Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nitor_Thryside    20/02/2013    1 recensioni
Riuscirà il mitico James Potter a conquistare la bella Lily Evans? Scopritelo con tante risate in questi 10 capitoli che vedranno il povero 'Innamorato Sventurato' protagonista e idiota indiscusso.
#1: Mazzo di fiori
#2: Torta al cioccolato
#3: Biblioteca
#4: Felix Felicis
#5: Partita di Quidditch
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Davvero speravi che in biblioteca la Evans ti avrebbe risparmiato!?»
Sirius batteva ripetutamente le fronte sul banco (andate a capirlo, il suo autolesionismo!) e si stringeva la pancia per le troppe risate, Peter cercava di essere meno sguaiato e si nascondeva dietro un abbattuto e desolato James, mentre Remus ridacchiava di tanto in tanto, cercando tuttavia di seguire la lezione.
Erano a Trasfigurazione, e la professoressa McGrannit stava spiegando il modo di diventare Animagi. Come se avessero bisogno di ascoltare! Lo stesso Licantropo sapeva alla perfezione il procedimento, e lui si era accorto delle intenzioni suicide degli amici a pazzia fatta e finita.
In ogni caso, è sempre meglio stare attenti e mirare ad una E, non si sa mai cosa quei gufacci degli esaminatori possono metterti davanti ai M.A.G.O., Sirius una volta aveva raccontato loro di una sua cugina che si era ritrovata sotto il naso la richiesta di scrivere con quale tipo di Arti Oscure i Babbani fanno partire le automobili. La poveretta se n’era andata di testa a pensarci e l’avevano dovuta chiudere al San Mungo, mentre l’allora Ministro della Magia aveva dovuto spiegare ai genitori che la domanda era un tranello perché le macchine sono tutto, meno che magiche. Inutile dire che l'infelice si era ritrovato contro un’orda di fanosi Black imbizzarriti che l’avevano costretto alle dimissioni.
«Ragazzi?» esordì il Lupo Mannaro. «Morireste se aspettaste fino al termine della lezione per prendervi ad insulti?»
«Sì.» risposero all’unisono gli altri due Malandrini.
Ma perché ci provo!? si chiese Remus con disperazione.
Ricordava ancora la prima volta che aveva cercato di zittire gli scellerati amici per sentire il professore senza che gli rompessero le pluffe: avevano riso e si era ritrovato una bacchetta accesa – stavano studiando il Lumos – in bocca. Fortunatamente, la sua educazione e la sua tendenza a sentirsi in colpa persino quando respirava* l’avevano aiutato a non staccare loro la testa a morsi e gettare i corpi nel Lago Nero per non farsi scoprire.
Bella cosa il rimorso...
Comunque dicevamo...
«Signor Potter, Black: venti punti in meno a Grifondoro.»
Puntualissima, professoressa McGrannit.
Remus li maledì in dialetto giamaicano, e lo stesso fecero i loro compagni di Casa, che li fulminarono con occhiatacce avada kedaverizzanti a cui i due non badarono minimamente. Per quel che riguarda la fazione femminile, le ragazzine emisero urletti striduli e sfiorarono i limiti dell’isterismo. Niente di cui preoccuparsi: si riducevano così ogni volta che qualche povero idiota nominava i Malandrini.
Lily si girò, guardò James e mimò con le labbra qualcosa di poco carino, a cui il Boccinofilo rispose con il solito sorriso ebete che gli si stampava in faccia tutte le volte che la rossa gli rivolgeva la parola, anche se per mandarlo al Ministero della Magia con affettuosi calci nel didietro come in quel caso.
Era seduta poco più avanti, o meglio, erano loro che erano seduti poco più dietro di lei, così che James potesse osservarne la facciata posteriore e non finire al cimitero senza passare per il San Mungo. «Spero che tu, per facciata posteriore, intenda la schiena e i capelli.» gli aveva detto Remus, la prima volta che aveva espresso questa intenzione.
«Ceeeeerto.» era stata la risposta del Cervinomane.
Quel giorno il Licantropo aveva scoperto la sua parte pedofila, di cui sospettava già l’esistenza, e aveva giurato solennemente a sé stesso di non presentargli mai la sua fidanzata immaginaria imbranata e con i capelli rosa.
Ora, a distanza di quattro anni, si ripeteva quel giuramento ogni notte nella paura che Bambie ci provasse anche con lei. Che poi, il fatto che non esisteva era un dettaglio futile e irrilevante.
La voce della McGrannit lo riportò alla realtà da quei pensieri. «Per la prossima lezione voglio una relazione di tre pergamene sulle differenze tra Animagi e Lupi Mannari.»
