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Autore: needmaluhia    19/02/2013    2 recensioni
Correva, correva più che poteva.
Sentiva le gambe cedere e il fiato mancare, ma non poteva fermarsi.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Correva, correva tra la folla provocando le imprecazioni da parte delle persone a cui andava addosso.
In pochi minuti arrivò in prossimità del Gate 8 e la vide. Era seduta su una poltroncina marrone scuro mentre leggeva un libro, aspettando che la voce metallica chiamasse il suo volo.
Era bellissima, come sempre.
«Val!» gridò il biondo, catturando l'attenzione della ragazza.
Si avvicinò e si mise in ginocchio davanti a lei. «Non puoi partire. Non farlo, ti scongiuro.» la pregò il ragazzo, cercando di riprendere il fiato.
La rossa abbassò lo sguardo lasciando cadere una piccola lacrima che venne subito asciugata dal pollice del ragazzo. «Dammi un buon motivo per cui dovrei rimanere, Justin.» gli disse con voce tremolante, tirando su il naso. Il biondo le alzò il mento e la guardò negli occhi,
perdendosi in quelle iridi verde smeraldo. «Perchè mi sono innamorato di te.»
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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one





Come ogni mattina da due anni a questa parte, quella maledetta serranda le dava problemi. Era talmente arrugginita che serviva qualche calcio e un paio di spallate per poterla aprire definitivamente.
Doveva assolutamente essere sistemata o le avrebbe fatto saltare i nervi un giorno di questi, ma continuava puntualmente a scordarsi di chiamare qualcuno per farla aggiustare. 
Alzò la serranda e infilò la chiave nella serratura della porta in vetro, per poi aprirla. Si avvicinò al quadro dell'illuminazione, accendendo tutte le luci che si fecero spazio nell'ampia sala, e in seguito si recò nel suo ufficio, se così poteva essere definito quella specie di ripostiglio. Appese all'appendiabiti il cappotto marrone scuro, la borsa color crema e il cappellino verde scuro che le aveva fatto a mano la nonna un paio di anni fa, per poi uscire da quella stanza e andare in prossimità della porta d'entrata per girare il cartello con su scritto ApertoSpring lavorava in quella biblioteca da due anni. Da quando morì il padre.
La sera in cui successe il tragico avvenimento era uscita con la sua migliore amica Amelia, comunemente chiamata Amy, per andare al cinema insieme, ma quando rincasò trovò la madre in lacrime in cucina e capì subito che qualcosa non andava. Ricevette quella terribile notizia ma decise di non piangere davanti alla sua mamma, si tratteneva per trasmetterle quella poca forza che aveva.
Passò tante di quelle notti in bianco, che perse il conto. Il giorno cercava di mostrarsi felice, o almeno un pò serena, dalla mamma, mentre la notte dava sfogo al suo dolore inzuppando il cuscino di lascrime.
Cominciò ad assentarsi sempre più frequentemente da scuola, finchè non prese la decisione di abbandonare la Frederick Douglass High School per studiare da privatista, così da poter coltivare il sogno del padre:
Aprire una libreria nel centro di Atlanta.
Il padre era un amante dei libri e trasmesse questa stessa passione alla figlia, infatti quando Spring era più piccola passavano ore ed ore insieme a leggere libri di ogni genere. Si accucciavano nel letto della bambina e leggevano insieme fino ad addormentarsi abbracciati.
Spring spese i risparmi che la madre aveva raccimolato nel corso degli anni per mandarla al college per comprare un'antica biblioteca nel centro della città appartenente ad un uomo anziano, che fu costretto a non poterci più lavorare a causa della sua malattia. Se ne innamorò, era proprio quello che cercava in tutto e per tutto. Non erano troppo grande, ma nemmeno molto piccola. Era.. perfetta. Disponeva di tante librerie in cui erano riposti tutti i libri, e inoltre vi erano delle poltroncine e qualche tavolo qua e là per permettere ai clienti di potersi rilassare e leggere in silenzio.
Prima di poter aprire effettivamente la biblioteca la sistemò organizzando i libri in settori, i quali andavano da poemi epici a romanzi, insomma ogni genere di opera scritta. Comprò altri libri da poter aggiungere a quelli che già aveva, delle lampade di uno stile ottaviano e infine dipinse i muri di un color ocra chiaro per donare un tono più caldo al posto.
Le sue giornate si dividevano tra la biblioteca e lo studio, si stava impegnando per potersi diplomare così da potersi occupare completamente del suo negozio. Qualche volta si fermava a pensare che avrebbe potuto diventare un grande avvocato in uno dei studi legali più rinomati della città, il suo sogno più grande era quello di poter studiare ad Harvard per poi laurearsi, ma aveva preferito rendere felice il padre da lassù. Aveva preferito mettere al primo posto la felicità del padre piuttosto che la propria. Potrebbe sembrare assurdo agli occhi degli altri, infondo il padre era morto, ma per lei no. Non accettava il fatto di considerare il padre parte integrante del mondo celeste, così anche se non poteva avere la sua figura accanto a sè, cercava di portare avanti la sua vita come se il padre fosse ancora vivo.
 
