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Autore: xMoonyx    18/02/2013    4 recensioni
{Wincest; Destiel}
Dean e Sam lavorano ad un caso di streghe, ma sfortuna -o imprudenza del maggiore- vuole che Dean cada vittima di un potente filtro d'amore, che gli fa letteralmente perdere la testa per suo fratello. Sam, disperato, cerca in Bobby e Cass un'ancora di salvezza, ma ancora non sa cosa Dean ha in serbo per lui...
Riusciranno Bobby e Castiel a salvare il salvabile, a proteggere la dignità e la virtù del minore dei Winchester dagli assalti del fratello e dalle sue melense lettere d'amore? E cosa c'entra Biancaneve in tutto questo?
[Genere: Commedia, Romantico e Fluff - il mio computer non ne seleziona più di uno]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Love Interest - When you can't just escape 2
Avvertimento: pubblicando questa storia, avevo promesso che si sarebbe composta di soli due capitoli, come sicuramente ricorderete. Ma poi la trama mi ha preso la mano, era semplicemente troppo divertente vedere i pg in quel contesto per cui il secondo capitolo si è allungato troppo. Ho deciso quindi di dividerlo in due parti. Altresì, il prossimo capitolo, ossia il terzo, sarà sicuramente l'ultimo, e non ci saranno ulteriori proroghe, posso garantirlo. Mi auguro che comunque questo non sia un problema! :3 Buona lettura :D


Love Interest

When you can't just escape



Parte 2


E invece, i problemi ci furono eccome.
Per la settimana successiva, la vita di Sam si tramutò in un inferno. Inferno per il quale, quello che aveva patito Dean un anno e mezzo prima, sarebbe stato di sicuro un picnic, a confronto.
E tutti i suoi problemi erano riconducibili ad una sola persona: suo fratello.
Dean non aveva fatto altro che guardarlo in modo adorante per tutto il tempo: a volte, mentre mangiavano, si sentiva osservato, alzava gli occhi e lo ritrovava con il volto abbandonato sul palmo, mentre sospirava innamorato e si beava della sua visione, un sorriso ebete sul volto.
Altre volte, accadeva mentre lavorava col portatile: e quando Dean veniva scoperto, lo salutava agitando le dita e mandandogli baci invisibili. Cosa per la quale Sam avrebbe volentieri preferito prendere la scossa col computer.
Oppure fare una foto al fratello, per poi fargliela rivedere quando sarebbe tornato normale. Ma no, le bastardate erano una prerogativa di Dean, non sua.
E anzi, gli sguardi erano niente in confronto a tutto il resto.
Il fatto che Sam avesse preso una camera tutta per se', aveva rappresentato una ferita troppo profonda per Dean, che continuava a lamentarsi del suo amore sofferto e mai ricambiato. Il primo giorno, aveva tentato di sfondare la porta a furia di pugni, calci, graffi e morsi.
Il secondo giorno, l'aveva aspettato al varco fin quando non era uscito per andare in bagno, e gli era saltato addosso.
Il terzo giorno, si era arrampicato sul muro ed era entrato dalla finestra, mentre dormiva, con una rosa in bocca, e Sam si era svegliato di soprassalto, scoprendolo a fissarlo con uno sguardo da maniaco.
Il quarto giorno, gli aveva cucinato i pancake a forma di cuore, con un'abbondante dose di cioccolato fuso, insistendo poi per imboccarlo. Sam aveva deciso di accontentarlo solo per paura che un ennesimo rifiuto potesse aggravare la situazione dell'incantesimo. Quel "gli esploderà il cervello" frullava nella sua testa come un campanello d'allarme. Non poteva semplicemente ignorarlo.
E poi c'erano i bigliettini che Dean gli lanciava spesso mentre lavorava. Il quinto giorno era a computer, e un aereoplanino di carta era atterrato sulla tastiera, interrompendo la sua ricerca sui contro-incantesimi. L'aveva dispiegato, con la fronte corrugata, per ritrovarsi davanti un "D+S" all'interno di un cuoricino infilzato da una freccia.
Di biglietti simili ne aveva ricevuti tantissimi, nelle ore seguenti: e tutti facevano la stessa fine. Accartocciati o stracciati, a far straboccare il cestino o come legna da ardere per il camino.
E infine, peggiori di ogni altra cosa, le lettere. Quelle melense lettere che Dean gli lasciava dietro la porta al mattino, a volte accompagnate da una scatola di cioccolatini, a volte da un peluche con un cuoricino in mano, altre volte da un mazzo di rose rosse.
Dean bussava alla sua camera, e Sam andava ingenuamente ad aprire, vedendo il fratello, in preda al panico, correre per nascondersi nella propria stanza e ridacchiare mentre lo spiava dallo spiraglio della porta lasciata aperta.
Lettere fitte fitte di scritte romantiche e sdolcinate, di dichiarazioni degne di Twilight o della telenovela più zuccherosa, o di pezzi presi da libri di Jane Austen o Shakespeare, con una calligrafia allungata e disseminata di cuoricini qua e là, senza uno scopo apparente se non quello di far saltare gli occhi di Sam.
L'ultima lettera, in particolare, gli aveva fatto accapponare la pelle. Mano a mano che scorreva il foglio, il suo volto si contraeva sempre di più.
«Seriamente?» fu l'unica cosa che riuscì a dire, quando ebbe concluso.
L'aveva immediatamente mostrata a Bobby, che aveva assunto pressoché le stesse espressioni. «Oh mio dio. Romeo e Giulietta, sul serio?»
Sam scosse il capo, indeciso se ridere o piangere, abbandonando sul tavolo da lavoro del cacciatore la lettera d'amore, su cui faceva bella mostra di sé una frase ricalcata più volte.

