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Autore: Cloe J    19/02/2013    22 recensioni
Dal primo capitolo:
Lei si tolse gli occhiali, si passò la mano tra i lunghi capelli castani e si sedette, la luce che entrava prepotentemente dalla finestra le illuminò uno sguardo magnetico marrone, profondo caldo, cioccolato fuso. Mi rapì, la fissai, con il rischio di sembrare veramente sfacciato:
< Che altro sai di me, oltre che sono un insopportabile scocciatore, un peso, a volte anche un pazzo e evidente anche dopo una fugace occhiata … un malato … - lo dissi sottovoce.
< Ti osservavo prima, mentre parlavi con Jasper, sotto gli occhiali … - rise – sei molto bello!
< Niente mezzi termini! A dispetto di quest’aspetto così mite!
Devo dire che anche tu non sei male, anche tu mi piaci Bella – risi.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buon lunedì amiche mie… eccomi qui finalmente!

Scusatemi ancora per aver mancato il nostro appuntamento di San Valentino e grazie di essermi state accanto con i vostri messaggi, che mi permetterò di conservare dopo che modificherò il capitolo, per ricordarmi di quei momenti, in quella giornata convulsa e piena di apprensione.  
Ancora in questi giorni faccio i conti con gli strascichi comprensibili di un brutto incidente.
Dopo il pronto soccorso, c’è stato il medico sportivo, l’ortopedico, l’otorino e più tardi chiuderemo con il dentista, poi spero potrò buttarmi questa brutta esperienza alle spalle e considerato le condizioni della mia auto, devo ritenermi fortunata di poter raccontare questa storia invece, di piangerne terribili conseguenze.
Penso che siamo stati molto fortunati.
Archiviata la brutta avventura avuto dai miei maschi, (li adoro, si mostrano coraggiosi, ma vogliono le coccole), mi dedico finalmente all’ultimo atto della mia storia.
Mi auguro di trasmettervi il carico di emozioni che mi hanno scosso nello scrivere questo capitolo (che non definisco epilogo), che è il compimento di un percorso, l’evoluzione di una sfera interiore, la conclusione di una prima tappa della una vita.
Questo spero vi comunichi “Due vite in una”, almeno questo era la mia intenzione, spero di esserci riuscita .
Vi chiedo solo un’ultima cosa, quando avrete finito di leggere il capitolo, dedicatemi ancora qualche minuto del vostro tempo, leggete il mio commento (so che spesso non lo si fa) e poi vorrei che più persone possibili mi lasciassero anche solo un messaggio privato non necessariamente quindi una recensione, per dirmi cosa è rimasto in loro, adoro conservare emozioni scritte, dentro nel mio animo mi arricchiscono più di cento storie, aspetti positivi e negativi delle vicende narrate, considerazioni insomma qualcosa che mi permetta capire qualcosa di più di ciò che ho suscitato.
Grazie ancora….partiamo e speriamo vada bene.

Tratto dal quarantesettesimo capitolo:

<< Capo che ne dici, sono stata brava?>>.
<< Sei stata Swan, semplicemente Swan! L’università una cosa da niente per una tosta come te. Sono impaziente, invece, di vedere l’erede Cullen.>>
<< Dai anche tu con questa storia dell’erede, mio padre ha esternato la sua soddisfazione per poter dire di avere un nipote.>>
<< Ma non è vero!>>, sbottò lui avvicinandosi.
<< Papà stavo scherzando, voi uomini siete così senti sibili a queste provocazioni.>>
<< Scusate se mi faccio un po’ i fatti vostri ma avete deciso il nome per il piccolo?>>
<< Non ancora.>>, dissi.
<< Bella.>>, disse Edward, << io… io avrei una proposta per un nome che sarebbe perfetto.
Jacob… Jacob Swan Cullen.>>
Lo guardai con stupore:
<< Edward! Ma…>>
Mi mise la mano sulla pancia e disse sorridendo:
<< Non è un nome bellissimo piccolo Cullen?>
Mia madre si era avvicinata, una mano sulla bocca, piangeva, Edward allungò la mano e la fece sedere accanto a lui.
<< Oh no Renèe ti prego non piangere… ti fa piacere vero?>>
<< Ma sì certo!>>, disse mia madre. << Sono felice che tu abbia pensato al nome di mio figlio!>>.
<< In questo modo lo sentiremo sempre tra di noi, continuerà a vegliarci.>>, disse ancora lui. << Poi Jacob è il nome di un uomo forte, così come sarà mio figlio, così come lo è sua madre.>>
Edward le passò la mano sul viso di mia madre, lei lo attirò verso di sé e si abbracciarono.
<< Allora Bella cosa ne pensi?>>
<< Edward tesoro io… io non so cosa dire!>>.
<< Dimmi solo se sei felice di questa mia scelta, perché non potrei sopportare di vederti malinconica mentre chiami tuo figlio, lo capisci vero!>>
<< Hai avuto un pensiero veramente stupendo, certo che sono felice, mi piace Jacob Cullen.>>
<< Vorrai dire Jacob Swan Cullen!>>.
Edward si chinò sulla mia pancia e gli depose un bacio.
Ebbi un fremito, gli infilai le dita tra i capelli, lui mi guardò sorridendo e riprese a massaggiarmi le caviglie.
Mio padre, cinse mia madre, lei poggiò la testa sulla sua spalla e mano nella mano andarono in guardino.
Ogni tanto mio figlio si faceva sentire, scalciava e allungava forse un braccino, Sam aveva appoggiato la mano sulla mia pancia, mi carezzava.
Non avevo mai visto il mio amico così silenzioso e serio.
<< Sam parlami?>>.
<< Sono totalmente affascinato da tutto ciò che riesci a fare, sembra che la tua vita sia un continuo banco di prova. Il destino ti mette davanti sempre nuovi ostacoli, ma tu non ti scoraggi li superi e guardi avanti, riuscendo sempre nell’intento di rendere il mondo intorno a te migliore.
Adesso quando Renèe guarderà suo nipote e penserà a suo figlio sarà felice e Charlie poi sentirà Jacob ancor di più dentro alla sua vita, tuo marito è vero è stato graziato dal destino, aiutato da Dio, ma è un uomo appagato, pieno di vitalità e buoni propositi grazie alla tua presenza accanto a lui, la famiglia Cullen è tornata ad essere una famiglia niente sembra possa sfuggirti.
Piccola Swan rappresenti tutto ciò che di sorprendente e positivo possa esistere. Sei una donna veramente super e sono averti nella mia vita. Ti voglio bene.>>
 

Capitolo 48

Due vite in una

 
BELLA
 
Il tragitto mi sembrava non finisse mai, più desideravo arrivare in ospedale e parlare con la mia ginecologa, più mi sembrava il tempo scorresse lento.
A ogni contrazione mi flettevo in avanti per il dolore, sentivo subito la mano di Edward sulla schiena ad alleviare la fitta, la sua voce mormorarmi di star tranquilla, cercare di non opporre resistenza e concentrarmi su altro.
Ero totalmente in confusione, piangevo ma soprattutto ogni passaggio utile di quei dannati corsi di training autogeno, si era dissolto nella mia mente, non appena avevo visto il lago del liquido amniotico ai miei piedi.
Io ero in confusione e lui era perfetto, mi ripeteva con tono calmo ciò che dovevo fare, mi massaggiava, mi reggeva per le spalle.
Stavo sforzandomi di ritrovare un po’ di lucidità. Stavo deludendo me stessa e lui.
Il mio cellulare trillò, Edward rispose:
<< Ciao Renèe si stiamo arrivando al Cedars, sta tranquilla, sì in reparto ci sarà già la dottoressa Mills, mio padre l’ha avvertita, ci vediamo lì al più presto.>>
Ancora una contrazione, questa molto più forte gemetti, ma avrei voluto tanto gridare:
 
