-
Buon lunedì amiche mie… eccomi qui finalmente!
- Scusatemi ancora per aver mancato il nostro appuntamento di San Valentino e grazie di essermi state accanto con i vostri messaggi, che mi permetterò di conservare dopo che modificherò il capitolo, per ricordarmi di quei momenti, in quella giornata convulsa e piena di apprensione.
- Ancora
in questi giorni faccio i
conti con gli strascichi comprensibili di un brutto incidente.
- Dopo
il pronto soccorso, c’è stato
il medico sportivo, l’ortopedico, l’otorino e
più tardi chiuderemo con il
dentista, poi spero potrò buttarmi questa brutta esperienza
alle spalle e considerato
le condizioni della mia auto, devo ritenermi fortunata di poter
raccontare
questa storia invece, di piangerne terribili conseguenze.
- Penso
che siamo stati molto fortunati.
- Archiviata
la brutta avventura avuto
dai miei maschi, (li adoro, si mostrano coraggiosi, ma vogliono le
coccole), mi
dedico finalmente all’ultimo atto della mia storia.
- Mi
auguro di trasmettervi il carico
di emozioni che mi hanno scosso nello scrivere questo capitolo (che non
definisco
epilogo), che è il compimento di un percorso,
l’evoluzione di una sfera
interiore, la conclusione di una prima tappa della una vita.
- Questo
spero vi comunichi “Due vite
in una”, almeno questo era la mia intenzione, spero di
esserci riuscita .
- Vi
chiedo solo un’ultima cosa,
quando avrete finito di leggere il capitolo, dedicatemi ancora qualche
minuto
del vostro tempo, leggete il mio commento (so che spesso non lo si fa)
e poi
vorrei che più persone possibili mi lasciassero anche solo
un messaggio privato
non necessariamente quindi una recensione, per dirmi cosa è
rimasto in loro,
adoro conservare emozioni scritte, dentro nel mio animo mi
arricchiscono più di
cento storie, aspetti positivi e negativi delle vicende narrate,
considerazioni
insomma qualcosa che mi permetta capire qualcosa di più di
ciò che ho suscitato.
- Grazie
ancora….partiamo e speriamo vada bene.
-
Tratto dal quarantesettesimo capitolo:
- <<
Capo che ne dici, sono stata brava?>>.
- <<
Sei stata Swan, semplicemente Swan! L’università
una cosa da niente per una
tosta come te. Sono impaziente, invece, di vedere l’erede
Cullen.>>
- <<
Dai anche tu con questa storia dell’erede, mio padre ha
esternato la sua
soddisfazione per poter dire di avere un nipote.>>
- <<
Ma non è vero!>>, sbottò lui
avvicinandosi.
- <<
Papà stavo scherzando, voi uomini siete così
senti sibili a queste provocazioni.>>
- <<
Scusate se mi faccio un po’ i fatti vostri ma avete deciso il
nome per il
piccolo?>>
- <<
Non ancora.>>, dissi.
- <<
Bella.>>, disse Edward, << io…
io avrei una proposta per un nome
che sarebbe perfetto.
- Jacob…
Jacob Swan Cullen.>>
- Lo
guardai con stupore:
- <<
Edward! Ma…>>
- Mi
mise la mano sulla pancia e disse sorridendo:
- <<
Non è un nome bellissimo piccolo Cullen?>
- Mia
madre si era avvicinata, una mano sulla bocca, piangeva, Edward
allungò la mano
e la fece sedere accanto a lui.
- <<
Oh no Renèe ti prego non piangere… ti fa piacere
vero?>>
- <<
Ma sì certo!>>, disse mia madre.
<< Sono felice che tu abbia
pensato al nome di mio figlio!>>.
- <<
In questo modo lo sentiremo sempre tra di noi, continuerà a
vegliarci.>>,
disse ancora lui. << Poi Jacob è il nome di un
uomo forte, così come sarà
mio figlio, così come lo è sua
madre.>>
- Edward
le passò la mano sul viso di mia madre, lei lo
attirò verso di sé e si
abbracciarono.
- <<
Allora Bella cosa ne pensi?>>
- <<
Edward tesoro
io… io non so cosa dire!>>.
- <<
Dimmi solo se sei felice di
questa mia scelta, perché non potrei sopportare di vederti
malinconica mentre
chiami tuo figlio, lo capisci vero!>>
- <<
Hai avuto un pensiero veramente
stupendo, certo che sono felice, mi piace Jacob Cullen.>>
- <<
Vorrai dire Jacob Swan Cullen!>>.
- Edward
si chinò sulla mia pancia e gli
depose un bacio.
- Ebbi
un fremito, gli infilai le dita tra i
capelli, lui mi guardò sorridendo e riprese a massaggiarmi
le caviglie.
- Mio
padre, cinse mia madre, lei poggiò la
testa sulla sua spalla e mano nella mano andarono in guardino.
- Ogni
tanto mio figlio si faceva sentire,
scalciava e allungava forse un braccino, Sam aveva appoggiato la mano
sulla mia
pancia, mi carezzava.
- Non
avevo mai visto il mio amico così
silenzioso e serio.
- <<
Sam parlami?>>.
- <<
Sono totalmente affascinato da
tutto ciò che riesci a fare, sembra che la tua vita sia un
continuo banco di
prova. Il destino ti mette davanti sempre nuovi ostacoli, ma tu non ti
scoraggi
li superi e guardi avanti, riuscendo sempre nell’intento di
rendere il mondo
intorno a te migliore.
- Adesso
quando Renèe guarderà suo nipote e
penserà a suo figlio sarà felice e Charlie poi
sentirà Jacob ancor di più
dentro alla sua vita, tuo marito è vero è stato
graziato dal destino, aiutato
da Dio, ma è un uomo appagato, pieno di vitalità
e buoni propositi grazie alla
tua presenza accanto a lui, la famiglia Cullen è tornata ad
essere una famiglia
niente sembra possa sfuggirti.
- Piccola
Swan rappresenti tutto ciò che di
sorprendente e positivo possa esistere. Sei una donna veramente super e
sono
averti nella mia vita. Ti voglio bene.>>
-
Capitolo 48
-
-
Due vite in una
- BELLA
- Il
tragitto mi sembrava non finisse mai, più desideravo
arrivare in
ospedale e parlare con la mia ginecologa, più mi sembrava il
tempo scorresse
lento.
- A
ogni contrazione mi flettevo in avanti per il dolore, sentivo subito la
mano di Edward sulla schiena ad alleviare la fitta, la sua voce
mormorarmi di
star tranquilla, cercare di non opporre resistenza e concentrarmi su
altro.
- Ero
totalmente in confusione, piangevo ma soprattutto ogni passaggio utile
di
quei dannati corsi di training autogeno, si era dissolto nella mia
mente, non
appena avevo visto il lago del liquido amniotico ai miei piedi.
- Io
ero in confusione e lui era perfetto, mi ripeteva con tono calmo
ciò che
dovevo fare, mi massaggiava, mi reggeva per le spalle.
- Stavo
sforzandomi di ritrovare un po’ di lucidità. Stavo
deludendo me
stessa e lui.
- Il
mio cellulare trillò, Edward rispose:
- <<
Ciao Renèe si stiamo arrivando al Cedars, sta tranquilla,
sì in reparto
ci sarà già la dottoressa Mills, mio padre
l’ha avvertita, ci vediamo lì al più
presto.>>
- Ancora
una contrazione, questa molto più forte gemetti, ma avrei
voluto
tanto gridare:
- <<
Edward… aiutami, sento dolore giù fino alle
cosce!>>.
- <<
Respira amore mio, respira. James fa presto!>>.
- Un’altra…
un’altra ancora, ormai arrivavano molto ravvicinate tra loro
e
non riuscivo più a trattenere i lamenti per i forti dolori.
- Quando
rialzando la testa dopo l’ennesima, vidi l’insegna
luminosa del
pronto soccorso del Cedars, buttai fuori un sospiro di sollievo.
- Un’infermiera
ci attendeva con una sedia a rotelle, Edward mi aiutò a
scendere dall’auto e sedermi, restavo aggrappata al suo
braccio, nel panico.
- Ero
appena entrata nell’ottavo mese, il mio bimbo sarebbe stato
pre-termine,
non avevo idea quali conseguenze potesse avere e non riuscivo a frenare
le
lacrime, non ero preparata a questo, non riuscivo a razionalizzare.
- Stava
succedendo ancora, altre difficoltà complicavano le nostre
vite.
- <<
Bella amore ti prego smetti di piangere, non posso vederti
così
disperata, non c’è motivo, la Mills al telefono
quando le ho raccontato ciò che
stava succedendo, non mi è sembrata
preoccupata.>>
- Arrivammo
in reparto, entrammo direttamente in sala travaglio,
un’infermiera
mi aiutò a togliere i vestiti e mettere un camice.
- Subito
misero flebo e monitoraggio, sentivo il battito del cuore del mio
bimbo galoppare.
- Tornai
nel panico e ripresi a piangere.
- Edward
mi asciugò gli occhi, non mi disse nulla, prese la mia mano
e se la
portò sulle labbra, baciandola.
- Era
dispiaciuto, glielo leggevo in viso, non riuscirmi a consolare,
rassicurare, lo addolorava. Stavo tormentando il mio amore, lo stavo
facendo
preoccupare senza un motivo fondato.
- Bella
diavolo smettila! Subito!
- M’imposi
di smettere di piangere, lo feci avvicinare e gli chiesi un bacio,
si accostò, sulle sue labbra tremanti, ci lessi tutta la
tensione che stava
vivendo anche lui.
- La
dottoressa Mills entrò, indossò i guanti e si
sedette dinanzi a me:
- <<
Bella intanto tranquillizzati, chiaramente sei in travaglio ma la
tua gestazione è arrivata alla trentaquattresima settimana,
il bimbo è quindi
già formato, non corre nessun pericolo, l’unico
aspetto problematico è che non si
trova in posizione, quindi dovremo farti un cesareo.
- Adesso
ti prepareremo, faremo un’anestesia spinale e prima che tu
possa
accorgertene lo avrai in braccio.