Oh Sammy, Sammy, perché sei tu Sammy? Rifiuta il tuo nome, rinnega tuo padre!

E nemmeno quando Sam era in un'altra stanza, Dean si dava pace.
Il quarto giorno, Castiel aveva poggiato due dita sulla fronte di Sam, per proiettargli in mente ciò che era successo prima tra lui e Dean.
Castiel era appena entrato nella stanza, sentendo qualcuno singhiozzare. Dean si era accorto della sua presenza, e quando l'aveva riconosciuto, aveva richiuso la bocca, abbattuto, perché avrebbe preferito che fosse Sam.
Ma poi, le cose erano andate diversamente...

«Non sapevo che l'amore non corrisposto facesse così male» Dean afferrò una mano dell'angelo, portandosela sul petto, a contatto con la pelle nuda. «Lo senti, Cas? Senti com'è impazzito? Questo è il mio cuore che batte per Sammy. Ma lui non mi ama, e questo mi distrugge. Mi sento come se dovesse scoppiarmi... perché fa così male, Cas? Perché tutti dicono che l'amore è bello e fa bene, e invece fa soffrire così?»

E Castiel, davvero, non aveva saputo come rispondere. Sapeva solo che avrebbe voluto proteggerlo e non farlo soffrire: mai più.



Quando, i primi due giorni, Bobby aveva pensato di far allontanare il più possibile Sam da suo fratello, le reazioni di Dean erano state inconsulte.
Allorché Sam era uscito semplicemente per prendere la posta, Dean aveva iniziato a piangere disperato, urlando di essere stato abbandonato, e accusando Bobby e Castiel di portargli via il suo amato fratellino. Alla fine, aveva minacciato di farsi saltare il cervello se Sam non fosse tornato a casa, e così, nei giorni successivi, avevano perfino rinunciato a provarci.
Per quanto riguardava le ricerche, non approdavano a niente di concreto: Bobby aveva praticamente sfogliato l'intera sua biblioteca personale, Sam quasi ogni pagina su internet che parlasse di filtri d'amore e streghe, e Cas aveva recuperato più informazioni possibili da tutto il mondo. Ma nessuna era ciò che stavano cercando.
Almeno, questo, fino al settimo giorno...




