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Autore: Shan    20/02/2013    4 recensioni
Ad Hogwarts, quando James Potter è coinvolto, possono succedere cose davvero molto, molto inaspettate..
Questa è la storia di come Albus pagò la sua bastardaggine Serpeverde, di come Ruby riuscì a non far esplodere una pozione con risultati ancora più disastrosi e di come Scorpius non rivolse parola al suo migliore amico per due settimane.
Perché, in fondo con i Potter non si sta mai tranquilli, no?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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A Giulia
,
Volevi ti dedicassi qualcosa? Peggio per te! :)

 

Foto Compromettenti e Cioccocalderoni Ripieni

 

 

Albus Severus Potter non era mai stato così nei guai.
Se mai avesse immaginato la portata dei casini in cui si sarebbe cacciato non l’avrebbe mai e poi mai fatto. Mai.
Probabilmente non si sarebbe neanche alzato dal letto quel giorno. Magari anche per tutta la settimana.
Così, giusto per essere sicuri.
Invece, l’infida fortuna, o per meglio dire sfortuna, l’aveva buttato giù dal letto. E l’aveva fatto troppo Serpeverde.
Esattamente.
Se fosse stato un po’ più Grifondoro o Tassorosso tutto questo non sarebbe successo. Figurarsi poi, se fosse stato Cornovero. Quelli erano intelligenti. Di sicuro non avrebbero neanche pensato di mettere piede fuori dal comodo baldacchino.
E invece lui era Serpeverde. Un gran bel Serpeverde, si poteva concederglielo, ma questo, stavolta, non gli sarebbe servito assolutamente a niente.
Lui era un Serpeverde  in tutto e per tutto e non era proprio riuscito a rifiutare un patto che gli potesse fruttare così tanti vantaggi. Al di là delle dubbie implicazioni morali e delle effettivamente basse possibilità di sopravvivenza.

Puoi farcela, Al. L’hai fatto altre volte. Supererai anche quest-

« ALBUS SEVERUS POTTER! »

No.
Non avrebbe superato proprio un bel niente, questa volta.
Se non, forse, quel sottile confine tra la vita e la morte.

Ahia.

« COSA DIAVOLO CREDI DI AVER FATTO? »

Per un momento rimase quasi affascinato dal ruggito animalesco che lo raggiunse dalla fine del corridoio e non ebbe bisogno di voltarsi per immaginare la scena dietro di sé.
Quell’incedere minaccioso era famoso in tutta la scuola.
Correva voce che, addirittura la McGranitt, un tempo, da giovane, avesse camminato così per i corridoi, incutendo un simile timore misto a reverenza. Tutti, almeno una volta nei loro sette anni di scuola, avrebbero dovuto vedere quello spettacolo. Ovviamente solo osservarlo. Nessuno sano di mente avrebbe mai e poi mai voluto essere alla fine del corridoio.
Lui, infatti, sarebbe volentieri sprofondato nel pavimento.

« TU! PICCOLO INUTILISSIMO BASTARDO! ENORME E GRANDIOSO STRONZO! »

Si girò cautamente ( non sia mai che lo schiantasse alle spalle ) e si spiattellò sul viso un sorriso finto come il nuovo orologio di Nott.

« Ehi, Rub. Qual buon vento? » domandò, accennando tentativamente ad uno dei suoi sorrisi. Era uno di quelli speciali, che gli avrebbero potuto far ottenere una O in praticamente tutte le materie degne di questo nome. E, probabilmente, appuntamenti per i successivi otto week-end a Hogsmeade.
Ovviamente servì solo a farla arrabbiare ancora di più.

« NON PUOI AVERLO FATTO! NON PUOI ESSERE COSI’ FOTTUTAMENTE IDIOTA! » urlò la ragazza a pieni polmoni, stringendo i pugni convulsamente e digrignando i denti.

« Non posso? » pigolò, abbandonando il sorriso per tentare la sua ultima carta.

Era un rischio.
Uno bello grosso.
Che poteva decretare la sua condanna definitiva.
Mise su una delle sue più ispirate e compartecipi facce da cucciolo bastonato, sbattendo sapientemente le lunghe ciglia nere e spalancando gli occhi verdi.
Se avesse avuto uno specchio in quel momento di sarebbe complimentato con se stesso, perché, sul serio, avrebbe potuto commuovere Lord Voldemort in persona.
Ma, purtroppo per lui, davanti non aveva Voldemort ma una Ruby Drake grandiosamente incazzata.

