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Autore: Cabiria Minerva    20/02/2013    5 recensioni
Una discussione tra Severus e una 'voce' nella sua testa, una lotta interna tra il desiderio e la disillusione di un uomo che si è ritirato nella solitudine delle colline Gallesi.
[Pseudo spin off/missing moments di Twice ~ Partecipa all'iniziativa "Week End d'ammmore"]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il cuore puoi legarlo,
farlo tacere, bendarlo,
ma quando trema,
c'è poco che tenga.

Ivo Tudgiarov


 

Severus scostò appena le pesanti tende che filtravano la luce primaverile, lasciando che solo pochi sprazzi illuminassero i mobili dietro di lui. Socchiuse gli occhi e scorse un bagliore rossastro; con un sospiro vagamente seccato ritirò la mano e la sala tornò in penombra.

Forse avrebbe dovuto usare l'Imperius, costringerla ad andarsene in Uganda, o in Siberia. Sì, ecco, la Siberia sembrava il posto adatto. Oppure avrebbe potuto usare l'Incanto Fidelius, ma senza una persona fidata c'era ben poco da incantare. Forse, se avesse scritto a Potter che la sua adorata figlia, a malapena maggiorenne, aveva deciso di accamparsi davanti al suo cottage in una sorta di corteggiamento misto a persecuzione... Rabbrividì all'idea di doversi affidare a Potter per risolvere un suo problema. Mai, piuttosto sarebbe uscito, l'avrebbe caricata sulle spalle e portata di peso fuori dalla sua proprietà.

E pensi che riusciresti a resistere alla tentazione, Severus?

Che domande. Ovvio. Non era una tentazione; era poco più che una bambina, con quei suoi lunghi capelli che sapevano ancora di giochi in giardino e marachelle.

Ma certo... Se sei veramente convinto che riusciresti a mantenere la calma con il suo corpo attaccato al tuo, le sue mani nelle tue, il suo profumo nelle narici... perché non esci e fai ciò che devi?

Non si sarebbe mai veramente abbassato a tanto, ovvio. Lui era Severus Piton, non uno scaricatore di porto. Se la ragazza voleva rimanere nel suo portico fino a morire di fame o di freddo – sì, era primavera, ma le notti gallesi non erano calde nemmeno ad agosto, figurarsi ad aprile! – era liberissima di farlo. Non lo riguardavano i capricci di quella testarda, cocciuta ragazzina.

Se veramente tutto ciò non ti tocca, Severus, perché non apri le tende e lasci entrare un po' di luce? Lo so che vorresti continuare a leggere quel libro che hai abbandonato sulla poltrona da giorni, e la luce del sole è migliore di quella di una bacchetta... O hai forse paura che, vedendola alla finestra, tutte le tue buone intenzioni cadrebbero? Magari la inviteresti ad entrare per una tazza di tè... le mani che si sfiorano mentre le porgi la tazza... uno sguardo di troppo...

«Smettila!» Severus scattò, ben conscio dell'inutilità di una discussione con una voce che gli rimbombava nella testa. «Se ne andrà... Prima o poi si stancherà, oppure scoprirà di avere un minimo di dignità, volterà le spalle e camminerà fuori dal cancello senza mai voltarsi.» Sentì un movimento interno, un calore fastidioso nel pronunciare queste parole, e lanciò ancora uno sguardo fuori dalla finestra.

Con un gesto di stizza si infilò nel laboratorio, una stanzetta tra il salotto e la cucina, dove la luce del sole non sarebbe stata necessaria e dove, sperava, quella fastidiosa vocetta non l'avrebbe seguito. Quando ne uscì il sole era già calato e il freddo della notte sembrava essersi impossessato dell'intera casa.

Accese il fuoco mormorando l'incantesimo distrattamente, gli occhi già rivolti alla finestra verso la quale si stava dirigendo. Come poche ore prima, scostò un poco le tende con due dita ma, questa volta, non trovò macchie rosse nel suo campo visivo.

«Se n'è andata.» Un'altra morsa allo stomaco. Era un bene che se ne fosse andata – nemmeno lui avrebbe lasciato morire assiderata una ragazza... una persona, ecco – però...

Però vorresti non l'avesse fatto, vero vecchio brontolone? Ma tranquillo, sono sicuro che tornerà domani. E il giorno dopo, e quello dopo ancora.

No. Non sarebbe tornata. «Le persone non tornano...» si lasciò sfuggire l'uomo, nella voce qualcosa di molto simile al rimpianto.

Tornerà, non mi sembra una che lascia perdere facilmente... E tu aprirai quella porta. Forse non domani o dopodomani, ma prima o poi aprirai quella porta, e lei non avrà più bisogno chiavi.

«Non tornerà...» si ripeté, capendo forse per la prima volta quanto questo pensiero lo rattristasse.

Ma tu vuoi che torni, e allora perché non glielo dici? Sarebbe tutto così facile, dopo...

Severus scosse la testa e inspirò profondamente. Non sarebbe tornata, e lui non voleva che tornasse. Non c'era niente per lei in quel luogo. Non c'era niente nemmeno per lui, se non una flebile parvenza di pace...

Non ci credi nemmeno tu... Sappiamo entrambi che hai paura ad aprire quella porta perché hai paura di non riuscire a resisterle. Ma perché, poi, dovresti farlo? Si sta offrendo a te come nessuno ha mai fatto prima d'ora. Dovresti solo allungare una mano per averla, per avere qualcosa che non hai mai nemmeno osato sperare di ottenere...

«No!» Il suo volto si contrasse in una smorfia. Non voleva che tornasse. Non voleva quella dannata ragazzina. Non doveva volerla.

La voce dentro di lui ridacchiò sommessamente. Oh, ma lo vuoi... E lei lo sa, per questo tornerà ancora, e ancora, e ancora, finché un giorno questa discussione finirà come voglio io.

 



Beh, che dire... Come ho già detto, questa ff è una missing moments di Twice, però credo possa essere anche letta a sé. :) Per quanto riguarda l'iniziativa, trovate tutte le info sulla pagina fb del gruppo HPeace&Love!
Spero vi sia piaciuta e che lascerete un commentino, anche piccino picciò, anche sulla mia pagina di facebook, se non volete qui, anche via piccione viaggiatore, Metropolvere, ... Come vi pare, insomma!

A presto,
Cabiria Minerva


 


 

   
 
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