Sam navigava annoiato nel web, sorseggiando una tazza di caffè bollente, con le palpebre che faticavano a stare aperte e gli occhi che bruciavano, a furia di saettare da una finestra all'altra del suo laptop.
Venne colto da uno sbadiglio proprio mentre qualcosa frusciava nell'aria, così non si accorse dell'arrivo di Castiel, e quando lo vide riflesso nella superficie del computer sobbalzò e si rovesciò il caffè addosso.
«Accidenti, Cas! Ora capisco perché mio fratello è tanto fissato con lo spazio personale!» lo biasimò mentre analizzava la macchia sulla camicia a quadri: si era anche leggermente scottato. Con un gesto di stizza allontanò la tazzina incriminata e tamponò con un fazzoletto la macchia, mentre Castiel gli si accostava.
«Mi dispiace, Sam, non era mia intenzione.»
«Non ti preoccupare, fa niente...» lo rassicurò Sam, che dopo un paio di tentativi di rimuovere l'alone, gettò infastidito il fazzolettino sulla scrivania e sospirò: macchia 1, Sam 0.
«Comunque, perché sei qui? Hai trovato qualcosa?»
«Io no» spiegò Castiel, mentre poggiava una mano sulla spalla di Sam e magicamente fece sparire la macchia.
«Però Bobby a quanto pare sì, perché mi ha chiamato e mi ha chiesto di avvertirti.»
«Grazie, amico» osservò meravigliato Sam, tastando la stoffa perfettamente intatta. Poi, come realizzando il resto della frase solo in quel momento «Bobby? Ma sta al piano di sotto, gli bastava lanciare un grido e...» fece un movimento con la mano come per cacciare una mosca molesta, rimettendosi in piedi. «Va bene, allora muoviamoci. Era ora che trovassimo una soluzione...»
Seguito a breve distanza dall'angelo, che avanzava a grandi falcate col trench che si gonfiava dietro di lui ad ogni passo, Sam percorse il corridoio e scese le scale due a due, in fretta.
Di sotto, sull'ultimo gradino, quasi si scontrò con Dean che era appena uscito dalla cucina, con un grande vassoio fumante in mano.
«Sammy!» gli occhi del maggiore si illuminarono, mentre il minore si riprendeva dallo spavento.
«D-Dean?»
Non ci voleva! Non adesso...
Cercò disperatamente lo sguardo di Castiel ma Dean gli si fece più vicino e Sam preferì indietreggiare.
«E chi se no?»
«Ah, uhm... è un piacere vederti!»
Dean mise su un broncio scettico. «Non si direbbe, considerando che mi eviti da giorni. Oh» arrossì un po' «Hai letto le mie lettere?»
Castiel corrugò la fronte, senza capire, e Sam si affrettò a rimediare.
«Sì, sono bellissime ma... ehm... adesso ho da fare. Ne parliamo un'altra volta, ti va?»
Dean lo guardò per niente convinto, ed era chiaro come il sole che no, non gli andava. Ma forse per via del filtro d'amore, forse per qualche altra ancestrale forza della natura, annuì.
«Ma prima che vai...» sollevò il vassoio, mostrando quelli che erano...
«Biscotti?»
Il sorriso di Dean si allargò. «Li ho fatti per te, Sammy!»
Sam osservò disgustato i biscotti ricoperti di cioccolato su cui spiccava la scritta "ti amo" in glassa rosa, e sentì forte l'impulso di correre in bagno e rigettare la colazione.
Invece finse un sorriso, sollevando le mani all'altezza del vassoio in un vano tentativo di allontanarlo da sé. C'era un'odore troppo dolciastro nell'aria per i suoi gusti.
«Emh, magari un'altra volta, va bene? Ho poca fame.»
«Ma li ho fatti con tanto amore!» obiettò Dean, con gli occhi improvvisamente lucidi e l'espressione ferita.
Sam avrebbe quasi provato pena per lui.
Quasi.
Però provava più pena per se stesso.
«Non... non ti piacciono?» Dean sembrava sul punto di piangere e Sam boccheggiò cercando gli occhi dell'angelo.
Ogni volta che la vittima del filtro d'amore veniva rifiutata, rischiava di morire.
E Sam non voleva che a suo fratello esplodesse il cervello.
«No, non è questo! E' che...»
«Lui preferisce il pistacchio» intervenne Castiel, l'espressione serissima e gli occhi puntati su Dean che corrugò le sopracciglia, subito occhieggiando Sam.
«Davvero?» e sembrava sul serio spaesato in quel momento «Ricordavo che ti piacesse il cioccolato...»
«No,» si accodò Sam, grato di potersi aggrappare a qualcosa. Fece una risatina isterica. «ricordi male, l'ho sempre odiato.» mentì.
«E da quando preferisci il pistacchio?»
Dean sembrava un giudice dell'inquisizione e Sam deglutì, con un mezzo sorriso che durò appena pochi secondi.
«Da poco.»
«Ooh, da poco» ripeté Dean, come se avesse appena scoperto l'acqua calda.
«Già.»
«Ecco perché hai rifiutato i miei biscotti! Adesso capisco!» Dean si rilassò in una risata sincera, forse appena distorta da una nota di delusione. «Non c'è problema, Sammy, se vuoi te li preparo al pistacchio!»
«Non c'è bisogno, non devi disturbart-...»
«Nessun disturbo!»
Dean fece per voltarsi e correre in cucina, e Sam era indeciso se preoccuparsi dell'assalto che sarebbe arrivato più tardi o rallegrarsi di avere finalmente via libera verso lo studio di Bobby.
«Quindi... non ne vuoi neanche uno, di questi?» domandò Dean, cauto.
Sam scosse la testa con uno sbuffo, desiderando solamente raggiungere Bobby. Dean poi si rivolse all'angelo.
«E tu, Cass? Almeno uno?» c'era così tanta aspettativa nella sua voce, e i suoi occhi erano così brillanti e dispiaciuti che Cas non resistette e afferrò un dolcino, dandogli un morso, per poi rivolgere uno sguardo colpevole in direzione di Sam.
«Oh, grazie, Cas! Sapevo che potevo contare su di te! Sono buoni?»
Castiel deglutì e annuì. «Hanno un sapore molto gradevole.»
Dean sorrise come un bambino, Castiel sorrise di rimando e Sam tramontò gli occhi al cielo, afferrando le spalle dell'angelo.
«Okay, voi due, basta con gli occhioni dolci. Cas, possiamo andare?»
Castiel distolte riluttante lo sguardo da Dean, poi seguì il minore dei Winchester, docile.
«Mi dispiace, Sam.»
«Fa' niente» rispose Sam di nuovo, forse con voce più dura di quanto volesse. Si sentiva vagamente claustrofobico, voleva solo che tutta quella storia assurda finisse.