- Edward
metti quel camice e siediti qui accanto a lei, ti vedo provato, ce
l’ha fai? Vuoi che ti faccia portare qualcosa?>>
- Fece
segno di no, era troppo emozionato per parlare, gli porsi la mano che
strinse tra le sue, vi depositò su un bacio e si sedette
vicino al lettino.
- L’anestesista
mi aiutò a sollevarmi e girarmi, Edward si spostò
dinanzi a
me, mi scoprirono la schiena, poco dopo sentì
l’ago della pre-anestesia
entrare, mi aggrappai al braccio di mio marito, lui mi
carezzò.
- Sentivo
arrivare ancora a intervalli regolari le contrazioni, non mi
sembrava l’ora che l’anestetico agisse, per poter
iniziare e rendere tutto più
rapido possibile.
- Dopo
fu la volta dell’altro ago, sentivo una fortissima pressione
contro la
schiena e delle scariche nelle gambe, chiusi gli occhi e cominciai a
respirare
piano:
- <<
Amore mio sta passando.>>, mi disse lui
all’orecchio,
<< ti ricordi la frase che dicevi per farmi affrontare i
momenti
difficili “ A me gli occhi”, non sarò
bravo come te, ma posso
provarci.>>.
- Mi
fissai su quel viso meraviglioso, lui si avvicinò e poggiai
poi la
fronte sulle sue labbra, rilassai le spalle e respirai profondamente,
un paio
di volte, poi riaprii le palpebre.
- Ero
dentro nel mare verde dei suoi occhi, limpidi e calmi, quegli occhi che
mi avevano attratto, che mi avevano trascinato nel suo mondo
già dal primo
istante in cui si erano posati su di me e che ancora una volta mi
parlavano, mi
avvolgevano, mi schiudevano il suo animo, un animo nobile e forte.
- Sospirai,
l’infermiera mi fece distendere sul fianco, Edward si
risedette
accanto al letto.
- <<
Bella.>> disse la dottoressa Mills,<<
dobbiamo
attendere circa un quarto d’ora, che l’anestetico
sia attivo, comunque stai
tranquilla, il bimbo è monitorato e tutto va più
che bene.>>
- <<
Grazie dottoressa.>>
- Si
allontanò ed io tornai nel mio mondo a due. Lui sorrideva,
sembrava
sereno, io invece tremavo, mi disse:
- <<
Parliamo un po’ così vediamo se smetti di far
scuotere il letto? Vorrei
raccontarti ciò che faremo nella nostra vita.>>
- <<
Ti sei dato alle premonizioni?>>.
- <<
Proprio così. Sono diventato veggente, zitta ed ascolta.
>>,
rise e poggiò la mano sul mio fianco quasi a fermare i miei
tremori. << Tra
qualche ora inizierà un’avventura nuova, dove i
nostri eroi avranno tra le
braccia il neonato più bello e più sano che
questo ospedale ricordi, quindi se
ne torneranno in fretta a casa e li troveranno una bimba rossiccia,
orgoglio di
papà, a cui forse una zia iperefficiente avrà
già regalato un gatto….
- <<
Cosa un gatto? Da dove viene questa idea?>>
- <<
Diciamo che in questi ultimi giorni se stata molto impegnata e
quindi ti è sfuggito un piccolo particolare, Renesmee non ha
fatto altro che
miagolare e dire “Gatto… gatto”. Temo
che quest’idea gliel’abbia messa in testa
Eddy, che spera di avere una complice per convincere Alice a prenderne
uno
anche per lui. Allora se conosco almeno un po’ mia sorella,
domattina la
porterà al gattile di Santa Monica e prenderà un
piccolo trovatello, neonato
anche lui e dirà a lei che è il regalo portato
dal suo fratellino Jacob. >>
- <<
Bene allora io allatterò Jacob e tu il
trovatello.>>
- <<
Mi sembra una divisione dei compiti molto equa, affare fatto.
- Continuiamo
con i programmi, saremo impegnati a trecentosettanta gradi per far
crescere due splendide creature, frutto di un amore senza fine, nella
maniera
più aperta, intelligente ed evoluta possibile e…
un gatto.>>, sorrise.<<
Poi quest’estate faremo un lungo viaggio, noi quattro,
destinazione? … Ehm
ancora non so bene dove, dipenderà molto da Jacob, ma tanto
l’unica cosa
importante è stare insieme e rilassarci, riposarci e
divertirci.
- Swan
quest’anno è stato impegnativo, ho faticato un bel
po’ a prendermi
cura di voi.>>
- <<
Ah conta solo quest’anno e tutti gli anni in cui io mi sono
presa
cura di te, non contano?>>.
- <<
Oh amore certo che contano, ma hai notato che premio che hai
ottenuto.>> e si indicò ridendo.
- <<
Il mio premio più grande.>>, gli presi il
mento e lo baciai.
- <<
Non farmi deconcentrare, ho ancora tanto da dirti.>>,
sorrise.
<< Dopo dovremo sviluppare un po’ meglio le
nostre situazioni lavorative.
A dir il vero volevo farti una sorpresa, non appena fossimo tornati a
casa, ma
credo che saperlo ti tirerà un po’
su.>>
- <<
Dopo la notizia del gatto cosa può rendermi ancora
più felice?>>
- <<
Non appena ne avrai voglia o ti sentirai pronta ti aspettano per
un colloquio presso una casa editrice, stanno ampliando
l’organico hanno
bisogno di diverse figure professionali e cara Swan troveranno che
calzi a
pennello ad una persona come te che dormirebbe sui
libri.>>
- <<
Eh! Mi hai fissato un colloquio di lavoro?>>.
- <<
Non io… tuo suocero.>>
- <<
Come Carlisle?>>
- <<
La casa editrice si chiama “Parole volanti”, il
suo direttore ha
avuto bisogno delle cure di mio padre e una parola tira
l’altra e ...>>
- <<
E mentre lo visitava ha avuto il tempo di dirgli che sua nuora
venticinquenne,
neo-laureata, sposata e incinta all’ottavo mese con
già una figlia, è la
persona adatta per ricoprire chissà quale ruolo dentro una
casa
editrice?>>.
- <<
Ma certo che sì… mio padre ha detto
“Bella ne sarà felice!”>>.
- <<
Io dovrò pensare ai bambini.>>
- <<
Noi dovremo pensare ai bambini. Ci divideremmo i compiti, non
voglio che ti releghi a casa, vorrei, invece, che provassi a metterti
in gioco
in qualcosa che so potrebbe piacerti e darti molte soddisfazioni.
- Hai
fatto troppi sacrifici per arrivare a questo traguardo, per non
sfruttare subito qualsiasi possibilità si presenti davanti.
- Il
lavoro all’associazione rende i miei orari flessibili, ci
organizzeremo,
dimmi che ci penserai?>>
- <<
Pensarci? Oh certo volendo potrei valutare adesso tra una
contrazione e l’altra. E’ il momento
adatto?>>.
- <<
Dai Bella non dico adesso!>>.
- Mi
misi a ridere.
- <<
Ti stai prendendo gioco di me?>>, aggiunse mettendo il
suo
adorabile broncio.
- <<
Noo…>>, ridevo ancora.
- Lo
attirai verso di me, le mie labbra si posarono lievi sulle sue e
sussurrai:
- <<
Grazie amore mio, grazie anche di questo.>>
- La
Mills si riavvicinò al letto:
- <<
Bella.>>
- <<
Siamo pronti?>>
- <<
Sì cara, possiamo andare in sala operatoria.>>
- Non
appena sentii quella parola, il cuore prese a battermi così
forte, da
opprimermi. Sala operatoria.
- Mi
piombò addosso una paura irrazionale, rifiutavo anche solo
l’idea che
Bella dovesse subire un intervento, sia pure routinario e soprattutto
per un bellissimo
evento.
<< Edward so che hai chiesto di assistere ma se adesso non te la senti più non preoccuparti.>> - <<
No!>>, involontariamente avevo alzato il tono.
<< A
meno che Bella non mi voglia.>>
- <<
Scherzi amore. Non potrei separami da te neanche un momento, devi
prendere il bimbo in braccio, così come hai fatto per
Renesmee.>>
- <<
Allora vieni, un’infermiera ti darà camice e
calzari sterili, ti
aiuterà a prepararti.>>
- <<
Edward, prendi quello sgabello.>>, disse la Mills,
<< mettiti
pure di spalle, accanto a lei, perdetevi pure uno negli occhi
dell’altra,
vedrete che l’intervento sarà breve e tutto
andrà bene.>>
- Avevo
ascoltato il consiglio della dottoressa, spalle ai medici e sguardo
sul suo viso.
- Le
avevo preso delicatamente la mano in cui era infilato l’ago
della flebo,
cercando di dissimulare più possibile
l’apprensione di vederla in quella
situazione.
- Dovevo
avere, però, un’espressione veramente spaurita e
lei sensibile come
sempre mi carezzava e mi chiedeva di baciarla. Abbozzavo un sorriso ma
non dovevo
essere molto convincente.
- Non
era sensato ciò che provavo, lo stomaco attanagliato
dall’ansia e dal
dispiacere, sensazioni che per la nascita di Renesmee, chiaramente non
avevo
sentito.
- Rifuggivo
solo all’idea che lei potesse provare dolore, come se la mia
perfetta, incrollabile Bella non potesse né dovesse mai
provare nulla di
spiacevole.
- Era
un ragionamento delirante e stupido che mi stava rovinandomi un momento
indimenticabile della mia vita con lei, la nascita di mio figlio.
- Chiusi
gli occhi e sussurrai a me stesso:
- <<
Smettila subito!>>.
- <<
Cosa Edward?>>.
- <<
Scusami stavo facendo pensieri idioti, mentre dovrei solo godermi
questo momento, perché è fantastico essere qui
accanto a te e poterti vedere
adesso così serena.>>
- <<
Ben detto. Torna qui vicino e raccontami cos’altro stai
tramando
alle mie spalle.>>
- <<
Tramando? Io non sto tramando nulla.>>
- <<
Sai di essere un pessimo bugiardo. Se nascondi qualcosa e sei
costretto a parlarne e come se un’ombra passasse per i tuoi
occhi, perdono un
po’ della loro luce.>>
- <<
Cos’è questa storia di leggermi le bugie negli
occhi.>>
- <<
Oh sì che posso, non puoi avere segreti con me Edward
Cullen.>>
- <<
Stavo preparando una grande sorpresa per quando fosse nato Jacob, ma
visto che il ragazzo arriverà con un po’ di
anticipo, dovrò fare i salti
mortali per riuscire a metterla in pratica e dovrò cercare
uno stuolo di
complici per riuscirci, ma tanto quelli non mancano mai.