 
<< Edward… aiutami, sento dolore giù fino alle cosce!>>.
<< Respira amore mio, respira. James fa presto!>>.
Un’altra… un’altra ancora, ormai arrivavano molto ravvicinate tra loro e non riuscivo più a trattenere i lamenti per i forti dolori.
Quando rialzando la testa dopo l’ennesima, vidi l’insegna luminosa del pronto soccorso del Cedars, buttai fuori un sospiro di sollievo.
Un’infermiera ci attendeva con una sedia a rotelle, Edward mi aiutò a scendere dall’auto e sedermi, restavo aggrappata al suo braccio, nel panico.
Ero appena entrata nell’ottavo mese, il mio bimbo sarebbe stato pre-termine, non avevo idea quali conseguenze potesse avere e non riuscivo a frenare le lacrime, non ero preparata a questo, non riuscivo a razionalizzare.
Stava succedendo ancora, altre difficoltà complicavano le nostre vite.
<< Bella amore ti prego smetti di piangere, non posso vederti così disperata, non c’è motivo, la Mills al telefono quando le ho raccontato ciò che stava succedendo, non mi è sembrata preoccupata.>>
Arrivammo in reparto, entrammo direttamente in sala travaglio, un’infermiera mi aiutò a togliere i vestiti e mettere un camice.
Subito misero flebo e monitoraggio, sentivo il battito del cuore del mio bimbo galoppare.
Tornai nel panico e ripresi a piangere.
Edward mi asciugò gli occhi, non mi disse nulla, prese la mia mano e se la portò sulle labbra, baciandola.
Era dispiaciuto, glielo leggevo in viso, non riuscirmi a consolare, rassicurare, lo addolorava. Stavo tormentando il mio amore, lo stavo facendo preoccupare senza un motivo fondato.
Bella diavolo smettila! Subito!
M’imposi di smettere di piangere, lo feci avvicinare e gli chiesi un bacio, si accostò, sulle sue labbra tremanti, ci lessi tutta la tensione che stava vivendo anche lui.
La dottoressa Mills entrò, indossò i guanti e si sedette dinanzi a me:
<< Bella intanto tranquillizzati, chiaramente sei in travaglio ma la tua gestazione è arrivata alla trentaquattresima settimana, il bimbo è quindi già formato, non corre nessun pericolo, l’unico aspetto problematico è che non si trova in posizione, quindi dovremo farti un cesareo.
Adesso ti prepareremo, faremo un’anestesia spinale e prima che tu possa accorgertene lo avrai in braccio.
Edward metti quel camice e siediti qui accanto a lei, ti vedo provato, ce l’ha fai? Vuoi che ti faccia portare qualcosa?>>
Fece segno di no, era troppo emozionato per parlare, gli porsi la mano che strinse tra le sue, vi depositò su un bacio e si sedette vicino al lettino.
L’anestesista mi aiutò a sollevarmi e girarmi, Edward si spostò dinanzi a me, mi scoprirono la schiena, poco dopo sentì l’ago della pre-anestesia entrare, mi aggrappai al braccio di mio marito, lui mi carezzò.
Sentivo arrivare ancora a intervalli regolari le contrazioni, non mi sembrava l’ora che l’anestetico agisse, per poter iniziare e rendere tutto più rapido possibile.
Dopo fu la volta dell’altro ago, sentivo una fortissima pressione contro la schiena e delle scariche nelle gambe, chiusi gli occhi e cominciai a respirare piano:
<< Amore mio sta passando.>>, mi disse lui all’orecchio, << ti ricordi la frase che dicevi per farmi affrontare i momenti difficili “ A me gli occhi”, non sarò bravo come te, ma posso provarci.>>.
Mi fissai su quel viso meraviglioso, lui si avvicinò e poggiai poi la fronte sulle sue labbra, rilassai le spalle e respirai profondamente, un paio di volte, poi riaprii le palpebre.
Ero dentro nel mare verde dei suoi occhi, limpidi e calmi, quegli occhi che mi avevano attratto, che mi avevano trascinato nel suo mondo già dal primo istante in cui si erano posati su di me e che ancora una volta mi parlavano, mi avvolgevano, mi schiudevano il suo animo, un animo nobile e forte.
Sospirai, l’infermiera mi fece distendere sul fianco, Edward si risedette accanto al letto.
<< Bella.>> disse la dottoressa Mills,<< dobbiamo attendere circa un quarto d’ora, che l’anestetico sia attivo, comunque stai tranquilla, il bimbo è monitorato e tutto va più che bene.>>
<< Grazie dottoressa.>>
Si allontanò ed io tornai nel mio mondo a due. Lui sorrideva, sembrava sereno, io invece tremavo, mi disse:
<< Parliamo un po’ così vediamo se smetti di far scuotere il letto? Vorrei raccontarti ciò che faremo nella nostra vita.>>
<< Ti sei dato alle premonizioni?>>.
<< Proprio così. Sono diventato veggente, zitta ed ascolta. >>, rise e poggiò la mano sul mio fianco quasi a fermare i miei tremori. << Tra qualche ora inizierà un’avventura nuova, dove i nostri eroi avranno tra le braccia il neonato più bello e più sano che questo ospedale ricordi, quindi se ne torneranno in fretta a casa e li troveranno una bimba rossiccia, orgoglio di papà, a cui forse una zia iperefficiente avrà già regalato un gatto….
<< Cosa un gatto? Da dove viene questa idea?>>
<< Diciamo che in questi ultimi giorni se stata molto impegnata e quindi ti è sfuggito un piccolo particolare, Renesmee non ha fatto altro che miagolare e dire “Gatto… gatto”. Temo che quest’idea gliel’abbia messa in testa Eddy, che spera di avere una complice per convincere Alice a prenderne uno anche per lui. Allora se conosco almeno un po’ mia sorella, domattina la porterà al gattile di Santa Monica e prenderà un piccolo trovatello, neonato anche lui e dirà a lei che è il regalo portato dal suo fratellino Jacob. >>
<< Bene allora io allatterò Jacob e tu il trovatello.>>
<< Mi sembra una divisione dei compiti molto equa, affare fatto.
Continuiamo con i programmi, saremo impegnati a trecentosettanta gradi per far crescere due splendide creature, frutto di un amore senza fine, nella maniera più aperta, intelligente ed evoluta possibile e… un gatto.>>, sorrise.<< Poi quest’estate faremo un lungo viaggio, noi quattro, destinazione? … Ehm ancora non so bene dove, dipenderà molto da Jacob, ma tanto l’unica cosa importante è stare insieme e rilassarci, riposarci e divertirci.
Swan quest’anno è stato impegnativo, ho faticato un bel po’ a prendermi cura di voi.>>
<< Ah conta solo quest’anno e tutti gli anni in cui io mi sono presa cura di te, non contano?>>.
<< Oh amore certo che contano, ma hai notato che premio che hai ottenuto.>> e si indicò ridendo.
<< Il mio premio più grande.>>, gli presi il mento e lo baciai.
<< Non farmi deconcentrare, ho ancora tanto da dirti.>>, sorrise. << Dopo dovremo sviluppare un po’ meglio le nostre situazioni lavorative. A dir il vero volevo farti una sorpresa, non appena fossimo tornati a casa, ma credo che saperlo ti tirerà un po’ su.>>
<< Dopo la notizia del gatto cosa può rendermi ancora più felice?>>
<< Non appena ne avrai voglia o ti sentirai pronta ti aspettano per un colloquio presso una casa editrice, stanno ampliando l’organico hanno bisogno di diverse figure professionali e cara Swan troveranno che calzi a pennello ad una persona come te che dormirebbe sui libri.>>
<< Eh! Mi hai fissato un colloquio di lavoro?>>.
<< Non io… tuo suocero.>>
<< Come Carlisle?>>
<< La casa editrice si chiama “Parole volanti”, il suo direttore ha avuto bisogno delle cure di mio padre e una parola tira l’altra e ...>>
<< E mentre lo visitava ha avuto il tempo di dirgli che sua nuora venticinquenne, neo-laureata, sposata e incinta all’ottavo mese con già una figlia, è la persona adatta per ricoprire chissà quale ruolo dentro una casa editrice?>>.
<< Ma certo che sì… mio padre ha detto “Bella ne sarà felice!”>>.
<< Io dovrò pensare ai bambini.>>
<< Noi dovremo pensare ai bambini. Ci divideremmo i compiti, non voglio che ti releghi a casa, vorrei, invece, che provassi a metterti in gioco in qualcosa che so potrebbe piacerti e darti molte soddisfazioni.
Hai fatto troppi sacrifici per arrivare a questo traguardo, per non sfruttare subito qualsiasi possibilità si presenti davanti.
Il lavoro all’associazione rende i miei orari flessibili, ci organizzeremo, dimmi che ci penserai?>>
<< Pensarci? Oh certo volendo potrei valutare adesso tra una contrazione e l’altra. E’ il momento adatto?>>.
<< Dai Bella non dico adesso!>>.
Mi misi a ridere.
<< Ti stai prendendo gioco di me?>>, aggiunse mettendo il suo adorabile broncio.
<< Noo…>>, ridevo ancora.
Lo attirai verso di me, le mie labbra si posarono lievi sulle sue e sussurrai:
<< Grazie amore mio, grazie anche di questo.>>
La Mills si riavvicinò al letto:
<< Bella.>>
<< Siamo pronti?>>
<< Sì cara, possiamo andare in sala operatoria.>>
 
 
 
 EDWARD
Non appena sentii quella parola, il cuore prese a battermi così forte, da opprimermi. Sala operatoria.
Mi piombò addosso una paura irrazionale, rifiutavo anche solo l’idea che Bella dovesse subire un intervento, sia pure routinario e soprattutto per un bellissimo evento.
<< Edward so che hai chiesto di assistere ma se adesso non te la senti più non preoccuparti.>>
<< No!>>, involontariamente avevo alzato il tono. << A meno che Bella non mi voglia.>>
<< Scherzi amore. Non potrei separami da te neanche un momento, devi prendere il bimbo in braccio, così come hai fatto per Renesmee.>>
<< Allora vieni, un’infermiera ti darà camice e calzari sterili, ti aiuterà a prepararti.>>
 
