Camminava dritto verso l’ignoto con passo sicuro, come se il posto in cui volesse veramente stare non fosse quello che aveva appena lasciato. Quando fu abbastanza lontano dalla tenda e dai suoi abitanti si fermò, più sfinito dai sensi di colpa che gli mangiavano l’anima che dalla lunga marcia o dal freddo che la pioggia, che aveva ormai superato l’impiccio delle fronde e cadeva copiosamente, gli appiccicava addosso. Si appoggiò contro un tronco bagnato senza curarsi del gelo che gli intorpidiva le mani, chiuse gli occhi e puntò il viso pallido verso il cielo coperto, lasciando che le fredde gocce lavassero via gli ultimi rimasugli del pianto.
Lui se ne era andato.
Li aveva mollati.
Aveva abbandonato Hermione.
Ma soprattutto Harry.
Gli avvenimenti di poco prima continuavano a lampeggiare nelle sue retine e gli insulti con il suo migliore amico gli rombavano nelle orecchie, mentre il ricordo del viso terrorizzato di Hermione gli sconvolgeva lo stomaco. Nuove lacrime gli rotolarono per le guance, senza che Ron potesse fermarle. Quella situazione gli ricordava orribilmente il periodo del Torneo Tremaghi: era la seconda volta che piantava in asso Harry, ma adesso non aveva proprio più nessuno.
Fece un profondo respiro prima di chiedersi brevemente se fosse abbastanza lucido da Smaterializzarsi, un secondo prima di provarci gli balenò in mente il giorno in cui Ginny, subito prima della Prima Prova del Tremaghi, pensierosa e seria gli disse “Ron, anche se a mio avviso stai facendo una grandissima idiozia con Harry, credo che chiarirete, e che tu sia l’esempio dell’amico perfetto. Ho letto da qualche parte che <
Ginny si sbagliava, si disse tristemente Ron girando su stesso pensando “Villa Conchiglia” , sono un pessimo amico, e un debole... ma tornerò comunque da loro, troverò il modo, sperando che mi perdonino.
“Lui.. Be’, si vede che lo sapeva, che vi avrei piantato in asso”
“No. Si vede che sapeva che saresti voluto tornare”
Albus sorrise sereno sentendo quello scambio, si, lui lo sapeva.
E sapeva anche che Ron era essenziale nel trio e che Ginny aveva ragione.
Ron era un vero amico ed era grazie a lui, alle sue battute e al sua comportamento,
che quei tre rimanevano uniti.
Lui era rimasto accanto ad Harry nonostante tutti i suoi problemi,
le sue stranezze,
i suoi scatti d’ira. E sarebbe tornato.
Infine, al primo posto abbiamo: Madama Tonks con 68.7
Grammatica: 14,7/15
“Che tu sei” è congiuntivo, andrebbe “Che tu sia” - 0,3
A parte questo, non ho trovato altro da segnalarti.
Caratterizzazione personaggi: 20/20
Mi è piaciuta la tua caratterizzazione di Ron, la ritengo molto simile all’originale e credo che i suoi pensieri, dopo aver abbandonato Harry ed Hermione, potrebbero benissimo essere stati questi.
Stile: 9/10
Lo stile era un po’ “leggero”, ma molto gradevole da leggere, ho inoltre apprezzato la piccola parte del testo originale che hai riportato alla fine del brano. Inoltre, ti faccio i miei complimenti per il modo in cui hai reso la storia introspettiva senza farla risultare pesante e monotematica. Brava!
Utilizzo frase: 5/5
La frase è utilizzata bene, ragion per cui ecco a te i cinque punti.
Gradimento personale: 20/20
Mi è piaciuta, benché non ami particolarmente il personaggio di Ron, perché sei riuscita a rendere bene i suoi pensieri e sentimenti e, inoltre, hai scelto un momento molto originale, che quasi nessuno prende in considerazione.
Totale: 68,7/70