- Visto
da quanto ci sto lavorando da un pò, non puoi rovinarmi
tutto, quindi
fa la brava e parliamo d’altro.>>
- <<
Sai che quando mi guardo in questo modo non posso negarti
nulla.>>,
rispose ridendo.<< Raccontami allora i nuovi risvolti del
tuo
lavoro.>>
- <<
Come fai a saperlo ne parlavo solo due giorni fa con mio
padre.>>
- <<
Dovresti sapere che riuscire a studiare in casa nostra, significa
riuscire
a concentrarsi nonostante tutto ciò che accade intorno e non
escludersi
completamente, quindi rispondere a Renesmee e alle telefonate continue
di
Renèe, lasciarsi coinvolgere dalle incursioni di Alice ed
Eddy e chiaramente stare
attenta a tutto quello che riguarda te Edward, così come
faccio da cinque anni.>>
- Abbassai
lo sguardo sorridendo. Ripercorsi ancora un altro aspetto degli
anni appena trascorsi.
- A
sei mesi dal nostro matrimonio, era settembre, alla ripresa
dell’anno
accademico, decisi di abbandonare gli studi.
- Poteva
sembrare incredibile, ma avevo totalmente perso interesse alla
laurea, senza alcun rimpianto.
- Il
mio tempo era totalmente assorbito da Bella, dalla nostra vita
coniugale
e da tutto ciò che la mia indipendenza, così
faticosamente conquistata, mi
permetteva di fare.
- Libri,
lezioni e laboratori mi sembrano solo tempo sprecato, adoravo
restare accanto a mia moglie, vederla studiare, girare per la nostra
casa,
cucinare per me e starmi vicino sempre amorevole e premurosa.
- Adesso
avevo anche bisogno di tempo per me, per conoscermi meglio. Vivevo in
questa nuova e stupenda realtà,
ma
totalmente sconosciuta.
- Muovermi
da solo, andare in giro in qualunque momento ne avessi voglia,
incontrarmi con i miei amici per una birra al pub, passare del tempo
con Edward
junior, guidare e portare Bella dovunque volesse andare, erano momenti
irripetibili,
niente poteva distogliermi da tutto ciò.
- Durante le vacanze di Natale poi Lys mi aveva fatto una proposta interessante, lavorare per la sede californiana di un’associazione molto nota negli Stati Uniti, appoggiata a una fondazione internazionale che si occupava di ricerca e di cura delle malattie immunodegenerative e di assistenza alle famiglie dei malati.
- Trevor
sosteneva che la mia esperienza poteva dare un grande contributo sia
per i malati, sia per le famiglie, dal punto di vista organizzativo, ma
anche
da quello psicologico e anche nell’approccio al malato da
parte degli operatori.
Credeva, inoltre, che mantenere vivo il ricordo di quello che avevo
vissuto e
superato, avrebbe avuto effetti positivi sulla mia capacità
di mantenere sotto
controllo la malattia.
- Io
e Bella avevamo passato molto tempo a parlare delle implicazioni di
questa scelta, l’avevamo analizzate a fondo.
- La
sua paura era che il ricordo potesse farmi star male, la mia invece di
non sentirmi all’altezza dell’impegno, come sempre
lei era preoccupata per me
ed io non mi ritenevo adeguato al compito.
- Ne
parlai anche con mio padre e mio fratello. Dapprima anche loro si erano
dimostrati perplessi, ma dopo aver discusso e valutato i pro e i
contro, pensai
di accettare un mese di prova e solo dopo prendere una decisione
definitiva.
- Alla
fine di gennaio scoprimmo Bella era incinta, ma lei mi
invitò a
continuare, in fondo ero in part-time, diceva che sarebbe sopravvissuta
a mezza
giornata di separazione da me, impegnando il suo tempo a preparare il
suo esame
finale.
- Dopo
solo una settimana dovetti dare ragione in pieno al mio terribile
neurochirurgo.
- Era
una situazione così stimolante e diversa da quella che
pensavo sarebbe
stata.
- Mi
ero sentito subito coinvolto e avevo ricevuto immediate gratificazioni
da questo lavoro.
- I
primi tempi mi occupai di organizzare il soggiorno dei familiari dei
malati che provenivano da altre città e parlare delle
difficoltà incontrate
durante la malattia dei propri cari, ma ben presto, dopo aver fatto dei
corsi
di formazione interni all’associazione, avevo chiesto di
entrare direttamente
in contatto con i malati.
- Relazionarmi
con uomini e donne, giovani, adulti, anche bambini che
soffrivano di miastenia o di altre malattie immunodegenerative erano
esperienze
forti e profonde, ma non dolorose. Era un continuo confronto con il mio
passato
che mi permetteva però uno sguardo più fiducioso
al mio futuro.
- Sapevo
bene di essere stato un privilegiato, più volte
sull’orlo
dell’abisso, non ero caduto mi ero stato salvato, ma
ciò che avevo vissuto
volevo servisse per risparmiare a questi malati una parte della
sofferenza che
io avevo subito.
- Questo
era diventato lo scopo fondamentale della mia presenza e della mia
azione.
- <<
Ehi ci sei… Edward?>>
- <<
Oh sì Bella scusami mi sono perso un attimo.>>
- <<
Allora parlami del lavoro?>>.
- <<
Mi hanno chiesto di coordinare tutti i progetti di assistenza dei
malati in ingresso presso il reparto malattie autoimmuni appena
inaugurato al Cedars.>>
- <<
Wow, stiamo facendo una rapida carriera.>>
- <<
Il direttore del reparto, il dottor Stevenson è davvero un
luminare e si è circondato di medici giovani, altamente
qualificati, spero che
la nostra collaborazione sia utile a rendere più semplice
ogni passaggio ai
malati.>>
- <<
Stai facendo davvero un eccellente lavoro Edward, sei centrato ed
efficiente, riesci a dare una spinta notevole ad ogni progetto in cui
ti
impegni.
- Adesso
vedo l’entusiasmo nei tuoi occhi, quella luce è
davvero
brillante.>>, mi disse sorridendo accarezzandomi la
fronte.
- <<
Questa tua lettura dei miei occhi mi piace signora Cullen, potrei
smettere di parlarti e lasciare che tu mi dica sempre a cosa penso solo
guardandomi,
è così intimo e romantico.>>
- <<
E’ la chiave della nostra storia Edward, essere sempre in
totale
sintonia.
- Riusciremo
ad avere sempre un canale privilegiato amore, quello che ci
permetterà di sentire sempre ogni emozione
dell’altro, le inquietudini, le
preoccupazioni, le necessità e le gioie,
l’amore… sì Edward l’amore
che
proviamo.
- Questo
filo non potrà mai spezzarsi, è nato nel momento
in cui la nostra
relazione ha preso forma e sarà sempre la
particolarità unica e introvabile del
nostro rapporto.>>
- Non
una parola in più in quel momento era necessaria, mi
avvicinai a lei,
la baciai e le sussurrai sulle labbra semplicemente:
- <<
Ti amo.>>
- <<
Desolata di interrompervi.>>
- La
voce della dottoressa Mills.
- <<
Ci siamo.>>
- Un’infermiera
portò accanto a noi un’incubatrice, Bella
mormorò spaventata:
- <<
Dottoressa…no!>>
- <<
E’ per precauzione, non devi preoccuparti, terremo il bimbo
lì per
qualche ora, è solo per rendergli tutto più
semplice… devi pensare solo a lui,
hai fiducia in me?>>.
- Io
deglutii, lei cercò il mio sguardo:
- <<
Amore mio sta serena, Jacob starà benissimo.>>
le diedi un
bacio in fronte.
- Si
volse verso la dottoressa e fece un segno di assenso con la testa,
asciugandosi le lacrime che le erano sfuggite.
- Mi
alzai, fissai il taglio sul ventre, rabbrividii, respirai e mi
avvicinai, vidi i piedini del bimbo, la dottoressa li prese e
delicatamente lo accompagno
con un movimento netto per farlo uscire.
- Aprii
la bocca per lo stupore, ma non riuscii a proferire una parola.
- Lui
fece due mugolii, poi stese le braccine, quel silenzio divenne subito
oppressivo, l’infermiera gli passò sul viso un
panno per ripulirlo appena dal
sangue, il bimbo a quel punto si mise a piangere, lo mise tra le
braccia, mi
avvicinai a Bella, che aveva gli occhi di nuovo pieni di lacrime,
poggiai il
visino su quello di mia moglie, lei lo baciò:
- <<
Ciao Jacob!>>, disse, << ciao mio piccolo
ometto!>>
- <<
Bella guarda è uno Swan in tutto e per tutto, che lineamenti
decisi, amore mio è bellissimo ma soprattutto sta bene,
tranquilla, amore stava
veramente bene.>>
- Poggiò
ancora un bacio lieve sulla testa del bimbo e poi baciò me,
aveva
allungato la mano, voleva che la prendessi, volsi lo sguardo verso la
puericultrice che prese Jacob e si spostò vicino a noi, dove
su un piano vi era
una vashetta piena d’acqua.
- Diedi
la mano a Bella e mi sedetti, seguivamo ogni gesto che lei faceva.
- Lo
lavarono e asciugarono, gli misero il pannolino, un body e una
cuffietta, quindi lo mise dentro l’incubatrice.
