Anime & Manga > Saiyuki
Segui la storia  |       
Autore: Son Kla    07/09/2007    4 recensioni
Sottile è il confine tra amore e egoismo. Spesso qualunque scelta è sbagliata, ma il loro cammino sembra non doversi dividere. GokuxOC
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Kogaiji, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho trovato quel fiore, era lì, davanti a due assi incrociate, adagiato su un letto d’erba fresca ancora bagnata di rugiada, e coperto da un lenzuolo delicato di nuvole bianche e morbide, quelle così dense da sembrare panna montata sospesa in cielo

Ho trovato quel fiore, era lì, davanti a due assi incrociate, adagiato su un letto d’erba fresca ancora bagnata di rugiada, e coperto da un lenzuolo delicato di nuvole bianche e morbide, quelle così dense da sembrare panna montata sospesa in cielo. Ma quel fiore, coi petali celesti, sembrava bagnato dalle tue lacrime, e non dalle gocce cristalline che rivestono la natura di primo mattino. Io vedevo ancora le lacrime su quel fiore, e tutta l’amarezza di quel pianto straziante e disperato, un pianto amaro, di chi non può perdonarsi in alcun modo una colpa grave che già si mostra indelebile per tutta la vita. Ti vedevo, mentre le lacrime scendevano lungo il tuo viso, per poi lasciare il tuo volto in un ultimo salto verso la terra, e le ginocchia che si scioglievano di tristezza, parevano seguire il volo delle gocce salate che uscivano dai tuoi occhi, e cedevano al peso che avevano il compito di reggere, tanto quel corpo pareva un fardello non sostenibile da un animo così dilaniato. In ginocchio davanti a quella croce, maledivi te stesso, e stringevi forte i pugni intorno all’erba che piangeva di rugiada con te, piangeva per la tua tristezza, e quasi sembrava piangesse per il dolore di esser strappata via dalle tue mani furiose di una vendetta inarrivabile. Battesti i pugni diverse volte, su quella terra, poi lasciavi la stretta e coi palmi cercavi un ultimo invisibile contatto…. Poi, quando il tuo respiro era un po' più lento, ti sei alzato in piedi, hai cercato un fiore, un fiore col mio colore preferito, e lo hai posato là sopra, su quella terra che tu avevi maledetto come se fosse essa stessa colpevole di avermi inghiottito. Mi dispiaceva, perché non gli avresti riservato una così ingiusta sorte se tu avessi saputo, se tu avessi anche solo immaginato, che io ero un po' più lontana e nascosta, lì davanti a te, che ti osservavo, mentre tu piangevi la mia mancanza eterna.

Ho sperato, l’ho sperato tanto che Hakkai venisse lì da te, a dirti qualcosa, a posarti la mano su una spalla, complice di quel dolore che lui stesso aveva provato, amaro sulla sua pelle che imprimeva per sempre quel ricordo con la cicatrice che gli attraversava l’addome. Poi è arrivato, e l’ho ringraziato dentro di me, sorridendo tristemente, sperando che almeno un po' tu potessi sollevarti. Ma a poco è valso il suo gesto, così pieno di gentilezza e comprensione, perché hai continuato a piangere, sulle sue spalle, e a gridargli la tua tristezza, la tua spiazzante sensazione di inutilità. Anche lui sapeva, anche Hakkai sapeva la verità… e per un attimo, riuscii anche a credere che ti avrebbe detto tutto… sì… perché lui sapeva, sapeva il dolore che si provava, la sofferenza che ti dilania l’anima, la sensazione di solitudine e di colpevolezza. Lui conosceva nel più profondo ognuna di quelle sensazioni, e pensai per un attimo che a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico, l’avrebbe mai augurata, perciò mi balenò, seppur solo per un istante, che lui potesse dirti tutto, e liberarti da quel fardello insostenibile. Ma non lo fece. Forse anche lui pensava che fosse la cosa giusta, e quando riuscì a riportarti alla jeep per proseguire il viaggio, dopo che nell’ultima lacrima lasciata libera dai tuoi occhi hai appoggiato il fiore su quella terra straziata dalla tua tristezza, ebbi la certezza che quel che avevo fatto era stato giusto. Non volevo… all’inizio non volevo. Però decisi di ascoltarlo.