«E quindi,» li accolse Bobby di spalle, una volta che Sam e Castiel ebbero chiuso la porta dello studiolo e preso posto di fronte alla scrivania «pronti per la sorpresa?»
«Sì» rispose Castiel determinato, mentre Sam diceva: «Non aspettiamo altro.»
«Come sospettavo, abbiamo sempre avuto la soluzione sotto gli occhi» Bobby girò le ruote per mostrarsi, esibendo in mano quello che sembrava un vecchio libro impolverato con la copertina azzurra. Lo sollevò all'altezza del volto e vi soffiò sopra per scacciare la polvere, in modo da renderne leggibile il titolo scritto in un'elegante calligrafia dorata.
Sam quasi si affogò con la sua stessa saliva.
«Biancaneve, sul serio?!»
Il vecchio cacciatore tramontò gli occhi al cielo, come se si fosse aspettato quella reazione.
«Che palle.»
«Ma è una favola, Bobby» chiosò Sam. «Come può una favola aiutarci?»
«Tecnicamente, Biancaneve è esistita davvero» puntualizzò Cas, attirandosi gli sguardi sconcertati di entrambi.
Prima che Bobby potesse domandare qualsiasi cosa Sam scosse mani e testa.
«Ah, chi se ne importa se è esistita veramente o no! Qui stiamo parlando di mio fratello e della sua salvezza, non è il momento di giocare!»
«Non è un gioco, Einstein.»
«E' la verità, Sam» aggiunse Cass. «Devi avere più fede.»
«Ed è anche l'unica pista che abbiamo» si aggregò Bobby, con voce burbera, dando fine alla discussione «Allora, sai dirmi di cosa parla questa favola?»
Sam boccheggiò, poi sospirò e si lasciò andare contro la sedia, incrociando le braccia al petto.
Del resto, non aveva altra scelta.
«Di una ragazza orfana che è stata adottata dalla matrigna, che però vuole ucciderla e così paga un cacciatore per farsi portare il suo cuore. Biancaneve scappa nel bosco, dove viene aiutata dagli animali e trova rifugio in una casa, abitata da sette nani che cantano mentre vanno a lavorare in miniera.»
Sam avrebbe detto altro, ma pensò fosse necessario riprendere fiato prima, così si interruppe per umettarsi le labbra e arrossì leggermente.
Se Dean fosse stato presente, sicuramente l'avrebbe preso in giro definendolo gay.
«Sì, questa è la versione disneyana» confermò Bobby picchiettandosi il berretto «quella originale è decisamente più tragica. In ogni caso, ricordi come finisce?»
«Beh, certo» Sam non riusciva ancora a capire quale fosse il punto. «Biancaneve morde la mela avvelenata e muore di una morte apparente, dalla quale solo il bacio del principe potrà...» si interruppe, pallido. «Non vorrai...»
Bobby sollevò un sopracciglio e Sam non resistette.
«Dobbiamo tipo trovare il principe azzurro di Dean?» chiese, con una risatina incredula.
«No, idiota» Bobby scosse piano la testa «Non è il principe ciò che salva Biancaneve. E' il bacio del vero amore.»
«Oh Cristo.»
Castiel invece inclinò la testa, come un pettirosso. «Perché?»
«Perché cosa?» domandò Bobby, come se si fosse ricordato della sua presenza solo in quel momento.
«Perché il bacio del vero amore risveglia Biancaneve dalla sua morte apparente?»
Bobby scambiò una veloce occhiata con Sam, la bocca dischiusa come se cercasse qualcosa da dire, infine tornò con gli occhi sull'angelo.
«Ma per chi mi hai preso, una ragazzina? Che diavolo ne so io!»
«Non capisco. A meno che il principe azzurro non abbia poteri angelici, non può risvegliare qualcuno da una morte apparente, specialmente con un semplice gesto umano. Non ha senso.»
«Amico, è una favola» Sam scrollò le spalle «Non deve avere senso.»
«Sì, okay, molto interessante» Bobby agitò una mano per riottenere la loro attenzione. «Bene, possiamo tornare alle cose serie, adesso? Oh, ecco, molto meglio» cercò una posizione più comoda sulla sedia a rotelle. «Il punto è: solo il vero amore può spezzare l'amore fittizio creato dal filtro. Dobbiamo trovare il vero amore di Dean e fare in modo che lo baci.»
In pratica possiamo rinunciare in partenza.
«Vero amore? Dean?» Sam fece una risatina priva di allegria «Sarà un'impresa impossibile, allora, perché Dean non si è mai innamorato.»
«Nessun uomo può vivere senza amore» sentenziò Castiel, senza guardare nessuno in particolare.
Sam sentiva la speranza sciogliersi come ghiaccio al sole.
«Beh, Dean lo fa.»
«No, il piumino ha ragione» Bobby mosse le ruote verso la scrivania. «Tutti gli uomini amano. Semplicemente, alcuni lo ammettono ed altri no. Dean è uno di quelli che non lo ammettono.»
«No, sul serio?» Sam corrugò la fronte «Mio fratello? Innamorato? Stiamo parlando della stessa persona?»
«Dean Winchester» lo corresse l'angelo.
«Cosa?» si informò Sam, voltandosi a guardarlo.
«Cosa?» rispose Cas, sulla difensiva.
Sam aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito dopo, interdetto.
«Forza, ragazzo» lo richiamò Bobby, leggermente irritato «pensaci: ci sarà qualche ragazza a cui tuo fratello tiene, no?»
E Sam ci provò, a pensare. Ma il suo cervello era come un foglio bianco.
Si massaggiò le tempie, con una smorfia.
«No, te l'ho detto. Lui è più uno da avventure di una notte, non si è mai veramente affezionato ad una ragazza.»