- Bella
disse:
- <<
Sta bene vero?>>
- <<
Si signora, sta benissimo, entro stasera potremo spostarlo nella
culletta termica e l’avrà accanto a
lei.>>
- Nel
frattempo la dottoressa stava terminando l’intervento,
l’ansia mi prese
ancora una volta, Bella mi fece segno di avvicinarmi, appoggiai la
testa sul
lettino:
- <<
Cullen ti prego fammi uno dei tuoi sorrisi, quelli irresistibili,
quelli che mi conquistano e che annebbiano ogni mia
capacità, ne ho bisogno,
perché ho il petto stretto in una morsa, vorrei scoppiare a
piangere e non
devo… dimmi che andrà tutto bene.>>
- Ubbidii
facendomi grande forza, la baciai e dissi:
- <<
Andrà tutto bene, non temere, adesso sta serena e lascia che
la
dottoressa Mills finisca il suo lavoro.>>
- BELLA
- Non
riuscii a staccarmi da Edward neanche in sala risveglio.
- Anche
se ero combattuta, da un lato avrei voluto che lui andasse da Jacob,
controllare che stesse bene, fargli sentire il calore e
l’affetto di suo padre,
dentro quell’ambiente sì ristretto, ma per me
troppo asettico e freddo, ma per
la prima volta, da quando conoscevo Edward, sentivo prepotente la
necessità
egoista di averlo accanto, avevo bisogno che scacciasse ogni mia paura,
con uno
sguardo, con la sua voce sospirata e dolce, il suo sorriso.
- Tornai
in camera distrutta, avevo vomitato e mi era scoppiato un terribile
mal di testa, Edward insisteva affinchè mi addormentassi, ma
io volevo solo vedere
mio figlio, non m’importava altro. I miei genitori e i miei
suoceri fecero una
breve visita, quindi pregai Edward di portarmi da Jacob.
- Arrivai
nella sala dei prematuri, ci indicarono l’incubatrice,
un’infermiera stava controllando la cartella.
- Mi
avvicinai piano, quasi avessi paura, Edward si sporse, lo guardammo,
fece uno sbadiglio e riprese a dormire beatamente, mettemmo entrambi
una mano dentro l’incubatrice e lo
accarezzammo, si mosse appena. Ripresi a piangere, alzai gli occhi e
anche lui
piangeva.
- Accanto
a noi arrivò la dottoressa Newhill, la pediatra:
- <<
Sta benissimo, stasera lo porteremo in camera, con una culletta
termica e potrà tenerlo vicino.
- Avete
fatto bene a venire, carezzatelo passate un po’ tempo con lui
ma poi
signora Cullen deve tornare a letto, è ancora un
po’ pallida, ha bisogno di
riposo.>>
- Rimanemmo
toccargli le manine e i piedini, coccolarlo dolcemente.
- Via
via che gli effetti dell’anestesia stavano svanendo, i punti
cominciavano a dolermi, la testa mi scoppiava e la nausea era ancora
molto forte,
ma soprattutto ero emotivamente a pezzi, Guardai Edward, carezzammo
ancora una
volta il bimbo, lui aprì gli occhietti, sbattè le
palpebre e dopo un sospiro,
riprese a dormire.
- Mio
marito si chinò su di me, mi diede un bacio in fronte e
spinse la sedia
verso la porta.
- Non
ci eravamo neanche accorti di come il tempo fosse passato in fretta,
era mezzogiorno, orario di visite, feci in tempo ad arrivare in camera
e mi
misi a letto, lui mi disse:
- <<
Lo sai che sono tutti qua fuori, ma se non ti senti di vedere
nessuno, capiranno e torneranno stasera.>>
- <<
No, sono stati qui per tutto il tempo ad aspettare, sono stati in
pena per noi, li voglio ringraziare.>>
- Entrarono
poco alla volta tutti quanti, cercai di abbozzare il migliore dei
miei sorrisi, mia
mamma e mio papà si
avvicinarono al letto e mi baciarono.
- La
mia famiglia allargata era tutta lì, che mi faceva forza con
gli
sguardi, senza pronunciare una sillaba:
- <<
Mi dispiace…>>, dissi con voce bassa,
<< ma il mio
piccolo ancora non può presentarsi alla sua famiglia al
completo. Ha bisogno di
qualche ora per farsi ancora più bello.>>
- Sorrisero.
- <<
Mamma è uno Swan, forte e tenace.>>
- <<
Non avevo alcun dubbio>>
- <<
Tesoro.>> disse Alice prendendomi la mano,
<< di qualsiasi
cosa tu abbia bisogno noi siamo qui.>>
- <<
Lo so e vi ringrazio, ma l’unica cosa di cui ho bisogno
è avere mio
figlio qui accanto.>>
- <<
Vedrai che queste ore passeranno presto.>>
- <<
Bella. >>, Esme si avvicinò al letto,
<< abbiamo una
piccola sorpresa per te, spero ti strapperà un
sorriso.>>
- Si
aprì la porta e tra le braccia di Carlisle, vidi Renesmee:
- <<
Amore mio!>> esclamai, tendendole le braccia.
- <<
Mammina!>> la sua voce argentina, mi scaldò
l’anima.
- Mio
suocero l’appoggiò sul letto, lei mi cinse con le
sue braccine.
- <<
Mamma… Jaco… Jaco...>>
- <<
Lo ripete da stamattina.>>
- Alzai
gli occhi, incrociai quelli cerulei di Rosalie.
- <<
Grazie Rose.>>, lei mi baciò la fronte.
- <<
È di che, io e la mia nipotina ci siamo divertiti un mondo,
ma
adesso voleva la mamma, la sua mamma e Jaco… e il dottor
Cullen ha fatto valere
la sua autorità in quest’ospedale ed è
riuscito ad intrufolare questa bimba
impaziente.>>
- <<
Mamma! Mamma!>>, ripeteva Renesmee senza sosta, mentre mi
carezzava il viso con entrambe le mani.
- <<
Grazie Carlisle.>>
- <<
Adesso però tu dovresti riposare.>> disse lui.
- <<
No ancora un attimo!>>, mi uscì una voce
affranta. <<
Ho bisogno ancora un attimo di tutti voi e di lei.>>
- Allungai
la mano verso mio marito che si sedette sul letto, cingendomi le
spalle, mi appoggiai a lui, Renesmee, si appoggiò sul mio
petto, le mani sul
mio viso, faceva sempre così quando voleva essere cullata,
l’avvolsi tra le mie
braccia e cominciai a dondolarmi lentamente, dopo qualche minuto la mia
bimba
aveva chiuso gli occhi e si era assopita, Edward la baciò:
- <<
Bisogno di mamma?>>.
- Feci
segno di sì, riappoggiai la testa sulla sua spalla e
aggiunsi:
- <<
Ed io bisogno di Renesmee, come farò tre giorni senza
lei?>>.
- <<
Avrai Jaco a cui pensare.>>, rispose, << e
continueremo a infrangere il regolamento di questo ospedale, come
facciamo
ormai da anni, introducendo furtivamente una volta al giorno questo
tesoro
nella tua stanza.>>
- <<
Ok Cullen affare fatto.>>
- Poco
dopo sfilarono tutti dinanzi a me, mi baciarono e uscirono dalla
stanza, Rosalie per ultima, dopo avermi abbracciato, prese Renesmee
lentamente,
la bimba mi strinse ancora le gote con le sue manine e poi assonnata si
fece
portar via mansueta.
- Mia
madre si avvicinò al letto, lessi la sua espressione, mio
marito mi
fece un cenno e uscì dalla stanza, con gli altri, la feci
sedere accanto a me,
le diedi le mani e dissi:
- <<
Sto bene davvero mamma, è passato, non ho più
paura, però lo
voglio tra le braccia, voglio poterlo accarezzare, fargli sentire il
mio calore
e lo voglio allattare. E’ come se mi mancasse una parte di
me. Puoi capirmi
mamma?>>.
- Lei
abbassò la testa.
- <<
La parte più importante di te amore mio.
- Ricordo
come fossi ieri quando ho stretto Jacob tra le braccia, mi sono
sentita talmente madre… non fraintendermi Bella il primo
figlio da sempre una
sensazione molto forte, credo che l’avrai provata anche tu
con Renesmee.
- Lui
invece di piangere, non faceva altro che aprire e chiudere gli occhi e
muovere continuamente le braccia, era vispo e sempre sveglio, dava una
tale
soddisfazione, anche solo a guardarlo.>>, sorrise.
- <<
Mentre io e Edward lo carezzavamo dentro l’incubatrice ogni
tanto
apriva le palpebre, sembrava sentisse la nostra presenza, mamma non
sembra
fragile, tutt’altro, è vitale .>>
- <<
Non avevo dubbi, è tuo figlio e di quel combattente di tuo
marito,
non poteva essere altro che un bimbo tosto.>>, mi
passò le dita sotto gli
occhi, << Adesso manda via queste brutte occhiaie, con un
buon sonno,
devi farti trovare in forma dall’altro uomo della tua vita,
che monopolizzerà tutto
il tuo tempo.
- Il
mio bel genero passerà in terzo piano adesso? No, piuttosto
ti
triplicherai ma non credo proprio che toglierai tempo e attenzioni a
tuo
marito. Ciao amore a domani.>>
- Carlisle
rientrò in camera e si avvicinò a letto:
- <<
Vieni Renèe andiamo a conoscere nostro
nipote.>>
- <<
Davvero!>>, disse lei, sgranando gli occhi come una bimba.
- <<
Dovremo accontentarci di vederlo attraverso un vetro
però.>>,
disse ancora lui.
- <<
Va benissimo, ciao Bella a domani.>>, mi diede un bacio
in
fronte.
- Guardai
verso la porta, Edward era appoggiato allo stipite, braccia
incrociate sul petto, il suo sorriso stampato e gli occhi allegri. Mia
madre lo
baciò, gli scompigliò i capelli e chiuse la
porta.
- Gli
feci segno con il dito di avvicinarsi, mi aiutò a mettermi
comoda, si
stese accanto a me e con la mano stretta alla sua, mi addormentai.
- <<
Ben svegliata amore.>>
- Mi
passai la mano sulla fronte, guardai fuori.
- <<
È buio, che ore sono?>>
- <<
Mezzanotte. Amore ti aiuto a spostarti.>> disse eccitato.
- Mi
accompagnò per le spalle. Accanto al mio letto,
c’era la culletta.
- <<
Oh Dio Edward!>>, mi aiutò a sollevarmi,
<< quanto lo
hanno portato? Perché non mi hai svegliato?>>.
