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Autore: Rebecca_Daniels    20/02/2013    5 recensioni
Tratto dalla storia...
Eleanor- Tu te ne andrai...Seguirai i toui sogni e per me, allora, non ci sarà più posto... Ma devi farlo, perché è giusto che tu sia felice e perché so che tu e i ragazzi siete destinati a farcela...
Lui la guardò come mai prima di allora, come se volesse incatenarla a sé con quegli occhi celesti.
Louis- Qualsiasi cosa accada, ricordati che tornerò sempre da te... Sempre...
Sapevano entrambi che sarebbe stato così... Per sempre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The first time ever I saw your face

I thought the sun rose in your eyes

And the moon and the stars were the gifts you gave

To the dark and the endless skies, my love...”

 

 

Eleanor

Stava guardando fuori dal finestrino come ogni volta che si trovava a prendere un treno. Le sembrava sempre che seduta in quel sedile il mondo potesse scorrerle accanto senza sfiorarla, lasciandole tutto lo spazio ed il tempo per stare da sola con i suoi pensieri.

Ogni tanto vedeva il suo volto specchiarsi nel finestrino, quel volto che più e più volte aveva visto sorridere, ma che sovente era percorso da lacrime salate... Lacrime di tristezza. Una tristezza che aveva invaso il cuore e la vita di Eleanor ormai più di un anno prima: quando aveva visto il suo (ex) ragazzo, Dylan, a letto con un'altra...

L'aveva scoperto per puro caso, un giorno di metà dicembre: era andata da lui per organizzare la festa di compleanno del loro migliore amico e non trovandolo in salatto aveva deciso di salire in camera sua.

Che necessità c'era di avvisarlo della sua presenza? Nessuna, dato che era stato proprio lui a dirle che poteva usare la chiave di scorta come e quando voleva, perché lui sarebbe stato sempre lì, pronto ad accoglierla a braccia aperte per proteggerla e coccolarla, qualsiasi cosa stesse accadendo.

Però l'aveva chiamato lo stesso, almeno cinque volte, a voce sempre più alta...

Così Dylan aveva avuto il tempo di far rivestire la ragazza con cui la stava tradendo, di nasconderla nel bagno che aveva in casa e di mettersi pure lui qualcosa addosso... Si era persino preso la briga di mettersi al computer, facendo finta che avesse problemi ad accendersi.

L'aveva trovato così, quando era entrata nella sua camera: il solito sorridente e affascinante Dylan, in jeans scuri e maglietta bianca, che armeggiava con un computer che non funzionava più da tempo. Un po' come il loro rapporto...

Non si sarebbe accorta di nulla se il suo occhio non fosse casualmente caduto su un paio di collant a rete, a piedi del letto, che non sarebbero mai potuti essere suoi: le amava le calze colorate e coprenti, perché la facevano sentire più sicura.

In quel momento si era sentita morire...

Una voragine si era aperta dentro di lei e stava cominciando ad inghiottirla come un buco nero, che senza distinzioni cattura qualsiasi cosa trovi sulla sua strada... Il loro primo appuntamento, il loro primo bacio, la loro prima volta, i loro sorrisi alla luce del tramonto... Tutto stava sparendo, inghiottito da quel tradimento.

Come faceva lui a starsene lì, seduto, mantenendo quel sorriso finto, che chissà quante altre volte le aveva mentito??

Le ci volle circa un intero minuto per trovare la forza di parlare: era bloccata nel bel mezzo della stanza, senza che alcuna parte del suo corpo riuscisse a rispondere ad un qualunque comando...

Forse fu proprio quel silenzio così denso a far capire all'infido traditore, altrimenti noto come Dylan, che lei aveva capito tutto, perché cercò subito delle stupide balle da somministrarle per scusarsi:

-El, ti giuro che non è come pensi!! Quei cosi servono per la festa di Dan....

Dal bagno Eleanor sentì qualcuno starnutire: evidentemente non aveva acceso lo scaldabagno come sempre, perché troppo taccagno, e la poveretta stava congelando.