Fu un pomeriggio di sole, mentre Goku dormiva beato sotto un albero, che iniziò il mio inferno. Mi ero allontanata per prendere dell’acqua al ruscello poco distante da dove ci eravamo fermati per riposarci un po'. Era tanto che viaggiavamo ininterrottamente. Non lo sentii nemmeno arrivare, e quando mi voltai per tornare indietro sobbalzai nel vedermelo di fronte. Era lì da chissà quanto. Mentre il cuore mi scoppiava dalla soggezione che mi imponeva la sua figura, bella come uomo e fiera come ruolo, gli chiesi timidamente che cosa ci facesse lì, ma prima che potessi finire, Sanzo mi interruppe: “Devi andartene.” Il mio cuore, che forse sapeva già d’istinto quello che la mia mente non riusciva ancora a comprendere, iniziò a battere ancora più forte. “Cosa? Come devo andarmene, e dove?” speravo solo di aver frainteso, l’ultima, disperata speranza di non aver capito bene. “Non puoi più stare con noi!” “Ma…ma Sanzo… e … e Goku…” ovviamente, era il mio primo ed unico pensiero “Goku non deve saperlo…” “Ma perché! Insomma, non capisco!” lo interruppi “Che cos’è questa decisione d’un tratto! Vi do fastidio, lo so bene! Ma… insomma, ne hai parlato con gli altri, dammi delle spiegazioni, io…” “Io non devo parlare proprio con nessuno!” il suo sguardo, sempre orgoglioso e serio, puntato su di me “se ho preso una decisione, non ho certo bisogno di nessun consenso!” “Però mi devi una spiegazione!” “Vuoi una spiegazione???” alzò la voce con un movimento brusco del corpo, e io indietreggiai appena di riflesso “Te la do io la spiegazione!” mosse il braccio indicando dove si trovavano gli altri “quella stupida scimmia laggiù è la spiegazione!” “Goku…” “Proprio lui!!” “E che..” “Che c’entra??? Ah certo, fosse per lui, ti porterebbe in capo al mondo!” lo guardavo sempre più sconcertata “Cosa credi, sei una pessima attrice! Solo lui non ha ancora capito niente! Ti vedo sai, ti vediamo tutti… come lo guardi, come lo tieni sempre sott’occhio… quando la sera dorme, come lo tocchi con le carezze… ma dico ci hai presi per scemi???” mi sentii diventare tutta rossa in viso, dal calore che si distese dalle guance ovunque sul mio volto “Non ho mai negato niente!” ammettendo con quelle parole i miei sentimenti, in maniera istintiva, senza vedere nessun motivo di nascondermi dietro un dito “E con questo?” “Non fare la finta tonta lo sai bene! Lo sai perfettamente che quel moccioso come suo solito si sta affezionando… tu che gli dai tutte quelle attenzioni, t’immagini…” “Beh, cosa stai cercando di insinuare??? Io non voglio certo ingannare nessuno!!! Cosa credi, che faccio tutto questo per circuirlo, per farmi voler bene approfittandomi del suo modo d’essere??? Io gli voglio bene e se lo faccio è…” “Stà zitta!!!!” i nostri toni erano ormai più alti del normale, e l’atmosfera era sempre più tagliente “stà zitta, maledizione!” e le sue parole furono accompagnate da un movimento brusco della mano, che si mosse con un fendente orizzontale di fronte a me “tu non capisci, non capisci niente!!! Che razza di bene e bene?? Il tuo è egoismo, e non capisci nient’altro!!! Mocciosa, siete due mocciosi!!!! Credi di fargli tanto del bene vero? Credi di renderlo tanto felice??” Aspettai del tempo in silenzio senza rispondere, credevo che pensandoci un po', avrei capito cosa intendeva….ma non capivo. Non capivo dove voleva arrivare, e mi chiedevo che cosa mai avessi potuto far di male a Goku, da spingere Sanzo a dirmi di andarmene. Che Goku avesse detto qualcosa su di me, qualcosa che gli avevo fatto di male ma che non mi aveva rivelato? Non capivo, e ogni istante che passavo nella mia ignoranza, mi feriva dentro. Niente era più importante di Goku. “Te ne devi andare…” il suo tono era tornato normale. Freddo e