- <<
La dottoressa Mills me l’ha proibito, del resto lui dormiva,
era
giusto che anche tu continuassi a farlo e poi è qui solo da
un’ora.>>
- <<
Guarda Edward si sta svegliando.>>
- Prese
il bimbo e lo appoggiò tra le mie braccia, lui si mosse
leggermente
al contatto con la mia pelle e aprì gli occhi. Edward
suonò il campanello per
chiamare la puericultrice.
- Ripresi
a piangere, guardavo mio figlio e piangevo, Edward mi asciugava le
lacrime, ma non mi diceva nulla.
- Eravamo
schiavi della stessa commozione, della stessa gioia e soddisfazione
e ancora una volta ci sentivamo fortunati per aver attraversato indenni
un’altra
prova difficile e potevamo goderci il bello della nostra vita,
rappresentato in
questo momento da nostro figlio.
- Una
giovane donna entrò sorridendo:
- <<
Signora Cullen ben svegliata, si sente pronta per
allattare?>>
- <<
Prontissima e credo che sia pronto anche lui. >>
- Jacob
rivolgeva la testa verso il mio petto cercando spasmodicamente,
attirato dal suo istinto o dal mio odore.
- La
ragazza mi scoprì il seno, lo ripulì con una
salviettina, mi stimolò il
capezzolo e indirizzò Jacob, che si attaccò e
voracemente iniziò a mangiare.
- E
fu come ritrovare la magia già vissuta con Renesmee. Ogni
paura scacciata,
il ricordo dei momenti concitati appena vissuti spariti, sostituiti
dalla
meravigliosa sensazione nel vedere il mio bimbo nutrirsi da me,
stringersi al
mio petto, aprendo ogni tanto quegli occhi piccoli e dolci…
fu l’apoteosi della
mia felicità.
- Edward
si era seduto sul letto, accanto a me, mi carezzava i capelli, lo
sguardo fisso su Jacob, ogni tanto sospirava e mi baciava, aveva
un’espressione
così serena, mi dimostrava con quello sguardo tutto
l’amore che provava, per me
e per Jacob.
- <<
Siamo riusciti a cavarcela anche stavolta.>>, sorrisi
mentre
lo dicevo.
- <<
Avevi dubbi?>>.
- <<
Dopo quasi quattro anni come quelli appena trascorsi, pensavo ci
fossimo immunizzati alle difficoltà.
- Se
devo pensare a qualcosa che non è andata bene da quando
siamo sposati,
direi che è stata la tua rinuncia a riprendere gli studi, a
cui tenevi molto,
mi è dispiaciuto.>>
- <<
Allora chiariamo una volta per tutte questa cosa.
- Ho
deciso di non riprendere a frequentare, perché dopo aver
rischiato di
perderti, perché se fossi rimasto in coma, mi sarei perso la
mia vita con te e
sarebbe stato forse peggio di morire, niente aveva più
valore, se non stare
accanto a te.
- Io
quindi non ho rinunciato a nulla, ho piuttosto scelto qualcosa di
più
importante e gratificante per me, ho scelto la mia donna e la mia
famiglia,
senza alcun rimpianto.
- Ti
pregherei di non parlare mai più di dispiacere quando pensi
alla mia
scelta, ma di gioia vissuta in questi anni. Gioia di poter attendere
con te
l’arrivo di Renesmee, di vederla nascere, di aiutarti nello
studio e adesso di
essere qui mentre guardo mio figlio tra le tue braccia che si nutre,
sano e
sereno e vederti così felice.
- Sono
appagato come mai potrei essere, altro che rinuncia.
- E
per concludere l’argomento, non baratterei il mio lavoro con
una laurea,
sono soddisfatto e felice di poter rendere, grazie alla mia esperienza
di
malato, più semplice il cammino ad altri.
- E’
qualcosa di unico.>>
- <<
Il mio Edward… riesci a lasciarmi senza parole, annebbiata
da
quanto sei grande.
- Sei
il più dolce, presente e meraviglioso dei mariti, hai reso
la mia vita
e il mio matrimonio incredibilmente perfetto e sei un padre
insuperabile. Lo
ripeterei all’infinito, mai un uomo potrà
dimostrarsi così coinvolto e pronto
come te a svolgere questo ruolo.
- Non
ti nascondo che mi sento sollevata per ciò che hai detto
dell’università. Avrei voluto affrontare questo
discorso tante volte, ma non ne
ho avuto il coraggio. Pensavo che ti avrebbe fatto soffrire parlarne e
poi
quando incrociavo il tuo sguardo mentre studiavo, mi chiedevo se era un
bene
per te starmi vicino in quei momenti.>>
- <<
Scusa in un tempo forse troppo lontano non si era detto di
affrontare sempre qualsiasi dubbio e preoccupazione? Perché
non dirmelo? Non
sono più così fragile tesoro.>>
- <<
Certo amore mio, sono stata veramente una stupida.>>
- <<
Sei sempre troppo preoccupata per me, hai sempre e comunque me,
nei tuoi pensieri e non posso che essertene grato.>>
- Si
sedette sul letto, mi passò il braccio sulla spalla,
riappoggiai la
testa sul suo petto e continuammo a guardare nostro figlio
pacificamente
mangiare.
- EDWARD
- I
quattro giorni di ricovero di Bella, mi permisero di mettere a punto,
in
maniera rocambolesca ed incredibile, la sorpresa che avevo preparato
per lei.
- Monopolizzando
tutti i componenti della mia famiglia, tranne Rose che doveva
occuparsi di Renesmee, riuscii portare a termine un’impresa a
dir poco
impossibile, considerato che per non insospettire il mio amore andavo
su e giù
dall’ospedale, quasi in incognito, delegando alcune decisioni
per questo
progetto a mia madre e a mio fratello.
- <<
Ecco qui la sua carrozza principe.>>, dissi entrando,
avevo
in mano il porte-enfant per Jacob.
- Mia
moglie era in piedi, di spalle vicino la finestra, si volse piano.
- Era
stupenda con un abito scuro, i capelli vaporosi sulle spalle, un
sorriso splendente, guardava il piccolo addormentato tra le sue braccia.
- <<
Wow signora Cullen sei un’apparizione!>>.
- <<
Sì l’apparizione di una ex donna gravida, stanca e
tutta fasciata
per evitare il dolore di una ferita sul pube.>>, disse
ridendo.
- <<
Tranquilla non appena torneremo a casa, sarò a tua
disposizione
per farti riposare e ritemprare prima possibile, in fondo sono un
esperto nelle
riprese miracolose.>>, le diedi un bacio.
- Mise
Jacob nel porte-enfant e ci avviammo verso l’uscita.
- <<
Dov’è Renesmee?>>, chiese mentre
saliva nel sedile
posteriore dell’auto.
- <<
Renesmee?... Con Rose.>>
- <<
Certo immagino che non sia da sola, mi aspettavo che
l’avresti
portata con te.>>
- <<
Troppo complicato.>>
- <<
Tutti questi misteri, mi rendono un po’
nervosa.>>
- <<
Non c’è proprio alcun motivo per
esserlo.>>
- <<
Ecco vedi queste tue frasi che non danno spiegazioni
mi….>>
- Mi
voltai di scatto e le chiusi la bocca con le mie labbra, poi aggiunsi:
- <<
Bella lasciati andare e smettila di far domande.>>
- Durante
il tragitto parlammo del mio lavoro, se avessi già iniziato
con il
nuovo incarico, le raccontai un po’ i primi approcci, poi mi
disse che avrebbe
chiamato la casa editrice e avrebbe fissato un appuntamento per i primi
giorni
di marzo.
- Non
nascosi il mio compiacimento, ma lei subito aggiunse:
- <<
Parlerò con loro e valuterò se sia possibile
conciliare un
eventuale impegno con la cura dei bambini. Non voglio perdermi nulla
Edward
cerca di capirmi li ho desiderati talmente e niente può
essere prioritario.>>
- <<
Sono d’accordo, ma vedrai riusciremo a venir incontro a tutte
le
esigenze, senza dover rinunciare a nulla.>>
- <<
Edward ma dove stiamo andando?>>, disse d’un
tratto
guardando la strada che stavamo percorrendo.
- <<
Devo passare un attimo da un posto.>>
- Mi
guardò stringendo gli occhi sospettosa, scoppiai a ridere.
- Quando
ci fermammo, guardò ancora più incuriosita.
- <<
Cosa ci facciamo qui?>>.
- <<
Puoi scendere un attimo, ho bisogno di parlare con
Emmett.>>
- <<
Emmett? Qui?>>
- <<
Bella puoi avere un attimo di pazienza. Prendo Jacob, lo porto
dentro e torno subito.>>
- <<
Edward sappi che per la prima volta in cinque anni ti sto
odiando.>>
- <<
Non importa tanto tra un secondo mi amerai.>>, scesi,
presi
il porte-enfant con Jacob, lo fissai sulle ruote e lo portai dentro
casa.
- Uscii
di corsa, avevo il fiato grosso, forse stavo subendo anch’io
l’ansia
che Bella mi trasmetteva, temendo forse una sua reazione o che tradissi
le sue
aspettative.
- Dovevo
calmarmi, sarebbe andato tutto alla grande.
- L’aiutai
a scendere dall’auto, le diedi un appoggio per camminare
più
agevolmente e raggiungemmo la terrazza.
- <<
Hai fiducia in me?>>.
- <<
Devo rispondere sì a prescindere se ne sia convinta o
no?>>,
rispose ridendo.
- <<
Simpatica! Rilassati sto per fare una cosa che desideravo da tanto
tempo.>>
- La
presi delicatamente in braccio, dapprima
s’irrigidì, la strinsi cercando
di rassicurarla, mi passò il braccio al collo.
- Cominciò
a capire, aprì gli occhi stupita, sorrise ed io con lei.
- Feci
scorrere la porta a vetri e dissi:
- <<
Benvenuta a casa signora Cullen.>>
- Si
guardò intorno, riconobbe i mobili del nostro soggiorno ed
esclamò:
- <<
Hai preso la casa di Emmett per noi! Non è possibile Edward!
