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Autore: beamartewall4e    18/02/2013    8 recensioni
[Il Re dei Ladri, Cornelia Funke]
Prosper era seduto sulle assi cigolanti del porto a contemplare il tramonto.
Era assorto nei suoi pensieri e quasi non si accorgeva di ciò che succedeva attorno a sé. Rifletteva su ciò che era successo da quando sua madre era morta. Erano passati ormai sei anni, ma la sua mancanza si faceva ancora sentire, soprattutto nei momenti in cui Prosper si sentiva solo. Da quando era morta e lui e Bo erano fuggiti ne erano successe di cose!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Prosper era seduto sulle assi cigolanti del porto a contemplare il tramonto.

Era assorto nei suoi pensieri e quasi non si accorgeva di ciò che succedeva attorno a sé. Rifletteva su ciò che era successo da quando sua madre era morta. Erano passati ormai sei anni, ma la sua mancanza si faceva ancora sentire, soprattutto nei momenti in cui Prosper si sentiva solo. Da quando era morta e lui e Bo erano fuggiti ne erano successe di cose! Avevano raggiunto Venezia, la città di cui avevano sempre sentito parlare e sulla quale avevano sempre fantasticato ad occhi aperti. Erano sfuggiti da due malvagi zii che avevano deciso di separarli. Avevano conosciuto la banda che abitava nel cinema abbandonato Stella:Riccio, Mosca,Vespa e Scipio, il re dei ladri, il capo della banda. Erano stati inseguiti per le calli di Venezia da uno degli investigatori più in gamba del secolo: Victor Getz, che poi era diventato loro “complice”. Avevano accettato una missione da parte di un misterioso conte conosciuto solo dietro alla grata di un confessionale e avevano fatto la conoscenza di Ida Spavento , la fotografa che ora li ospitava a casa sua, la proprietaria dell'oggetto che dovevano rubare su commissione del conte. Avevano deciso di consegnare l'oggetto al conte. Avevano fatto la scioccante scoperta che Scipio non era in realtà quello che diceva di essere, bensì un comunissimo figlio di papà che l'unica cosa che rubava erano le argenterie della sua immensa villa. Vespa, l'unica bambina del gruppo, e Bo, il fratello di Prosper e il più piccolo della compagnia, erano stati sorpresi nel vecchio cinema dalla polizia. Vespa era finita in un orfanotrofio e Bo riportato ai suoi zii, lontano da lui, da Prosper, che affranto aveva deciso di seguire Scipio sulla misteriosa isola dove avevano visto scomparire il conte. Giunti qui avevano trascorso una notte rinchiusi da una bambina in una stalla e il giorno dopo avevano incontrato il misterioso conte ormai trasformato in un bambino. L'oggetto che gli avevano procurato, infatti era una ala appartenente ad un leone alato di un carosello che, girando in sensi opposti consentiva di avere una maturazione precoce o di ritornare bambini. Scipio, stufo di essere un bambino che deve sottostare alle regole degli adulti, era salito sul carosello, segnando la fine della sua pubertà. Tornati a casa, avevano scoperto che gli zii, esasperati dal comportamento di Bo, avevano deciso di lasciarlo a Ida Spavento, che intanto aveva anche adottato Vespa. Scipio, ormai adulto, aveva deciso di cercare la sua strada, seguito da Mosca e Riccio che preferivano vivere da soli piuttosto che con Ida e dover andare a scuola. La banda si era sciolta. Tutti avevano preso strade diverse, senza quasi più rincontrarsi.

