Disclaimer: I personaggi presenti in
questa storia non mi appartengono (sob...). Essa è stata
creata esclusivamente per piacere personale e non a scopo di lucro.
Warning: one-shot, slash accennato
Genere: angst, introspettivo, triste
Rating: verde
Autore: snowfeather
It's Liam
Liam
aveva sempre pensato di essere un ragazzo dolce. Gli
piaceva sorridere, perché credeva che un sorriso potesse
mostrare la parte più
pura della sua anima. Fra tutti i componenti dei One Direction, Liam
era quello
che aveva accettato con più gratitudine
l’occasione che gli era stata data di
perseguire il suo sogno.
Lo chiamavano il “daddy direction” e non gli
dispiaceva affatto: in fondo era
felice di sacrificare un po’ della sua fanciullezza per
tenere dietro a quei
quattro scapestrati dei suoi fratelli di band.
Era lui che consolava Harry quando usciva l’ennesimo articolo
in cui lo
definivano “manwhore”, colpendo la sua anima
sensibile di bravo ragazzo, quale
effettivamente era.
Era lui che conteneva gli attacchi di ansia travestita da esuberanza di
Louis,
ben sapendo che, anche se era il più grande fra loro, era
anche il più fragile
e aveva bisogno di costanti conferme.
Quando Zayn si lasciava sopraffare dalla paura del palcoscenico, o
quando Niall
singhiozzava da solo in un angolo per la nostalgia di casa, era Liam ad
abbracciarli
stretti stretti, asciugando
le loro
lacrime con le sue dita sempre calde e profumate d’amore.
E Liam era fiero di questo. Era felice che, per qualsiasi cruccio,
qualsiasi
dolore, qualsiasi malinconia o paura tutti corressero da lui. Si
sentiva
importante quando poteva essere utile.
Mano
a mano che si consolidavano i legami, però, Liam si era
accorto che i momenti in cui gli altri lo coinvolgevano e lo cercavano
erano
quasi solamente nelle occasioni tristi.
Mai come nel momento in cui era arrivato a questa consapevolezza, Liam
aveva
odiato il suo più che calzante soprannome: perché
proprio come un genitore è
sempre presente quando i suoi ragazzi stanno male, così
viene anche messo da
parte quando si tratta invece di divertirsi, combinare marachelle,
vivere la
giovinezza con leggerezza, spensieratezza e allegria.
Perché Liam era buono, era dolce, era responsabile e
affidabile e forse proprio
per questo non veniva considerato divertente.
Si chiedeva spesso, nei suoi frequenti momenti di solitudine, come
poter fare
per farsi accettare e non essere sempre il Liam che si preoccupa per
tutto, il
Liam pesante, il Liam responsabile.
E lui si sforzava, ci provava veramente ad essere parte del gruppo, ma
non si
era mai sentito arguto come Lou, o misterioso e affascinante come Zay,
o
spontaneo come Niall.
O perfetto come Harry.
Perché
sì, Liam era Liam, ma avrebbe dato tutto per poter
essere come Harry. Per potere essere Harry.
A Harry veniva tutto talmente facile… Harry era la dolcezza
in persona,
completamente buono e puro e onesto e vero,
ed era talmente bello che chiunque ne rimaneva immediatamente incantato
e
affascinato. Ma questo non gli aveva mai montato la testa,
perché Harry era
umile e disinteressato; era il ragazzo che piangeva stringendo fra le
braccia
una bambina denutrita; era il cantante professionista che non
risparmiava
energie sul palco, arrivando stremato alla fine di ogni concerto, ma
felice di
aver fatto divertire al suo meglio migliaia di persone; era la star
mondiale
che aveva un attimo e un sorriso per chiunque gliene domandasse uno;
era l’amico
spigliato con cui far casino, ma allo stesso tempo riservato e custode
di mille
segreti.
Ma soprattutto Harry aveva l’amore. Harry aveva Louis e lo
amava
incondizionatamente, non facendo niente per essere ricambiato, se non
essere se’
stesso. E Harry era ricambiato… oh, se lo era…
non aveva mai visto nessuno guardarsi
come si guardavano loro, stringersi, condividere, vivere,
amare…
E Liam sì, a Harry invidiava Louis (lo avrebbe tanto voluto
per sé…), ma più di
questo invidiava la sua capacità di farsi amare
completamente. Lui non ci era
mai riuscito ed era la cosa che più avrebbe desiderato al
mondo.
Ma,
in fondo, Liam era soltanto Liam.