E’
fantastica!>>
- Con
altrettanta garbo la feci scendere, lei si mosse piano verso il mobile
dove c’erano tutte le nostre foto in bella mostra,
passò il dito sul alcune
cornici.
- <<
Mamma… mammina!>>
- Nostra
bambina arrivò gridando e ridendo braccia tese verso Bella,
fui
rapido a prenderla in braccio, al posto di Bella, le prese il viso e la
carezzò
con le sue manine morbide e piccole.
- <<
Vieni… vieni… la stanza… mia,
è mia… Bamby… Bamby!>>.
- Misi
giù la bimba, che le porse la mano e la trascinò
in una stanza,
intanto io le seguivo con Jacob in braccio, che appena sveglio si
guardava
intorno.
- La
stanza della bimba aveva tutte le pareti dipinte, vi erano disegnati
alcuni personaggi di Walt Disney, mentre il tetto per metà
era dipinto blu
notte con tante stelle e la luna, l’altra metà
invece aveva il sole e alcune
nuvolette.
- L’acquisto
degli arredi della stanzetta era stata una delle operazioni
impossibili fatte mentre Bella era ricoverata ed era grazie ad Alice
che avevo
scovato tutto in tempo record.
- Bella
si sedette sul letto, le misi tra le braccia Jacob e
cominciò ad
allattarlo, la bimba si sedette accanto a loro e delicatamente
carezzava la
manina del fratello.
- <<
Come mai Emmett ha messo in affitto questa casa?>>.
- <<
Un mese fa per caso ne parlava, diceva che era poco utilizzata,
che forse suo padre era orientato a darla via, ho fatto due conti e ho
deciso
che poteva essere la situazione ideale per la nostra famiglia,
considerato che
il nostro amato cottage sarebbe diventato un po’ piccolo per
quattro persone.
- Credo
che sarà bellissimo svegliarsi e trovarsi proprio sulla
spiaggia, t’immagini
il divertimento per i bambini, ancor di più quando tra
qualche mese potremo
portare anche Jacob.>>
- <<
Ti sei sobbarcato una fatica enorme, guarda che
occhiaie.>>,
mi disse mentre mi accarezzava sotto gli occhi.
- <<
Vuoi mettere con la soddisfazione di vedervi così contente
adesso.>>
- Quand’ebbe
finito di allattare, Renesmee corse fuori sulla terrazza, fece
segno verso la spiaggia. Era quasi mezzogiorno, il sole californiano di
febbraio riscaldava tanto.
-
- Guardai
Bella, lei scosse la testa, capì che non si sentiva di
camminare, si
sedette sulla poltrona in terrazza, con Jacob, io diedi la mano a mia
figlia e
scesi sulla spiaggia.
- Renesmee
correva felice verso il mare, saltellava, ogni tanto inciampava e
ridendo si rimetteva in piedi. Giunta sulla riva, le tolsi le scarpe e
le calze
e lo stesso feci io. Ci bagnammo i piedi, l’acqua era ancora
un po’ fredda, lei
scappò via, la inseguì ridendo.
- Non
potevo essere più felice di così.
- Dio
stavo correndo dietro a mia figlia… stavo correndo. Non
avrei mai
immaginato un futuro così radioso.
- La
presi e caddi sulla sabbia, la portai sul mio petto, lei
esclamò:
- <<
Papino mio, un bacino?>>.
- Feci
un respiro profondo, per non lasciarmi andare alla devastante emozione
che sentire mia figlia chiamarmi e chiedermi qualcosa mi provocava.
- <<
Certo amore mio uno o mille bacini?>>
- <<
Mille papino… mille!>>
- La
riempii di baci, lei si strusciava sul mio viso, li ricambiava, era
momento
straordinario.
- Mi
girai verso la casa, Bella era in piedi vicino al parapetto della
terrazza, mi fece un cenno con la mano e mi mandò un bacio,
io e Renesmee
ricambiammo.
- Tornammo
lentamente verso casa, mano nella mano, entrai, la trovai nella
nostra camera da letto si era tolta l’abito, si era distesa
sul letto,
accoccolata accanto a nostro figlio, che dormiva, Renesmee piano si
avvicinò a
Jacob e dopo pochi minuti sonnecchiava anche lei, io mi misi alle
spalle di
Bella, le cinsi il ventre, lei incrociò le braccia sul petto.
- <<
Mamma Cullen ha riempito il frigo di pietanze buone e sostanziose
per la sua nuora prediletta, ha detto che per le prossime settimane
penserà lei
a noi, vuoi che ti porti qualcosa?>>
- <<
Forse più tardi amore. Resta esattamente dove sei,
è del tuo
calore che ho bisogno adesso.>>, passò la mano
sulla fronte di Renesmee,
le spostò i capelli, fece una carezzina a Jacob e strinse di
nuovo le braccia
alle mie.
- <<
Edward sono felice. Hai fatto una cosa veramente grande.>>
- <<
Ho fatto una normalissima sorpresa alla mia straordinaria
moglie.>>
- La
feci girare verso di me, avevo bisogno del suo sguardo a riscaldarmi
l’anima e a farmi il coraggio per dirle ciò che mi
affollava la mente.
- <<
Tu invece, sei stata grande amore mio.
- Sono
in vena di confessioni Bella e visto come cambierà ancora la
nostra
vita da oggi in poi è bene che le faccia mentre che ne ho la
possibilità.
- Guarda i tuoi figli, sono
splendidi,
sani e quieti. Sono un dono, dono che ti sei meritata, amore mio,
perché hai
avuto il coraggio e la forza di agire sul tuo futuro.
Tutto ciò che di bello ti sta capitando
è la
giusta ricompensa per quello che hai fatto nella tua vita, per gli
altri.
- Prendi
me, se ripenso a quello che ho appena fatto in spiaggia, stento
ancora a crederci, camminare con mia figlia, poterla rincorrere,
prenderla in
braccio, incredibile! Ed è anche grazie a te che ci sono
riuscito.
- Mi
hai conosciuto arrabbiato, scostante, spesso sopra le righe, legato
solo
ad alcuni, pochi amici, che accettavano ogni mia stranezza, ogni mio
eccesso,
malato e mentalmente debole, schiavo delle mie emozioni, condannato, a
subirle
o a sfuggirgli e sei riuscita a trasformarmi, stravolgere la mia
esistenza e
quella della mia famiglia, hai cambiato anche il modo di relazionarmi
con il
mondo, sei stata e sei tutto per me, tutto per me.>>,
mormorai,
accarezzandole i capelli.
- <<
Sei un uomo dalle qualità eccezionali, avresti trovato la
tua
strada ugualmente, forse sarebbe stata diversa, ma sono certa che non
ti
saresti lasciato andare.>>
- <<
Permettimi di non essere d’accordo. Ricordo bene la mia
situazione
cristallizzata intorno ad una stanchezza di vivere che non credo
proprio mi
avrebbe portato lontano.
- Sei
arrivata appena in tempo!>>, sorrisi sfiorandole il
profilo del
viso.
- <<
Se dobbiamo scambiarci confessioni adesso tocca a me, sono tornata
essere la Bella che ero prima che Jacob morisse, solo dopo avermi
portato nel
tuo mondo, mi hai fatto riprendere fiducia in me stessa e soprattutto
mi hai donato
qualcosa di ancora più grande, l’amore.
- Edward
dopo quello che avevo vissuto, se non avessi conosciuto te, credo
che non mi sarei mai innamorata, non mi sarei sposata e non sarei
divenuta
madre.
- Sono
ancora più forte di prima, sono decisa e sicura, la nostra
vita sarà
luminosa e tranquilla, perché noi lo siamo.
- Noi
garantiremo che la nostra famiglia possa crescere, evolversi, vivere in
pace e serenità, perché noi siamo provati dalla
vita, conosciamo le difficoltà,
ma sappiamo affrontarle a testa alta senza farci abbattere mai.
- Amore
mio stringimi forte, tra le tue braccia sarò certa che tutto
questo è
reale e che niente mai potrà portarmelo via.>>
- Era
scossa da piccoli brividi, la cinsi per le spalle, a contatto con il
corpo, si lasciò andare a un profondo sospiro, allora la
baciai, prima il viso,
gli occhi e quindi le labbra, le sue sensuali, morbide labbra.
- Mandammo
via ogni tensione, ogni timore, ci regalammo uno dei nostri eterni
momenti solo nostri, cui riuscivamo a dar vita quando eravamo insieme.
- Ancora
le sue labbra sulle mie, attimi di puro paradiso, infiniti, eterni.
- <<
Ero come un uomo che perso nella tempesta vede una luce lontana, sei
stata tu quella luce, Bella, sei la mia luce e la sarai
finchè vivrò.>>
- <<
Lo saremo uno per l’altra, per sempre Edward… per
sempre.>>
- <<
Jaco! Jaco! Vieni qui lumachina… lumachina!>>,
gridava
Renesmee, facendo segno
a suo fratello
di seguirla, il bimbo era a quattro zampe, rideva e pian piano, si
avvicinava a
lei.
- Io
li seguivo con lo sguardo attento, seduto poco distante.
- Non
ero in un periodo brillante, ogni tanto capitava, tenere a bada quel
piccolo mostro che era la miastenia, non era sempre una cosa facile.
Quando
accadeva rallentavo il ritmo, allentavo ogni tensione, eliminavo tutto
ciò che
non era essenziale.
- Nel
mio lavoro non avevo problemi, era l’ambiente in cui
più facilmente
comprendevano quanto poteva essere difficile tener botta fisicamente e
psicologicamente ad un piccolo crollo. In tutti i casi cercavo di
affrontarlo
restando al mio posto, continuando ad assolvere i miei impegni, magari
con più
lentezza, dilatando i tempi, tenendo fede alle aspettative di chi come
me si
confrontava ogni giorno con queste difficoltà.
- Naturalmente
era nel calore della mia famiglia che trovavo l’energia
necessaria per, momento dopo momento, superare tutto senza drammi.
- Renesmee
prese per le mani Jacob, provò a fargli fare qualche passo,
poi
lui ancora troppo instabile, cadde sulla sabbia.