<< Edward, prendi quello sgabello.>>, disse la Mills, << mettiti pure di spalle, accanto a lei, perdetevi pure uno negli occhi dell’altra, vedrete che l’intervento sarà breve e tutto andrà bene.>>
Avevo ascoltato il consiglio della dottoressa, spalle ai medici e sguardo sul suo viso.
Le avevo preso delicatamente la mano in cui era infilato l’ago della flebo, cercando di dissimulare più possibile l’apprensione di vederla in quella situazione.
Dovevo avere, però, un’espressione veramente spaurita e lei sensibile come sempre mi carezzava e mi chiedeva di baciarla. Abbozzavo un sorriso ma non dovevo essere molto convincente.
Non era sensato ciò che provavo, lo stomaco attanagliato dall’ansia e dal dispiacere, sensazioni che per la nascita di Renesmee, chiaramente non avevo sentito.
Rifuggivo solo all’idea che lei potesse provare dolore, come se la mia perfetta, incrollabile Bella non potesse né dovesse mai provare nulla di spiacevole.
Era un ragionamento delirante e stupido che mi stava rovinandomi un momento indimenticabile della mia vita con lei, la nascita di mio figlio.
Chiusi gli occhi e sussurrai a me stesso:
<< Smettila subito!>>.
<< Cosa Edward?>>.
<< Scusami stavo facendo pensieri idioti, mentre dovrei solo godermi questo momento, perché è fantastico essere qui accanto a te e poterti vedere adesso così serena.>>
<< Ben detto. Torna qui vicino e raccontami cos’altro stai tramando alle mie spalle.>>
<< Tramando? Io non sto tramando nulla.>>
<< Sai di essere un pessimo bugiardo. Se nascondi qualcosa e sei costretto a parlarne e come se un’ombra passasse per i tuoi occhi, perdono un po’ della loro luce.>>
<< Cos’è questa storia di leggermi le bugie negli occhi.>>
<< Oh sì che posso, non puoi avere segreti con me Edward Cullen.>>
<< Stavo preparando una grande sorpresa per quando fosse nato Jacob, ma visto che il ragazzo arriverà con un po’ di anticipo, dovrò fare i salti mortali per riuscire a metterla in pratica e dovrò cercare uno stuolo di complici per riuscirci, ma tanto quelli non mancano mai.
Visto da quanto ci sto lavorando da un pò, non puoi rovinarmi tutto, quindi fa la brava e parliamo d’altro.>>
<< Sai che quando mi guardo in questo modo non posso negarti nulla.>>, rispose ridendo.<< Raccontami allora i nuovi risvolti del tuo lavoro.>>
<< Come fai a saperlo ne parlavo solo due giorni fa con mio padre.>>
<< Dovresti sapere che riuscire a studiare in casa nostra, significa riuscire a concentrarsi nonostante tutto ciò che accade intorno e non escludersi completamente, quindi rispondere a Renesmee e alle telefonate continue di Renèe, lasciarsi coinvolgere dalle incursioni di Alice ed Eddy e chiaramente stare attenta a tutto quello che riguarda te Edward, così come faccio da cinque anni.>>
Abbassai lo sguardo sorridendo. Ripercorsi ancora un altro aspetto degli anni appena trascorsi.
A sei mesi dal nostro matrimonio, era settembre, alla ripresa dell’anno accademico, decisi di abbandonare gli studi.
Poteva sembrare incredibile, ma avevo totalmente perso interesse alla laurea, senza alcun rimpianto.
Il mio tempo era totalmente assorbito da Bella, dalla nostra vita coniugale e da tutto ciò che la mia indipendenza, così faticosamente conquistata, mi permetteva di fare.
Libri, lezioni e laboratori mi sembrano solo tempo sprecato, adoravo restare accanto a mia moglie, vederla studiare, girare per la nostra casa, cucinare per me e starmi vicino sempre amorevole e premurosa.
Adesso avevo anche bisogno di tempo per me, per conoscermi meglio. Vivevo in questa nuova e stupenda realtà,  ma totalmente sconosciuta.
Muovermi da solo, andare in giro in qualunque momento ne avessi voglia, incontrarmi con i miei amici per una birra al pub, passare del tempo con Edward junior, guidare e portare Bella dovunque volesse andare, erano momenti irripetibili, niente poteva distogliermi da tutto ciò.
Durante le vacanze di Natale poi Lys mi aveva fatto una proposta interessante, lavorare per la sede californiana di un’associazione molto nota negli Stati Uniti, appoggiata a una fondazione internazionale che si occupava di ricerca e di cura delle malattie immunodegenerative e di assistenza alle famiglie dei malati.
Trevor sosteneva che la mia esperienza poteva dare un grande contributo sia per i malati, sia per le famiglie, dal punto di vista organizzativo, ma anche da quello psicologico e anche nell’approccio al malato da parte degli operatori. Credeva, inoltre, che mantenere vivo il ricordo di quello che avevo vissuto e superato, avrebbe avuto effetti positivi sulla mia capacità di mantenere sotto controllo la malattia.
Io e Bella avevamo passato molto tempo a parlare delle implicazioni di questa scelta, l’avevamo analizzate a fondo.
La sua paura era che il ricordo potesse farmi star male, la mia invece di non sentirmi all’altezza dell’impegno, come sempre lei era preoccupata per me ed io non mi ritenevo adeguato al compito.
Ne parlai anche con mio padre e mio fratello. Dapprima anche loro si erano dimostrati perplessi, ma dopo aver discusso e valutato i pro e i contro, pensai di accettare un mese di prova e solo dopo prendere una decisione definitiva.






Alla fine di gennaio scoprimmo Bella era incinta, ma lei mi invitò a continuare, in fondo ero in part-time, diceva che sarebbe sopravvissuta a mezza giornata di separazione da me, impegnando il suo tempo a preparare il suo esame finale.
Dopo solo una settimana dovetti dare ragione in pieno al mio terribile neurochirurgo.
Era una situazione così stimolante e diversa da quella che pensavo sarebbe stata.
Mi ero sentito subito coinvolto e avevo ricevuto immediate gratificazioni da questo lavoro.
I primi tempi mi occupai di organizzare il soggiorno dei familiari dei malati che provenivano da altre città e parlare delle difficoltà incontrate durante la malattia dei propri cari, ma ben presto, dopo aver fatto dei corsi di formazione interni all’associazione, avevo chiesto di entrare direttamente in contatto con i malati.
Relazionarmi con uomini e donne, giovani, adulti, anche bambini che soffrivano di miastenia o di altre malattie immunodegenerative erano esperienze forti e profonde, ma non dolorose. Era un continuo confronto con il mio passato che mi permetteva però uno sguardo più fiducioso al mio futuro.
Sapevo bene di essere stato un privilegiato, più volte sull’orlo dell’abisso, non ero caduto mi ero stato salvato, ma ciò che avevo vissuto volevo servisse per risparmiare a questi malati una parte della sofferenza che io avevo subito.
Questo era diventato lo scopo fondamentale della mia presenza e della mia azione.
 
<< Ehi ci sei… Edward?>>
<< Oh sì Bella scusami mi sono perso un attimo.>>
<< Allora parlami del lavoro?>>.
<< Mi hanno chiesto di coordinare tutti i progetti di assistenza dei malati in ingresso presso il reparto malattie autoimmuni appena inaugurato al Cedars.>>
<< Wow, stiamo facendo una rapida carriera.>>
<< Il direttore del reparto, il dottor Stevenson è davvero un luminare e si è circondato di medici giovani, altamente qualificati, spero che la nostra collaborazione sia utile a rendere più semplice ogni passaggio ai malati.>>
<< Stai facendo davvero un eccellente lavoro Edward, sei centrato ed efficiente, riesci a dare una spinta notevole ad ogni progetto in cui ti impegni.
Adesso vedo l’entusiasmo nei tuoi occhi, quella luce è davvero brillante.>>, mi disse sorridendo accarezzandomi la fronte.
<< Questa tua lettura dei miei occhi mi piace signora Cullen, potrei smettere di parlarti e lasciare che tu mi dica sempre a cosa penso solo guardandomi, è così intimo e romantico.>>
<< E’ la chiave della nostra storia Edward, essere sempre in totale sintonia.
Riusciremo ad avere sempre un canale privilegiato amore, quello che ci permetterà di sentire sempre ogni emozione dell’altro, le inquietudini, le preoccupazioni, le necessità e le gioie, l’amore… sì Edward l’amore che proviamo.
Questo filo non potrà mai spezzarsi, è nato nel momento in cui la nostra relazione ha preso forma e sarà sempre la particolarità unica e introvabile del nostro rapporto.>>
Non una parola in più in quel momento era necessaria, mi avvicinai a lei, la baciai e le sussurrai sulle labbra semplicemente:
<< Ti amo.>>
 
<< Desolata di interrompervi.>>
La voce della dottoressa Mills.
<< Ci siamo.>>
Un’infermiera portò accanto a noi un’incubatrice, Bella mormorò spaventata:
<< Dottoressa…no!>>
<< E’ per precauzione, non devi preoccuparti, terremo il bimbo lì per qualche ora, è solo per rendergli tutto più semplice… devi pensare solo a lui, hai fiducia in me?>>.
Io deglutii, lei cercò il mio sguardo:
<< Amore mio sta serena, Jacob starà benissimo.>> le diedi un bacio in fronte.
Si volse verso la dottoressa e fece un segno di assenso con la testa, asciugandosi le lacrime che le erano sfuggite.
Mi alzai, fissai il taglio sul ventre, rabbrividii, respirai e mi avvicinai, vidi i piedini del bimbo, la dottoressa li prese e delicatamente lo accompagno con un movimento netto per farlo uscire.
Aprii la bocca per lo stupore, ma non riuscii a proferire una parola.
Lui fece due mugolii, poi stese le braccine, quel silenzio divenne subito oppressivo, l’infermiera gli passò sul viso un panno per ripulirlo appena dal sangue, il bimbo a quel punto si mise a piangere, lo mise tra le braccia, mi avvicinai a Bella, che aveva gli occhi di nuovo pieni di lacrime, poggiai il visino su quello di mia moglie, lei lo baciò:
<< Ciao Jacob!>>, disse, << ciao mio piccolo ometto!>>
<< Bella guarda è uno Swan in tutto e per tutto, che lineamenti decisi, amore mio è bellissimo ma soprattutto sta bene, tranquilla, amore stava veramente bene.>>
Poggiò ancora un bacio lieve sulla testa del bimbo e poi baciò me, aveva allungato la mano, voleva che la prendessi, volsi lo sguardo verso la puericultrice che prese Jacob e si spostò vicino a noi, dove su un piano vi era una vashetta piena d’acqua.
Diedi la mano a Bella e mi sedetti, seguivamo ogni gesto che lei faceva.
Lo lavarono e asciugarono, gli misero il pannolino, un body e una cuffietta, quindi lo mise dentro l’incubatrice.
Bella disse:
<< Sta bene vero?>>
<< Si signora, sta benissimo, entro stasera potremo spostarlo nella culletta termica e l’avrà accanto a lei.>>
Nel frattempo la dottoressa stava terminando l’intervento, l’ansia mi prese ancora una volta, Bella mi fece segno di avvicinarmi, appoggiai la testa sul lettino:
<< Cullen ti prego fammi uno dei tuoi sorrisi, quelli irresistibili, quelli che mi conquistano e che annebbiano ogni mia capacità, ne ho bisogno, perché ho il petto stretto in una morsa, vorrei scoppiare a piangere e non devo… dimmi che andrà tutto bene.>>
Ubbidii facendomi grande forza, la baciai e dissi:
<< Andrà tutto bene, non temere, adesso sta serena e lascia che la dottoressa Mills finisca il suo lavoro.>>
 
BELLA
 
Non riuscii a staccarmi da Edward neanche in sala risveglio.
Anche se ero combattuta, da un lato avrei voluto che lui andasse da Jacob, controllare che stesse bene, fargli sentire il calore e l’affetto di suo padre, dentro quell’ambiente sì ristretto, ma per me troppo asettico e freddo, ma per la prima volta, da quando conoscevo Edward, sentivo prepotente la necessità egoista di averlo accanto, avevo bisogno che scacciasse ogni mia paura, con uno sguardo, con la sua voce sospirata e dolce, il suo sorriso.
Tornai in camera distrutta, avevo vomitato e mi era scoppiato un terribile mal di testa, Edward insisteva affinchè mi addormentassi, ma io volevo solo vedere mio figlio, non m’importava altro. I miei genitori e i miei suoceri fecero una breve visita, quindi pregai Edward di portarmi da Jacob.
Arrivai nella sala dei prematuri, ci indicarono l’incubatrice, un’infermiera stava controllando la cartella.
 
