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Autore: Natsuki Nagoya    18/02/2013    2 recensioni
Sunohara non ha mai dimenticato la donna per cui si era preso una cotta a causa di uno scherzo di Okazaki.
Non gli importa se è sposata, desidera solamente averla per sè...
"La tirò a sè, cercando di avvicinarsi al letto, e in pochi minuti era steso sopra di lei, mentre con le labbra le baciava il collo e con una mano le accarezzava i capelli."
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sanae Furukawa, Youhei Sunohara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Temporale.
Ultimamente il tempo era sempre così, a Yokohama*.
Sunohara passava le sue giornate saltando la scuola, dormendo tutto il giorno e litigando in continuazione con Misae. Per lui il tempo aveva smesso di andare avanti quando aveva scoperto che la donna che amava era in realtà la madre di una sua amica.
Sanae, la sua bellissima e dolcissima Sanae, in realtà apparteneva a qualcun altro. Non avrebbe mai potuto accarezzare i suoi capelli dorati, stringerle la mano e passare il resto della sua vita con lei. Tutto questo non gli era concesso e lo distruggeva. Lo distruggeva dentro.
Ormai non parlava più nemmeno con Tomoya e lo detestava, lo detestava infinitamente per quello che gli aveva fatto: prenderlo in giro fino a questo punto, fino a farlo innamorare di una donna sposata e portarlo a soffrire in questo modo.
Fuori continuava a piovere e ciò rendeva il ragazzo ancora più triste.
Steso sul suo letto, soltanto con un paio di boxer e una felpa blu, Sunohara sfogliava lentamente una rivista hot, immaginando la sua Sanae e ansimando velocemente, una mano infilata dentro i pantaloncini. Si sfogava in questo modo, ormai, dimenticando per pochi minuti ogni frustrazione e senso di colpa, pensando di muoversi sopra Sanae e di sfiorare ogni parte del suo corpo.
Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, interrompendo il suo piacere.
Sunohara trattenne un gemito e non rispose, fingendo di dormire per non doversi fermare. Odiava bloccarsi a metà.
Un altro colpo.
Il ragazzo prese una delle sue riviste e la lanciò velocemente contro la porta:  “Misae vattene, mi stai disturbando!” – Si sforzò di controllare il tono della voce e restò in attesa di una risposta da parte della donna, che però non arrivò.
Sunohara non se ne preoccupò e infilò di nuovo la mano nei boxer. Questa volta, nella sua testa, Sanae si muoveva velocemente sopra di lui, portandolo quasi al limite. Si agitava velocemente nel letto, tormentandosi e lui odiava ridursi così a causa di una donna.
Un altro colpo alla porta.
Il ragazzo si girò velocemente di lato, scivolando giù dal letto. Si alzò controvoglia, la testa che gli girava, e corse verso il bagno per darsi una sistemata: sciacquò velocemente le mani e poi si specchiò, gli occhi spenti che si riflettevano nello specchio, dandosi una sistemata ai capelli arruffati.
Tornò lentamente verso la porta, barcollando come un ubriaco e lamentandosi ad alta voce con Misae, stanco di essere disturbato continuamente da lei per qualsiasi piccolezza. Nascose velocemente sotto il letto la rivista che aveva lanciato, insieme a tutte le altre, e si decise ad accontentare la ragazza.
Quando aprì la porta al suo posto trovò qualcun altro ad attenderlo: una donna esile, con lunghi capelli dorati e un paio di occhiali palesemente finti. Le trecce e le guance paffute la facevano assomigliare a una bambina e Sunohara rimase spiazzato, indietreggiando velocemente.
Il biondo era completamente senza parole: la donna che amava era improvvisamente a pochi passi da lui e indossava la divisa scolastica che tanto lo faceva impazzire.
Sanae rimase in piedi dietro la porta e sorrise appena, imbarazzata.
“Che cosa ci fai qui?” balbettò il ragazzo, impacciato.
“Posso entrare?”
Sunohara indietreggiò, lasciando entrare la ragazza.
La sua voce era come la nicotina, penetrava dentro di lui, riempendo tutto il vuoto che in tutti questi giorni si era formato, distruggendo la sua anima.  
La fece accomodare, scusandosi per il disordine e corse in bagno di nuovo per darsi una regolata. Non si era ancora calmato e sperava di riprendere ciò che aveva interrotto al più presto: indossò velocemente un paio di pantaloni e rimase a guardarsi allo specchio, la testa improvvisamente piena di domande.
Per quale motivo Sanae si trovava nel suo appartamento, indossando di nuovo la divisa scolastica del liceo? Sarebbe sopravvissuto alla sua presenza?
Uscì lentamente dal bagno e si sedette sotto al kotatsu, in modo da restarle lontano abbastanza per non rischiare di perdere il controllo.
Sanae iniziò a raccontargli del perché era uscita sotto la pioggia per raggiungerlo, del suo litigio con il marito e del fatto che non poteva assolutamente tornata a casa per la notte. Sunohara cercava di ascoltarla attentamente ma il suo sguardo cadeva in continuazione sul seno della donna e poi sulle sue gambe scoperte, e di nuovo sù, fino alle sue labbra che tanto avrebbe desiderato baciare. La donna ogni tanto rideva e Sunohara amava il suo sorriso.