Si limitò a guardarlo negli occhi, in quegli occhi che mai come in quel momento le facevano tanta tristezza...

Daylan- El, lei non è niente, te lo giuro!!! E' successo solo qualche volta, lo giuro su...!!

Beh, per lo meno ha la decenza di ammetterlo subito e non mentire davanti all'evidenza...” aveva pensato lei, recuperando possesso del suo cervello e del suo corpo.

Eleanor- Stai zitto, ok?! Fammi questo grande favore e stai zitto... E si anche così gentile da non giurare su nulla, perché ho la netta sensazione che ti si rivolterebbe contro...

Dylan- El, per favore...

Si era alzato in piedi e si era diretto verso di lei, per prendere le sue mani tra le sue. Quelle mani che per due anni aveva pensato potessero sorreggerla ed accompagnarla nei suoi momenti difficili, e che fino a due minuti prima erano avvinghiate alla carne di un'altra ragazza. Eleanor sentì delle lacrime di rabbia rigarle il volto ed un moto di repulsione nei suoi confronti che la portò a scostarsi violentemente da lui, per dirigersi verso la porta, ancora aperta, della camera.

Eleanor- Non mi toccare mai più, chiaro?! Non voglio più vederti né sentirti... Cerca di sparire dalla mia vita... Per sempre possibilmente... Speso solo non ti capiti mai di essere illuso così tanto da una persona e di capire, troppo tardi, che era tutto finto....

Detto questo, era uscita da quella porta e non vi era più rientrata.

Avrebbe tanto voluto che gli capitasse quello che lui le aveva fatto passare: si era fidata completamente di una persona, tanto da innamorarsene, e quando poi, non si poteva più tornare indietro, lui l'aveva tradita, non solo fisicamente, ma anche sentimentalmente.

Era venuta a sapere che quella non era stata l'unica ragazza con cui l'aveva tradita, ma che anzi, aveva sempre detto a tutti i suoi amici che lei non era stata altro che “un porto sicuro a cui far ritorno...”.

Benché fosse passato un anno ad Eleanor quelle parole pesavano ancora tantissimo, e facevano diventare i suoi pensieri sempre più pesanti.

Quel giorno le sembrava di essere veramente su un altro pianeta, seduta in quel vagone semideserto, di ritorno dal college per le vacanze natalizie, con il sole a scaldarle i lunghi capelli castani ed il mondo comune a scorrerle accanto...

 

Louis

Il vagone del treno era semideserto: “Meglio...” aveva pensato “Così potrò dormire un po' e riprendermi dalla nottata di ieri...”.

Era stato fuori con i suoi amici di sempre fino alle quattro di mattina ed avevano bevuto come spugne, tanto che quando era tornato in camera, al campus, per poco non si era gettato a pesce sul pavimento al posto che sul letto, rischiando di sfasciarsi il bel faccino da angioletto che si trovava... Fortuna che era intervenuto Liam, il suo compagno di stanza e parte del mitico “quintetto della UCA” (University For The Creative Arts), salvandolo dall'impatto. Anche quella notte, infatti, avevano dato il meglio di loro, lasciando schiere celesti di ragazze svenute lungo il loro cammino.

Quando la sveglia era suonata alle nove di mattina, Louis si era chiesto perché diamine avesse prenotato il treno di ritorno a casa per le vacanze, così presto: insomma, le dieci e mezza erano l'alba per i tipi come lui...

Poi si ricordò che aveva promesso di accompagnare la madre, Johanna, a fare un po' di shopping per trovarle un vestito nuovo per la festa che aveva deciso di dare per il compleanno “del suo unico figlio maschio di cui era estremamente orgogliosa”.

Ricordando, quindi, che lo faceva per una buona motivazione, aveva deciso di alzarsi, anche perché doveva ancora preparare le valigie e quella volta “mamma Liam” non l'avrebbe aiutato nell'impresa, come faceva di solito, dato che lui e gli atri tre inseparabili idioti, l'avrebbero raggiunto solo il giorno dopo.

