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Autore: Lurilala    20/02/2013    3 recensioni
[Fic per il contest Parallel Times di Destroyed Fairy] [1.268 parole]
[GouFubu] [Ambientato nell'Antica Roma]
Chiudo gli occhi, perdendomi in un mare di ricordi ed emozioni, aspettando che il sangue fluisca via dal mio corpo cosicchè possa finalmente andarmene.
Forse è proprio questo quello che desidero da tempo.
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chissà se fuori c'è ancora il sole...

Arrivò la notizia qualche giorno fa.
La notizia che annunciava l'ennesima guerra.
Ai patrizi non bastava l'Etruria?
Assolutamente no...
Ma è meglio che mi presenti.
Mi chiamo Shirou Fubuki e sono un contadino di quattordici anni.
Ragazzo, ormai.
Dicevo, le guerre non piacciono molto ai plebei, ma a quanto sembra ai patrizi sì.
Ovviamente loro possono comprarsi armi a piacimento e i loro campi sono coltivati dagli schiavi, noi poveri è già tanto se riusciamo a procurarci una spada e uno scudo da quattro soldi, il che alza la probabilità di lasciarci la pelle.
Come se non bastasse io sono un ragazzo timido, quei tipi di ragazzi che preferiscono un campo isolato dove passare le belle giornate di luce in solitudine, non sono un tipo agguerrito come mio fratello Atusya.
Questi tipi di ragionamenti li avevo fatti prima di partire, ma non erano serviti a nulla.
Ora sono qui, in marcia verso il paese ignoto che è il sud, quel posto strano e sconosciuto.
Bhe, anche se avessimo scoperto qualcosa dei popoli di sotto io non potrei saperlo.
Vivere da plebei è strano: ti dicono insultano e non ti considerano, ma poi hanno bisogno di te.
E' buffo; i patrizi lo sanno benissimo, sanno che senza di noi Roma non è Roma, ma si ostinano a ignorare questo fatto palese.
Ormai le montagne ormai sono l'unico nodo che ci separa da quel gran posto che chiamano Magna Grecia.
Si vedono in lontananza, che si innalzano invalicabili nella loro altezza.
Sono enormi.
Mi sembra impossibile che io stia per andarci, proprio lì su quelle cime.
E esserne cosciente mi dà uno strano senso di euforia.
Sono troppo piccolo per sopportare tale emozione, o almeno così penso.
Vi stupirete del contrasto fra i miei due pensieri: adesso sembra che mi piaccia quasi la guerra, ma prima ho detto il contrario.
La mia idea è che l'uomo in generale, quando sa di poter diventare padrone di qualcosa, cambia nell'umore e nel caratte, come gli animali.
Non so da dove derivi questo pensiero, semplicemente mi piace pensarla così.
Ormai i monti sono vicini, noi ci stringiamo sempre più nelle legioni, mentre iniziamo una dura salita sulla stradina ciottolosa che scala la montagna.
Questo terreno è troppo scosceso per i miei gusti.
Inoltre fa caldo, in mezzo a tutta questa gente che nemmeno conosco, e le armi pesano.
Altrochè senso di euforia!
Vorrei tornare al mio campo e alla mia famiglia, riabbracciare mia madre e mio padre...
Non è nemmeno iniziata la guerra, figuriamoci a finirla!
Devo pensare ad altro, se mi riduco a desiderare di tornare a casa di già sono spacciato.
Il sentiero è sempre più ripido e i sassolini che si trovano sul mio percorso si infilano nelle scarpe, mentre la polvere alzata dalla nostra marcia mi fa tossire.
Odio le legioni; capisco che bisogna avere un esercito compatto, ma stare tutti così attaccati mi fa venire i nervi a fior di pelle.
Il cielo sopra di me è azzurrognolo, come se non dovesse essere troppo puro e incontaminato persino quel colore e il sole splende allegro, forse beffardo.
E' difficile capire i sentimenti del sole.
Mi lascio sfuggire un sospiro.
Poi improvvisamente un sibilio.
Alzo lo scudo appena in tempo per deviare qualcosa.
Quasi non mi rendo conto di quello che è appena successo.
Invece dovrei: mille freccie piovono dal cielo, in parte bloccate dagli scudi, in parte no.
Un'imboscata?
Ma dove sono i soldati nemici?
E sopratutto: abita qualcuno in questo luogo roccioso?
Purtroppo non riesco a scorgere alcun uomo armato, a parte i miei compagni: le freccie sono così numerose che non riesco a capire la loro provenienza.
Il comandate grida ordini alla rinfusa, finchè i nemici non si decidono a uscire allo scoperto: un comando in una lingua strana li ha fatti saltare fuori come funghi dopo una pioggia.
Subito inizia un combattimento corpo a corpo furioso.
Non riesco neanche a vedere dove colpisco, lancio attacchi senza neanche sapere chi o cosa sto ferendo.
Automanticamente chiudo gli occhi, mentre l'aria comincia ad odorare di sangue.
Vengo spinto, cado, la mia pelle si sporca di liquido vermiglio mentre i corpi precipitano come birilli.
Sono stato ferito anch'io, ma me ne accorgo solo quando un dolore lancinante mi coglie sul ventre.
Mi lascio cadere e mi fermo ansante a terra, gli occhi fissi sul terreno brullo e sporco.
Alzo piano gli occhi e mi accorgo di non essere dentro la battaglia: mi ritrovo sotto una strana pietra squadrata, con un buco all'interno, forse è la tana di qualche animale.
Un fischio che conosco sin troppo bene rompe l'aria: la ritirata.
Vedo i superstiti romani partire di corsa verso la salvezza.
Vorrei alzarmi anch'io, ma il dolore al ventre non me lo consente.
Perchè sono così stupido?
E adesso cosa faccio qui?
Alzo lo sguardo sul terreno disseminato di cadaveri.
Perchè la guerra è così brutta?
Spero che almeno Atsuya si sia salvato, i miei genitori sono ormai vecchi, non riescono più a lavorare i campi e senza di noi non so cosa farebbero.
Mi lascio cadere all'indietro, trovandomi straiato sulla terra fredda.
Chissà se le nuvole sono nel cielo oppure c'è ancora quel bell'azzurro sbiadito che illuminava da tempo le marce di noi Romani?
Chiudo gli occhi, perdendomi in un mare di ricordi ed emozioni, aspettando che il sangue fluisca via dal mio corpo cosicchè possa finalmente andarmene.
Forse è proprio questo quello che desidero da tempo.
Apro di nuovo gli occhi, mi sento osservato.
Sopra di me è un ragazzo che mi guarda con sottili occhi color cioccolato e i capelli biondi sporchi di sangue e terra.
Sussulto dallo spavento, sicuramente è un componente dell'esercito che ci ha attaccato a sorpresa e sicuramente è pronto ad uccidermi.
Meglio così.
Però è davvero bello...
Come mi sento stupido pensare un cosa simile, è un nemico!
Però fa uno strano effetto: non volevo morire?
E allora perchè ho paura?
Rimaniamo a fissarci sbigottiti, leggo nel suo sguardo la stessa paura e incertezza che c'è nel mio.
Non capisco: perchè non tira fuori la spada?
Stranamente non riesco a comprendere qualcosa dai suoi occhi, io che ho sempre capito con un solo sguardo.
Forse c'è solamente molta intesa fra noi Romani.
Indietreggio un poco.
-Chi sei tu?- Dice improvvisamente, utilizzando un latino stentato.
Non rispondo, un nodo mi blocca la gola e faccio fatica a respirare.
Mi limito a guardarlo con gli occhi sbarrati dal terrore.
-Chi sei?- Ripete ancora.
-Gouenji!-
Un grido da fuori.
E' una voce pesante e marchiata, come il rimbombo di una caverna.
Vedo il ragazzo irrigidirsi di colpo, è lui il Gouenji che stanno cercando.
Non so cosa mi prende, sento una strana morsa allo stomaco, diversa dalla fame, più lancinante e dolorosa.
Improvvisamente le grida fuori si fanno ovattate e confuse, sento le forze abbandonarmi, le mani tremano e il dolore si fa sempre più forte.
Cosa succede, cosa succede?
Non capisco, il corpo non reagisce più ai miei comandi, perchè?
Mi viene da piangere, non comprendo il motivo di questo fatto.
Non era mai successo, cosa significa questo?
Un panico mai conosciuto si impossessa di me, vorrei urlare, ma l'unica cosa che riesco a fare è piangere.
E mentre le lacrime scendono ancora, sento uno strano calore salire dal ventre fino al capo, e una forza imponente ma delicata mi fa chiudere piano le palpebre.
L'ultimo mio sguardo va a quel ragazzo che mi ha risparmiato la morte.
Oh, ma non sto comunque morendo?
I suoi capelli biondi sembrano brillare.
E, mentre le lacrime scendono, sorrido.
Chissà se fuori c'è ancora il sole...