“Quindi... posso trascorrere la notte qui da te?” chiese all'improvviso titubante, riportando i pensieri di Sunohara alla realtà.
Il ragazzo accettò spavaldamente all’istante, pensando soltanto poi alla reazione di Akio e Tomoya quando l’avrebbero scoperto. La cosa in realtà non lo preoccupava più di tanto e infondo chi avrebbe potuto pensare a qualcosa di male, visto la grande differenza d’età che c’era tra loro?
Quello che non riusciva a spiegarsi era il motivo per cui Sanae fosse corsa proprio da lui, in lacrime, e soprattutto travestita da liceale. Continuava a fissarla, con il suo modo carino di accavallare le gambe e di cambiare continuamente posizione; non restava ferma un solo secondo e questo non faceva che peggiorare la situazione di Sunohara, che in quel momento desiderava solamente poterla avere tutta per sé.
Quando Sanae chiese di poter fare una doccia per riscaldarsi, Sunohara fu costretto ad uscire dalla stanza per evitare di entrare nel bagno in preda a un momento di follia.
Cercò Misae lungo il corridoio del dormitorio ma non trovò nessuno. Si sedette davanti la stanza, con la schiena contro la porta e rimase in attesa di sentire la donna uscire dal bagno. La stava immaginando di nuovo, nuda sotto la doccia, con l’acqua che l’accarezzava e i capelli bagnati lungo i fianchi: non aspettò un solo secondo e mise di nuovo la mano nei boxer, iniziando a masturbarsi. L’ansia di essere visto da qualcuno lo eccitava ancora di più, ansimava e pronunciava il nome di Sanae, immaginandola fare lo stesso. In pochi minuti finì, stendendosi a terra stremato, e rimase lì, in attesa di un qualche segnale da parte della ragazza.
Dopo circa mezz'ora Sanae aprì la porta e Sunohara si alzò, fingendosi mezzo addormentato.
La donna aveva indossato una felpa rossa del ragazzo che le copriva appena le gambe ma aveva la stessa pettinatura di prima e gli occhiali, mandando su di giri il biondo che si chiuse in bagno di nuovo con la scusa della doccia.
Rimase lì per un po', sovrappensiero, e nel frattempo sentiva Sanae sistemare la stanza, mentre pregava intensamente affinché non trovasse i suoi giornalini preferiti.
Quando uscì la trovò intenta a leggere uno dei suoi manga, in piedi vicino alla libreria. Con i capelli bagnati non aveva più quell’aria da bambina che aveva dimostrato fino a poco fa ma sembrava decisamente più matura.  
Accese la tv e si sedette nel suo letto, cercando di non guardarla: trasmettevano un documentario dedicato ai misteri dell’oceano e a Sunohara queste cose non piacevano per niente ma si sforzò di fingersi interessato quando scoprì che Sanae amava la vita sottomarina. Iniziò a parlare come suo solito e il biondo cercava di non interromperla, per non farla piangere come era solito fare. Quasi le faceva tenerezza vederla così. Ogni secondo, ogni minuto passato con lei, sentiva di amarla sempre di più. Non gli interessava l’età, ne tanto meno il fatto che fosse sposata. La desiderava e sentiva di non poterne fare a meno. Il suo corpo lo stava facendo impazzire.
Si avvicinò a lei, ancora in piedi, e senza lasciarle finire il discorso la baciò appassionatamente. La spinse contro la libreria, per non lasciarla allontanare da sé e con una mano le teneva il viso. Sanae cercò inizialmente di liberarsi dalla sua presa ma alla fine ricambiò: si strinse al ragazzo e iniziò a giocare con la sua lingua, mandandolo in tilt. Sunohara era confuso dalla sua reazione ma non si fermò: desiderava ardentemente Sanae e tutto questo lo stava facendo impazzire, impazzire troppo per permettersi di fermarsi a riflettere. La tirò a sé, cercando di avvicinarsi al letto, e in pochi minuti era steso sopra di lei, mentre con le labbra le baciava il collo e con una mano le accarezzava i capelli. Sentiva le mani di Sanae su di sè, passavano lentamente nei suoi capelli e nel suo viso e iniziò poi a toglierli la felpa, che cadde velocemente dal letto insieme a tutti gli altri vestiti. Sunohara arrossì vedendo il corpo della donna che amava, ancora più bello di quanto avesse mai immaginato, e si perse nei suoi occhi, dorati come i campi di grano in estate. I due ripresero a baciarsi e Sanae cercò di trattenere la voce quando Sunohara entrò dentro di lei, iniziando a muoversi velocemente. Il ragazzo cercò di imprimere nella sua testa qualsiasi cosa: il calore del corpo di Sanae, il suo profumo, la grandezza delle sue mani e il tono sensuale della sua voce. Sapeva che tutto questo non sarebbe più successo un’altra volta e cercò di trattenere le lacrime, non voleva mostrarsi così disperato agli occhi di quella meravigliosa creatura.
Dopo circa mezz’ora i due vennero insieme e Sunohara, sfinito, si stese accanto a lei, cercando di tornare a respirare lentamente.
Sanae lo guardò, sorridendo, e gli strinse la mano.
“Vorrei rimanere così per sempre..” sussurrò lei.
Sunohara l’abbracciò e inspirò profondamente. Ancora non capiva se si trattasse di un sogno o meno ma di una cosa era sicuro: le parole di Sanae lo ferivano, lo ferivano da morire, perché sapeva che quella donna amava Akio e non lui.
Non lui.
La strinse forte a sé e poco dopo si addormentarono entrambi, sotto il rumore incessante della pioggia.