distaccato come sempre, ma non più alto. “Se davvero tu gli vuoi il bene che dici, devi andartene. “Per… per il suo bene?” mi tremavano già le gambe, al sol pensiero di dovermi allontanare da lui per non fargli un male che non comprendevo, e che forse gli avevo già fatto “… io… non gli ho mai fatto del male…” cercai di difendermi, più che di fronte a Sanzo, di fronte al mio inconscio. Ma quando il monaco biondo di fronte a me stava per riprendere fiato per rispondermi, probabilmente (sempre a modo suo) spiegarmi, apparvero alle sue spalle Hakkai e Gojyo, con passo lento e sguardo a terra. Poi il demone dagli occhi smeraldo fissò lo sguardo dolcemente nel mio, e d’istinto mossi qualche passo verso di lui che ormai era alla destra di Sanzo, come per cercare un riparo da quell’uomo che mi aveva portato di fronte a uno spaventoso bivio. Pareva che sapessero già ciò di cui stavamo parlando, e dubito che si fossero avvicinati solo perché avevano sentito le voci farsi un po' più agitate, anche perché questo accadeva spesso. Lo guardai con gli occhi lucidi, chiedendogli implicitamente spiegazioni. Sospirò prima di rispondermi. “Sanzo non vuole assolutamente intendere che tu fai del male a Goku, anzi…” sorrise un po' dì più “… per la verità, non l’ho mai visto allegro come in questo periodo. Perché il suo volto ora quando sorride con te, non solo è allegro, ma è raggiante…” quelle parole fecero nascere delle lacrime nei miei occhi, che cercavo malamente di trattenere, e benché non volessi in alcun modo farmi vedere piangere, continuavo a tenere lo sguardo su quegli occhi dal colore freddo e intenso, che mai avrei fissato così intensamente, tanto erano belli da mettermi in imbarazzo. Nel proseguire, il suo volto tornò leggermente serio “… tuttavia… nonostante ciò sia innegabile, il bene che ti vuole…” si voltò cercando rapidamente lo sguardo di Gojyo, che annuì con un lento movimento del capo “… potrebbe cancellare tutta questa gioia…” le parole diventavano sempre più lente, più lontane l’una dall’altra, e per me era sempre più un ansia aspettare quella verità che non volevo, ma che dovevo conoscere. “Come potrebbe soffrire per me?? Io non…” cercavo di spingerlo più velocemente verso il nodo centrale del discorso, attorno al quale stava ruotando per il mio cuore impazzito troppo lentamente. Mi mise le mani sulle spalle. “Se tutto l’amore che gli dai giorno per giorno, tutto quell’affetto da cui lui adesso dipende, gli dovesse venire a mancare… lui… lo sai com’è fatto Goku…” poggiai le mani sul suo petto stingendo nei pugni la maglia, e ormai le lacrime mi scorrevano sul viso, ma non aveva importanza, per me. “Perché dovrebbe mancargli? Quel che provo è sincero… forse voi pensate che sia solo frivolezza, ma io… giuro che lo…” “Ti crediamo” mi interruppe Gojyo, avvicinandosi “non c’è nessun dubbio…” “… ma se tu muori dannazione quello lì si ammazza!” lo interruppe proseguendo senza troppi giri di parole il monaco biondo, che si stava accendendo una sigaretta, prova e sintomo di un nervosismo saliente. Capii finalmente ciò che intendevano, e tutto mi fu subito chiaro, tutti quei discorsi, tutte le loro parole. “Ma… ma io… perché mai dovrei…” la mia voce era sempre più tremante “Tu sai bene… quanto sia pericoloso il nostro viaggio. Se tu mai dovessi rimanere coinvolta in uno scontro… se Goku mai… non riuscisse… a proteggerti… tu sai che…” ma i ricordi di quelle sensazioni,vecchie ma fresche e mai dimenticate che già avevano attraversato la sua anima, che non erano solo un ipotesi ma un triste ricordo per il bel demone che con dolcezza cercava di spiegarmi, rendevano le sue parole sempre più difficili da pronunciare. “…tu sai che Goku non se lo perdonerebbe mai. Proseguì per lui Gojyo.

