Camminava a testa bassa, il ciuffo di capelli le ricadeva delicatamente sul volto.
Era una giornata cupa e nuvolosa in pieno novembre, e una passeggiata era l’ideale per rilassare i nervi. Alzò leggermente il capo per leggere cosa c’era scritto sul cartello al quale si trovava davanti.
‘VIA del PIAVE’
Tornò a guardare a terra, incerta se imboccare la stradina o no, poi a un tratto un pensiero le balenò in testa e continuò a camminare sulla sua strada. Era strano come pensare a lui la facesse stare bene, eppure era così e non poteva farci nulla.
«Ehi!» quella voce, l’avrebbe riconosciuta ovunque. Si girò incerta e scorse un sorriso sul volto del ragazzo. Sorrise anche lei di rimando. «Ciao!»
Lo vide avanzare incerto verso di lei per poi posarle un leggero bacio sulla guancia.
«Come mai da queste parti?» le chiese sistemandosi i capelli con un colpo di capo. «Passavo per caso, avevo voglia di camminare un po’.» rispose imbarazzata lei. Continuava ad accertarsi del fatto che il destino li voleva far incontrare, ormai nulla le sembrava più una coincidenza.
Lui sorrise di nuovo, così da mandarle nuovamente il cervello in tilt, e poi replicò. «Capisco.. beh mi ha fatto piacere incontrarti, devo andare però, altrimenti domani non mi troverai vivo.» Accennò una piccola risata. «Non preoccuparti, ci vediamo domani.» disse sorridendo a sua volta.
Si scambiarono un ultimo sguardo prima che lui imboccasse la vietta preceduta dal cartello che lei aveva osservato prima. Lo guardò allontanarsi sentendo le guance andarle a fuoco, non riusciva mai a resistere a quello sguardo, e mai ci sarebbe riuscita.

and then a voice comes though my head saying "why are you just friends if you love him?"
i stop and think about it, about you and me and her.


if we were together we'd  watch films on Saturday nights,
 you'd make me forget of every problem
with your funny way of laughing
we'd share things and go for long walks while standing hand in hand
we'd be so cute and sweet and lovely and just so beautiful (it would be love) 
 

Continuò a camminare senza meta per un’oretta buona, continuando a pensare a lui, a loro, ma anche a lei.. lei che era la sua migliore amica da sei anni. Odiava sempre più quella situazione.
Si ripeteva di continuo che se era andata così era così che doveva essere e che non aveva senso piangersi addosso. Amava una persona che non avrebbe mai ricambiato il suo sentimento, ma pur sapendolo lei continuava a sognare. Continuava a vedere loro due insieme, continuava ad immaginarsi i sabato sera passati a guardare vecchi film e a ridere e scherzare dimenticandosi di ogni problema. Si immaginava di camminare mano nella mano con lui, mentre il vento scompigliava i capelli a entrambi. Sarebbero stati la coppia perfetta, sarebbero stati adorabili, sarebbero stati bellissimi, se solo fossero stati insieme.

Ricordava ancora il giorno in cui il suo cuore si spezzò definitivamente.Era il quattordici febbraio, il giorno di San Valentino.
Lei era lì e li guardava. In fondo sapeva che sarebbe andata a finire così, lui la vedeva come un’amica, solo un’amica.
Stavano parlando allegramente quando la persona che lei conosceva meglio di sé stessa si mise in mezzo a loro, gli buttò le braccia al collo urlando un ‘Ti amo, scusa se non te l’ho detto prima.’.
Il suo sorriso si spense e il gesto del ragazzo la sorprese notevolmente, quello era il colpo di grazia. Prese le mani alla ragazza e poggiò le sue labbra su quelle della bionda.
Lei si sentì mancare l’aria, ma cercò di non darlo a vedere mentre i due innamorati si allontanavano mano nella mano.
Sarebbe dovuta esserci lei al suo posto, sarebbe dovuta essere lei a stringere la sua mano.
Ecco perché odiava San Valentino.
Nonostante tutto però lei continuava a sognare e fantasticare su come sarebbe stato se al posto di Barbara, la sua migliore amica, ci fosse stata lei.

Continuava a vedere i suoi occhi, il suo sorriso, li vedeva ovunque. In realtà non sapeva se fosse amore, forse era una semplice cotta-barra-ossessione, o forse non voleva accettare il fatto di essere innamorata di lui.