 
Mi avvicinai piano, quasi avessi paura, Edward si sporse, lo guardammo, fece uno sbadiglio e riprese a dormire beatamente, mettemmo entrambi una mano dentro l’incubatrice e lo accarezzammo, si mosse appena. Ripresi a piangere, alzai gli occhi e anche lui piangeva.
Accanto a noi arrivò la dottoressa Newhill, la pediatra:
<< Sta benissimo, stasera lo porteremo in camera, con una culletta termica e potrà tenerlo vicino.
Avete fatto bene a venire, carezzatelo passate un po’ tempo con lui ma poi signora Cullen deve tornare a letto, è ancora un po’ pallida, ha bisogno di riposo.>>
Rimanemmo toccargli le manine e i piedini, coccolarlo dolcemente.
Via via che gli effetti dell’anestesia stavano svanendo, i punti cominciavano a dolermi, la testa mi scoppiava e la nausea era ancora molto forte, ma soprattutto ero emotivamente a pezzi, Guardai Edward, carezzammo ancora una volta il bimbo, lui aprì gli occhietti, sbattè le palpebre e dopo un sospiro, riprese a dormire.
Mio marito si chinò su di me, mi diede un bacio in fronte e spinse la sedia verso la porta.
 
Non ci eravamo neanche accorti di come il tempo fosse passato in fretta, era mezzogiorno, orario di visite, feci in tempo ad arrivare in camera e mi misi a letto, lui mi disse:
<< Lo sai che sono tutti qua fuori, ma se non ti senti di vedere nessuno, capiranno e torneranno stasera.>>
<< No, sono stati qui per tutto il tempo ad aspettare, sono stati in pena per noi, li voglio ringraziare.>>
Entrarono poco alla volta tutti quanti, cercai di abbozzare il migliore dei miei sorrisi,  mia mamma e mio papà si avvicinarono al letto e mi baciarono.
La mia famiglia allargata era tutta lì, che mi faceva forza con gli sguardi, senza pronunciare una sillaba:
<< Mi dispiace…>>, dissi con voce bassa, << ma il mio piccolo ancora non può presentarsi alla sua famiglia al completo. Ha bisogno di qualche ora per farsi ancora più bello.>>
Sorrisero.
<< Mamma è uno Swan, forte e tenace.>>
<< Non avevo alcun dubbio>>
<< Tesoro.>> disse Alice prendendomi la mano, << di qualsiasi cosa tu abbia bisogno noi siamo qui.>>
<< Lo so e vi ringrazio, ma l’unica cosa di cui ho bisogno è avere mio figlio qui accanto.>>
<< Vedrai che queste ore passeranno presto.>>
<< Bella. >>, Esme si avvicinò al letto, << abbiamo una piccola sorpresa per te, spero ti strapperà un sorriso.>>
Si aprì la porta e tra le braccia di Carlisle, vidi Renesmee:
<< Amore mio!>> esclamai, tendendole le braccia.
<< Mammina!>> la sua voce argentina, mi scaldò l’anima.
Mio suocero l’appoggiò sul letto, lei mi cinse con le sue braccine.
<< Mamma… Jaco… Jaco...>>
<< Lo ripete da stamattina.>>
Alzai gli occhi, incrociai quelli cerulei di Rosalie.
<< Grazie Rose.>>, lei mi baciò la fronte.
<< È di che, io e la mia nipotina ci siamo divertiti un mondo, ma adesso voleva la mamma, la sua mamma e Jaco… e il dottor Cullen ha fatto valere la sua autorità in quest’ospedale ed è riuscito ad intrufolare questa bimba impaziente.>>
<< Mamma! Mamma!>>, ripeteva Renesmee senza sosta, mentre mi carezzava il viso con entrambe le mani.
<< Grazie Carlisle.>>
<< Adesso però tu dovresti riposare.>> disse lui.
<< No ancora un attimo!>>, mi uscì una voce affranta. << Ho bisogno ancora un attimo di tutti voi e di lei.>>
Allungai la mano verso mio marito che si sedette sul letto, cingendomi le spalle, mi appoggiai a lui, Renesmee, si appoggiò sul mio petto, le mani sul mio viso, faceva sempre così quando voleva essere cullata, l’avvolsi tra le mie braccia e cominciai a dondolarmi lentamente, dopo qualche minuto la mia bimba aveva chiuso gli occhi e si era assopita, Edward la baciò:
<< Bisogno di mamma?>>.
Feci segno di sì, riappoggiai la testa sulla sua spalla e aggiunsi:
<< Ed io bisogno di Renesmee, come farò tre giorni senza lei?>>.
<< Avrai Jaco a cui pensare.>>, rispose, << e continueremo a infrangere il regolamento di questo ospedale, come facciamo ormai da anni, introducendo furtivamente una volta al giorno questo tesoro nella tua stanza.>>
<< Ok Cullen affare fatto.>>
Poco dopo sfilarono tutti dinanzi a me, mi baciarono e uscirono dalla stanza, Rosalie per ultima, dopo avermi abbracciato, prese Renesmee lentamente, la bimba mi strinse ancora le gote con le sue manine e poi assonnata si fece portar via mansueta.
Mia madre si avvicinò al letto, lessi la sua espressione, mio marito mi fece un cenno e uscì dalla stanza, con gli altri, la feci sedere accanto a me, le diedi le mani e dissi:
<< Sto bene davvero mamma, è passato, non ho più paura, però lo voglio tra le braccia, voglio poterlo accarezzare, fargli sentire il mio calore e lo voglio allattare. E’ come se mi mancasse una parte di me. Puoi capirmi mamma?>>.
Lei abbassò la testa.
<< La parte più importante di te amore mio.
Ricordo come fossi ieri quando ho stretto Jacob tra le braccia, mi sono sentita talmente madre… non fraintendermi Bella il primo figlio da sempre una sensazione molto forte, credo che l’avrai provata anche tu con Renesmee.
Lui invece di piangere, non faceva altro che aprire e chiudere gli occhi e muovere continuamente le braccia, era vispo e sempre sveglio, dava una tale soddisfazione, anche solo a guardarlo.>>, sorrise.
<< Mentre io e Edward lo carezzavamo dentro l’incubatrice ogni tanto apriva le palpebre, sembrava sentisse la nostra presenza, mamma non sembra fragile, tutt’altro, è vitale .>>
<< Non avevo dubbi, è tuo figlio e di quel combattente di tuo marito, non poteva essere altro che un bimbo tosto.>>, mi passò le dita sotto gli occhi, << Adesso manda via queste brutte occhiaie, con un buon sonno, devi farti trovare in forma dall’altro uomo della tua vita, che monopolizzerà tutto il tuo tempo.
Il mio bel genero passerà in terzo piano adesso? No, piuttosto ti triplicherai ma non credo proprio che toglierai tempo e attenzioni a tuo marito. Ciao amore a domani.>>
Carlisle rientrò in camera e si avvicinò a letto:
<< Vieni Renèe andiamo a conoscere nostro nipote.>>
<< Davvero!>>, disse lei, sgranando gli occhi come una bimba.
<< Dovremo accontentarci di vederlo attraverso un vetro però.>>, disse ancora lui.
<< Va benissimo, ciao Bella a domani.>>, mi diede un bacio in fronte.
Guardai verso la porta, Edward era appoggiato allo stipite, braccia incrociate sul petto, il suo sorriso stampato e gli occhi allegri. Mia madre lo baciò, gli scompigliò i capelli e chiuse la porta.
 
 
Gli feci segno con il dito di avvicinarsi, mi aiutò a mettermi comoda, si stese accanto a me e con la mano stretta alla sua, mi addormentai.
 