« Oh, non osare! » sibilò, piantonandosi davanti a lui a gambe larghe e perforandolo con uno sguardo di puro odio. Gli piantò un indice sullo sterno con violenza.

« Dimmi. Lo hai fatto davvero? » chiese, assottigliando gli occhi.

« No. Certo che no. »

Direttamente dal manuale del buon Serpeverde.
Negare sempre. Anche l’evidenza.

« Non mentirmi! » strillò lei, spingendo ancora di più il dito sul suo petto.

Per un attimo pensò di lamentarsi ( Ehi! Aveva ancora bisogno della cassa toracica! ) ma poi tacque, preferendo di gran lunga quel dito alla bacchetta.
Sapeva bene che sarebbe stato facile per lei friggerlo completamente in un attimo di rabbia. Magari senza neanche volerlo.
Brutti attacchi di magia involontaria.
Rimase zitto, aspettando.

« Lo hai fatto. Certo che lo hai fatto. » borbottò, staccando finalmente il dito.

Trattenne un sospiro di sollievo.
E fece bene a trattenerlo, visto che tre secondi dopo la ragazza lo afferrò brutalmente per la cravatta e lo trascinò verso il basso, portandolo al suo livello ( piuttosto basso, bisognava ammetterlo) per fissarlo negli occhi e strozzandolo impunemente durante il tragitto.

« La tua motivazione, infido bastardo? »

« Uhm » grugnì, cercando di non tossire a causa del laccio che gli stritolava il collo.

« Parla finché ne hai la facoltà! » minacciò lei.

Sbarrò gli occhi quando sentì una pressione sullo stomaco.
La tanto temuta bacchetta era infine arrivata.

Addio futuri piccoli Potter. Spero proprio che Lily si dia da fare altrimenti Pà non li vedrà neanche in cartolina i nipotini..

Oh, non aveva dubbi su dove sarebbe andata a colpire quella pazz-

« OHI! STO PARLANDO CON TE! » urlò di nuovo, a distanza dannatamente troppo ravvicinata perché i suoi timpani potessero sopportarla incolumi.

« Okay, okay. Mi ha promesso l’uso esclusivo della Mappa e del Mantello tutto l’anno. Era un’offerta che non potevo rifiutare. »

« Potevi rifiutare sì! Gliel’avremmo rubati, razza di idiota! » ringhiò.

« Ma sarebbe stato una seccatura. Così Derrick non ci prenderà mai più, Rub! »

« E non chiamarmi Rub, stronzo! Lo sai cos’ha fatto? Eh, lo sai? »

« Cosa? » chiese, visibilmente incuriosito.

Era una delle cose che lo avevano tormentato di più.
Cosa ne avrebbe fatto James di quella foto?
E soprattutto, si era chiesto più e più volte, sarebbe stato così umiliante  da costargli qualcosa di molto prezioso, che fosse la vita o la futura prole?
Evidentemente ci era andato vicino.

« Ne ha fatto delle gigantografie. Giganti, Al. Enormi. E le ha appese in tutte le Sale Comuni. Anche nella Sala d’Ingresso. »

Ah. Ahah. Ahahahahahahah.

Suo fratello era un fottuttissimo genio.

« Oh » sussurrò invece , mantenendo una perfetta maschera di compostezza.

Aveva imparato dalla migliore, del resto.

« Oh? E’ tutto quello cha hai da dire, razza di cretino?! »

« Sì. Credo di non avere altro. » disse, facendo spallucce.

O la va o la spacca.

Gli occhi scuri di Ruby lampeggiarono di rabbia, cancellando completamente le sfumature blu dell’iride e la sua mano sinistra si strinse convulsamente sulla cravatta.
Albus pensò che avrebbe dovuto necessariamente farsela stirare dagli elfi visto che non era mai riuscito a padroneggiare bene quell’incantesimo.
Che seccatura.
La ragazza prese fiato per sibilare qualche altro insulto ma Albus l’interruppe.

« Senti, non sono io che ho cominciato questa sfida “all’ultimo scherzo” con James.. »

« Ma non dovevi neanche aiutarlo, razza di infame! » s’indignò lei, mollando la cravatta per piantarsi le mani sui fianchi in una terribile, quanto mai fedele, imitazione di sua nonna Molly.

« Era un’ottima offerta » disse semplicemente.

La ragazza gli lanciò un altro sguardo perforante e, giratasi di spalle, si allontanò tutta impettita, schiumando rabbia e urlandogli dietro « Guardati le spalle, Potter! »

Albus si passò due dita nel colletto, massaggiandosi nervosamente il collo.
Era decisamente e, senza possibilità di appello, nei guai.

