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Autore: Shinkocchi_    16/02/2013    3 recensioni
"C’era un tempo in cui la nostra stirpe regnava su questo mondo, in cui eravamo potenti.
Tuttavia, nemmeno allora ho mai compreso sul serio il motivo di quella guerra fra le nostre razze.
Angeli e uomini. Così diversi, eppure simili…
Tu me lo sai dire, Takuto, il motivo per cui ci siamo tanto odiati? "
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[KyouTaku]
La fiction è basata su "Sousei no Aquarion", perchè avevo tanta voglia di angst *coff (I dettagli nelle note).
Beh. Buona lettura.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'KyouTaku .: Rhapsody :.'
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Allora. Prima che leggiate, devo fare qualche precisazione. La fic è stata un colpo di testa assurdo (?) ed è basata sull'anime "Sousei no Aquarion", con Shindou e Tsurugi ad interpretare i protagonisti, risprettivamente Celiane/Silvia e Apollonius/Apollo. Per chi conoscesse la storia, beh, meglio così u.u ma nel caso invece non abbiate idea di cosa io stia parlando vi lascerò qualche indicazione fondamentale per capire tutto al meglio.
Qua potrete trovare la trama dell'anime ( 
http://it.wikipedia.org/wiki/Aquarion ) tuttavia, vi faccio un leggero resoconto...

Tutto è incentrato sulla lotta fra gli angeli e gli uomini. Apollonius è un angelo, che per amore della guerriera mortale Celiane tradì la propria razza, schierzandosi al fianco degli umani. Tuttavia, in seguito, perse volontariamente le ali per salvarle la vita e si sacrificò per proteggere l'umanità u.u Dopo 12.000, le loro reincarnazioni, Apollo e Silvia, si incontrano, e si innamorano nuovamente, pur non avendo alcun ricordo del passato. In questo caso, mi sono basata sull'ultimo episodio, anche se man mano che scrivevo, ho deciso di cambiarlo (?) e vi sono diverse citazioni dell'anime, partendo dal titolo fino alle frasi finali. Il tutto è raccontanto dal punto di vista di Tsurugi, e non so esattamente il motivo per cui ho scelto loro due; so solo che ci stavano bene nella mia testolina votata al tanto angst (?). Premetto, inoltre, di essere orribilmente insicura sul risultato su questa fic, quindi, ogni parere è estremamente ben accetto, PLS (I need your help [?]). Spero di essere stata abbastanza chiara nella mia brevità, nel caso contrario, fatemi sapere :"DDD

Buona lettura.
*










Una lettera d'amore lunga dodicimila anni







 
 
Fiori come stelle. Sia in cielo che in terra.

C’era un tempo in cui la nostra stirpe regnava su questo mondo, in cui eravamo potenti.

Tuttavia, nemmeno allora ho mai compreso sul serio il motivo di quella guerra fra le nostre razze.

Angeli e uomini. Così diversi, eppure simili…

Tu me lo sai dire, Takuto, il motivo per cui ci siamo tanto odiati?

Nemmeno questo ricordo, eppure lo ricordo ancora perfettamente, lo sguardo fiero e orgoglioso che avevi quando brandivi la spada contro di me, proteggendo i tuoi ideali, il tuo mondo.

Io non ho mai fatto parte, del tuo mondo. Sei sempre stato così lontano che a malapena potevo sfiorarti…

Eppure, vuoi dire che anche allora era un’illusione, la tua mano stretta nella mia, i nostri sguardi intrecciati?


Un tempo il sole era più vicino e tu lo guardavi assieme a me, mentre le tue labbra si piegavano in un leggero sorriso. Mi ripetevi sempre che lo amavi perché ti ricordava il colore dei miei occhi. Continui a dirmelo tutt’ora.

Se non ti avessi incontrato, sarei rimasto per sempre solo l’angelo del massacro…

Ti ho amato. Ti ho amato da morire. Dodicimila anni fa sono morto per te.

Eppure, non mi sono mai pentito, quel giorno, di essermi fatto strappare le ali per salvarti. Perchè dal primo momento in cui ti ho incontrato, la musica non ha mai smesso di suonare nell’inferno di cui sono sempre stato prigioniero.

Morire per ciò in cui ho deciso di credere fino all’ultimo. Dimenticare ogni cosa. Rinascere e incontrarti. Innamorarmi nuovamente di te.

Dio può essere estremamente benevolo e crudele allo stesso tempo. Tu ne sei la prova.

Perché, nonostante siano passati dodicimila anni, tutto ciò non è mai cambiato, Takuto. Ti ho sempre amato dal giorno in cui ci siamo conosciuti…

 
…ora fa un po’ freddo…e c’è così buio…la mia vista è sempre stata così sfocata?

Sento qualcosa di caldo, bagnato, sulle mani, sul viso…sta già piovendo?

“Kyo…Kyousuk- ehi! EHI!” mi scuoti piano, tremando, con le mani sporche del mio sangue, mentre il tuo viso viene rigato da tante, troppe lacrime…

Non ho mai sopportato di vederti piangere, dannato stupido che non sei altro. Così maledettamente debole, emotivo, fai sempre tanto la persona matura, e poi scoppi a frignare per un nonnulla.

Idiota…

…scusami. Ti lascio un’altra volta da solo. Scommetto che adesso sarai di nuovo arrabbiato, eh? In fondo hai sempre da ridire su tutto quello che faccio.

Ah…scusa. Scusami davvero per tutto. Prima che ogni cosa giunga alla fine avrei ancora così tanto da dirti…

Vorrei domandarti se, almeno un po’, te li ricordi ancora quei giorni lontani.

Però, abbi fiducia. Lo so che, nonostante i tuoi continui rimproveri, tu credi in me.

Solo…ancora un po’…ancora…un po'.

“Kyousuke…” e smettila di piangere in quella maniera così stupidamente imbarazzante, di guardarmi con quello sguardo distrutto, di carezzare il mio viso con le mani, con le labbra…così non fai altro che rendere tutto più difficile…

Voglio poterti sorridere in questo instante, non piangere…

“…ancora un po’…aspettami, Takuto.”

Il sapore nostalgico del tuo profumo…non lo dimenticherò mai.


Kyousuke, riesci a ricordare, il giorno in cui il mondo ebbe inizio?


Sì, solo un altro po’…


 

E se siamo fortunati, fra altri dodicimila anni, ci rivedremo ancora.











 

 
 
 
  
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