La mattina seguente, quando Sunohara aprì gli occhi, Sanae se n’era già andata.
Il biondo si rigirò varie volte nel letto, senza pensare a niente. Poteva ancora sentire il calore del suo corpo e chiuse gli occhi, per rivivere ancora una volta quel momento. 
Si alzò lentamente e guardò la sveglia sopra il televisore: 6.30. Era molto presto ma si ricordò che Sanae lavorava in un panificio e quindi si alzava sempre all’alba.
Si diresse verso il bagno, un po’ deluso per la sua assenza, e notò un biglietto sopra il tavolino del kotatsu.

Ciao Youhei.
Ti saluto in questo modo ma infondo è giusto così.
Grazie per i momenti passati insieme... e per questa notte.
Fin da quando ti ho visto la prima volta
sono rimasta incantata dai tuoi occhi meravigliosi
e desideravo rivederti un’ultima volta.
So che non è giusto... ma ti amo. 
Andiamo avanti con la nostra vita
come abbiamo fatto fin’ora...
Sanae
.


Sunohara rilesse il biglietto più volte, incredulo. Si soffermò su varie frasi, come “ti amo” e “come abbiamo fatto fin’ora”.
Come lei aveva fatto fin’ora.
Quella donna, che per mesi aveva tanto desiderato, ricambiava i suoi sentimenti ma non poteva averla. Perché il mondo era così ingiusto con lui? Davvero avrebbe dimenticato tutto così facilmente?
Strinse i pugni e si rese conto di quanto era stato fortunato quella notte.
Il ragazzo sorrise e baciò il biglietto. “Ti amerò per sempre...  Sanae.”




* L'anime di Clannad non ha un ambientazione precisa. Yokohama comunque è una città del Giappone.
  
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