Note A.A.D.O.Q.S.
(
Autrice.Artefice.Del.Obrobrio.Qua.Sopra.)

Ehilà mondo! *.*
Allora, che ne pensate di questo obrobrio? ;D
Siceramente non mi convince gran che, è finita malissimo! >.<
Ma la vita è così. (??)
Tengo a ripetere che Fay è stata gentilissima ad invitarmi a partecipare a questo contest e sono felice di poter gareggiare contro altre autrici fantastiche! *u*
Ora passiamo alle spiegazioni varie... *pensa pensa pensa (??)*
L'Etruria nominata all'inizio è la Toscana, prima conquista Romana, il popolo che fa l'imboscata a Shirou-san e agli altri soldati sono i Sanniti, che occupavano Abruzzo, Molise e Campania. Dopo questa parentesi avrete capito che le alte motagne sono gli Appennini.
So che le Alpi sono più alte, ma sotto lo sguardo delle persone di quel tempo dovrebbero essere altissime.
Io la penso così.
Alla fine Fubuki muore (sigh) per colpa della ferita alla pancia, ma credo che si sia capito. XD
Ultima cosa: la GouFubu è solo vagamente accennata, ma non potevo mica fare che si baciavano nel mezzo del campo di battaglia! >.<"
Spero vi sia piaciuto e grazie ancora Fay!

Lucchan

  
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