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Autore: drewsvoice    18/02/2013    12 recensioni
Harry si distanziò da lei di qualche centimetro, afferrando il borsone ai suoi piedi. «Ti prego, voglio che tu sia felice.»
«Tu mi rendi felice.» sussurrò la ragazza, tendendogli la mano. «Non lasciarmi da sola, fallo per me Harry.»
Il solo pensiero di lei senza il riccio era come una doccia fredda, essere spaventata dalle sue grandi mani era meno doloroso di stare da sola, abbandonata a sé.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Flooded with all this pain ,
knowing that I'll never hold her,
like I did before the storm.


Sospirò, aggrappandosi alle coperte.
Il cuore le pulsava ancora in petto, impaurito, e la testa non finiva di pensare e pensare, passare da un problema all’altro.
E pensare che anni prima avrebbe esibito un sorriso a trentadue denti per sentire il braccio del riccio cingerle il fianco, e adesso?
Provava vergogna per sé stessa, si sentiva troppo piccola e debole per reagire e scappare da quella realtà.
«Sei ancora sveglia?» le domandò lui, appoggiando delicatamente il mento sul suo braccio.
Sussultò, presa alla sprovvista. «Sì.» disse semplicemente, a corto di parole.
La stanza buia era illuminata da qualche raggio da parte del sole appena sorto e l’aria fresca di prima mattina si faceva sentire.
Il riccio cominciò ad accarezzarla, delicatamente. «Mi dispiace, Kylie. Non lo farò più, promesso.»
Quante volte gliel’aveva promesso?
Sapeva che non avrebbe smesso, non avrebbe mai esitato a pensare prima di toccarla ancora una volta in quell’orribile modo.
Kylie si mosse sotto le coperte e, facendo attenzione, si voltò nell’altro fianco.
Lì proprio un livido adesso era compresso sulle lenzuola azzurre e bruciava, facendole spuntare un sorriso sul viso.
Perché da una parte tutto quel dolore fisico faceva smettere la sua mente di pensare, e di questo ne era felice.
«A cosa stai pensando?» le chiese lui, mettendosi seduto.
Lei rimase a fissare per un po’ davanti a sé, immersa nei vecchi ricordi.
Rivedeva tutte le immagini del liceo passare davanti ad i suoi occhi: sua madre che la stringeva in un abbraccio, suo padre mentre giocava a basket con suo fratello minore e lei ed Harry sul palco di premiazione del ballo di fine anno.
E si rese a quanto fosse stato stupido assegnare loro quel premio, sarebbe bastato capire il motivo solamente guardandoli in quel momento.
Harry stringeva i riccioli tra le dita e sospirava rumorosamente, mentre lei aveva ancora lo sguardo perso.
«Al liceo, sto pensando al liceo.» esordì la ragazza dopo un po’, stringendo la coperta in un pugno.
«Già, a quei tempi eravamo noi due perfetti per tutti.»
Kylie sospirò e scostò la ciocca di capelli dal volto, per guardarlo meglio. «Ma nulla può essere perfetto.»
Harry abbassò lo sguardo e allungò la mano verso di lei, per stringere la sua.
Ma non fu così, ed allora l’abbassò, facendola ricadere sul materasso.
«Puoi coprire tutti gli specchi, per favore?» gli chiese Kylie, a bassa voce per l’imbarazzo.
Non era colpa sua, d’altronde sapeva che Harry l’amava.
Il riccio annuì comprensivo e prese un paio di lenzuola dall’armadio.
Qualche secondo dopo, ritornò in camera e le fece segno che era tutto apposto.
Allora lei si alzò dal letto, e ancora dolorante si diresse verso il bagno in camera.
I piedi nudi facevano ancora fatica a camminare, ma lei non esitava ad abbassare lo sguardo sulle sue gambe scoperte.
«Oh merda.» sussurrò Harry, coprendosi il viso bagnato.
Lo faceva tutte le volte: piangeva e sbatteva i pugni contro il muro, ma questa volta il ragazzo ebbe la conferma di aver superato ogni limite.
Kylie si tolse i vestiti e si immerse sotto l’acqua bollente.
Ripensò al perché avesse scelto proprio lui, e la risposta lampeggiò prontamente nella sua mente: non era stata lei a scegliere lui, ma lui a scegliere lei.
La mente le fece scorrere davanti tutti quei suoi sguardi che le lanciava in corridoio, e sentì il suo corpo tremare.
C’era però da dire che con gli anni aveva imparato ad amare ed apprezzare Harry, nonostante tutto.
E se proprio lo doveva ammettere, il ragazzo era l’unica cosa che le rimaneva.
Nello stesso momento in cui lei si poneva tutte quelle domande, Harry stava ormai preparando i bagagli.
Era troppo, continuava a ripetersi lui mentre afferrava e buttava alla meno peggio le sue cose dentro il suo borsone.
Le aveva procurato fin troppo male, quando lui non doveva far altro che amarla e farla sentire protetta fra le sue braccia.
«Cosa stai facendo?» sussurrò Kylie, stretta nel suo accappatoio.
Harry si fermò un attimo e strinse le mani in pugni, chiudendo poi velocemente il borsone e controllando se avesse preso tutto.
«Vado via, Kylie.»
La mora lo bloccò per il braccio e portò una mano alla bocca, che cominciava ad emettere singhiozzi. «Non andare, ti prego.»
Harry si voltò verso di lei, preoccupato dal tono della sua voce. Stava per arrendersi alle sue preghiere, ma il pensiero di farle ancora del male lo bloccò.
Fece cadere il borsone sul pavimento in parquet, poggiò entrambi i palmi delle mani sulle guancie della ragazza e la fronte contro la sua, guardandola negli occhi. «Non posso farlo, Kylie. Lasciami andare, per favore.» la pregò, chiudendo gli occhi.
Il verde acceso delle sue iridi si era tramutato in verde scuro ed inespressivo, spento.
Lei gli sfiorò la guancia con il pollice. «Perché te ne vai? Mi fa solo male, non andartene.» ripeté lei.
Harry si distanziò da lei di qualche centimetro, afferrando il borsone ai suoi piedi. «Ti prego, voglio che tu sia felice.»
«Tu mi rendi felice.» sussurrò la ragazza, tendendogli la mano. «Non lasciarmi da sola, fallo per me Harry.»
Il solo pensiero di lei senza il riccio era come una doccia fredda, essere spaventata dalle sue grandi mani era meno doloroso di stare da sola, abbandonata a sé.
«Ti amo.» il riccio le lasciò un delicato bacio sulle labbra, gonfie e ferite. «E se per il destino ci rincontreremo e saremo innamorati ancora, allora vorrà dire che staremo di nuovo insieme. Ma non ora, non così, Kylie.»
La mora annuì e lo seguì fino alla porta, ma quando quella fu chiusa lei scivolò su di essa.
Harry si era rivoltato contro sé stesso, lo aveva fatto per il suo bene, e lei doveva accettarlo.
Anche se Kylie lo amava, al punto di mettere sé stessa all’ultimo posto.
Come poteva amare il ragazzo che le portava solo dolore?, pensò.
Poi scacciò prontamente via le lacrime dal suo viso e si rialzò, infondendo coraggio a sé stessa.
Sapeva che l’avrebbe incontrato, che avrebbe di nuovo incontrato i suoi occhi color smeraldo che tanto amava, e questo la rassicurava.
 