Il che equivaleva all’ennesimo compito facile e banale che però avrebbe dovuto fare lui per evitare la bocciatura ai restanti tre Malandrini.
Così è la vita, si disse il ragazzo, volevi degli amici che ti accettassero per quello che sei? Dovevi trovarteli Troll!
La lezione di Trasfigurazione volse finalmente a termine e la classe di Grifoni e Tassi andò disperdendosi. James come al solito cercò di fermare Lily per attaccare bottone e, come al solito, se ne tornò indietro con gli occhiali in frantumi.
Sirius vide quella scena e scoppiò in latrati, facendo svenire qualche poveretta che si trovava lì per caso, fin quando il pugno di Ramoso non lo zittì. Il suo silenzio attonito e sconvolto, tuttavia, durò ben poco, giusto il tempo necessario a permettere al suo cervello di dimensioni estremamente ridotte rispetto alla media di connettere quanto appena accaduto.
Il risultato?
Altri trenta punti in meno a Grifondoro.
Remus roteò gli occhi, li afferrò entrambi per le orecchie e li trascinò in Sala Comune tra i lamenti generali delle sue povere vittime e delle loro fan che si struggevano alla vista dei loro poveri e meravigliosi padiglioni auricolari così maltrattati.
Peter li seguì in silenzio, guardandosi intorno con aria circospetta per evitare che qualche sbavante particolarmente accanita potesse saltare al collo di Remus.
Il rischio c’era in effetti: al secondo anno, il Licantropo era stato in infermeria con il naso rotto perché un’isterica Corvonero aveva voluto vendicare Sirius, che si era lamentato di lui e della serietà con cui prendeva gli studi.
Arrivati al Settimo Piano li trascinò malamente oltre il passaggio della Signora Grassa (preferirei non ripetere le parole poco educate rivoltale per il modo in cui stava cantando) e li buttò su una delle poltrone.
«Quanti altri punti avete intenzione di farci perdere!?»
«E dai, Lunastorta! Stavamo solo litigando di brutto durante l’ora di Trasfigurazione, cosa c’è di male?»
«Ripetimi la domanda.»
«Che cosa c’è di male?»
L’espressione da ‘sto per cruciarti per tre mesi abbondanti, quindi ti conviene filartela’ del Licantropo convinse Felpato a lasciar cadere la questione: il suo bel viso non poteva correre il rischio di essere rovinato da un Lupo Mannaro in preda alla rabbia.
Troppa bellezza in gioco.
Frank arrivò in Sala Comune poco dopo e si buttò stravaccato davanti al camino acceso. «Salve, ragazzi.» li salutò.
«Ehilà, Paciock!» ricambiò James.
Lo scambio di battute tra i due terminò lì, visto e considerato che il primo aveva preso sonno della grossa e russava come un Drago.
«Faccio sempre questo effetto alle persone?» domandò Bambie, osservando con preoccupazione lo stato comatoso in cui era caduto l’amico al sentirlo parlare. «Naaaa.» negò Sirius. «Insomma... non a questi livelli.»
Il Boccinofilo lo fulminò con lo sguardo, poi sembrò che l’illuminazione divina (sì, avete capito bene: l’antica illuminazione che gli aveva fatto regalare a Lily un mazzo di Crisantemi di Fuoco) togliesse la nebbia dalla sua mente e lo lasciasse aperto ad una nuova consapevolezza.
Che avesse deciso di mettersi a studiare? No: era sperare troppo.
«Ma io devo ancora conquistare la Evans!»
Appunto.
Remus, al sentire per la milionesima volta quelle parole, pensò che avrebbe voluto volentieri avere con sé una spranga.
«Ma si può sapere perché continui a torturarla con tanta ostinazione?»
«Te l’ho detto, Lunastorta: io devo sposarla!»
«Ammesso e non concesso che vi sposiate, ma almeno ti piace?» Okay, il Licantropo era sull’orlo dello sclero.
«Pensi davvero che mi farei prendere a mazzate in questo modo, se non mi piacesse?»
In quel momento il tempo sembrò cristallizzarsi, e, nella desolata Sala Comune pervasa dal russare di Frank, persino le molecole di ossigeno si voltarono verso il Cercatore. Qualcuno giurò di aver sentito addirittura un Folletto della Cornovaglia fischiare l’inno nazionale dell’Irlanda, tanto il silenzio era tombale.
Evento più unico che raro, persino Felpato chiuse il becco.
«Chi è morto?» chiese all’improvviso Peter, spuntando dal nulla dal buco del ritratto della Signora Grassa. Domanda: quando e dove l’avevano dimenticato?
«Mi avete scaricato quando le scale si sono mosse senza di me sopra.» rispose il topolino alle loro mascelle che sfioravano i tappeti rossi e oro sul pavimento.