«Neanche in passato?» tentò Bobby, disperato «Una cotta del liceo, che ne so? Qualsiasi cosa!»
«Forse...» Sam si bloccò, soppesando il ricordo. In effetti, qualcuno c'era...
«Cassie.»
«Sì, dimmi.»
«No, Cas, non tu. Cassie. Era una ragazza... una delle prime ragazze di Dean, penso. Sono stati assieme per un periodo quando papà era ancora vivo, poi però le loro strade si sono separate. Credo, ma non vorrei sbagliarmi, che Dean le abbia parlato del nostro, uhm, lavoro.»
«Per parlargliene, doveva essere proprio innamorato» annotò Bobby, massaggiandosi la barba.
«Non saprei... può darsi. Ma comunque è stato molto tempo fa, se anche avesse provato qualcosa per lei, ormai non è rimasto più nulla.»
«L'amore non è qualcosa che puoi semplicemente cancellare con un colpo di spugna» lo riprese Bobby, con una voce quasi aggressiva. In fondo alle pupille, Sam impallidì nello scorgere due pozze di tristezza profonda.
E capì di essere stato un idiota avventato.
Era chiaro che Bobby amasse ancora sua moglie, nonostante tutto il tempo che era trascorso dalla sua morte.
«Mi dispiace» soffiò, ma il cacciatore anziano grugnì qualcosa di indefinito, girando la sedia in modo da mostrare solo il proprio profilo. «Cassie...» socchiuse gli occhi, osservando l'angelo. «Deve proprio piacergli molto il tuo soprannome.»
Castiel non colse il significato, e in effetti nemmeno Sam. Il minore dei Winchester era così immerso nei suoi ricordi, che stentava quasi a respirare.
«Dovremo rintracciare questa ragazza, comunque» riprese dopo quasi un minuto Bobby, tornando con la sedia a rotelle sui suoi passi.
«Lo farò io» si propose Castiel, e prima che Bobby e Sam potessero ribattere, sparì in un frullio di ali.
Sam sospirò, lasciandosi ricadere contro lo schienale. «Perfetto, ci voleva solo questo. Andare alla ricerca delle fiamme di Dean.»
«Vuoi o no che tuo fratello la smetta di tentare alla tua virtù?» lo accusò Bobby, duro. Sam si sbrigò a rimediare.
«Certo che lo voglio! E' solo che.... insomma, probabilmente lei si spaventerà a morte.»
«Sono i rischi del mestiere, ragazzo.»
Sam tamburellò le dita sul bancone, attendendo che Cas tornasse, e riflettendo su come avrebbe fatto a tramortire Dean, quando Bobby gli rivolse nuovamente la parola.
«Sicuro che non ci sia un'altra ragazza, oltre a questa Cassie? Se non dovesse funzionare, è sempre meglio avere una scorta, una donna in panchina.»
Sam aveva pensato anche a quello.
«In effetti un'altra c'è, se Cas mi avesse aspettato...» lasciò il discorso in sospeso, poi si sporse sulla scrivania «si chiama Lisa, e ha un figlio di nome Ben. Dean l'aveva conosciuta a vent'anni, se non ricordo male, ma era stata solo una, beh.... una storia di una notte. Poi, però, si sono incontrati di nuovo due anni fa. Ho il sospetto che Dean credesse che Ben potesse essere suo figlio.»
«E?»
«E invece no.»
«Meglio per noi.»
«Già... ma il punto è che credo che lui abbia provato qualcosa in passato. Insomma, di sicuro lei non l'ha dimenticato e... sì, insomma... se la storia con, sai... Lucifero» Sam si schiarì la gola «dovesse finire male, vorrei che Dean andasse a vivere da lei e Ben. Voglio dire... non so quanto a lui effettivamente interessi, ma è l'unico straccio di famiglia che gli rimarrebbe se noi dovessimo... morire.»
«Non dirlo neanche per scherzo» lo accusò Bobby, lo sguardo di fuoco «andrà tutto bene con quel bastardo di Satana, e nessuno morirà. Mi hai sentito? Nessuno. Né tu, né Dean, né io, né Castiel. Saremo noi la vostra famiglia. Noi.»
Sam annuì alzando appena un angolo della bocca, più in una smorfia che in uno sforzo di sorridere.
Non voleva iniziare una nuova discussione pure su quello. Tanto Bobby non avrebbe capito... e Sam avrebbe tenuto per sé i suoi piani, ancora per un po'.
A salvarlo, giunse Castiel, che riapparve così improvvisamente dietro di lui che Sam saltò su come morso da uno spillo e rischiò di cadere dalla sedia.
«Accidenti, Cas! Ma allora è un vizio!»
Castiel corrugò la fronte, assottigliando gli occhi, come un gattino confuso e Sam girò gli occhi.
«Lascia perdere.»
«Dov'è Cassie?» chiese invece Bobby e Cas avanzò incerto, lo sguardo che faticava a puntare il cacciatore.
«Ho provato a convincerla, tuttavia non ricordava nemmeno chi fosse Dean. Così ho cercato di portarla via ma un uomo è entrato nella stanza abbracciando un fucile. Avrei potuto atterrarlo ma non volevo attirare sguardi indiscreti o rivelare la mia vera identità.»
«Perché apparire e scomparire nel nulla non lo conti, vero?» ironizzò Sam.
«No» rispose Castiel, ignorando il fatto che fosse una domanda retorica.
Sam si schiaffò una mano sulla fronte. «Perfetto! Ed ecco che possiamo già spuntare un nome dalla lista... davvero grandioso!»
«Niente panico, ci resta ancora Lisa» li tranquillizzò Bobby, per poi fare un cenno all'angelo, che sembrava profondamente abbattuto. «Non preoccuparti, non è colpa tua. Hai fatto quello che potevi.»
Cas annuì, ma non sembrò per nulla rincuorato.
Sam però non aveva tempo di preoccuparsi pure per lui.