- <<
Jacob! Tutto bene?>>, mi sollevai e mi avvicinai a loro,
Jacob aveva il visino sporco di sabbia, aveva cominciato a
piagnucolare. Lo
presi e gli tolsi la sabbia dal viso. Renesmee mi guardava seria.
- <<
Tranquilla tesoro non è successo nulla.>>
- <<
Mammina!>>, gridò lui guardando verso la casa.
- Arrivava
con le scarpe in mano, stupenda nel suo tailleur blu. Accanto a lei
c’erano James e Victoria, parlavano, lei rideva.
- <<
J…s, J…s!>>, diceva Jacob muovendo
le mani eccitato.
- Mio
fratello arrivò di corsa, lo prese dalle mie braccia e lo
fece librare
nell’aria.
- <<
Il mio super nipote… voliamo Jake! Voliamo in alto! Ti piace
così?
Eh piccolo?>>.
- Lui
rideva e annuiva, lo prendeva per i capelli e continuava a ridere.
- <<
Ciao Victoria.>>, diedi la mano a mia moglie che si
sedette
accanto a me, mentre “Vic la rossa”, soprannome
coniato da Emmett, molto
apprezzato anche dalla stessa interessata, prendeva per mano mia figlia
e la
portava sulla riva.
- Bella
mi passò le braccia sui fianchi, mi baciò con
dolcezza, a lungo, mi passò
la mano sulla fronte, chiusi gli occhi godendomi quel gesto che voleva
dire
tanto per me, che mi leggeva sempre dentro.
- <<
Grazie amore. Come è andata
l’incontro?>>.
- <<
Al di là delle più rosee aspettative…
ho firmato il mio primo
contratto importante, da oggi abbiamo tra i nostri autori Cloe Jarraf,
una bruna
quarantenne di origine araba, sai scrive quei romanzi così
carichi d’amore, un
malinconici e sentimentali.>>
- <<
Ma dai è in testa alle classifiche dei bestseller con quel
romanzo, aiutami a ricordare il titolo?>>
- <<
“Lasciami un segno”.>>
- <<
Ecco, ho letto recensioni entusiastiche su di lei, ma brava la mia
vice-direttrice editoriale, che colpo!>>.
- <<
Tutto merito di Kate e Carmen che sono riuscite ad agganciare il suo
agente.
- E’
una bella donna, con un sorriso enorme, una massa di capelli scuri ed
uno sguardo così penetrante da far paura.
- E’
un tipo tosto sai, dà la sensazione di sapere bene
ciò che vuole. Logorroica
in maniera quasi aberrante, trasmette però una tale energia
e la sua vena
creativa gliela leggi proprio in quegli occhi scuri come terra
bruciata.
- Ha
già in mente un altro progetto, dice che si
metterà all’opera subito, è
entusiasta di poter iniziare questa nuova esperienza, trova che essere
circondata da giovani sia stimolante, la incuriosisce. Speriamo
bene.>>
- <<
Potresti raccontarle la nostra storia, è materiale di prima
scelta
per un romanzo d’amore.>>
- <<
Oh Dio i nostri drammi in bella mostra nella vetrina di una
libreria.>>
- <<
Direi meglio il nostro amore raccontato tutti quelli che capiscono
di amore.>>, risposi serio.
- <<
Chissà magari la invitiamo a cena e ne parliamo, ma a
proposito
d’amore…. James… Vic
venite.>>
- <<
Cosa succede?>>, chiesi.
- <<
Tuo fratello deve parlarti.>>
- <<
Uhm ecco un buon modo per accendere la preoccupazione.>>
- Si
sedettero davanti a noi, James iniziò:
- <<
Ci sposiamo a giugno, vorreste essere i nostri
testimoni?>>.
- <<
Sposarvi?>>, dissi sorridendo guardai Bella.
- <<
Ne saremmo veramente felici.>>, disse mia moglie.
- Prese
la mano di mio fratello, lui arrossì.
- <<
Grazie.>>, disse Victoria.<< Per James era
così
importante che voi accettasse.>>
- <<
Avervi accanto questo per me è
fondamentale.>>, disse
lui.<< Siete voi importanti.>>
- <<
Saremo lì e saremo felici per te.>> gli dissi
mettendogli la
mano sulla spalla.
- <<
Zia Rose… c’è zia
Rose!>>, disse Renesmee, indicando verso
casa.
- Ci
girammo tutti.
- <<
Guardala la Cullen più bella e spensierata di
tutti.>>,
dissi ridendo.
- <<
Ciao famiglia! Renesmee… Jacob amori miei, venite da
zia.>>
- I
bimbi le saltarono in braccio, la riempirono di baci, lei li faceva
girare,
saltare, loro ridevamo e le toccavano il viso e i capelli.
- Erano
l’immagine della contentezza senza freni e mia sorella
più bambina di loro, si
lasciava travolgere, era il loro modo particolare di passare il tempo
insieme.
- <<
Qual buon vento sorella?>>, le dissi.
- <<
C’è un matrimonio
nell’aria.>>, disse canzonando.
- <<
Già lo sapevi?>>, chiesi.
- <<
Primo, James è il mio fratello preferito, non ricordi?
Secondo sono la party
planner ufficiale della famiglia Cullen, ho organizzato il tuo
matrimonio, mi
tocca farlo anche per il mio James.>>
- Le
diede un bacio, mi sorrise e passò le dita tra i miei
capelli.
- Restammo
seduti a parlare per un bel po’, Bella era distesa sulle mie
gambe, io la
carezzavo, un momento di assoluto relax, d’un tratto guardai
l’orologio ed
esclamai.
- <<
Ehi ma si è fatto tardi, i bambini devono
cenare.>>
- Bella
si alzò. Rosalie disse:
- <<
E’ tanto che non passo del tempo con i miei nipoti, posso
portarli a casa di
mamma e papà e passare con loro la serata? Ho anche dei
regali per loro. Vi
prego posso?>>
- <<
Anch’io e Vic saremo da mamma e
papà.>>, disse James,
- <<
prendetevi una serata tutta per voi.>>
- <<
Direi anche la nottata.>> aggiunse maliziosa Rosalie.
<< Dormite
dai nonni stasera piccoli Cullen!>>
- Bella
alzò le spalle. Renesmee gridava felice:
- <<
Andiamo dai nonni! Dormiamo dai nonni!>>.
- I
nostri figli ci diedero un bacio, poi mano nella mano con i miei
fratelli si
allontanarono.
- <<
Signora Cullen si prepara una serata interessante e del tutto
inaspettata, sfruttiamola
fino in fondo.>>
- Si
alzò, mi porse le mani, mi sollevai lentamente, mi
passò il braccio sui
fianchi, mi appoggiai a lei e tornammo lentamente verso la casa nostra.
-
- ****
- Bella
si era cambiata, una tuta e un paio di scarpe comode, avevano
sostituito gli abiti
eleganti e formali che erano diventati la sua uniforme da quando era
entrata a
far parte dei quadri dirigenziali della casa editrice
- Cena
cinese a lume di candela, in terrazza, sui divani di fronte
all’oceano.
- E
poi parlare… parlare, raccontarsi tutto e lasciarsi andare
ai progetti anche a
lunga scadenza, un altro ingrediente di una sera perfetta per la coppia
Cullen-Swan, come accedeva quand’erano ancora fidanzati e poi
giovani sposi, prima
che il tempo venisse monopolizzato dai bambini e dalle loro
innumerevoli
esigenza e dai loro rispettivi lavori.
- Con
un bicchiere in mano, guardavano verso il mare, si lasciavano andare a
moine
dolci, come se sentissero il bisogno di un affettuoso, morbido contatto.
- Era
notte fonda Edward fissava l’oceano, si sollevò,
Bella lo guardò sorridendo,
lui prese due teli da spiaggia e una lanterna e la condusse verso la
spiaggia.
- I
vestiti caddero sulla riva e loro entrarono in acqua.
- Le
piccole onde s’infrangevano contro i loro corpi, i respiri si
mescolavano a
baci focosi e morbide carezze.
- Fare l’amore, era sempre qualcosa di più elevato, era sempre e in ogni caso una ricerca di un’intesa, in un mosaico che tendeva alla perfezione e nel quale ogni volta s’inseriva una nuova minuziosa piccola tessera.
- Poi
distesi sulla riva abbracciati, fissavano la luna che si rifletteva,
piena,
sull’acqua, il chiarore illuminava i loro visi.
- Lo
sguardo fisso di lui sul volto prezioso e amato di lei, un
sussurrò nell’aria:
- <<
Sei nella mia mente ogni istante della mia giornata.>>,
disse Edward,
<< dentro la mia anima, ne sei parte integrante, anzi tu
rappresenti la sua
parte forte e combattiva.
- In
questi anni, ho sempre avuto bisogno di un sostegno e il tuo non mi
è mai
mancato, non mi hai mai abbandonato e so che mai lo farai, mi hai
sempre
guidato nel bene e continuerai a farlo. Sei l’unica certezza
della mia vita, ma
io, come posso ricambiarti?>>
- <<
Lo fai sempre, con la tua presenza così colma di amore, di
attenzioni, di gioia
di vivere.>>
- <<
Oh sì vivo, Bella e lo faccio desiderandoti, come la prima
volta che ti ho
visto, amandoti di un amore ormai maturo, solido, che mai
potrà essere scalfito.>>
- Lei
spalancò i suoi occhioni da cerbiatto, stupita e si
affrettò a dirgli:
- <<
Non è possibile! E’ tutto chiaro…
aspetta devo farti vedere qualcosa.>>
- Corse
verso casa mentre lui la seguiva attento e tornò stringendo
un libro tra le
braccia, si sedette e disse:
- <<
Stamattina Cloe mi ha dato questo libro, è il suo primo
romanzo, non so perché
ma non appena l’ho avuto in mano, non ho letto il titolo
sulla copertina, sono
andata subito all’interno e ho trovato stralci di un testo.