Era vero. Era terribilmente vero, e lo sapevo. Non sapevo come rispondere, perché io stessa ci avevo già pensato, inutile negarlo. Abbassai lo sguardo lentamente, piangendo in silenzio. Sentii l’abbraccio tenero di Hakkai, e mi vennero ancor più lacrime, inutile qualsiasi resistenza. Anche i tre ragazzi lì con me stavano in silenzio, come dispiaciuti di avermi ingiustamente ferita, come a chiedersi se davvero era stato proprio necessario dirmi quelle cose, che mi facevano soffrire così tanto. Fu Hakkai a rompere il silenzio, mentre ancora mi concedeva il suo corpo come riparo per piangere la tristezza di quella realtà così dura “Benché io non condivida… “si girò alla sua sinistra soltanto un attimo con lo sguardo “…quella che Sanzo sostiene la soluzione migliore…è innegabile però che quello che ti abbiamo detto corrisponda alla realtà dei fatti… e più il tempo passa, più la situazione si aggraverà… fino al giorno in cui anche Goku non sarà conscio dei suoi sentimenti. E a quel punto… spero tu abbia capito le probabili conseguenze… di qualsiasi evenienza. Sai che lui già adesso ti difende a costo della sua stessa vita. Le vostre esistenze sono giorno dopo giorno dipendenti l’una dall’altra, e indebolite dal vostro legame. “Goku è più debole, questo è innegabile…” “Goku diventa ogni giorno più forte…” interruppi Gojyo che era entrato nel discorso, sempre stretta col viso nella maglia di Hakkai. “Molta forza è inutile… se adesso ha un punto debole… un grandissimo punto debole, che cresce giorno dopo giorno, proprio come la sua forza. Anche io non sono d’accordo col bonzo… tuttavia… è giusto che tu sappia. “Io già lo so questo…” “Ma cosa sai!!!!Se davvero lo sai sei una stupida a stargli ancora addosso!!!! Una stupida egoista che non pensa altro…” “Ma stai zitto l’egoista sei tu che lo trascini in questo viaggio non permettendogli di vivere la sua vita!!!!!! Mentre lui vorrebbe e potrebbe abbandonarsi a sentimenti e gioie della vita, anche se fosse felice, te lo porti dietro negandogli tutto questo, senza pensare al suo bene, se volesse questo affetto veramente a te non importa, tu… TU decidi del suo bene negandogli qualsiasi cosa lo distolga da questo dannato viaggio, da questo orrore che lui odia… negandogli e strappandogli qualsiasi sentimento che potrebbe fargli prendere coscienza che non vuole più vivere così!!!! Tu sei l’egoista, che lo privi di tutto ciò soltanto per potertelo scarrozzare dietro e farlo combattere, data la sua forza spropositata!!!! Ma Goku non è una macchina da guerra!!! Goku è un essere dolce, e sensibile, e pieno di amore da donare con ogni minimo gesto, con tutto se stesso!!!! Tu non lo vedi così, a te non importa niente!! Niente!!! Sei un mostro, sei un egoista senza cuore!!!!!” gli gridai addosso tutta la mia rabbia, tutto il mio rancore, e tutta la mia tristezza. Con parole dure, alcune ingiuste, cariche di odio, e deformando una realtà meno fredda di quel che appariva con quel mio discorso. Ero convinta che Sanzo in cuor suo fosse anche un po' geloso di Goku, e che inconsciamente cercasse di proteggerlo ma di tenerlo comunque vicino a se. Ma la rabbia mi fece convincere anche che quello che forse era solo un istinto di protezione di Sanzo, fosse un gesto egoistico per sfruttare il giovane demone che lo serviva in maniera incondizionata. Gridai tutto questo contro Sanzo, che ovviamente si infuriò. Avanzò verso di me di scatto, allungò una mano ma non saprò mai cosa volesse fare poiché venne fermato da Gojyo che parandoglisi davanti gli prese il braccio bloccandolo, mentre contemporaneamente Hakkai mi strinse un po' di più voltandomi di modo da pararmi con il suo corpo dall’arrivo del bonzo. Iniziò un battibecco tra Gojyo e Sanzo, che intimava il demone dai capelli scarlatti di levarsi dai piedi altrimenti ne avrebbe prese anche lui, mentre l’altro non aveva intenzione di farlo passare. “Sanzo ti scongiuro calmati” lo pregò Hakkai diverse volte “per favore…Sanzo… non farlo, lo sai…” e forse un messaggio inconscio calmò l’istinto del giovane ragazzo, ma non la sua rabbia.

