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Autore: Book boy    17/02/2013    1 recensioni
Un cavaliere Ussaro, temprato da anni di combattimenti a cavallo e veterano delle campagne napoleoniche, prende parte a una carica di Ussari, che si rivelerà una grande vittoria.
Genere: Azione, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Periodo Napoleonico
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La mattina era soleggiata: Nell'aria si respirava un odore acre, sterco di cavallo. Il reggimento di cavalleria stava avanzando verso l'esercito nemico, composto da poco più di 2000 uomini, tutti fucilieri. Gli Ussari erano circa 800, perciò in inferiorità numerica, ma i fuciieri austriaci non si aspettavano l'arrivo di quei cavalieri napoleonici, perciò avrebero avuto dalla loro parte l'effetto sorpresa. Tra questi vi era un cavaliere veterano delle campagne napoleoniche e temprato da decine di battaglie, Igor. Kabol era al trotto, come tutti gli latri cavalli. Lui era un andaluso molto bello, bianco chiazzato da alcune macchie nere quà e là per tutto il corpo. A cavalcarlo vi era un bell'uomo, sui 25 anni, ma ce aveva una barba molto corta, con due bei baffi, gli occhi color nocciola e i capelli castano scuro, quasi neri coperti da un copricapo molto particolare, tipico degli Ussari della cavalleria di Napoleone Bonaparte. I cavalieri procedevano al trotto, avvicinandosi passo dopo passo al nemico, che ormai si poteva vedere in lontananza. Ad un tratto il comandante diede un ordine e gli Ussari partirono al galoppo. -Forza Kabol, amico mio...- Lo incoraggiava Igor. Galopparono per circa 500 metri, dopo di che arrivò un altro ordine, quando ormai il nemico non era a più di 200 metri -Carica!- Gli Ussari innalzarono in aria un grido di bataglia e, sguainando le sciabole si precipitarono verso il nemico. Igor estrasse la sciabola dal fodero attaccato alla cintura e, dopo essersi assicurato la dragona al polso, cosichè non ci fosse stato il rischio di perdere la spada una volta trafitto un avversario, la innalzò al cielo, con la punta verso il nemico, pronto a combattere. I fucilieri vedendo arrivare quella carica di cavalleria si misero in posizione di tiro, pronti a sparare una salva di proiettili. Igor si preparò all'impatto. I fuciieri aprirono il fuoco e svariate decine di cavallieri caddero a terra, morti, ma molti caricarono. L'impatto fu talmente duro che molti fucilieri furono sbalzati a molti metri di distanza. Igor menò un poderono fendente con la sciabola che squarciò il petto a un nemico, poi si girò e con un affondo ne uccise un altro, dopo di che proseguì al galoppo verso il centro dello schieramento nemico, menando fendeti a destra e a manca, falciando i nemici. Si fermò di fronte a tra soldati in fila che avevano preso la mira verso di lui, pronti a premere il grilletto dei loro mochetti, ma lui all'ultimo momento scartò di lato e i colpi andarono a vuoto, poi li caricò, facendoli capitolare a terra. Ne trafisse uno, poi proseguì e raggiunse altri soldati e continuando a menare colpi su colpi con la sua affilatissima sciabola, raggiunse un comandante. Quest'ultimo imbracciava una pistola a pietra focaia, che puntò immediatamente vers di lui, ma Igor fulmineò menò un affondo nella direzione dell'ufficiale e la lama raggiunse il suo obbiettivo. Dalla bocca del austriaco fuoriuscì un fiotto di sangue vermiglio, poi chiuse gli occhi e cadde a terra. Una volta estratta la spada sanguinante dal cadavere dell'avversario igor fece voltare il cavallo e guardandosi intorno notò che gli Ussari stavano compattendo come dei forsennati, ma i fucilieri, con le baionette si difendevano egregiamente. Mentre Igor osservava lo scontro che si stava combatetendo intorno a lui, a pocchissimi passi di stanza da lui e dal suo cavallo qualcuno esplose un colpo di fucile che fece impennare il cavallo per lo spavento. Igor non aspettandosi una reazione del genere fu disarcionato ma una piede gli rimase imbrigliato nella staffa destra, perciò quando il cavallo corse via spaventato si portò dietro anche il cavalierie. Igor fu sballotato a destra e a sinistra, senza riuscire a divincolarsi dalla staffa. Per fortuna però la dragona gli aveva tenuto saldamente attaccata la sciabola al polso, quindi la impugnò e alzandola verso la staffa la infilò tra quest'ultima e il piede intrappolato e inizià a tagliare il cuoio. Dopo pochi attimi diede un colpo di netto e il piede si liberò, facendo fare capriole su capriole ad Igor per fermarsi. Andò a schiantarsi contro una roccia, che gli diede la possibitlità di fermarsi. Tossì un paio di volte poi iniziò a tirarsti in piedi, facendo forza colele braccia sulla roccia. Infine riuscì ad alzarsi in piedi e tenne in mano saldamente la sua spada e si gurdò intorno. Ovunque vi erano scontri e piccoli combattimenti tra gli Ussari e i fucilieri. Un austriaco lo vide e subito lazò il fucile nella sua direzione, ma lui con una "spaccata a fondo" lo trafisse e il proiettile fu sparato in aria. Igor poi vide il suo cavallo che galoppava intorno al camo, spaventato a morte -Kabol!- Urlò Igor correndogli incotrò. Il cavallo nitrì e riconoscendo una voce amica si avvicinò al suo cavaliere e si lasciò montare. La battaglia proseguiva e Igor combatteva allo stremo delle forze. Dopo poco tempo però i fucilieri iniziarono a battere in ritrata, gli Ussari avevano vinto. Il loro compito era di impedire al quel esercito di 2000 uomini di andare in supporto alle truppe austriache impegnate nella battaglia di Austerliz.. Igor accarezzò Kabol e poi gli disse ad un orecchio -Bravo Kabol, ottimo lavoro, come sempre.-
  
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