<< Ben svegliata amore.>>
Mi passai la mano sulla fronte, guardai fuori.
<< È buio, che ore sono?>>
<< Mezzanotte. Amore ti aiuto a spostarti.>> disse eccitato.
Mi accompagnò per le spalle. Accanto al mio letto, c’era la culletta.
<< Oh Dio Edward!>>, mi aiutò a sollevarmi, << quanto lo hanno portato? Perché non mi hai svegliato?>>.
<< La dottoressa Mills me l’ha proibito, del resto lui dormiva, era giusto che anche tu continuassi a farlo e poi è qui solo da un’ora.>>
<< Guarda Edward si sta svegliando.>>
Prese il bimbo e lo appoggiò tra le mie braccia, lui si mosse leggermente al contatto con la mia pelle e aprì gli occhi. Edward suonò il campanello per chiamare la puericultrice.
Ripresi a piangere, guardavo mio figlio e piangevo, Edward mi asciugava le lacrime, ma non mi diceva nulla.
Eravamo schiavi della stessa commozione, della stessa gioia e soddisfazione e ancora una volta ci sentivamo fortunati per aver attraversato indenni un’altra prova difficile e potevamo goderci il bello della nostra vita, rappresentato in questo momento da nostro figlio.
Una giovane donna entrò sorridendo:
<< Signora Cullen ben svegliata, si sente pronta per allattare?>>
<< Prontissima e credo che sia pronto anche lui. >>
Jacob rivolgeva la testa verso il mio petto cercando spasmodicamente, attirato dal suo istinto o dal mio odore.
La ragazza mi scoprì il seno, lo ripulì con una salviettina, mi stimolò il capezzolo e indirizzò Jacob, che si attaccò e voracemente iniziò a mangiare.
E fu come ritrovare la magia già vissuta con Renesmee. Ogni paura scacciata, il ricordo dei momenti concitati appena vissuti spariti, sostituiti dalla meravigliosa sensazione nel vedere il mio bimbo nutrirsi da me, stringersi al mio petto, aprendo ogni tanto quegli occhi piccoli e dolci… fu l’apoteosi della mia felicità.
Edward si era seduto sul letto, accanto a me, mi carezzava i capelli, lo sguardo fisso su Jacob, ogni tanto sospirava e mi baciava, aveva un’espressione così serena, mi dimostrava con quello sguardo tutto l’amore che provava, per me e per Jacob.
<< Siamo riusciti a cavarcela anche stavolta.>>, sorrisi mentre lo dicevo.
<< Avevi dubbi?>>.
<< Dopo quasi quattro anni come quelli appena trascorsi, pensavo ci fossimo immunizzati alle difficoltà.
Se devo pensare a qualcosa che non è andata bene da quando siamo sposati, direi che è stata la tua rinuncia a riprendere gli studi, a cui tenevi molto, mi è dispiaciuto.>>
<< Allora chiariamo una volta per tutte questa cosa.
Ho deciso di non riprendere a frequentare, perché dopo aver rischiato di perderti, perché se fossi rimasto in coma, mi sarei perso la mia vita con te e sarebbe stato forse peggio di morire, niente aveva più valore, se non stare accanto a te.
Io quindi non ho rinunciato a nulla, ho piuttosto scelto qualcosa di più importante e gratificante per me, ho scelto la mia donna e la mia famiglia, senza alcun rimpianto.
Ti pregherei di non parlare mai più di dispiacere quando pensi alla mia scelta, ma di gioia vissuta in questi anni. Gioia di poter attendere con te l’arrivo di Renesmee, di vederla nascere, di aiutarti nello studio e adesso di essere qui mentre guardo mio figlio tra le tue braccia che si nutre, sano e sereno e vederti così felice.
Sono appagato come mai potrei essere, altro che rinuncia.
E per concludere l’argomento, non baratterei il mio lavoro con una laurea, sono soddisfatto e felice di poter rendere, grazie alla mia esperienza di malato, più semplice il cammino ad altri.
E’ qualcosa di unico.>>
<< Il mio Edward… riesci a lasciarmi senza parole, annebbiata da quanto sei grande.
Sei il più dolce, presente e meraviglioso dei mariti, hai reso la mia vita e il mio matrimonio incredibilmente perfetto e sei un padre insuperabile. Lo ripeterei all’infinito, mai un uomo potrà dimostrarsi così coinvolto e pronto come te a svolgere questo ruolo.
Non ti nascondo che mi sento sollevata per ciò che hai detto dell’università. Avrei voluto affrontare questo discorso tante volte, ma non ne ho avuto il coraggio. Pensavo che ti avrebbe fatto soffrire parlarne e poi quando incrociavo il tuo sguardo mentre studiavo, mi chiedevo se era un bene per te starmi vicino in quei momenti.>>
<< Scusa in un tempo forse troppo lontano non si era detto di affrontare sempre qualsiasi dubbio e preoccupazione? Perché non dirmelo? Non sono più così fragile tesoro.>>
<< Certo amore mio, sono stata veramente una stupida.>>
<< Sei sempre troppo preoccupata per me, hai sempre e comunque me, nei tuoi pensieri e non posso che essertene grato.>>
Si sedette sul letto, mi passò il braccio sulla spalla, riappoggiai la testa sul suo petto e continuammo a guardare nostro figlio pacificamente mangiare.
 
 
EDWARD
 
I quattro giorni di ricovero di Bella, mi permisero di mettere a punto, in maniera rocambolesca ed incredibile, la sorpresa che avevo preparato per lei.
Monopolizzando tutti i componenti della mia famiglia, tranne Rose che doveva occuparsi di Renesmee, riuscii portare a termine un’impresa a dir poco impossibile, considerato che per non insospettire il mio amore andavo su e giù dall’ospedale, quasi in incognito, delegando alcune decisioni per questo progetto a mia madre e a mio fratello.
 
<< Ecco qui la sua carrozza principe.>>, dissi entrando, avevo in mano il porte-enfant per Jacob.
Mia moglie era in piedi, di spalle vicino la finestra, si volse piano.
 
 
Era stupenda con un abito scuro, i capelli vaporosi sulle spalle, un sorriso splendente, guardava il piccolo addormentato tra le sue braccia.
<< Wow signora Cullen sei un’apparizione!>>.
<< Sì l’apparizione di una ex donna gravida, stanca e tutta fasciata per evitare il dolore di una ferita sul pube.>>, disse ridendo.
<< Tranquilla non appena torneremo a casa, sarò a tua disposizione per farti riposare e ritemprare prima possibile, in fondo sono un esperto nelle riprese miracolose.>>, le diedi un bacio.
Mise Jacob nel porte-enfant e ci avviammo verso l’uscita.
<< Dov’è Renesmee?>>, chiese mentre saliva nel sedile posteriore dell’auto.
<< Renesmee?... Con Rose.>>
<< Certo immagino che non sia da sola, mi aspettavo che l’avresti portata con te.>>
<< Troppo complicato.>>
<< Tutti questi misteri, mi rendono un po’ nervosa.>>
<< Non c’è proprio alcun motivo per esserlo.>>
<< Ecco vedi queste tue frasi che non danno spiegazioni mi….>>
Mi voltai di scatto e le chiusi la bocca con le mie labbra, poi aggiunsi:
<< Bella lasciati andare e smettila di far domande.>>
Durante il tragitto parlammo del mio lavoro, se avessi già iniziato con il nuovo incarico, le raccontai un po’ i primi approcci, poi mi disse che avrebbe chiamato la casa editrice e avrebbe fissato un appuntamento per i primi giorni di marzo.
Non nascosi il mio compiacimento, ma lei subito aggiunse:
<< Parlerò con loro e valuterò se sia possibile conciliare un eventuale impegno con la cura dei bambini. Non voglio perdermi nulla Edward cerca di capirmi li ho desiderati talmente e niente può essere prioritario.>>
<< Sono d’accordo, ma vedrai riusciremo a venir incontro a tutte le esigenze, senza dover rinunciare a nulla.>>
<< Edward ma dove stiamo andando?>>, disse d’un tratto guardando la strada che stavamo percorrendo.
<< Devo passare un attimo da un posto.>>
Mi guardò stringendo gli occhi sospettosa, scoppiai a ridere.
Quando ci fermammo, guardò ancora più incuriosita.
<< Cosa ci facciamo qui?>>.
<< Puoi scendere un attimo, ho bisogno di parlare con Emmett.>>
<< Emmett? Qui?>>
<< Bella puoi avere un attimo di pazienza. Prendo Jacob, lo porto dentro e torno subito.>>
<< Edward sappi che per la prima volta in cinque anni ti sto odiando.>>
<< Non importa tanto tra un secondo mi amerai.>>, scesi, presi il porte-enfant con Jacob, lo fissai sulle ruote e lo portai dentro casa.
Uscii di corsa, avevo il fiato grosso, forse stavo subendo anch’io l’ansia che Bella mi trasmetteva, temendo forse una sua reazione o che tradissi le sue aspettative.
Dovevo calmarmi, sarebbe andato tutto alla grande.
 
 
L’aiutai a scendere dall’auto, le diedi un appoggio per camminare più agevolmente e raggiungemmo la terrazza.
<< Hai fiducia in me?>>.
<< Devo rispondere sì a prescindere se ne sia convinta o no?>>, rispose ridendo.
<< Simpatica! Rilassati sto per fare una cosa che desideravo da tanto tempo.>>
La presi delicatamente in braccio, dapprima s’irrigidì, la strinsi cercando di rassicurarla, mi passò il braccio al collo.
Cominciò a capire, aprì gli occhi stupita, sorrise ed io con lei.
Feci scorrere la porta a vetri e dissi:
<< Benvenuta a casa signora Cullen.>>
Si guardò intorno, riconobbe i mobili del nostro soggiorno ed esclamò:
<< Hai preso la casa di Emmett per noi! Non è possibile Edward! E’ fantastica!>>
Con altrettanta garbo la feci scendere, lei si mosse piano verso il mobile dove c’erano tutte le nostre foto in bella mostra, passò il dito sul alcune cornici.
<< Mamma… mammina!>>
Nostra bambina arrivò gridando e ridendo braccia tese verso Bella, fui rapido a prenderla in braccio, al posto di Bella, le prese il viso e la carezzò con le sue manine morbide e piccole.
<< Vieni… vieni… la stanza… mia, è mia… Bamby… Bamby!>>.
Misi giù la bimba, che le porse la mano e la trascinò in una stanza, intanto io le seguivo con Jacob in braccio, che appena sveglio si guardava intorno.
La stanza della bimba aveva tutte le pareti dipinte, vi erano disegnati alcuni personaggi di Walt Disney, mentre il tetto per metà era dipinto blu notte con tante stelle e la luna, l’altra metà invece aveva il sole e alcune nuvolette.
L’acquisto degli arredi della stanzetta era stata una delle operazioni impossibili fatte mentre Bella era ricoverata ed era grazie ad Alice che avevo scovato tutto in tempo record.
Bella si sedette sul letto, le misi tra le braccia Jacob e cominciò ad allattarlo, la bimba si sedette accanto a loro e delicatamente carezzava la manina del fratello.
<< Come mai Emmett ha messo in affitto questa casa?>>.
<< Un mese fa per caso ne parlava, diceva che era poco utilizzata, che forse suo padre era orientato a darla via, ho fatto due conti e ho deciso che poteva essere la situazione ideale per la nostra famiglia, considerato che il nostro amato cottage sarebbe diventato un po’ piccolo per quattro persone.
Credo che sarà bellissimo svegliarsi e trovarsi proprio sulla spiaggia, t’immagini il divertimento per i bambini, ancor di più quando tra qualche mese potremo portare anche Jacob.>>
<< Ti sei sobbarcato una fatica enorme, guarda che occhiaie.>>, mi disse mentre mi accarezzava sotto gli occhi.  
<< Vuoi mettere con la soddisfazione di vedervi così contente adesso.>>
Quand’ebbe finito di allattare, Renesmee corse fuori sulla terrazza, fece segno verso la spiaggia. Era quasi mezzogiorno, il sole californiano di febbraio riscaldava tanto.
 