 

 

 
                                                                            °    °     °     °

 

 

 

 

Oh se gliel’avrebbe fatta pagare a quel cretino!
La Mappa e il Mantello!
Sul serio, come se non potessero semplicemente prenderseli!
Ma si poteva essere più idioti?
Che poi, perché diavolo aveva ancora quella foto? Pensava di aver distrutto tutte le copie, dannazione!

Ruby Drake non era mai stata umiliata tanto. Non da quello che si supponeva fosse il suo migliore amico e da quell’altro ingrato che, sempre per mera e pura speculazione ormai, doveva essere una specie di fratello.
Quando aveva iniziato la sfida con Jamie ne era stata contenta. Si era sempre chiesta chi dei due avrebbe avuto la meglio, se messi l’uno contro l’altra.
La sua personale idea era che, non convogliando più le energie di entrambi verso uno stesso scopo, i risultati sarebbero stati catastrofici.
Per la scuola ovviamente, mica per loro due.
Per la prima settimana le sue supposizioni si erano rivelate esatte con l’incendio di una delle serre, uno scontro fratricida fra armature nel corridoio del settimo piano  e il ribaltamento del tavolo di Serpeverde a cena.
Ma poi quella mattina aveva trovato una sua foto gigante appesa in Sala Comune. E non una foto qualsiasi, ma una terribile rappresentazione di un suo dopo-sbronza particolarmente acuto e devastante.
Senza scendere nei dettagli, aveva le mutande di James in testa e abbracciava disperatamente il peluche Tommy, in lacrime e urlando che nessuno le voleva bene.
Grazie a Merlino nelle foto non c’era l’audio.
Ovviamente aveva tentato di staccarla ( di bruciarla, in realtà ) ma c’era quel dannato Incantesimo di Riconoscimento che aveva trovato Al durante il primo anno e che impediva qualsivoglia modifica all’incanto base, se non da colui che per primo l’aveva lanciato.
E James era introvabile, manco a dirlo.
Aveva creduto che la sua umiliazione si limitasse ai suoi compagni di Casa ( già difficili da gestire per conto loro! ) ma aveva capito ben presto che la cosa si era ripetuta in tutte le Sale Comuni.
La sua contentezza poi, quando aveva visto quella della Sala d’Ingresso. Gioia e gaudio.
E il colpevole era solo uno.
L’autore della foto.
Il suo supposto amico.
Quell’infame bastardo.

Albus.

Oh se gliel’avrebbe fatta pagare, pensò aggiungendo delle foglie di Tricorno al calderone. Si ritrasse in fretta ma non successe nulla. La imbottigliò con cautela e, pulito il calderone con un rapido colpo di bacchetta, saltellò via dal bagno al secondo piano dove si era rifugiata.

Beh, è fatta. Questa lo dovrebbe sistemare!

Ruby Drake era così contenta che la pozione non le fosse esplosa come era consuetudine, che non pensò minimamente di controllare quale dovesse essere il colore finale del Decotto-Erutta-Acne.

E cioè un bel arancione acceso, invece del suo blu elettrico.

 

 

 

 

                                                                             °    °    °     °

 

 

« Ohi,  Scorp, ci sei? » chiese Albus entrando nel dormitorio maschile del quinto anno.

Sbriciò in giro con cautela.
Dalla minaccia della mattina si aspettava continuamente un tiro mancino da parte di quell’esaurita di Ruby.
Certo, ora che era passato davanti alla foto, doveva ammettere che in effetti era stata una carognata. Ma, insomma, se lei non si fosse cacciata in situazioni di questo genere, non sarebbe successo un bel nulla.
Così imparava ad impelagarsi in stupide sfide con quello spostato di suo fratello.
Ben le stava.
Aveva voluto l’Ippogrifo? Ora se lo doveva cavalcare!

« Scorp? » indagò ancora, sentendo la voce dell’amico venire dal bagno, sotto il getto della doccia.

Il suo migliore amico interruppe una pessima interpretazione di “Like a Virgin” di Madonna (una vecchia cantante babbana che piaceva tanto a Rose ) e gridò di rimando: « Al? Com’è che non sei ancora morto? »

« Sto aspettando! » rispose, alzando gli occhi al cielo.

Solo perché Ruby era un’isterica da manuale non voleva dire che tutti dovessero trattarla con i guanti.

Giusto?