«Va bene, e come la contattiamo? Vogliamo spaventare a morte pure lei, così rimarremo a secco e a mio fratello esploderà il cervello?!»
Il minore dei Winchester aveva la netta impressione di star diventando isterico.
«O magari potremmo semplicemente tentare un approccio diverso» Bobby lanciò a Sam quello che aveva tutto l'aspetto del cellulare di Dean.
«Come l'hai avuto?»
«Gliel'ho sfilato dalla tasca dei jeans. Era troppo concentrato a scrivere il tuo nome dentro dei cuoricini rossi per accorgersene.»
Sam sentì le guance andare a fuoco, mentre distoglieva lo sguardo.
Aveva il vago sospetto che Bobby si stesse divertendo un mondo, alle sue spalle.
Comunque, bando alle ciance, Sam scorse la rubrica del cellulare di suo fratello, pregando tutti i santi che conosceva che ci fosse registrato il numero di Lisa, fin quando non raggiunse la lettera L, e quasi il cuore gli uscì dal petto.
«YEAH!» esultò senza controllo, con un pugno chiuso in segno di vittoria.
Bobby e Cas lo guardarono con cipiglio e Sam si schiarì la gola, ancora più imbarazzato, distogliendo immediatamente lo sguardo.
«L'ho, uhm, trovato.»
«Bene, che aspetti a chiamare? Cas, tu intanto vai da Dean, prima che possa ascoltare la conversazione e sospettare che il suo fratellino -nonché amato- lo stia tradendo con la sua ex.»
«Corro» Castiel scomparve, per poi riapparire un attimo dopo, a disagio, con un ghigno timido «Ovviamente non in senso letterale. Non sto realmente corrend-»
«Idiota» borbottò Bobby, mentre Sam lanciava uno sguardo sconvolto all'angelo. «E tu che aspetti? Telefona, dannazione! » sbuffò. «Idioti.»
«Ho capito, mi dispiace. Vado» Castiel sparì di nuovo, e questa volta non tornò indietro.
Bobby si immerse di nuovo nelle sue carte e nei libri polverosi, e Sam decise che fosse giunto realmente il momento di chiamare.
Fissò per una manciata di secondi il numero splendente nel cellulare, tormentandosi l'interno della guancia: che cosa avrebbe detto a Lisa? Che scusa avrebbe inventato per farla accorrere immediatamente a casa loro?
«Sveglia!» gli ingiunse Bobby, seppellito da qualche parte dietro le montagne di libri. E Sam sussultò, colto alla sprovvista, digitando in fretta il numero e portando il cellulare all'orecchio.
Iniziò a squillare, e il giovane cincischiò nervosamente con le asole della camicia.
Va bene, Sam, devi calmarti. Andrà tutto bene. Hai già parlato con Lisa una volta, quando le hai comunicato che Dean non poteva rispondere perché stava dormendo.
Era un giovedì sera grigio e piovoso, e Dean e Sam, esausti dopo una corsa tra i quartieri più umidi di Dallas appresso ad  caso di licantropi, erano tornati al motel per passare la notte. Inutile dire che, appena varcata la soglia, Dean era letteralmente crollato sul letto, la faccia infossata nel cuscino, tanto che non sembrava nemmeno respirare.
Quella era stata la prima volta che Sam aveva sentito la voce di Lisa, ed erano comunque passati quasi due anni da quel giorno.
Il rumore di una voce dall'altra parte dell'apparecchio lo riportò bruscamente al presente.
«Pronto? Dean... sei tu?»
 «Ah, ehm...» Sam deglutì, iniziando a balbettare in preda al panico. «Io... io, no, sono Sam.»
«Sam» Lisa ripeté il nome come per saggiarne il suono, la voce che pareva leggermente delusa. «Sei suo fratello, giusto?»
«Sì, sì, esatto, sono io» Sam si sorprese di come la voce della donna non fosse cambiata di una virgola. «Non so se ricordi... quello che aveva-» risposto al telefono quel maledetto giovedì.
«Sì, mi ricordo. Dean mi ha parlato tanto di te.»
Sam deglutì, cercando di calmare il battito del cuore. Doveva smetterla di agitarsi, o Lisa se ne sarebbe accorta.
«Ma perché hai chiamato col suo numero? Gli è forse successo qualcosa?»
Ecco, appunto.
«No, è che...» Sam si massaggiò la base dei capelli, serrando gli occhi come se stesse patendo un dolore indicibile «Sta bene, benissimo. In perfetta forma... cioè, più o meno.»
«Sam» e la voce di Lisa era determinata, Sam poteva quasi immaginarla assottigliare gli occhi e stringere le labbra. «Cosa succede? Dean è ferito?»
Lei sicuramente sapeva del loro lavoro.
«No, non è ferito. Ma, è tipo... stregato» sospirò, rassegnato. O la va o la spacca. «Ma non è ancora completamente fuori pericolo. Tu sei l'unica che può salvarlo.»
«Io? E perché mai? Sono solo un'essere umano.»
«E' difficile da spiegare al telefono, ma devi fidarti di me... credimi, sei fondamentale. Se non agiamo in fretta, Dean potrebbe morire.»
Lisa trattenne il fiato, e Sam incrociò le dita.
«Spediscimi l'indirizzo via messaggio. Sarò subito da voi.»
Sam esultò mentalmente, ma si morse la lingua per impedirsi di urlare di gioia.
«D'accordo. Grazie davvero Lisa, non so come avremmo fatto senza di te, né come ringraziarti.»
Lisa, invece, sembrava saperlo: «Impedisci a Dean di morire.  Cercherò di arrivare il più presto possibile: il tempo di mettere a letto Ben e vi raggiungo.»
E quando Sam cliccò il tasto rosso per terminare la chiamata, si concesse un lungo sospiro di sollievo.
Forse non era ancora tutto finito.