- Non
può essere un caso Edward, ascoltali: “Non
avrei mai immaginato di potermi sentire cosi,
come
se non
avessi mai visto il cielo prima d'ora,
voglio scomparire in un tuo bacio, Ogni giorno ti amo sempre di più … le stagioni possono cambiare, dall'inverno alla primavera, ma io ti amerò fino alla fine dei giorni, qualunque cosa accada… Improvvisamente il mondo sembra un posto perfetto , improvvisamente si muove con una grazia perfetta, improvvisamente la mia vita non sembra cosi sprecata, tutto ruota attorno a te, non ci sono montagne troppo alte , non ci sono fiumi troppo selvaggi … Nuvole di tempesta possono coprire, il cielo e le stelle possono entrare in collisione, ma io ti amerò fino alla fine del tempo
Qualunque cosa accada … Io ti amerò finché morirò! Oh, qualunque cosa succeda, qualunque cosa succeda. Ti amerò, ti amerò.” - Edward
capisci è la nostra
storia racchiusa in dieci righe. In queste frasi ritrovo me stessa e
tutto
quello che rappresenti per me, il percorso di questi anni, i risvolti
del
nostro amore.
- Non
può essere stato un caso
se stamattina ho incontrato quella donna e lei mi ha dato
questo… guarda Edward
guarda la copertina adesso e leggi il titolo.>>
- Gli
porse il libro e prese
la lanterna, lui sorrise guardando l’illustrazione della
copertina.
Rappresentava un tramonto rosso sul mare. Edward quindi fece scorrere
il dito
sui caratteri del titolo stampati in verde e marrone, disse piano:
- << Oh sì è proprio vero qualunque cosa accada, io ti amerò, Bella, ti amerò fino alla fine del tempo.>>
-
**********************
- Oh
siiiii, sono arrivata…
stanca ma soddisfatta come se avessi fatto una lunga corsa sulla riva
del mio
splendido mare di Sicilia.
- Non
riesco a crederci ma
alla fine sono giunta alla frase che sin dalle prime righe immaginavo
potesse
essere la frase ideale per esprimere il nucleo, il centro di questa
storia.
- “Come what may … but i
love you until the end of
time”
- Mentre
l’immagine di loro
sulla spiaggia, mi era balenata sempre come ultima immagine da
descrivere.
Certo forse il tramonto sarebbe stato più indicato, ma fare
l’amore al tramonto
in una spiaggia mi sembrava un eccesso, quindi lasciatemi passare
questa lieve
digressione.
- Sarò
stata accurata ed
esaustiva nelle descrizioni di tutto ciò che è
accaduto negli anni di
matrimonio di Bella e Edward? Spero di sì.
- Confesso
tutta la storia di
Cloe Jarraf l’ho pensata qualche giorno fa, non
c’era nella sua stesura
originale, ma devo dire che è venuta
così… perdonate una punta d’orgoglio di
una autrice in erba.
- Non
ho mentito sono proprio
come mi sono descritta (bella? non lo so… araba
sicuramente)sia fisicamente ma
anche caratterialmente.
- So
quello che voglio?
Chissà… di certo so che ho voluto fare
quest’esperienza, fortemente.
- Esperienza
che mi ha
condotto dentro un percorso di crescita prima come donna, e apro una
piccola
parentesi (la mia anima di psicologa/educatrice me lo impone, credo che
ormai
ci sarete abituate) sono sempre stata convinta (e non per vacuo
femminismo) che
le donne devono capire quanto sensibili, forti, tenaci, dolci emotive e
fortunate sono, non possono e non devono essere meno che simili alla
mia Bella,
sempre, poi se hanno la fortuna di incontrare un Edward, (magari non
così
imperfettamente perfetto) un uomo che almeno le ami e le rispetti, non
le
tratti come un’avventura di una sera, una donna da usare e
poi gettare, una da
sfruttare, che ben venga, altrimenti devono essere essere sempre
consapevoli di
quanto grande sia la mente e il cuore di una donna, mai lontanamente
paragonabile alla stragrande maggioranza degli uomini e non perdere la
loro
meravigliosa specificità.
- Sono
cresciuta anche come
madre nel rapporto con mia figlia, so che stai leggendo il commento e
ti
ringrazio piccola mia, per aver fatto da spalla e consigliera, sin dal
momento
in cui questo viaggio è cominciato (anche se non hai avuto
mai il tempo o il
coraggio di scrivere una recensione, in fondo tu mi dicevi ogni volta
tutto a
voce).
- Anche
come moglie, non sono
la stessa di un anno fa, quando iniziai a postare. Tanti aspetti di
questa
storia approfonditi opportunamente con alcune di voi, che mi hanno
onorato dei loro
commenti e conversazioni sul web e non, hanno reso migliore (dopo
un’iniziale
crisi) il mio rapporto coniugale, più ricco e appagante,
più stimolante e
rinnovato.
- Come
amica, si può crescere
anche in quest’aspetto? Dico di sì
perché ho conosciuto incredibili donne che
hanno reso interessante e nuovo il concetto di amicizia senza
snaturarla, anzi
rendendola assolutamente unica ed inimitabile.
- Con
alcune di loro con
contatti più frequenti, aperti e lunghi sul web
all’interno di efp, come fece
13, chi61, paride, elenri, elisatwilight, enza87, iaele, alice nekkina
e altre
(sicuramente qualcuna l’avrò dimenticata e me ne
scuso).
- Con
acalicad ho iniziato una
stimolante esperienza che spero prosegua.
- Ma
con cinque donne
eccezionali invece i canali comunicativi si sono moltiplicati e
arricchiti
diventando qualcosa di più con interminabili meravigliose
stuzzicanti
conversazioni… grazie a antonella, erika, lalayasha, lilla
thea e stez
(rigorosamente in ordine alfabetico e non in ordine di importanza).
- Piccolo
inciso ma grande
ringraziamento per lalayasha, i suoi disegni e le sue foto modificate
sono
state una grande regalo, mi hanno fatto vedere spesso quello che
desideravo
immaginare con più chiarezza e spero che sia stato
così anche per tutte voi.
- Ringrazio
anche isamarie e
animor, autrici “pop”come amo definirle, a loro va
tutta la mia stima per il
loro lavoro e le ringrazio per avermi, almeno all’inizio,
spronata ed
indirizzata nel percorso da fare.
- La
lista dei ringraziamenti
adesso si allunga in maniera esponenziale, ma ritengo giusto ricordare
e dire
grazie, in questa mia ultima apparizione come autrice, a tutte le
meravigliose
lettrici che mi hanno accompagnato in questo viaggio.
- Innanzitutto
ringrazio le sessantanove amiche che hanno inserito la mia storia tra
le loro
preferite:
- alessia87 -
alex1977 - amicotta - AngieCullen - ary94 - betty
boop -bielefeld89 - blea
- cali11 - celly
chelly - ChocolateEyes - ciaiciai - dany60 -darky81 –
De
Directioner –
Edwardebellacallen - elemar -
elenri
- Fede13 –
francydon
- gaia98 –
giangygiangy -
iaele
santin –
incantata86
- isabella93_dolce -
Kristen92 -
Lady
Boleyn -
lalla_giuly –
Lapam8842 32
-lucia78 -
luna83
- Luna_Bella –
mammafelice -
ManuLaSimpatica2 -
maria50 -
mary96cullen -
miss1993 -
monreve -
moulianrouge -
PAM
76 -
paoletta75 -
pulciolotta
90 -
Punphin_Cullen –
Robert
pattinson92 -
rossellina -
rto -
rutilia –
sara2187 -
sarahmanga -
sene -
sesse94 - shemaine -
ShootingStarChildOfLight -
Simo72 -
stars92 - stefysofy - sweatdreams -
thextra - tizi66 - tulipano
nero - valebbb - Venerdi
- VioletAsBii –
YunaCullen85 -
_kate_
- …
E le
duecentocinquanta amiche che l’hanno inserita tra le seguite:
- 1717 -96giuggi - Aalice - adg
-
adrianacullen - aleda776 - alessia
21
-ale_cullen - alice91 - AliceCullenV94 -
Alice_Nekkina_Pattinson - alixe -
allfansstory - allis88 - amm1966 - angel24 - angieloveromance -angy0780 - AnImoR_7 - AnN22 - anna75 - annie77 - Anninaa
antanasia - anto32 - anto802010 - antonella64 - Aoki - arirocks -arualga91 - ary94 - babbuccia - barbara_f - Basoul - bealor -bella93 - bellaedward98 - bella_josephine - bellinaC - BellsInHerWonderland - BennySmolder - betty boop - Bobina83 - BRIGIDA - Britney Black carminatiaudrey - carol73 - Celidonia - chi61 - Chiaretta_92- chiarigrr - chiccaerika91 - chloe 92 - chrys4 - ciarmi - ciaspola
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E ancora le trentadue lettrici che hanno messo la mia storia tra le
ricordate:
- Alice
and
Nessie - angi25 - annie77 - ativ - babybell -
chiara69
Diddlina_Cullen - ellyesmeecullen_twtw - Fefy_B_ - francesca cullen - francytwilighter80 - isif - juppyter69 - lindaesposito - LittleWhiteAngel - MagariFossiLibera - Maria Swan - martinad - mattitti - Meeeowwww - OliveP - rituz - Rose Hale Cullen - sarahmanga - shary83 -simoxxx - Stecullen94 - Stefyforever - Stella Cullen - VioletAsBii -vittoriaKf - xeniab90 - Ma
non potrei mai dimenticare tutte le lettrici e le amiche che hanno
lasciato una
recensione. Sono state una guida, una bussola, hanno orientato il mio
lavoro,
mi hanno supportato quando pensavo di essere fuori strada, eccessiva,
non
centrata, troppo fuori.
- Grazie…
davvero per il tempo, le idee, i pensieri e le energie che mi avete
dedicato
spero di avervi ricambiato con uguale attenzione e
disponibilità.
- Un
bacio a tutte voi…
- Ad
oggi non so se ci ricontreremo in questo spazio autrici (non so se
realmente farò
come la Cloe Jarraf della storia), sicuramente continuerò a
seguire gli
aggiornamenti delle storie che ho preferito fin ora, ma in quanto a
scrivere,
non so forse mi prenderò come dicono quelle brave,
“mi prenderò una pausa di
riflessione”.
- Un
bacio e un abbraccio enorme ragazze arrivederci a presto!!!
- Vi
amo!!!!
-