Si rifugiò nel settore dei gialli, analizzado bene ogni scaffale, per poi mettersi in punta di piedi e prendere Auguste Dupin di Edgar Allan Poe. Quello era decisamente il suo libro preferito. Nonostante lo avesse letto così tante volte da saperlo a memoria, non le dispiaceva rileggerlo perchè aveva il potere di rilassarla. 
Si mise seduta su una delle due poltroncine rosse lì vicino e cominciò a leggere.
«Buongiorno Val!» sbucò improvvisamente Amy, da dietro la poltroncina. 
Le fece prendere uno spavento, tanto che Spring buttò il libro in aria e si mise una mano sul petto per cercare di regolarizzare il respiro. «Amy ma cosa ti dice il cervello? Sei impazzita? Ho rischiato un infarto!» sbottò la rossa, mentre il suo cuore riprese a battere regolarmente. 
Come aveva fatto l'amica ad entrare senza che si sentissero i campanellini? Spring li aveva posti sopra la porta in modo tale da avvertirla quando un cliente entrava nella biblioteca. Una spesa inutile, a quanto pare.
«Sono talmente scattante che i campanellini non hanno provocato un minimo tintinnio. Ho voluto farti un piccolo scherzetto che a quanto pare è riuscito.» si atteggiò Amy, guardandosi le unghie per poi soffiarci sopra. 
Senza il bisogno che l'amica le domandasse qualcosa, era riuscita a rispondere ai suoi dubbi. Spring assunse una faccia ancora più confusa di prima. Insomma, come aveva fatto? Le aveva per caso letto nel pensiero?
«Andiamo Val, sei prevedibile.» le disse Amy, facendole l'occhiolino. A quel punto Spring sbarrò gli occhi causando la risata dell'amica. Era come se avesse posto realmente quelle domande all'amica, mentre le aveva solo pensate. «Mi stai facendo paura. Sul serio.» le confessò la rossa.
Amy ridacchiò leggermente. «Ti conosco da ben 11 anni, è normale che riesca ad anticipare ogni tuo comportamento.» disse con fare ovvio Amy, sedendosi sulla poltroncina accanto a quella dell'amica.
Le loro mamme si conoscevano da tanti anni, e casualmente abitavano una accanto all'altra, così che le figlie diventarono compagne di giochi e crescendo, migliori amiche.
Spring era sempre stata una bambina timida e chiusa, una bambina che non riusciva a costruire dei rapporti di amicizia con gli altri suoi coetanei. Ricorda ancora come si sentisse diversa quando aveva solo cinque anni. Ogni qualvolta che qualche bambino provasse a conoscerla meglio o semplicemente a giocarci insieme, lei creava attorno a se una specie di corazza che nessuno era mai riuscito ad infrangere. Nessuno tranne Amy. Non saprebbe spiegare ancora oggi cosa c'era di diverso in quella ragazza così vivace e sprizzante d'allegria, ma l'aveva colpita fin da subito e non aveva neanche fatto in tempo a chiudersi in se stessa come un riccio, che Amy già entrò nel suo cuore. Era una splendida amicizia la loro, priva di alcun tipo di litigio. Erano completamente diverse l'una dall'altra, e forse era per questo motivo che stavano così bene insieme. Si completavano a vicenda. Era l'unica persona, oltre a suo padre, a poterla capire e a chiamarla con quel nomignolo. Val. Spring Valerie Thompson, questo era il suo nome completo, e il padre le aveva dato un soprannome, chiamandola Val, perchè sapeva che la figlia non aveva mai amato il suo nome quanto il suo secondo nome.
Neanche la madre la chiamava così, questo perchè tra di loro c'era il normale rapporto madre figlia. Il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera. La mamma cercava di mantenerle facendo i più piccoli lavoretti, come cameriera, baby-sitter, segretaria e quant'altro, per questo non si vedevano spesso. Inizialmente rimpiangeva il fatto di non essere mai riuscita a costruire il rapporto che voleva con la madre. Quello che si vedeva nei film, in cui mamma e figlia andavano così d'accordo da scambiarsi persino i vestiti. Ma col tempo si rassegnò a quest'idea, pensando che in fondo se andava bene alla mamma, sarebbe andato bene anche a lei.
Si risvegliò improvvisamente dai suoi pensieri, scuotendo un pò la testa, per poi accorgersi che, come solitamente accadeva, non era riuscita a leggere una sola parola del suo libro a causa del tornado Amy.
Le aveva dato questo buffo soprannome perchè infondo Amy era così. Un  tornado. Ovunque andasse si faceva sempre riconoscere, era sempre esplosiva e dinamica, rappresentava allegoricamente una vera e propria festa di teenager.
 
