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Autore: S_Lion597    17/02/2013    1 recensioni
Un nome che non avrebbe mai potuto riconoscere come suo riecheggia nel'udito del lupo, prima che questo, in un lungo ululato, rivolga il muso insanguinato alla Luna piena che troneggia nel cielo nero.
«Remus.»
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“Sangue. Tanto sangue. Forse troppo.
Catene spezzate e il mostro ad esse legato finalmente libero.
Graffi su graffi. Artigli che cercano carne in cui affondare, fauci che bramano una preda intorno a cui serrarsi. La bestia che non avendo ciò che desidera, si ritrova ad auto-lesionarsi pur di calmare gli istinti che la dominano.
Un grido squarcia l'aria calma della notte e tutto finisce.
L'animale si acquieta mentre la sua attenzione si rivolge al suono. Le orecchie si tendono, il muso si rivolge al cielo, alla ricerca di un ulteriore minimo rumore. Passi lenti, di qualcuno che si allontana sperando di non essere notato. Un ramo spezzato. Passi più veloci, traditori. Pietre calpestate che affondano in un ruscelletto poco lontano. Il fruscio innaturale delle foglie mosse da qualcosa di più violento di una brezza serale. Una corsa, la fuga per salvarsi. E la preda viene individuata.
Un ululato squarcia l'aria, due, tre volte, e il lupo parte in rincorsa.
Caccia.
Gli artigli veloci graffiano il terreno, le zampe mostruose marcano il fango denso, il muso viene teso in avanti nell'atto di fiutare qualsiasi odore, le orecchie attente seguono ogni passo disperato di una preda che poteva considerarsi già morta.
Il mostro esulta, ghigna quasi, mentre percepisce il suo obiettivo avvicinarsi, la stanchezza nella membra del suo avversario.
Si arresta all'improvviso quando la vede davanti a sé.
Vicolo cieco. Pietre e vegetazione fitta sbarrano qualsiasi possibile via di salvezza. Il respiro dell'animale si calma. L'aria immessa nei suoi polmoni sembra duplicarsi mentre inspira a fondo l'odore del suo bottino. Umano. Donna.
I vestiti a brandelli per la corsa in mezzo a quelle terre selvagge coprono a malapena qualcosa del suo corpo lacerato. Gli occhi profondi sono sgranati dalla paura e dalla consapevolezza di ciò che sarebbe avvenuto. Il respiro accelerato dai singhiozzi che la scuotono. Le mani si contorcono frenetiche nell'attendere la fine, mentre le gambe ancora seguono inutilmente l’istinto di scappare.
I muscoli della bestia si tendono e scattano all'improvviso.
Gli artigli squarciano la carne, perforano la pelle, strappano i muscoli mentre le urla uccidono il silenzio. Il muso si fa strada fra gli strati di stoffa e tessuti fin quando le fauci si aprono e si chiudono intono alla preda tanto attesa. I gorgoglii e i versi della bestia che si ciba riempiono l'aria e le urla si affievoliscono lentamente lasciando posto ad un ultimo sussurro della donna che spira.
Un nome che non avrebbe mai potuto riconoscere come suo riecheggia nel'udito del lupo, prima che questo, in un lungo ululato rivolga il muso insanguinato alla Luna piena che troneggia nel cielo nero.
«
Remus.»”



Remus Lupin si svegliò ansante nel suo letto, scattando a sedere. Le mani piegate come artigli a stringere il coprimaterasso, le lenzuola imbrattate di sudore attorcigliate come catene ai suoi piedi. Un lungo singhiozzo gli sfuggì dalle labbra mentre, scalciando velocemente per liberarsi del tessuto ai suoi piedi, raccoglieva le ginocchia al petto e premeva con forza i palmi delle mani sugli occhi come a fermare il fiume di lacrime che aveva iniziato a bagnargli il volto stanco e terrorizzato. Si strinse violentemente i capelli grigiastri tra le dita quando anche i singhiozzi presero a far tremare il suo corpo malandato.