Forse era quello ciò che pesava di più a Prosper, non avere attorno i suoi amici, sentire le scemenze di Riccio e i commenti distaccati e spazientiti di Mosca, la presenza di Scipio. Scipio era da sempre il suo migliore amico. Erano entrati subito in sintonia la prima volta che, spaesati e infreddoliti, Vespa li aveva portati al cinema per cominciare una nuova vita. Prosper era sempre stato al fianco di Scipio e quando avevano scoperto la verità su Scipio era quello che era rimasto peggio, come se il torto Scipio l'avesse fatto solo a lui, ma doveva smettere di pensare al passato, a ciò che era stato, a ciò che non sarebbe più ritornato, mai più. Più volte aveva cercato di dimenticare, più volte si era detto che qualunque cosa avrebbe fatto, Scipio non sarebbe mai ritornato com'era, che la sua vita non sarebbe più stata quella che era, ma più pensava a queste cose e più gli era difficile dimenticare, perché lui, anche se non se ne rendeva pienamente conto, non voleva dimenticare. Una lacrima gli solcò una guancia, confondendosi con le gocce di pioggia che avevano cominciato a cadere Scivolò leggera come una goccia sul suo volto e cadde sulla sua maglia. Stinse le ginocchia con le braccia e lasciò cadere la testa sulle ginocchia, lasciando libero sfogo al pianto. Aveva diciassette anni ormai ed erano sei anni che non piangeva più. Voleva farsi vedere forte da Bo, un vero uomo, ma in quel momento in cui nessuno lo poteva vedere, pianse lacrime amare. Qualcuno gli si avvicinò piano lentamente e gli appoggiò la mano sulla spalla, facendolo sobbalzare. Alzò lo guardo e vide tra le lacrime il sorriso di Vespa. Era diventata una signorina, ma aveva conservato il suo sorriso di bambina, quel sorriso che riusciva sempre a far calmare la situazione e a riportare il buon umore a Prosper. Gli sorrideva, ma non era un sorriso felice, ma compassionevole. Sapeva fin troppo bene quanto la mancanza di Scipio gravasse a Prosper, ma aveva sempre cercato di non farglielo pesare. In quel momento però strinse il ragazzo, che ormai la sovrastava di venti centimetri, in un abbraccio profondo. Il ragazzo ricambiò l'affettuoso gesto e cercò di non piangere, ma Vespa gli sussurrò:-Sfogati pure, Prosper, piangi quanto vuoi, non sentirti in imbarazzo, anch'io provo le tue stesse emozioni. Piangi pure...-.

Prosper fu grato dell'amicizia di Vespa. Anche Vespa dal canto suo fu contenta di poter per una volta ricambiare ciò che Prosper faceva sempre per lei. Lui era la spalla su cui piangere, il sorriso in un momento di tristezza, la risata in un momento di felicità. Era la persona con cui andava più d'accordo. Avevano litigato, certo, ma avevano sempre trovato il modo di fare la pace il più in fretta possibile, la verità è che l'una non poteva fare a meno dell'altro.

Anche lei cominciò a piangere sulla spalla profumata del ragazzo, contribuendo a bagnarla, e mai come in quel momento aveva desiderato che la pioggia non smettesse di cadere, riportando alla luce episodi ormai dimenticati da tempo, come quella volta in cui era caduta dall'albero e si era rotta un braccio. Pioveva quando Prosper l'aveva riportata in casa da Ida. Pioveva quando Bo aveva perso il suo primo dentino. Pioveva quando Scipio se n'era andato.

Pioveva ora, mentre era abbracciata al ragazzo più dolce e sensibile della terra.

Sentì il respiro di Prosper farsi più leggero e meno a singhiozzo. Probabilmente aveva smesso di piangere, come invece non riusciva a fare lei. Si staccò leggermente da Prosper e il ragazzo fece lo stesso. I loro occhi non si incontrarono subito, ma alla fine si raggiunsero. Prosper aveva un'espressione seria, come mai Vespa l'aveva visto, vespa aveva il volto pieno di lacrime ed era triste.

Il ragazzo le prese il volto tra le mani e le asciugò le lacrime dicendo:-Grazie di esistere Vespa. Non potrei vivere se non ci fossi tu-. Poi si avvicinò lentamente al suo viso. Si fermò a pochi centimetri dal suo volto sorridendo. Anche Vespa cominciò a sorridere e si avvicinò, lasciando solo un centimetro di distanza tra le loro labbra. Ora entrambi potevano sentire il respiro accelerato dell'altro. Chiusero entrambi gli occhi e colmarono anche il centimetro di aria tra le loro labbra.

Fu un bacio che sembrò loro durare un'eternità. Non volevano staccarsi, sentendo nell'altro la forza che non erano mai riuscita a trovare. Erano finalmente felici. Si staccarono e ricominciarono a piangere, ma ora versavano lacrime di gioia pura. Si guardarono ridendo negli occhi, mentre la pioggia diminuiva. Si presero per mano e si diressero verso casa.

Erano bagnati fradici, ma erano felici, perché dopo la pioggia torna sempre il sereno. 

  
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