“Io non ho paura…di quel che mi può accadere” mi staccai appena dal riparo che mi era stato dolcemente offerto e mi asciugai un po' gli occhi. “Però… so che Goku…”anticipai Hakkai, che sicuramente col suo prender fiato voleva per l'appunto in quel modo completare la mia prima frase. “…e poi… come potrei fare? Io… non potrei mai mentire, non ce la farei mai…” “Mi rendo conto che non sarebbe decisamente facile per te… del resto, nessuno ha detto… che… almeno per adesso…” “E allora no!! Aspettiamo ancora perché a te sembra che ci siamo già poco incasinati fin’ora!!!!” non si era ancora calmato, e il suo bel viso era sempre contratto in un’espressione di odio. “Vaglielo tu a dire a Goku allora dato che pensi tanto al suo bene!!!! Spiegaglielo vediamo un po' quanto ti capirà!!!” “Maledizione non ti approfittare della mia pazienza maledetta mocciosa!!!! Lo hai fregato per bene quella maledetta scimmia ma non avevi altro da fare che portare casino???? Da dove vieni, che diamine vuoi???? Tornatene da dove sei arrivata e se non hai dove tornare te lo trovo io un posto ti spedisco al creatore!!!!” “Sanzo…” Gojyo cercò di intervenire ma il tono fermo e risoluto di Hakkai fece zittire tutti “Adesso basta Sanzo!”

Rimanemmo tutti in silenzio, per dei lunghi attimi dove solo il suono del vento regnava intorno a noi, anch’esso flebile, come se pure lui non avesse proprio altro da aggiungere, per non ravvivare i focolai ancora accesi. Poi sentimmo dei passi venire verso di noi, e iniziai a distinguere quella voce che io amavo cercarmi tra gli alberi, e che piano piano diventava sempre più nitida e vicina. Lo chiamai a mia volta per condurlo nella giusta direzione, mi allontanai lentamente da Hakkai, ringraziandolo con un piccolo sorriso, che mi ricambiò dolcemente, e andai incontro al giovane demone. Quando Goku mi vide, sgranò gli occhi e allungò il passo, mi venne incontro e mi prese le mani Hei dov’eri sparita? Non farmi preoccupare così… non ti trovavo più…” “E… eh no, ero venuta al fiume un attimo…” Ma nel mentre notò gli altri tre compagni poco più indietro “E voi? Ma stavate facendo una riunione segreta???” disse giocoso, col suo solito sorriso “Non la vedevamo tornare, pensavamo avesse bisogno di aiuto… infatti non ce la faceva a portare l’acqua da sola” aveva sempre la risposta pronta, quel demone gentile che fino pochi attimi prima mi aveva consolata con il suo abbraccio, mentre Sanzo si stava già allontanando seccato, e Gojyo si accendeva una sigaretta. Goku si avvicinò agli altri, camminando con la mia mano ben stretta nella sua, e sentendosi con quel contatto ora molto più tranquillo. “Te l’ho detto, non ti devi allontanare mai da me…”alzò le nostre mani sempre strette quasi all’altezza dei nostri volti “… finché terrai la mia mano, non ci potremo mai perdere… lo sai…. che se ti succedesse qualcosa, non potrei mai perdonarmelo!” e mi dedicò uno di quei suoi sorrisi dolcissimi… e adesso che Hakkai me l’aveva fatto notare, quel sorriso era davvero raggiante. Sanzo si voltò di scatto, e insieme al suo anche lo sguardo degli altri due ragazzi di fronte a me arrivò ai miei occhi, serio e pungente. Ma Goku non se ne accorse. E la giornata proseguì normalmente, ripartimmo e tutti scherzavano come al solito. Anche perché Goku non capisce al volo certe situazioni strane, ma ha un eccezionale percezione degli stati d’animo. Infatti, nemmeno un attimo lo convinsi con la mia naturalezza mal simulata, e mentre mi teneva stretta durante il tragitto, seduta davanti a lui e appoggiata con la schiena al suo petto, quando nessuno ci sentiva mi sussurrò all’orecchio “Se è ancora per oggi… non preoccuparti, non hai fatto niente di male… davvero!” mi limitai a sorridergli, adagiandomi dolcemente un po' di più nel suo abbraccio. Ma dentro soffrivo, e mi straziavo la coscienza con una domanda, quella maledetta domanda che rimbombava nella mia mente: “Cosa devo fare?” Volevo il suo bene… ma non capivo qual’era il modo giusto, e pensavo che in realtà non volevo capirlo, per puro e semplice egoismo.