 
Guardai Bella, lei scosse la testa, capì che non si sentiva di camminare, si sedette sulla poltrona in terrazza, con Jacob, io diedi la mano a mia figlia e scesi sulla spiaggia.
Renesmee correva felice verso il mare, saltellava, ogni tanto inciampava e ridendo si rimetteva in piedi. Giunta sulla riva, le tolsi le scarpe e le calze e lo stesso feci io. Ci bagnammo i piedi, l’acqua era ancora un po’ fredda, lei scappò via, la inseguì ridendo.
Non potevo essere più felice di così.
Dio stavo correndo dietro a mia figlia… stavo correndo. Non avrei mai immaginato un futuro così radioso.
La presi e caddi sulla sabbia, la portai sul mio petto, lei esclamò:
<< Papino mio, un bacino?>>.
Feci un respiro profondo, per non lasciarmi andare alla devastante emozione che sentire mia figlia chiamarmi e chiedermi qualcosa mi provocava.
<< Certo amore mio uno o mille bacini?>>
<< Mille papino… mille!>>
La riempii di baci, lei si strusciava sul mio viso, li ricambiava, era momento straordinario.
Mi girai verso la casa, Bella era in piedi vicino al parapetto della terrazza, mi fece un cenno con la mano e mi mandò un bacio, io e Renesmee ricambiammo.
Tornammo lentamente verso casa, mano nella mano, entrai, la trovai nella nostra camera da letto si era tolta l’abito, si era distesa sul letto, accoccolata accanto a nostro figlio, che dormiva, Renesmee piano si avvicinò a Jacob e dopo pochi minuti sonnecchiava anche lei, io mi misi alle spalle di Bella, le cinsi il ventre, lei incrociò le braccia sul petto.
<< Mamma Cullen ha riempito il frigo di pietanze buone e sostanziose per la sua nuora prediletta, ha detto che per le prossime settimane penserà lei a noi, vuoi che ti porti qualcosa?>>
<< Forse più tardi amore. Resta esattamente dove sei, è del tuo calore che ho bisogno adesso.>>, passò la mano sulla fronte di Renesmee, le spostò i capelli, fece una carezzina a Jacob e strinse di nuovo le braccia alle mie.
<< Edward sono felice. Hai fatto una cosa veramente grande.>>
<< Ho fatto una normalissima sorpresa alla mia straordinaria moglie.>>
La feci girare verso di me, avevo bisogno del suo sguardo a riscaldarmi l’anima e a farmi il coraggio per dirle ciò che mi affollava la mente.
<< Tu invece, sei stata grande amore mio.
Sono in vena di confessioni Bella e visto come cambierà ancora la nostra vita da oggi in poi è bene che le faccia mentre che ne ho la possibilità.
 Guarda i tuoi figli, sono splendidi, sani e quieti. Sono un dono, dono che ti sei meritata, amore mio, perché hai avuto il coraggio e la forza di agire sul tuo futuro.  Tutto ciò che di bello ti sta capitando è la giusta ricompensa per quello che hai fatto nella tua vita, per gli altri.
Prendi me, se ripenso a quello che ho appena fatto in spiaggia, stento ancora a crederci, camminare con mia figlia, poterla rincorrere, prenderla in braccio, incredibile! Ed è anche grazie a te che ci sono riuscito.
Mi hai conosciuto arrabbiato, scostante, spesso sopra le righe, legato solo ad alcuni, pochi amici, che accettavano ogni mia stranezza, ogni mio eccesso, malato e mentalmente debole, schiavo delle mie emozioni, condannato, a subirle o a sfuggirgli e sei riuscita a trasformarmi, stravolgere la mia esistenza e quella della mia famiglia, hai cambiato anche il modo di relazionarmi con il mondo, sei stata e sei tutto per me, tutto per me.>>, mormorai, accarezzandole i capelli.
<< Sei un uomo dalle qualità eccezionali, avresti trovato la tua strada ugualmente, forse sarebbe stata diversa, ma sono certa che non ti saresti lasciato andare.>>
<< Permettimi di non essere d’accordo. Ricordo bene la mia situazione cristallizzata intorno ad una stanchezza di vivere che non credo proprio mi avrebbe portato lontano.
Sei arrivata appena in tempo!>>, sorrisi sfiorandole il profilo del viso.
<< Se dobbiamo scambiarci confessioni adesso tocca a me, sono tornata essere la Bella che ero prima che Jacob morisse, solo dopo avermi portato nel tuo mondo, mi hai fatto riprendere fiducia in me stessa e soprattutto mi hai donato qualcosa di ancora più grande, l’amore.
Edward dopo quello che avevo vissuto, se non avessi conosciuto te, credo che non mi sarei mai innamorata, non mi sarei sposata e non sarei divenuta madre.
Sono ancora più forte di prima, sono decisa e sicura, la nostra vita sarà luminosa e tranquilla, perché noi lo siamo.
Noi garantiremo che la nostra famiglia possa crescere, evolversi, vivere in pace e serenità, perché noi siamo provati dalla vita, conosciamo le difficoltà, ma sappiamo affrontarle a testa alta senza farci abbattere mai.
Amore mio stringimi forte, tra le tue braccia sarò certa che tutto questo è reale e che niente mai potrà portarmelo via.>>
Era scossa da piccoli brividi, la cinsi per le spalle, a contatto con il corpo, si lasciò andare a un profondo sospiro, allora la baciai, prima il viso, gli occhi e quindi le labbra, le sue sensuali, morbide labbra.
Mandammo via ogni tensione, ogni timore, ci regalammo uno dei nostri eterni momenti solo nostri, cui riuscivamo a dar vita quando eravamo insieme.
Ancora le sue labbra sulle mie, attimi di puro paradiso, infiniti, eterni.
<< Ero come un uomo che perso nella tempesta vede una luce lontana, sei stata tu quella luce, Bella, sei la mia luce e la sarai finchè vivrò.>>
<< Lo saremo uno per l’altra, per sempre Edward… per sempre.>>
 
 
 
 





