima di provarci gli balenò in mente il giorno in cui Ginny, subito prima della Prima Prova del Tremaghi, pensierosa e seria gli disse “Ron, anche se a mio avviso stai facendo una grandissima idiozia con Harry, credo che chiarirete, e che tu sia l’esempio dell’amico perfetto. Ho letto da qualche parte che <Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti>, se c’è qualcuno che conosce in ogni sua stranezza Harry, quello sei tu, e gli sei stato accanto sempre. Però adesso smettila di fare lo scemo, va’ da lui e digli quanto cavolo ti manca!”
Ginny si sbagliava, si disse tristemente Ron girando su stesso pensando “Villa Conchiglia” , sono un pessimo amico, e un debole... ma tornerò comunque da loro, troverò il modo, sperando che mi perdonino.
 
 

“Lui.. Be’, si vede che lo sapeva, che vi avrei piantato in asso”
“No. Si vede che sapeva che saresti voluto tornare”
Albus sorrise sereno sentendo quello scambio, si, lui lo sapeva.
E sapeva anche che Ron era essenziale nel trio e che Ginny aveva ragione.
Ron era un vero amico ed era grazie a lui, alle sue battute e al sua comportamento,
che quei tre rimanevano uniti.
Lui era rimasto accanto ad Harry nonostante tutti i suoi problemi,
le sue stranezze,
i suoi scatti d’ira. E sarebbe tornato.


 

Infine, al primo posto abbiamo: Madama Tonks con 68.7 


Grammatica: 14,7/15 
“Che tu sei” è congiuntivo, andrebbe “Che tu sia” - 0,3 
A parte questo, non ho trovato altro da segnalarti. 

Caratterizzazione personaggi: 20/20 
Mi è piaciuta la tua caratterizzazione di Ron, la ritengo molto simile all’originale e credo che i suoi pensieri, dopo aver abbandonato Harry ed Hermione, potrebbero benissimo essere stati questi. 

Stile: 9/10 
Lo stile era un po’ “leggero”, ma molto gradevole da leggere, ho inoltre apprezzato la piccola parte del testo originale che hai riportato alla fine del brano. Inoltre, ti faccio i miei complimenti per il modo in cui hai reso la storia introspettiva senza farla risultare pesante e monotematica. Brava! 

Utilizzo frase: 5/5 
La frase è utilizzata bene, ragion per cui ecco a te i cinque punti. 

Gradimento personale: 20/20 
Mi è piaciuta, benché non ami particolarmente il personaggio di Ron, perché sei riuscita a rendere bene i suoi pensieri e sentimenti e, inoltre, hai scelto un momento molto originale, che quasi nessuno prende in considerazione. 

Totale: 68,7/70 

 

  
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