Non ci volle molto però, che la soluzione arrivò rapida quanto disattesa, risolvendo ogni mia titubanza. Il giorno dopo, eravamo di nuovo in viaggio di primo pomeriggio, e ci fermammo come al solito dopo qualche ora per riposarci, e per permettere ad Hakkai e Jeep di rilassarsi qualche minuto. D’improvviso, ci trovammo circondati da un branco di demoni: erano tantissimi, armati, e sanguinari più del solito. Subito Goku mi si parò davanti, tirandomi per il braccio dietro di “Stammi vicino! Non ti allontanare per nessuna ragione!” e io gli obbedivo, stavo dietro di lui, ma gli limitavo i movimenti, perché anche lui stesso non poteva permettersi molte mosse che lo avrebbero spostato da dove mi trovavo io, ed era molto in difficoltà. Del resto nemmeno gli altri potevano dargli man forte, visto che gli era impossibile perfino d’avvicinarsi a noi. Hakkai ci provò, anche Gojyo, e quando la situazione divenne sempre più critica, notai che perfino Sanzo provò ad aiutarci. Si vedeva, che era solo questione di pazienza e li avrebbero sconfitti, la difficoltà stava principalmente nel numero immane del gruppo che ci aveva attaccati, non certo nelle loro particolari capacità. Ma era altrettanto chiaro che se per Goku quella avrebbe dovuto essere una passeggiata, stava diventando per lui una battaglia insostenibile. Era affaticato, stremato, e veniva spesso colpito a tradimento da quei vigliacchi disposti a tutto per vincere, anche a mosse meschine e sleali. Sentivo gli altri, che lo chiamavano, che gli dicevano di tenere duro, che sarebbero arrivati subito ad aiutarlo, e Goku che con un rapido cenno del capo annuiva, ma non aveva più molte forze, e io mi sentivo che non ce l’avrebbero fatta ad arrivare in tempo. Passò ancora qualche minuto, poi vidi un demone avventarsi su di me, mi era quasi addosso quando urlai di paura, richiamando l’attenzione di Goku che non curante di quelli che lo stavano attaccando di fronte, si voltò per scaraventare lontano da me quell’essere assetato di sangue. Ma non fece nemmeno in tempo a rendersi conto di avermi salvata, che venne colpito alle spalle, e crollò lì accanto a me, ai miei piedi privo di ogni reazione sensoriale. Iniziai a strillare, ero presa dal panico, ma non per la consapevolezza che adesso ero completamente indifesa in mezzo a quel branco di pazzi, ma per Goku, per paura che lo avessero ucciso. Mi buttai subito sulle ginocchia e lo tirai a me, appoggiandomi il suo corpo sulle gambe e stingendogli la testa al petto, mentre io nascondevo il volto nei suoi capelli. Sentii in quegli istanti di panico che ancora respirava, che il suo cuore batteva nel petto, e piansi di gioia, ma anche di paura consapevole che adesso era comunque indifeso, perché il mio abbraccio era ben poco riparo. Ma prima che potessero attaccarci, gli altri tre ragazzi riuscirono ad avvicinarsi, e a finire gli ultimi demoni che si stavano avventando su di noi. Continuavo a nascondere il viso tra i capelli del piccolo demone così forte ma in quel momento così indifeso che stringevo a me, e non smisi di tremare se non quando ci fu un totale silenzio intorno a noi…così strano quel silenzio, così soprannaturale, dopo il baccano che c’era stato soltanto qualche istante prima. Fu il tocco delicato di Hakkai sulla spalla, che mi diede il coraggio di rialzare lo sguardo “Ti hanno ferita?” “Io… io no!!! Io sto bene… no non io….è lui!! Goku!!! Hakkai ti prego aiutalo!!!” e nel pieno panico, mi attaccai alla sua manica quasi strattonandolo verso il basso “Hakkai fai qualcosa ti prego!!! Fate qualcosa, sta perdendo molto sangue oddio respira però non reagisce non mi risponde Hakkai aiutalo non voglio non voglio che … oddio ti prego no!!!” “Adesso sarai contenta!!!” l’urlo di Sanzo mi fece trasalire, e mi zittii con gli occhi sbarrati. “Ma…ma io…” “Ti prego, adesso alzati e stai indietro, cercherò di curare queste ferite” venni distratta dalla voce seria di Hakkai, e nei suoi occhi scorsi una certa preoccupazione. Tremavo, e lui lo notò. “Gojyo…” chiamò l’amico cercando il suo sguardo, e s’intesero all’istante, infatti subito il bel demone si avvicinò a