«Hey! Ma tu non dovresti essere a scuola a quest'ora?» chiese dubbiosa Spring, raccogliendo il libro che aveva fatto cadere precedentemente, per poi rimetterlo al suo posto.
«Teoricamente si, ma in pratica non ci sono.» rispose la mora, facendole la linguaccia. Si alzò dalla poltroncina e saltellò fino all'ufficio di Spring, dove posò le sue cose, dopodichè ne uscì per mettersi al computer vicino la cassa. «Amy..» cercò di rimproverarla. «Un giorno in più, un giorno in meno non fa la differenza. E poi sono sicura che i professori sono più contenti di non avermi nei dintorni.» affermò annoiata Amy, giocando a Pacman.
Effettivamente il suo andamento scolastico non era dei migliori, e inoltre il suo comportamento lasciava a desiderare. Si trovava spesso faccia a faccia con la preside, e discuteva sempre con i professori che la spedivano in detenzione. Passava più tempo in quell'aula di punizione che in classe a fare lezione.
Spring sospirò, per poi dedicarsi al suo negozio, lasciando oziare la sua amica.
Si comportava come una mamma nei suoi confronti, infondo era l'unica persona in grado di farle capire cos'era giusto e cos'era sbagliato. Il padre di Amy era un alcolizzato, mentre la mamma era una prostituta. Non era una delle situazioni familiari più semplici, ma nonostante questo Amy aveva sempre il sorriso sulle labbra. Nonostante il padre avesse fatto abuso di lei e continuasse ad essere una persona violenta nei suoi confronti e nonostante la madre la trattasse come se fosse una troia, Amy aveva sempre il sorriso stampato su quel viso dai lineamenti dolci e poco marcati. Nessuno conosceva la situazione di Amy, solo Spring. Si erano sempre sostenute a vicenda, erano cresciute insieme. Una insegnava una cosa all'altra, erano completamente indipendenti, in un certo senso. Faceva male ad entrambe di non poter avere la tipica famiglia americana, ma purtroppo erano consapevoli che non si poteva avere tutto. Non potevano avere quella famiglia il cui unico problema era trovare un tacchino corposo e fresco che facesse la sua figura il giorno del ringraziamento. 
Però l'una era la famiglia dell'altra, e alla fine erano felici così.
Erano ancora le otto del mattino, a quest'ora la biblioteca era sempre vuota, cominciava a riempirsi solo dalle nove in poi. Talvolta persino alle dieci. Era frequentata maggiormente da ragazzi della sua età o con qualche anno di più, e da qualche quarantenne appassionato alla letteratura. Qualche volta c'erano anche dei bambini che venivano qui con le proprie mamme a fare i compiti insieme.
Spring approfittò del tempo che aveva a disposizione per sistemare un pò la biblioteca e per rispolverare un pò tutto, dato che non aveva avuto tempo in questi giorni.
Prima di tutto sistemò alcune scartoffie che si trovavano sopra la piccola scrivania rossa mogano nel suo ufficio, in seguito si dedicò alle pulizie del bagno. Pulì per terra e spruzzò del deodorante alla lavanda. In seguit si mise a spolverare ogni singolo scaffale di ogni libreria, mentre l'amica passava il tempo al computer o a limarsi le unghie. Sorvolava spesso su quanto fosse pigra Amy, tanto in ogni caso non sarebbe di certo cambiata.
L'ultimo scaffale rimasto era il più alto della libreria situata di fronte all'entrata, così la rossa prese la scala e cominciò a togliere la polvere in superfice, che la fece starnutire un paio di volte. Si sentì il suono dei campanellini della porta, e istintivamente, felice di ricevere il primo cliente della giornata, Spring si voltò verso la porta, per poi imbattersi in due occhi color caramello.
 



 
Aandag.
Weilà bellesse!
Mmh, sembro un'idiota. Sì, decisamente.
Buonasera ragazze!
Molto meglio.
Come potrete capire, non sono molto brava con i saluti iniziali.
Beh, passo subito al sodo. Ecco a voi il primo capitolo della mia primissima Fanfiction! Yeah!
Nonostante sia iscritta a EFP da decenni, o forse anche secoli, pubblico la mia storia solo ora.
D'altronde l'ispirazione arriva quando meno la si aspetta, e a me è arrivata tanto, tanto tardi, lol.
Spero vi piaccia questa storia tanto quanto piace a me scriverla. Sarà piena di colpi di scena, litigi, amore, sesso, droga. Insomma, mai giudicare un libro dalla copertina.
Questa storia è completamente diversa da come ve l'aspettate,
non sarà la tipica favoletta che racconta di una storia d'amore tra due adolescenti.
Si, la storia d'amore c'è eccome, ma.. Non fatemi dire troppo, lol.
Spero di trovare tante recensioni, non necessariamente positive, anzi. Spero di trovare tante critiche, per migliorare al meglio e rendere più interessante questa storia.
Vi prego, fatemi sapere come la pensate, perchè ci tengo veramente.
Mi dispiace se questo capitolo possa sembrare noioso e privo di molti dialoghi,
ma questo è l'inizio e serve per spiegare un pò la storia e la vita di Spring in generale.
Sotto troverete le foto dei due protagonisti; Spring e Justin.
In seguito  vi posterò quelle dei personaggi secondari. Devo ancora capire come li voglio, ahah.
Il mio account twitter { @needmaluhia } per qualsiasi informazione e per sapere quando aggiorno. (:
Se mi seguite sarò felicissima di ricambiare.
Al prossimo capitolo,
Chiara




 
Spring;

Spring;





J
ustin;

Justin;

 
  
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