 
Il tintinnio del campanellino posto al di sopra della porta principale del bar risuonò nel locale semi-vuoto.
Kylie alzò lo sguardo, pronta ad accogliere uno dei soliti clienti.
Ed invece i suoi occhi castani incontrarono quelli che per tanto aveva sognato di incontrare nuovamente.
«Harry...» sussurrò lei, aprendo le labbra in un grande sorriso.
Il riccio la fissò per un attimo, prima di accoglierla tra le sue braccia.
Non era nemmeno cresciuta un po’, e questo gli ricordava maledettamente tutte quelle volte in cui la prendeva in giro per la sua statura.
«Ti avevo promesso che ci saremmo incontrati di nuovo.» sussurrò lui all’orecchio della ragazza.
Lei si staccò da lui e si sedette su uno di quei sgabelli di legno che erano posti proprio accanto a loro. «Dove sei stato per tutto questo tempo?» gli chiese, accavallando le gambe.
Lui la seguì, sedendosi a quello accanto. «In un centro, per gestire la rabbia.» spiegò imbarazzato.
Lei annuì comprensiva e strofinò le mani sul tessuto dei jeans. «Allora.. il destino!» esclamò, ridacchiando poi insieme al ragazzo.
«Okay, ammetto di averti vista mentre parcheggiavo la macchina.» si discolpò lui, con i palmi delle mani accanto ai lati della testa.
Lei si morse il labbro inferiore e prese istintivamente la mano di Harry, che la guardò stranito.
«Kylie, cosa stai fac-»
«Sfiorami,» lo interruppe lei. «con amore.»
Il ragazzo sorrise e accarezzò dolcemente la guancia della ragazza, facendo però poi aggrottare la fronte in un secondo momento. «Sei ancora innamorata di me?»
Lei scosse la testa e abbozzò un sorriso, poi si alzò dalla sedia e lo abbracciò forte. «Grazie Harry.»
«Grazie per cosa? Ti ho solo fatto del male, Kylie.» grugnì lui frustato ed arrabbiato ancora con sé stesso.
Kylie si accoccolò al suo petto, stringendo forte la maglia grigia che fasciava il corpo del ragazzo.
Ripensò a tutti i lividi, a tutte quelle notti in cui non faceva altro che piangere mentre Harry le prometteva di continuo che avrebbe smesso, la pelle d’oca e le ossa tremanti sotto il dolce tocco del riccio.
Le ritornò alla mente quella mattina all’alba, quando lui decise di andarsene.
Poi le immagini di lei sul letto, insonne, mentre lo aspettava fino ad arrivare al momento in cui Kylie bussava alla porta di casa. La sua casa.
Non potette non pensare al sorriso che era spuntato sul suo viso mentre sua madre l’accoglieva tra le braccia, come anni addietro; questo la faceva sentire protetta.
Ed alla fine, lei sapeva nel suo profondo di aver trovato la sua felicità, il suo posto e, cosa più fondamentale di tutte, sé stessa.
«Sai Harry, a volte ciò che non uccide fortifica



