Tatto e udito.
Qualcosa di fragile e intrecciato, che un po’ punge ai polpastrelli e alla mano malandata.
Qualcosa di freddo, che sembra spezzato e duro sotto le ginocchia che quasi non senti più.
Un qualcosa, o qualcuno che ti sorregge, che trema e si muove a scatti non regolari. È così strano.
Poi ritorna l’udito, e finalmente riesci a capire. In lontananza gli spari delle pistole e dei fucili, il rumore delle spade che si intrecciano e si scontrano, rumori di corpi senza vita che cadono a terra.
Ma c’è una voce che sovrasta tutto. È una voce rotta dai singhiozzi, che trema, balbetta e va a stento.
Mi dispiace Rufy farfugli
Hai bisogno di cure dice
Per colpa mia…sei arrivato fin qui, ma..ho rovinato il tuo tentativo di salvarmi..mi dispiace continui
Non dire simili idiozie!! Urla in preda alla disperazione
Ormai ti rendi conto, Ace. È finita. Rufy continua a parlare, continua a chiedere aiuto. Discute con altri. Ma tu non dai ascolto a questo.
Forse sarebbe stato un buon momento per morire. Di sicuro non la giusta età o il posto giusto. Ma sarebbe stato un buon momento, un buon modo. È vero, ti sarebbero mancati i tuoi amici. Ti sarebbe mancato il tuo fratellino. Ma saresti morto per proteggerlo. Quindi sì, non era un brutto modo per morire.
Non me lo avevi promesso? Dice Tu..mi avevi detto che non saresti morto per nessun motivo!!! Mi avevi detto così!! Continua.
E ti dispiace. Ti dispiace tantissimo lasciarlo così. Quasi ti odi per questo. Ma meglio la tua vita, che la sua per mano di quel bastardo.
Non eri stato proprio tu a promettermelo!? Non mi avevi detto così!? Ace!
Tu mi avevi fatto una promessa!!
Duecentottantotto parole compreso il titolo.