Ops.
Nessuno staccò gli occhi da lui fino a quando James, megalomane nato, non tornò a ripresentarsi con la sua smania di protagonismo. «Potreste degnarmi di attenzione?»
Ebbene, dovete sapere che, durante l’arco di tempo che congiungeva l’assurda dichiarazione del Malandrino e la sua idiota interruzione, Remus John Lupin aveva formulato nella sua mente il quarto e, possibilmente, ultimo tentativo di conquista della Evans.
Ora stava solo lottando contro sé stesso nel tentativo di decidere se esporre la sua amica al rischio di un’altra crisi isterica e appoggiare per una volta il suo amico Cervinomane, o fregarsene di lui come al solito. Perché, in effetti, se James Potter non fosse stato davvero innamorato di Lily, di certo non le avrebbe permesso di rovinargli la faccia tredici volte al giorno, no?
Ma la sua era una decisione piuttosto ardua da prendere: se la Prefettina dai capelli rossi fosse venuta a scoprire l’origine dell’ennesimo tentativo del più grande scocciatore sulla faccia della terra di uscire con lei, quante possibilità avrebbe avuto di uscirne vivo?
Alla fine prevalse il suo lato Grifondoro: un solitario Lupo Mannaro non più solitario da sette anni non poteva lasciare in difficoltà un suo amico.
Grande cosa i sensi di colpa...
«Perché non provi con la Felix Felicis?»

Dopo tre ore e mezza di patetici ringraziamenti, che ho deciso di non riportare per evitare che James perda tutta la vostra stima, i Malandrini erano diretti all’avventura con le bacchette accese, la loro fida Mappa in una mano e il Mantello dell’Invisibilità nell’altra – perché non l’avessero addosso, non chiedetemelo –.
L’ingresso dei Sotterranei si presentò buio e pullulante di Serpeverde che se ne tornavano in Sala Comune per non violare il coprifuoco. Tra loro c’era addirittura Regulus, ma il ragazzino preferì tenersi ben lontano dal fratello: non voleva rischiare di ritrovarsi schiantato nuovamente in una gabbia della Guferia. «Meno male che non gli hanno creduto.» aveva constatato James, in quell’occasione. «Altrimenti avremmo dovuto piangerci il cagnaccio ad Azkaban, circondato da Dissennatori in preda agli ormoni in attesa di ricoprirlo di Baci.»
Quando arrivarono nell’aula di pozioni, tutti si diedero un gran daffare: il che, tradotto in termini umani, significa che Bambie si mise a preparare il Distillato di Fortuna Liquida, Felpato a ritagliare le ragazze più sexy dal suo giornale Babbano tirato fuori dal nulla, Peter ad elogiarlo ogni volta che sbatteva le palpebre e Remus a pregare Merlino perché Lily lo risparmiasse nel caso il regalo dell’amico fosse poco gradito.
Costò sudore e sangue, fatica, pentoloni bruciati, occhiali rotti e diverse esplosioni, addirittura dovettero confondere più di una volta Lumacorno, ma all’alba del giorno seguente, dopo dieci ore e cinquanta minuti, la pozione era pronta.
«Piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità.» disse Lunastorta, annuendo e sbadigliando.
«Che cosa c’entra adesso scusa?»
«Non lo so, Sir: avevo solo bisogno di sparare a caso una grande citazione.»
Il ritorno in Dormitorio non fu privo di intoppi, vi basti sapere che Gazza si rifugiò nell’ufficio del Preside con spropositate orecchie da elfo e occhi acquosi e giganteschi, ma quando riuscirono a buttarsi nei loro baldacchini, Morgana ricevette da loro più benedizioni in tre minuti che in diciassette anni.
Pensate che sia troppo invadente sbirciare i loro sogni?
Naaaaaa.
Cominciamo da James: una certa rossa gli stava sorridendo e gli diceva di amarlo mentre volava sulla sua Firebolt e... si schiantava contro un albero? Ramoso, ma che razza di sogni fai!?
Remus, non avrei mai creduto di poterlo dire, stava sognando cioccolata, mentre Peter formaggio. Originali, non c’è che dire.
Sirius... beh, preferirei evitare.
Quando la sveglia Babbana fracassò loro i timpani, i quattro Malandrini più Frank – come avesse fatto a traslocare dalla Sala Comune a lì rimane tutt’ora un mistero – si alzarono brontolando. Alla prima ora avrebbero avuto Incantesimi, dunque meglio rifocillarsi bene a colazione per potersi proteggere da qualche rictumsempra fuori programma.