 
<< Jaco! Jaco! Vieni qui lumachina… lumachina!>>, gridava Renesmee, facendo  segno a suo fratello di seguirla, il bimbo era a quattro zampe, rideva e pian piano, si avvicinava a lei.
Io li seguivo con lo sguardo attento, seduto poco distante.
Non ero in un periodo brillante, ogni tanto capitava, tenere a bada quel piccolo mostro che era la miastenia, non era sempre una cosa facile. Quando accadeva rallentavo il ritmo, allentavo ogni tensione, eliminavo tutto ciò che non era essenziale.
Nel mio lavoro non avevo problemi, era l’ambiente in cui più facilmente comprendevano quanto poteva essere difficile tener botta fisicamente e psicologicamente ad un piccolo crollo. In tutti i casi cercavo di affrontarlo restando al mio posto, continuando ad assolvere i miei impegni, magari con più lentezza, dilatando i tempi, tenendo fede alle aspettative di chi come me si confrontava ogni giorno con queste difficoltà.
Naturalmente era nel calore della mia famiglia che trovavo l’energia necessaria per, momento dopo momento, superare tutto senza drammi.
Renesmee prese per le mani Jacob, provò a fargli fare qualche passo, poi lui ancora troppo instabile, cadde sulla sabbia.
<< Jacob! Tutto bene?>>, mi sollevai e mi avvicinai a loro, Jacob aveva il visino sporco di sabbia, aveva cominciato a piagnucolare. Lo presi e gli tolsi la sabbia dal viso. Renesmee mi guardava seria.
<< Tranquilla tesoro non è successo nulla.>>
<< Mammina!>>, gridò lui guardando verso la casa.
Arrivava con le scarpe in mano, stupenda nel suo tailleur blu. Accanto a lei c’erano James e Victoria, parlavano, lei rideva.
<< J…s, J…s!>>, diceva Jacob muovendo le mani eccitato.
Mio fratello arrivò di corsa, lo prese dalle mie braccia e lo fece librare nell’aria.
<< Il mio super nipote… voliamo Jake! Voliamo in alto! Ti piace così? Eh piccolo?>>.
Lui rideva e annuiva, lo prendeva per i capelli e continuava a ridere.
<< Ciao Victoria.>>, diedi la mano a mia moglie che si sedette accanto a me, mentre “Vic la rossa”, soprannome coniato da Emmett, molto apprezzato anche dalla stessa interessata, prendeva per mano mia figlia e la portava sulla riva.
Bella mi passò le braccia sui fianchi, mi baciò con dolcezza, a lungo, mi passò la mano sulla fronte, chiusi gli occhi godendomi quel gesto che voleva dire tanto per me, che mi leggeva sempre dentro.
<< Grazie amore. Come è andata l’incontro?>>.
<< Al di là delle più rosee aspettative… ho firmato il mio primo contratto importante, da oggi abbiamo tra i nostri autori Cloe Jarraf, una bruna quarantenne di origine araba, sai scrive quei romanzi così carichi d’amore, un malinconici e sentimentali.>>
<< Ma dai è in testa alle classifiche dei bestseller con quel romanzo, aiutami a ricordare il titolo?>>
<< “Lasciami un segno”.>>
<< Ecco, ho letto recensioni entusiastiche su di lei, ma brava la mia vice-direttrice editoriale, che colpo!>>.
<< Tutto merito di Kate e Carmen che sono riuscite ad agganciare il suo agente.
E’ una bella donna, con un sorriso enorme, una massa di capelli scuri ed uno sguardo così penetrante da far paura.
E’ un tipo tosto sai, dà la sensazione di sapere bene ciò che vuole. Logorroica in maniera quasi aberrante, trasmette però una tale energia e la sua vena creativa gliela leggi proprio in quegli occhi scuri come terra bruciata.
Ha già in mente un altro progetto, dice che si metterà all’opera subito, è entusiasta di poter iniziare questa nuova esperienza, trova che essere circondata da giovani sia stimolante, la incuriosisce. Speriamo bene.>>
<< Potresti raccontarle la nostra storia, è materiale di prima scelta per un romanzo d’amore.>>
<< Oh Dio i nostri drammi in bella mostra nella vetrina di una libreria.>>
<< Direi meglio il nostro amore raccontato tutti quelli che capiscono di amore.>>, risposi serio.
<< Chissà magari la invitiamo a cena e ne parliamo, ma a proposito d’amore…. James… Vic venite.>>
<< Cosa succede?>>, chiesi.
<< Tuo fratello deve parlarti.>>
<< Uhm ecco un buon modo per accendere la preoccupazione.>>
Si sedettero davanti a noi, James iniziò:
<< Ci sposiamo a giugno, vorreste essere i nostri testimoni?>>.
<< Sposarvi?>>, dissi sorridendo guardai Bella.
<< Ne saremmo veramente felici.>>, disse mia moglie.
Prese la mano di mio fratello, lui arrossì.
<< Grazie.>>, disse Victoria.<< Per James era così importante che voi accettasse.>>
<< Avervi accanto questo per me è fondamentale.>>, disse lui.<< Siete voi importanti.>>
<< Saremo lì e saremo felici per te.>> gli dissi mettendogli la mano sulla spalla.
<< Zia Rose… c’è zia Rose!>>, disse Renesmee, indicando verso casa.
Ci girammo tutti.
<< Guardala la Cullen più bella e spensierata di tutti.>>, dissi ridendo.
<< Ciao famiglia! Renesmee… Jacob amori miei, venite da zia.>>
I bimbi le saltarono in braccio, la riempirono di baci, lei li faceva girare, saltare, loro ridevamo e le toccavano il viso e i capelli.
Erano l’immagine della contentezza senza freni e mia sorella più bambina di loro, si lasciava travolgere, era il loro modo particolare di passare il tempo insieme.
<< Qual buon vento sorella?>>, le dissi.
<< C’è un matrimonio nell’aria.>>, disse canzonando.
<< Già lo sapevi?>>, chiesi.
<< Primo, James è il mio fratello preferito, non ricordi? Secondo sono la party planner ufficiale della famiglia Cullen, ho organizzato il tuo matrimonio, mi tocca farlo anche per il mio James.>>
Le diede un bacio, mi sorrise e passò le dita tra i miei capelli.
Restammo seduti a parlare per un bel po’, Bella era distesa sulle mie gambe, io la carezzavo, un momento di assoluto relax, d’un tratto guardai l’orologio ed esclamai.
<< Ehi ma si è fatto tardi, i bambini devono cenare.>>
Bella si alzò. Rosalie disse:
<< E’ tanto che non passo del tempo con i miei nipoti, posso portarli a casa di mamma e papà e passare con loro la serata? Ho anche dei regali per loro. Vi prego posso?>>
<< Anch’io e Vic saremo da mamma e papà.>>, disse James,
<< prendetevi una serata tutta per voi.>>
<< Direi anche la nottata.>> aggiunse maliziosa Rosalie. << Dormite dai nonni stasera piccoli Cullen!>>
Bella alzò le spalle. Renesmee gridava felice:
<< Andiamo dai nonni! Dormiamo dai nonni!>>.
I nostri figli ci diedero un bacio, poi mano nella mano con i miei fratelli si allontanarono.
<< Signora Cullen si prepara una serata interessante e del tutto inaspettata, sfruttiamola fino in fondo.>>
Si alzò, mi porse le mani, mi sollevai lentamente, mi passò il braccio sui fianchi, mi appoggiai a lei e tornammo lentamente verso la casa nostra.
 
****
 
Bella si era cambiata, una tuta e un paio di scarpe comode, avevano sostituito gli abiti eleganti e formali che erano diventati la sua uniforme da quando era entrata a far parte dei quadri dirigenziali della casa editrice
Cena cinese a lume di candela, in terrazza, sui divani di fronte all’oceano.
E poi parlare… parlare, raccontarsi tutto e lasciarsi andare ai progetti anche a lunga scadenza, un altro ingrediente di una sera perfetta per la coppia Cullen-Swan, come accedeva quand’erano ancora fidanzati e poi giovani sposi, prima che il tempo venisse monopolizzato dai bambini e dalle loro innumerevoli esigenza e dai loro rispettivi lavori.
Con un bicchiere in mano, guardavano verso il mare, si lasciavano andare a moine dolci, come se sentissero il bisogno di un affettuoso, morbido contatto.
Era notte fonda Edward fissava l’oceano, si sollevò, Bella lo guardò sorridendo, lui prese due teli da spiaggia e una lanterna e la condusse verso la spiaggia.
I vestiti caddero sulla riva e loro entrarono in acqua.
Le piccole onde s’infrangevano contro i loro corpi, i respiri si mescolavano a baci focosi e morbide carezze.
Fare l’amore, era sempre qualcosa di più elevato, era sempre e in ogni caso una ricerca di un’intesa, in un mosaico che tendeva alla perfezione e nel quale ogni volta s’inseriva una nuova minuziosa piccola tessera.

Poi distesi sulla riva abbracciati, fissavano la luna che si rifletteva, piena, sull’acqua, il chiarore illuminava i loro visi.
Lo sguardo fisso di lui sul volto prezioso e amato di lei, un sussurrò nell’aria:
<< Sei nella mia mente ogni istante della mia giornata.>>, disse Edward, << dentro la mia anima, ne sei parte integrante, anzi tu rappresenti la sua parte forte e combattiva.
In questi anni, ho sempre avuto bisogno di un sostegno e il tuo non mi è mai mancato, non mi hai mai abbandonato e so che mai lo farai, mi hai sempre guidato nel bene e continuerai a farlo. Sei l’unica certezza della mia vita, ma io, come posso ricambiarti?>>
<< Lo fai sempre, con la tua presenza così colma di amore, di attenzioni, di gioia di vivere.>>
<< Oh sì vivo, Bella e lo faccio desiderandoti, come la prima volta che ti ho visto, amandoti di un amore ormai maturo, solido, che mai potrà essere scalfito.>>
Lei spalancò i suoi occhioni da cerbiatto, stupita e si affrettò a dirgli:
<< Non è possibile! E’ tutto chiaro… aspetta devo farti vedere qualcosa.>>
Corse verso casa mentre lui la seguiva attento e tornò stringendo un libro tra le braccia, si sedette e disse:
<< Stamattina Cloe mi ha dato questo libro, è il suo primo romanzo, non so perché ma non appena l’ho avuto in mano, non ho letto il titolo sulla copertina, sono andata subito all’interno e ho trovato stralci di un testo.
Non può essere un caso Edward, ascoltali: Non avrei mai immaginato di potermi sentire cosi, come se non avessi mai visto il cielo prima d'ora, 
voglio scomparire in un tuo bacio, Ogni giorno ti amo sempre di più … le stagioni possono cambiare, dall'inverno alla primavera, ma io ti amerò fino alla fine dei giorni, qualunque cosa accada… Improvvisamente il mondo sembra un posto perfetto , improvvisamente si muove con una grazia perfetta, improvvisamente la mia vita non sembra cosi sprecata, tutto ruota attorno a te, non ci sono montagne troppo alte , non ci sono fiumi troppo selvaggi … Nuvole di tempesta possono coprire, il cielo e le stelle possono entrare in collisione, ma io ti amerò fino alla fine del tempo 
Qualunque cosa accada … Io ti amerò finché morirò! Oh, qualunque cosa succeda, qualunque cosa succeda. Ti amerò, ti amerò.”
Edward capisci è la nostra storia racchiusa in dieci righe. In queste frasi ritrovo me stessa e tutto quello che rappresenti per me, il percorso di questi anni, i risvolti del nostro amore.
Non può essere stato un caso se stamattina ho incontrato quella donna e lei mi ha dato questo… guarda Edward guarda la copertina adesso e leggi il titolo.>>
Gli porse il libro e prese la lanterna, lui sorrise guardando l’illustrazione della copertina. Rappresentava un tramonto rosso sul mare. Edward quindi fece scorrere il dito sui caratteri del titolo stampati in verde e marrone, disse piano:
<< Oh sì è proprio vero qualunque cosa accada, io ti amerò, Bella, ti amerò fino alla fine del tempo.>>
 