me, e mi aiutò ad alzarmi, per poi allontanarmi tenendomi stretta. Vedevo il corpo di quel dolce essere disteso inerme, ricoperto di sangue, i suoi splendidi occhioni adesso chiusi, e nessun sorriso faceva risplendere il suo bel volto. “Voglio stargli vicino, Gojyo…” iniziai bisbigliando. Ma non venni considerata, e pronunciai più volte la frase, ogni volta alzando sempre di più il tono, col panico che cresceva di nuovo in me, mentre vedevo Hakkai che con uno sforzo immane cercava di richiudere tutte le ferite sul suo corpo. Poi iniziai a dimenarmi. “Stai calma… l’unica cosa che puoi fare adesso…” “Voglio andare da lui, voglio tenergli la mano!!! Dobbiamo sempre tenerci la mano, me lo dice sempre lui!!” ma finii a malapena la frase, che mi sentii bruciare la guancia da uno schiaffo. Era Sanzo, che avvicinatosi di scatto mi aveva voltato verso di sé prendendomi per una spalla e poi con l’altra mano mi aveva sfogato sul viso tutta la sua rabbia. “Adesso te ne vai via subito!!” urlandomi contro estrasse la pistola puntandomela alla fronte “Altrimenti io ti ammazzo.” Proseguì con voce ferma ma spaventosa. Tante volte pronunciava quella frase, contro Goku e Gojyo, lo diceva spesso, ma si vedeva subito che non diceva per niente sul serio… ma quella volta, quella frase, la pronunciò con un tono, con uno sguardo, che sia io che Gojyo rimanemmo impietriti a quelle parole, e il cuore si fermò un istante, come se fosse una certezza che Sanzo avrebbe potuto premere senza indugio quel grilletto da un momento all’altro. “Ra…ragazzi vi prego…” allo stremo delle forze, la voce tremante di Hakkai ci riportò alla realtà. Riuscii a scivolare via dalle braccia di Gojyo, ancora incredulo e un po' scioccato, e mi inginocchiai di nuovo vicino al mio piccolo demone, prendendogli quella mano rivolta col palmo verso il cielo, insanguinata e semichiusa. Incrociai forte le mie dita con le sue, e me la portai al volto, sulle labbra, poi stringendola sulle guance. Un respiro più forte attraversò il petto di Goku, come un sollievo, e un flebile suono indistinto uscì dalle sue labbra. Hakkai mi guardò, stremato, sì, ma con uno sguardo quasi stupito, cercando di capire cosa mai poteva aver scatenato una reazione così positiva su Goku. Pensavo lì per lì di dare fastidio, e allontanai appena la mano da me,senza comunque mollarla, ma subito venni ripresa “No! No… tienila… stai qui” Allora mi riportai la sua mano al volto, poggiandomi il palmo sulla pelle come a voler sentire la sensazione delle carezze che molto spesso mi regalava come ringraziamento anche solo a un mio sorriso. Con l’altra mano, presi ad accarezzargli i capelli, e le guance, e il collo. Pregai in quei lunghissimi minuti, che fosse presa la mia vita per non sacrificare la sua. Ma la mia supplica venne esaudita senza niente in cambio, e dopo un po' Hakkai cadde seduto poco più indietro mentre con una mano si reggeva la fronte sudata nascondendo il suo sguardo stravolto. “Non c’è più pericolo” riuscì a dire soltanto questo, nell’affanno della stanchezza. E infatti adesso il mio piccolo dolce demone aveva lo sguardo più rilassato, come se stesse riposando, e il sangue non scorreva più fuori dalle sue ferite, e la sua mano stava tornando calda, come le sue guance di un colorito sano. Non mi permisi più di una lacrima, che cadde sul dorso della sua mano che ancora tenevo stretta sul volto. Non mi permisi nient’altro perché sentivo un immensa colpa, per quello che era successo. Non ci pensai nemmeno, non avevo più dubbi. Mi chinai verso di lui, con una mano spostai delicatamente la frangetta dal suo bel viso, e gli posai un bacio sulla guancia, per poi appoggiarci per pochi attimi la mia, mentre l’altra mano gli scorreva piano il volto in segno di addio. Quando riuscii ad abbandonare il tocco della sua pelle morbida, mi alzai distogliendo lo sguardo, perché sapevo che se l’avessi guardato ancora non mi sarei mai e poi mai allontanata di lì. Andai da Hakkai, lo strinsi forte e lo ringraziai piano all’orecchio, scusandomi. Poi andai da Gojyo, e abbracciai anche lui, e sentii le sue braccia ricambiare, come a volermi