Il primo incontro degli studenti in Sala Grande non fu il momento migliore per James di provare la Felix Felicis: l’imbranato aveva dimenticato di berla! Così la lezione del professor Vitiuos trascorse tra gli sbuffi sconsolati del Cercatore e i crack delle sue costole sotto le gomitate di Sirius; quando finalmente poterono tornare in Dormitorio, afferrata la Fortuna Liquida, i Malandrini si avviarono alla volta di Lily Evans.
Più di una volta Remus aveva fatto notare che cercare la rossa alla cieca per Hogwarts non avrebbe ristretto i tempi, ma era sempre stato ignorato. Fatto sta che James, o per caso o per intuito – qual dir si voglia –, la trovò fuori dalla Guferia con una lettera in mano.
James batté le mani come un idiota e ordinò agli amici di aspettarlo lì e godersi la scena. «Vado a dare alla Evans il mio splendido omaggio.»
E li scaricò basiti mentre cercavano di connettere e comprendere il senso delle sue parole.
«Sirius?» fece Lunastorta. «Secondo te ha capito che la Felix Felicis deve berla lui e non regalarla a Lily?»

«EEEEVAAANS!»
«Potter, ti avverto che se divento sorda per colpa tua, farò in modo di farti soffrire talmente tanto che arriverai a preferire un Ippogrifo offeso a me.»
«Ma no, Evans: non potrei mai preferire un Ippogrifo arrabbiato a te.»
«Il mio era un tentativo di farti capire che se non ti levi subito dai piedi potresti farti male.»
«Ohhhhh... Non ho capito.»
Lily si batté una mano sulla fronte e chiese a Godric perché avesse donato a tutti un cervello tranne a chi ne aveva più bisogno. Guardò la lettera che aveva in mano, indirizzata a Petunia, e cercò di superare il Cercatore per poterla spedire, nella speranza che non ricevesse in cambio i soliti insulti in tedesco.
Ovviamente, James le si parò davanti. «Cos’hai in mano? Una dichiarazione per me?»
Come risposta bastarono le corde che gli legarono mani e caviglie.
«Liberami, dai! Ho un regalo per te!»
La rossa all’iniziò ignorò altamente le sue suppliche, ma quando queste si trasformarono in un pianto isterico e irritante più di un Granchio di Fuoco durante Cura delle Creature Magiche, dovette cedere suo malgrado.
Ramoso si alzò con le lacrime agli occhi per l’atto di clemenza della sua futura moglie e cercò nella borsa la boccettina con la pozione. La trovò e la diede alla Prefetto come se fosse un anello di fidanzamento.
Quella alzò un sopracciglio. «Felix Felicis?»
«Buon... qualunque festa sia, Evans.»
Contrariamente a tutte le aspettative di Bambie, la rossa non tentò di ucciderlo, si limitò a sbuffare seccata, a lanciargli un sorriso simile a una smorfia e ad accettare il regalo.
James, come c’era da aspettarsi, pensò di averla finalmente conquistata e di poter avanzare la richiesta di uscire con lei, che intanto aveva bevuto la pozione ed era salita verso la Guferia, ma dovette ricredersi quando un pianoforte, comparso da chissà dove, gli cadde in testa.

Remus guardò la scena sconcertato. «Cavoli, quella cosa è potente!» esclamò, pensando all’effetto che il Distillato di Fortuna Liquida aveva avuto su Ramoso.
«Si può essere più cretini di lui?»
«Ne dubito, Sir.»
«Quindi è fallito anche il quarto tentativo?»
«Direi di sì.»




***






NdA.
Buonsalve mondo! Sono tornata a scassare le pluffe con questa obbrobriosa fanfiction :D
Mi sento like a boss, insomma, ho pubblicato il primo quarto capitolo della mia vita, potrei piangere :') Ma il punto è che quelli che dovrebbero sentirsi like a boss siete voi, perché, non so come avete fatto, siete riusciti a giungere sino alla fine del cammino impervio che è stato questo capitolo...
Non ho fatto capire una mazza?
Mitico!
Detto questo, ho una domanda: lo scorso capitolo non ha ricevuto recensioni, faceva così schifo? Spero di no, perché io ci metto tutta me stessa per scrivere, quindi non vorrei che tutti i miei sforzi risultassero vani per qualcosa scritto male o che non è divertente.
Ringrazio lils O_o per aver messo la storia tra le preferite, e Metamorfomaga e _spring_ per averla messa tra le seguite.
Ah, un'ultima cosa: la frase 'si sentiva in colpa anche quando respirava' è stata presa dalla one-shot il giorno peggiore :)
Credo di non avere altro da dire, quindi levo il disturbo.
P.s: Reeecensite? *sguardo cuccioloso*
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nitor_Thryside