Così si era trascinato fino al bagno ed aveva fatto una doccia veloce, per poi prendere le prime cose che gli erano capitate in mano, infilarsele e gettare, letteralmente, il resto nel borsone da viaggio.

Si era poi sistemato il ciuffo, perché “questo è assolutamente sacro!”, ed, infilati i suoi fidati RayBan, si era diretto verso la stazione dei treni.

Perché diamine c'è così tanto sole il 22 di Dicembre, in Inghilterra... Non dovrebbe nevicare?! La mia testa ringrazierebbe molto...” pensò Louis mentre una ragazza che gli stava andando in contro, lo salutò ammiccante...

-Ciao, Lou... Come va sta mattina?

Louis- Bene... Grazie... Scusa, ma... Ci conosciamo?

-Beh, ieri sera quando ti sei attaccato a me come una ventosa, sembrava proprio di sì!!

Louis- Ah... Ieri sera...

Ma che cazzo ho fatto ieri sera?? Post it per il futuro: mai più fidarsi di quello che Malik mi dà da bere...”

Louis- Senti, io ora devo andare, ma magari ci sentiamo ok?

Aveva cercato di andarsene lui facendo uno dei suoi sorrisetti ammalianti, ma lei lo bloccò mettendosi davanti di lui.

Oh, che palle!! Non so nemmeno come si chiama questa qui... Giuro che uccido Malik appena lo vedo, è tutta colpa sua!!”

-Ma non ti ho mai dato il mio numero...

Stava tentando di dire la ragazza sconosciuta con voce seducente, ma ottenne solo un leggero spintone di Louis, che cercando di svignarsela il più in fretta possibile, non si girò nemmeno mentre le diceva:

Louis- Non ti preoccupare... Ti cerco su Facebook...

Se mai mi ricorderò come ti chiami...” aveva concluso mentalmente, raggiungendo finalmente la stazione. Aveva controllato il binario e, arrivatoci, aveva visto con soddisfazione che il treno era già fermo ad aspettare che i passeggeri prendessero posto.

Fortuna che è già qui... Questa luce mi sta uccidendo...” e notando che il vagone era quasi vuoto, tirò un sospiro di sollievo.

Stava cercando il suo posto, trascinandosi dietro il pesante borsone, e quando lo ebbe trovato, si sedette senza nemmeno degnare di uno sguardo la figura che era occupava il sedile giusto di fronte a lui.

Tirò fuori l'Iphone e le cuffiette e solo dopo aver messo su la sua playlist preferita, si decise ad alzare lo sguardo su quella che doveva essere una ragazza, date le gambe magre e toniche, fasciate in un paio di jeans chiari, che si stavano facendo largo nella sua visuale ancora appannata dal sonno.

Salì con lo sguardo lungo quella figura e notò che aveva indosso una maglietta maniche lunghe bianca, con appoggiata sopra una collana lunga con un piccione in ferro come ciondolo...

E' Kevin!!...” pensò Louis stupendosi che ad una ragazza potessero piacere i piccioni.

Poi alzò ancora gli occhi e...

Rimase senza parole, bloccato nell'ammirare quella che aveva tutta l'aria di essere una visione... Aveva lunghi capelli mossi, che le ricadevano dolcemente sulle spalle, e che incorniciavano ancora più meravigliosamente un viso illuminato da un tiepido sole invernale.

Quegli occhi che guardavano fuori dal finestrino, contemplando chissà che cosa o immaginandosi chissà dove, lo fecero rimanere senza fiato....

E' la ragazza più bella che abbia mai visto...” era l'unico pensiero che riempiva la mente di Louis.

 

 

Salve a tutte!!! =) Questa è la prima FF che pubblico, quindi spero vi possa piacere ma soprattutto che possiate dirmi che cosa ne pensate e se vale la pena di continuarla!!! Attendo le vostre recensione e ringrazio già chiunque si fermi a leggerla =)

xo xo

Rebecca_Daniels  

  
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