far pensare un po' di più su quel che stavo ormai evidentemente facendo. Ma risoluta mi separai dal ragazzo, e ringraziai anche lui per tutto quello che aveva fatto per me fino a quel momento. Feci una carezzina anche a Jeep, che pareva aver capito anche lui, e che mi salutò col suo solito “Kyuuu” ma che stavolta suonava quasi più flebile e triste. Non volli nemmeno guardare dove si trovasse Sanzo in quel momento, e cercai in ogni modo di evitarlo con lo sguardo, come a non volerlo più avere nei ricordi, nemmeno di spalle, quelle spalle che sicuramente teneva nella mia direzione mentre io finalmente gli sparivo da sotto gli occhi. Poi mi allontanai, inoltrandomi nel bosco. Non sapevo dove andare, e per un po' vagai alla cieca, noncurante di una meta che non avevo, ma immersa totalmente nelle mie lacrime e nella mia amarezza. Avevo perso tutto, l’avevo avuto e d’un tratto ero sola, senza di lui, e senza qualsiasi scopo di fronte a me. Priva di vita. Poi mi sedetti a terra, dietro un cespuglio, mi appoggiai con un fianco al tronco di un grande albero, e piansi ancora, sempre più forte, sempre più disperatamente. Non so quanto tempo passò, ma il mio pianto si interruppe quando mi spaventai ad un urlo agghiacciante non molto lontano. Subito pensai a qualche vittima di demoni, e mi prese il panico al pensiero che di li a poco avrebbero trovato anche me. Ma ci volle un istante per riconoscere quella voce. Era la sua voce, che urlava, urlava di un pianto straziante. E quello strazio non fece che un ulteriore squarcio nella mia anima, e piansi anche io, ancora più di prima, come se non avessi versato una lacrima fino a quel momento. Lo sentivo gridare, lo sentivo piangere, e mi chiamava, chiamava a squarciagola il mio nome, come mai avevo sentito gridare prima. Gridava il mio nome con un angoscia come a supplicarmi di tornare, come a chiedermi perdono, come a pretendere una punizione divina. Quelle urla, che non potevano sembrare umane tanto squarciavano il cielo. Mi chiamava, ma io non potevo andare da lui, anche se lo avrei voluto più di qualsiasi altra cosa, per me stessa, ma soprattutto per non sentirlo più soffrire così. Era straziante, per me che ero l’unica che potevo interrompere la sua sofferenza soltanto raggiungendolo, restare lì immobile sperando che qualcuno placasse il suo dolore. Ma non riuscii a resistere molto al suo richiamo, anche perché forte in me era il desiderio di rivederlo sveglio, in piedi, con i suoi grandi occhi aperti e splendenti al sole. Non volevo avere come ultimo ricordo il suo viso insanguinato. E quasi inconsciamente mi concedevo un passo alla volta verso la sua voce, scusandomi con me stessa che un passo non avrebbe cambiato niente. Ma ben presto, mi ritrovai poco lontana da loro, e nascosta dalla vegetazione molto fitta, guardai ciò che stava accadendo. Gli dissero che quando lui era crollato, ero stata uccisa dai demoni. Gli dissero che si erano avventati su di me, e che poi alcuni di loro erano riusciti a fuggire trascinandosi via il mio corpo. Gli dissero che non avevano potuto far niente, a malapena salvare lui. Gli dissero molte cose per spiegargli e per calmarlo. Ma niente entrò nelle sue orecchie, nemmeno le urla spazientite di Sanzo, nemmeno le parole dolci di Hakkai. “Perché???” si avventò su Hakkai prendendogli le spalle quando il ragazzo si avvicinò per calmarlo “Goku… per queste cose non c’è una spiegazione… purtroppo…” “No Hakkai! No!!! Voglio sapere perché non mi hai lasciato morire!!!! Perché mi hai salvato??? Perché mi hai riportato in questo inferno??? Dovevo morire, dovevo morire anche io!!” “Goku…” “Voglio morire anche io!!!!Voglio morire!!! Io voglio morire!!!!” sentii quella frase così forte da attraversare le nuvole, fin sopra il cielo, fino agli dei. Mi ghiacciò il sangue nelle vene. Non avrei mai creduto, che l’idea di avermi persa per sempre avrebbe potuto spingerlo a desiderare di morire. Non credevo, che mi volesse bene a tal punto. Non mi ero mai resa conto, di quanto tutto il mio amore… fosse in realtà pienamente ricambiato.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: Son Kla