Si girò di scatto spaventato, quando una mano gli strinse delicatamente il braccio sinistro. Era una presa gentile, calma, che lo tranquillizzò.
Tonks si era seduta a gambe incrociate di fianco a lui e lo guardava preoccupata, quasi aspettandosi una reazione brusca. Dopotutto non sarebbe stata la prima volta. Non l'aveva mai detto a nessuno, non ne avevano mai parlato, ma lei aveva ben capito cosa tormentava Remus durante notti come quelle. Rimaneva sempre terrorizzata in quei momenti, perché lui si chiudeva in sé stesso, nei suoi pensieri, nelle sue paure sulla sua natura. La ragazza, allora, poteva solo seguirlo da lontano con lo sguardo, aspettando che il ghiaccio nei suoi occhi ambrati si sciogliesse e lui tornasse caldo, dolce quando la guardava, la stringeva o le donava un bacio a fior di labbra.
Si avvicinò di più al suo compagno, lentamente, posandogli una mano sul ginocchio mentre l’altra risaliva lievemente il suo braccio. Gli segnò sempre delicatamente i muscoli della spalla, per passare alla pelle delicata del collo e seguire con la punta delle dita il percorso di una vena che sembrava pulsare impazzita sotto il suo tocco. Gli accarezzò piano la guancia passando il pollice sullo zigomo umido, raccogliendo le lacrime che non smettevano di cadere.
Era attenta nei gesti, come non la si vedeva mai in altri momenti. Sembrava studiare meticolosamente ogni centimetro della pelle che le scorreva sotto al tatto.
L'uomo trattenne bruscamente il respiro prima di gettarsi all'improvviso su lei, prendendole il viso tra le mani grandi. Il bacio che ne seguì non aveva niente di dolce. Era struggente, logorante, carico di disperazione in ogni suo gesto. Le morse forte il labbro facendola gemere per il dolore, aprendole la bocca per far incontrare le lingue in una danza irruente, quasi nuova per loro, per lui che era sempre stato estremamente leggero.
Tonks, sorpresa, rispose per qualche istante al bacio perdendosi in esso, prima di riemergere staccandosi dalle sue labbra screpolate e racchiudendogli dolcemente i polsi nelle sue mani per allontanarlo.
Quando riaprì gli occhi, Lupin la guardava con gli occhi lucidi, quasi spaventato da quello che aveva fatto, da come aveva reagito quando l'aveva vista viva e calda accanto a sé. I suoi ultimi singhiozzi si spensero mentre però il tremore aumentava, temendo il rifiuto della donna. Dora gli sorrise, liberandogli i polsi e passandogli un mano fra i capelli disordinati prima di posargli l’altra sua guancia e riavvicinarsi a sfiorargli piano le labbra in un bacio a stampo.

-Piano Remus.- Gli sussurrò ancora vicina, sulle sue labbra, perdendosi nei suoi occhi chiari.

Abbozzò un sorriso prima di stringersi a lei che gli fece appoggiare la testa sul suo seno per poi trascinare i loro corpi fino a ristendersi sul materasso.
Lupin si avvicinò di più a lei e la ragazza non si lamentò quando sentì le dita di lui affondare nei suoi fianchi per stringerla a sé. Persino in quei momenti così fuori dal loro controllo, Remus si teneva sempre ben chiaro il limite entro cui una stretta poteva divenire dolorosa.
Era attento, premuroso.
Sistemò meglio la testa sul suo seno respirando a fondo il suo profumo dal tessuto del pigiama mentre la donna gli accarezzava piano i capelli, le braccia e il petto graffiati, fino all'addome. L'uomo non si accorse di star trattenendo il fiato fin quando non espirò tutta l'aria che aveva in corpo sul collo sensibile della ragazza che rabbrividì.
La voleva. La voleva con tutto sé stesso ma si convinse subito di non potere, di non essere in grado quella notte, non dopo aver fatto un sogno simile su di lei e aver perso il controllo come poco prima.
Sperando per la prima volta che lei lo trattenesse, iniziò a staccarsi lentamente, cercando di andarsene da quell'abbraccio così desiderato, o almeno provando a mettere distanza fra il corpo della donna che stava iniziando a muoversi contro il suo già caldo.
Lei lo afferrò per la maglietta quando sentì la presa sui suoi fianchi allentarsi. Sapeva che stava iniziando a chiudersi e non aveva alcuna intenzione di permetterglielo. Gli strinse il tessuto fra i pugni, tenendoselo vicino al viso, mentre lui combatteva fra il desiderio di ricambiare quella stretta e la paura di fare qualcosa di cui non avrebbe avuto il controllo.
 
-Dora, io...- Tentò, per far cedere la ragazza e in parte anche sé stesso.
Ma lei lo fermò subito posandogli due dita sulle sue labbra: -Non stasera, Remus, ti prego.- Lo supplicò facendo aderire ancora i loro corpi pieni di desiderio.
Il respiro si spezzò ad entrambi quando i loro bacini entrarono in contatto. Tonks rialzò la testa dal suo petto, guardandolo negli occhi con la determinazione e la cocciutaggine che lui aveva imparato ad amare.
 
-Sono qui, Remus. Sto bene. Ti voglio.-
Erano poche parole, ma Remus cedette.

“The chill in my veins relieves me from pain, again and again,
I lose all control, you’re taking your toll, and I'm no longer sane,
Don’t be afraid, the love that I show is the love that you made,
So don’t be afraid, you’re in control, I'm just your slave”

(Rose-The Feeling) 

 

   
 
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