Cas riapparve in cucina, proprio di fronte a Dean. A dire il vero, non era sua intenzione comparire ad un soffio di distanza dal suo volto, sapeva benissimo quando il cacciatore odiasse quella vicinanza estrema -e aveva una manciata di discussioni sullo spazio personale a dimostarlo-. Così, quando Dean rischiò di farsi sfuggire il vassoio ricolmo di biscotti appena impastati dalla sorpresa, l'angelo intervenì in tempo, afferrandolo al volo prima che riversasse il suo contenuto sul pavimento.
«Mi dispiace, non volevo» si scusò Castiel, riconsegnando l'oggetto a Dean. Ma il cacciatore questa volta non sembrava arrabbiato con lui, e Castiel si chiese se non dipendesse da quello che Sam e Bobby avevano definito filtro d'amore.
«Che riflessi!» si complimentò anzi, dandogli perfino una pacca sulla spalla.
Posò il vassoio di nuovo sul tavolo, e avvicinò a sé la ciotola con l'impasto.
«Ho messo tutto il pistacchio che ho trovato in dispensa» illustrò, sollevando con un cucchiaio di legno parte dell'intruglio verdastro. «E non ho ancora finito.»
«Perché?»
«Perché ho paura che non possano piacergli...»
«Perché?»
«Perché sono innamorato di lui e ho paura di un suo rifiuto.»
Castiel inclinò la testa.
«Perché dovrebbe rifiutarli?»
«Perché magari non li so cucinare?» Dean allargò le braccia «Amico, non lo so. Ho paura e basta.»
Poi i suoi occhi brillarono di una luce che non prometteva niente di buono.
Gli si fece vicino e gli afferrò una mano, stringendola con entrambe le sue e portandosela al petto, gli occhi che luccicavano di emozione.
«Ti va di aiutarmi, Cas?»
Castiel si ritrovò a contare le ciglia del cacciatore.
«Sì, Dean, se è questo che desideri. Dimmi cosa devo fare.»
 Dean invece sorrise al colmo della felicità e lo abbracciò di slancio -di nuovo-, rischiando di fargli perdere l'equilibrio.
«Oh grazie grazie grazie Cas! Sei il migliore!»
L'angelo sentì qualcosa agitarsi nel suo stomaco, e si chiese che cosa fosse.
Prima ancora che potesse rispondere all'abbraccio -non aveva proprio idea di cosa si dovesse fare, in quei casi, a parte dare qualche pacca sulla spalla-, Dean lo sciolse, per poi afferrargli la mano e condurlo verso il tavolo da cucina.
Cas guardò le loro dita giunte e avvertì le guance andare a fuoco, senza nemmeno sapere il perché.