Comincio con il dire che ci ho messo tutta me stessa, perché la violenza sulle donne è comunque una delle tematiche più importanti e delicate.
Spero si capisca il messaggio che voglio mandare e penso che ascoltare il discorso della Littizzetto sia importante per comprendere e pensare.
La violenza è una cosa inammissibile, che sia fatta o no da una persona che ci ama o meno.
Perché ricordiamoci che chi ci ama si rende conto di ciò che ha fatto e ci lascia andare, per il nostro bene, o ancora meglio avvicina la mano al nostro volto per accarezzarci, non per lasciarci un occhio nero e le labbra spaccate.
Rinuncia a noi per il nostro bene, sapendo di non saper gestire la rabbia.
Riguardo alla storia, so che magari il mio modo di 'raccontare' le cose non vi piacerà, ma tengo più che altro al significato.
In questo caso Harry lascia andare Kylie, per il bene della ragazza. Sa che prometterle di non rifarlo non servirà a nulla, quindi.
Il fatto che Kylie lo preghi di restare può sembrare davvero difficile da comprendere,
ma Harry è l'unica cosa che le è rimasta, che le faccia bene o no.

Spero vi piaccia, dico sul serio. Nel caso fosse non vi piacesse, mi vado a nascondere in una cittadina sperduta, magari vado a fare compagnia ai pinguini AHAHAH.
Il titolo è dedicato alla canzone di Jasmine Villegas, se non l'avete mai ascoltata vi consiglio di farlo.
Mentre la canzone lì su è 'Before the storm' di Nick e Miley sdkjfbgs.

Ora vi saluto e mi scuso per eventuali errori.

  
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