 
                        **********************
 
 
Oh siiiii, sono arrivata… stanca ma soddisfatta come se avessi fatto una lunga corsa sulla riva del mio splendido mare di Sicilia.
Non riesco a crederci ma alla fine sono giunta alla frase che sin dalle prime righe immaginavo potesse essere la frase ideale per esprimere il nucleo, il centro di questa storia.
“Come what may … but i love you until the end of time”
Mentre l’immagine di loro sulla spiaggia, mi era balenata sempre come ultima immagine da descrivere. Certo forse il tramonto sarebbe stato più indicato, ma fare l’amore al tramonto in una spiaggia mi sembrava un eccesso, quindi lasciatemi passare questa lieve digressione.
Sarò stata accurata ed esaustiva nelle descrizioni di tutto ciò che è accaduto negli anni di matrimonio di Bella e Edward? Spero di sì.
Confesso tutta la storia di Cloe Jarraf l’ho pensata qualche giorno fa, non c’era nella sua stesura originale, ma devo dire che è venuta così… perdonate una punta d’orgoglio di una autrice in erba.
Non ho mentito sono proprio come mi sono descritta (bella? non lo so… araba sicuramente)sia fisicamente ma anche caratterialmente.
So quello che voglio? Chissà… di certo so che ho voluto fare quest’esperienza, fortemente.
Esperienza che mi ha condotto dentro un percorso di crescita prima come donna, e apro una piccola parentesi (la mia anima di psicologa/educatrice me lo impone, credo che ormai ci sarete abituate) sono sempre stata convinta (e non per vacuo femminismo) che le donne devono capire quanto sensibili, forti, tenaci, dolci emotive e fortunate sono, non possono e non devono essere meno che simili alla mia Bella, sempre, poi se hanno la fortuna di incontrare un Edward, (magari non così imperfettamente perfetto) un uomo che almeno le ami e le rispetti, non le tratti come un’avventura di una sera, una donna da usare e poi gettare, una da sfruttare, che ben venga, altrimenti devono essere essere sempre consapevoli di quanto grande sia la mente e il cuore di una donna, mai lontanamente paragonabile alla stragrande maggioranza degli uomini e non perdere la loro meravigliosa specificità.
Sono cresciuta anche come madre nel rapporto con mia figlia, so che stai leggendo il commento e ti ringrazio piccola mia, per aver fatto da spalla e consigliera, sin dal momento in cui questo viaggio è cominciato (anche se non hai avuto mai il tempo o il coraggio di scrivere una recensione, in fondo tu mi dicevi ogni volta tutto a voce).
Anche come moglie, non sono la stessa di un anno fa, quando iniziai a postare. Tanti aspetti di questa storia approfonditi opportunamente con alcune di voi, che mi hanno onorato dei loro commenti e conversazioni sul web e non, hanno reso migliore (dopo un’iniziale crisi) il mio rapporto coniugale, più ricco e appagante, più stimolante e rinnovato.
Come amica, si può crescere anche in quest’aspetto? Dico di sì perché ho conosciuto incredibili donne che hanno reso interessante e nuovo il concetto di amicizia senza snaturarla, anzi rendendola assolutamente unica ed inimitabile.
Con alcune di loro con contatti più frequenti, aperti e lunghi sul web all’interno di efp, come fece 13, chi61, paride, elenri, elisatwilight, enza87, iaele, alice nekkina e altre (sicuramente qualcuna l’avrò dimenticata e me ne scuso).
Con acalicad ho iniziato una stimolante esperienza che spero prosegua.
Ma con cinque donne eccezionali invece i canali comunicativi si sono moltiplicati e arricchiti diventando qualcosa di più con interminabili meravigliose stuzzicanti conversazioni… grazie a antonella, erika, lalayasha, lilla thea e stez (rigorosamente in ordine alfabetico e non in ordine di importanza).
Piccolo inciso ma grande ringraziamento per lalayasha, i suoi disegni e le sue foto modificate sono state una grande regalo, mi hanno fatto vedere spesso quello che desideravo immaginare con più chiarezza e spero che sia stato così anche per tutte voi.
Ringrazio anche isamarie e animor, autrici “pop”come amo definirle, a loro va tutta la mia stima per il loro lavoro e le ringrazio per avermi, almeno all’inizio, spronata ed indirizzata nel percorso da fare.
La lista dei ringraziamenti adesso si allunga in maniera esponenziale, ma ritengo giusto ricordare e dire grazie, in questa mia ultima apparizione come autrice, a tutte le meravigliose lettrici che mi hanno accompagnato in questo viaggio.
Innanzitutto ringrazio le sessantanove amiche che hanno inserito la mia storia tra le loro preferite:
alessia87 - alex1977 - amicotta - AngieCullen - ary94 - betty boop -bielefeld89 - blea - cali11 - celly chelly - ChocolateEyes - ciaiciai - dany60 -darky81 – De Directioner – Edwardebellacallen - elemar - elenriFede13 – francydon - gaia98 – giangygiangy - iaele santin – incantata86 - isabella93_dolce - Kristen92 - Lady Boleyn - lalla_giuly – Lapam8842 32 -lucia78 - luna83  - Luna_Bella – mammafelice - ManuLaSimpatica2 - maria50 - mary96cullen - miss1993 - monreve - moulianrouge - PAM 76 - paoletta75 - pulciolotta 90 - Punphin_Cullen – Robert pattinson92 - rossellina - rto - rutilia – sara2187 - sarahmanga - sene - sesse94 - shemaine - ShootingStarChildOfLight - Simo72 - stars92 - stefysofy - sweatdreams - thextra - tizi66 - tulipano nero - valebbb - Venerdi - VioletAsBii – YunaCullen85 - _kate_ 
 
… E le duecentocinquanta amiche che l’hanno inserita tra le seguite:
1717 -96giuggi - Aalice - adg - adrianacullen - aleda776 - alessia 21  -ale_cullen - alice91 - AliceCullenV94 - Alice_Nekkina_Pattinson - alixe - allfansstory - allis88 - amm1966 - angel24 - angieloveromance -angy0780 - AnImoR_7 - AnN22 - anna75 - annie77 - Anninaa 
antanasia - anto32 - anto802010 - antonella64 - Aoki - arirocks -arualga91 - ary94 - babbuccia - barbara_f - Basoul - bealor -bella93 - bellaedward98 - bella_josephine - bellinaC - BellsInHerWonderland - BennySmolder - betty boop - Bobina83 - BRIGIDA - Britney Black  carminatiaudrey - carol73 - Celidonia - chi61 - Chiaretta_92- chiarigrr - chiccaerika91 - chloe 92 - chrys4 - ciarmi - ciaspola 
ciuciu - claire90cullen - claki97 - ClaryCullen - cochi85 - concetta cullen - COTO78 - Cri_81 - Cuore di Panna - daddyaya76 - dany73 - danybor - DarkViolet92 - Davan - debby_6 - Divoratricedisogni - donnie86 - Dreaming14Piano - elapattinson - elisatwilight - emabel - enza87 - Enzalba - epril68 - erika1975 - Erinda - erini83 - esme_93 -Fanniy - Fantasy_Mary88 - Fe - Fede13 - federc70 - federobi - fergyyy 
FlaR - Flom - francy lyda - frassrock - FunnyPink - gattoncini -Genevieve de Montblanc - Ginna3 - giova71 - girl601  happyhippa  hermione851 - hope1234 - iaia_twl - Ile cullen  ilenia97cullen - IntensiveCare - IsaMarie - isif  - jecca92 - jess chan - jessica53412 - juppyter69 - Just_debb - karman - kassj - ketax  kija_salvatore - kijo - kikka94 - KriStewlove - lababy25  - LadySile - Lalayasha - Lalla S T - Lalle Cullen - laryC - Lau8910 - laura88 - lauxxx - lellabella85 - lidiacullen - lilla thea - lisa66 - Littlemisstneb - Lola Masen Cullen - lorybella - lovetwilight - ludolove - Lullaby73 - luluCullen91 -mabi90 - Madeline  maila79 - malyegiro - mammacri61 - marele - maria concetta - Maria Swan - maria50 - mariamax - martinad  Mary_Sophia_Spurce - MauroMikela - medeia - Meme_- meryj -Michelle16 - mikelina - mikkettina - milra - MiSa93 - miss1993 - mistica88 - Mix - moiraluca - mokyy - monibiondina -moonlightshine98 - MoReTtInA pErFeCt - nancyuccia92 - Nick1 - Niema - Nizzy_74 - Noemina90 - nuvolabella - Onion - orchidea85 - parkinson - paty87 - petusina - piccolaluce - pinkprincess -pisicchia 
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titty27 - toscanna - turchicat - twilightina92 - UAUI84 - valenina - vale_tta -  vampirbloodlove - vchiego - vemarilu - vera1982 - verdeblue - VioletAsBii - ydra77 - youandme - YunaCullen85 - _Elisewin_ - _HoneY_ - _Navy - _puffetta_ - _TANYA_- __Puffa__ 
 
… E ancora le trentadue lettrici che hanno messo la mia storia tra le ricordate:
Alice and Nessie - angi25 - annie77 - ativ - babybell - chiara69 
Diddlina_Cullen - ellyesmeecullen_twtw - Fefy_B_ - francesca cullen - francytwilighter80 - isif - juppyter69 - lindaesposito - LittleWhiteAngel - MagariFossiLibera - Maria Swan - martinad - mattitti - Meeeowwww - OliveP  - rituz - Rose Hale Cullen - sarahmanga - shary83 -simoxxx - Stecullen94 - Stefyforever - Stella Cullen - VioletAsBii -vittoriaKf - xeniab90 
 
Ma non potrei mai dimenticare tutte le lettrici e le amiche che hanno lasciato una recensione. Sono state una guida, una bussola, hanno orientato il mio lavoro, mi hanno supportato quando pensavo di essere fuori strada, eccessiva, non centrata, troppo fuori.
Grazie… davvero per il tempo, le idee, i pensieri e le energie che mi avete dedicato spero di avervi ricambiato con uguale attenzione e disponibilità.
Un bacio a tutte voi…
Ad oggi non so se ci ricontreremo in questo spazio autrici (non so se realmente farò come la Cloe Jarraf della storia), sicuramente continuerò a seguire gli aggiornamenti delle storie che ho preferito fin ora, ma in quanto a scrivere, non so forse mi prenderò come dicono quelle brave, “mi prenderò una pausa di riflessione”.
Un bacio e un abbraccio enorme ragazze arrivederci a presto!!!
Vi amo!!!!
 
 
 
  
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