To be continued >> Parte 3 {the last}





~•~Angolo Autrice~•~
E lo so che vi avevo promesso due capitoli, ma dovrete sopportarmi ancora per un altro aggiornamento!! :3 Vi è piaciuto questo Dean innamorato? Io lo trovo tanto dolce, anche se personalmente non saprei dire, tra lui e Cas, chi è messo peggio in quanto ad amore X°D Povero Sammy, lo faccio disperare, ma lui mi ama lo stesso... vero? *^* Vabbè, scusate, ieri ho passato una giornata a leggermi ff tristi, con colonne sonore tristi ed immagini tristi... volevo rallegrarmi col mio stesso capitolo, e spero che faccia lo stesso effetto anche a voi! Anche perchè, sappiatelo, è da un po' che ho l'ispirazione per una AU!WW2 e finalmente oggi mi sono decisa ad iniziare a scriverla. Sarà a causa dei motivi citati sopra, ma avevo voglia di una storia intrisa di dolcezza ma anche di angst, e cosa c'è di più angst della deportazione degli ebrei? Se poi Sam, Dean e Bobby sono tra loro, le lacrime sono assicurate ç__ç preparate i fazzoletti, se mai vorrete leggerla! Naturalmente sarà Destiel *-* ma non sono qui per farmi pubblicità quindi... vi invito ad aspettare il prossimo capitolo di questa storia, intanto! :D

P.s: piccola anticipazionedel prossimo capitolo. Castiel!pasticcere alle prese coi dolci di Sam ed un insegnante piuttosto affascinante, una Lisa più irritante del solito, gli assurdi insulti di Dean, nonché il momento glorioso dell'Impala e della pie :3 Spero di strapparvi qualche risata!! :P
Al prossimo capitolo {cioè l'ultimo... stavolta sul serio!!} :D



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