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Autore: ehjtommo    20/02/2013    1 recensioni
"La prima volta che ti ho visto ti ho scambiato per un angelo"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Niall Horan
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1 

 

Le mani mi tremano come se improvvisamente sia diventata vecchia, gli occhi mi cominciano subito a bruciare e la mente mi si annebbia improvvisamente. Come se già avvertisse cosa sta per succedere. 

Devo decidere che via prendere, e in fretta anche, non ho molto tempo solo un paio di minuti giusto il tempo che impiega papà a tornare dal lavoro, quindi o ora o mai più. Lo faccio o non lo faccio? 

La forbice ancora in mano indugiante, devo farlo sono giorni che lo progetto mi sentirò sicuramente meglio , come dopo che uno prende una medicina, non ho scelta. 

Questa volta sono decisa la mia presa si fa' più salda sul manico delle forbici e il mio cervello manda l'ordine di agire, di farlo, così prima di rendermi conto ho già un taglio sul braccio, proprio lì dove prima non c'era nulla. Dopo quel primo taglio ne segue subito un altro e un altro ancora...Ormai non sono nemmeno più io che comando il corpo, è lui, il cervello, manda ordini in continuazione alla mano che , obbediente come un soldato, taglia ad ogni ordine. 

Così il mio braccio, ora,non è più degno di essere considerato tale: la carne è tutta tagliata e informe, i tagli sono tanti, troppi e anche profondi, adesso fanno male. Senza pensarci troppo corro a prendere il disinfettante tra le imprecazioni. Dal armadietto delle medicine prendo al volo il disinfettante e un po' di cotone. Quando apro l'alcol e lo verso sul cotone la metà va per terra, ma non ci faccio molto caso. Con dita esitanti comincio a premere, il braccio urla di dolore e brucia come non mai al contatto con il cotone umido di disinfettante, le lacrime mi solcano il viso ormai fradicio. Devo avere un aspetto orribile il trucco mi si è sciolto tutto, sembra che mi abbiano dato due  pugni sugli occhi. Mi ci vogliono un paio di secondi per rendermi conto che le mie braccia sono completamente ricoperte da tagli che non passeranno sicuramente inosservati. Mi metto a correre nuovamente, questa volta in cerca dei cerotti che trovo in fondo ad un cassetto in camera mia. Ne applico un bel po' su tutte e due le braccia per coprire tutte le mie ferite anche se con scarso risultato, almeno adesso sono meno visibili. 

Mentre mi guardo in torno mi rendo conto del casino che ho combinato nella foga della ricerca di cotone e cerotti. Inoltre noto con orrore il sangue rosso scuro che bagna il pavimento qua e là.  Forse è meglio cancellare ogni traccia. In cucina trovo una pezza che uso per levare il sangue dal pavimento. Di mala voglia mi metto a raccogliere e riordinare le cose sparse per la stanza e per il bagno, tutto deve essere come era prima. 

Come in trance vado a cambiarmi e a pulirmi la faccia, sono ancora un po' rossa e qualche lacrima solitaria mi attraversa il viso rosso per il pianto. Comincio ad imprecare a mezza voce, adesso come faccio a levare le tracce del pianto?

Un suono di chiavi in una serratura mi fanno ritornare alla realtà , ecco papà.

"Hey principessa, dove sei?" Corro in camera e mi getto addosso il primo maglione che trovo, uno verde di lana, potrà andare, ora l'importante e non farsi vedere in faccia "Isabelle dove sei?" adesso la voce di papà proviene dalla cucina. Bene non ha notato lo straccio nel lavandino "Sono qua papà!" spero solo che la mia voce fosse normale "Tesoro ma stai bene?" ecco, proprio ciò che volevo evitare adesso verrà qui e mi guarderà in faccia, vedrà che ho pianto… sarà la fine "Si si… come è andata al lavoro?" provo subito a cambiare argomento "Bene niente di nuovo, ma sei sicura di sentirti bene?"  Dice lui. Adesso la sua voce mi fa sobbalzare, quando mi giro mi trovo ad osservare il suo volto un po' sciupato dallo stress del lavoro e l'età "Avanti che è successo?" Bene, molto bene adesso che dico? Non posso certo dire la verità… "Stavo dormendo fino a cinque minuti fa'…"
Le sopracciglia di Papà si alzano interrogative, lo sapevo che non avrebbe abboccato ma era l'unica cosa che mi era venuta in mente "Non importa dai, adesso devo lavorare quindi non fare troppo rumore" Quando mi giro papà se ne è andato.
E domani? E se a scuola notano i tagli? sono già abbastanza criticata e presa in giro di mio, se scoprono i tagli poi sono morta.
L'ora di cena arriva troppo presto, infatti quasi non mi rendo conto dei richiami di mio padre. Quando arrivo in cucina la tavola è già apparecchiata per due e l'odore della pizza presa da papà si sente per tutta la cucina. Mangiamo in silenzio nessuno di noi due vuole parlare e a me sta bene, non voglio ricevere troppe domande. La pizza è squisita anche se troppa per me, nel piatto rimangono ancora due delle quattro fette. Senza dire una parola mi alzo da tavola e prendo una mela, non mi ci vuole troppo per finirla visto le sue dimensioni. 
Quando torno in camera una fitta al braccio mi fa cadere per terra.

  
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