« Ah! Se devi morire sanguinando, non mi sporcare il letto. Lo sai che mi fa un po’ senso il sangue! » ridacchiò lui e continuò a cantare.

Albus grugnì e si buttò sul letto dell’amico con un tonfo.
L'importante nella vita è avere l'appoggio degli amici, no?
Mancò di poco una scatoletta appena aperta con un bigliettino vicino. Lesse le due brevi righe che vi erano scritte in un ridicolo inchiostro fucsia. Non riconosceva la scrittura. “A Scorpius, il ragazzo più bello della scuola. Una tua ammiratrice segreta” .
Benissimo. Come se l’ego di quel pallone gonfiato non fosse già sufficientemente enorme.
Sbirciò la confezione dall’incarto colorato.
Cioccocalderoni Ripieni di Mou al caramello.
Ah! Alla ragazzina era andata molto male. Scorpius odiava quella roba.
Aprì la confezione e prese un cioccolatino.
A lui in compenso, non dispiacevano affatto.
Ne ingoiò uno in un colpo e ne prese un altro.
Che strano, sapeva un po’ di vaniglia.
Buono però.
Era già arrivato al settimo cioccolatino quando sentì il getto della doccia chiudersi e Scorpius trafficare in bagno.
Aveva l’ottavo in mano quando si spalancò la porta e ne uscì Scorpius canticchiando a mezza voce.

« Oh vedo che hai apprezzato! » ghignò il ragazzo, aggiustandosi l’asciugamano che portava in vita.

Improvvisamente Albus non capì più nulla.

 

 

 

                                         

                                                                           °    °     °    °

 

 

In un primo momento Scorpius non riuscì proprio a capire cosa fosse successo.
Albus aveva abbandonato la cioccolata e lo guardava come se non l’avesse mai visto prima in vita sua. Aveva gli occhi spalancati tondi tondi e dardeggiava lo sguardo dalla testa ai piedi, squadrandolo.

« Al, tutto bene? »

Il ragazzo davanti a lui non rispose ma sorrise stupidamente, con la faccia più ebete che avesse mai visto sulla faccia della terra. Neanche Matthew arrivava a certi livelli.

« Scorp? » chiese con un filo di voce.

« Sì? » rispose interdetto, inarcando le sopracciglia.

« Io ti piaccio? »

« Cosa?! » sbottò Scorpius incredulo.

Che Ruby lo avesse colpito in testa?

« Io ti piaccio? » ripeté lui, guardandolo con adorazione.

Santo Salazar.

L’unica volta che aveva visto quell’espressione sul viso del ragazzo era davanti al trattato di Paracelso sui Decotti Trasformanti.

« Ehm » borbottò cautamente « Certo. Sei il mio migliore amico »

« Ah sì, sì » annuì lui, contento. Il sorriso ebete non era del tutto scomparso ma si stava lentamente trasformando in uno molto più preoccupante. Quel genere di sorrisetto che avrebbe fatto prima di invitare una ragazza ad Hogsmeade.
L’espressione del gatto con il topo.

« Albus cos’hai? » chiese Scorpius, il velo di preoccupazione sempre più palpabile.

« Niente, niente. Sto benissimo. »

« Non mi sembra » puntualizzò, incrociando le braccia al petto, un po’ per sottolineare il suo disappunto, un po’ perché, coperto dal solo asciugamano in vita, cominciava a sentirsi molto a disagio sotto quello sguardo che aveva raggiunto i  limiti del famelico.

« Ma sì, ma sì. » borbottò alzandosi dal letto, sempre concentrato su di lui.

Inciampò mentre si rimetteva su e a Scorpius venne naturale farsi avanti per sostenerlo, sebbene tre secondi prima stesse istintivamente indietreggiando verso la porta.
Albus barcollò e si stabilizzò poggiando i palmi aperti sul suo petto. Rimase così, insolitamente fermo, il capo piegato in avanti che gli sfiorava la spalla.
Scorpius rabbrividì dal freddo che il respiro del ragazzo gli procurava sulla pelle bagnata.

« Scorp sono innamorato » comunicò il ragazzo in tono sognante, stringendosi in quello strano abbraccio.

Scorpius si rilassò visibilmente.

Finalmente!

« Era ora, Al » disse supportivo, dandogli una pacchetta soddisfatta sulla spalla.

Albus alzò il capo di scatto e prima che Scorpius potesse realizzare che c’era davvero qualcosa che non andava in quello sguardo , posò le labbra sulle sue con foga.

 

 

 

 

 

                                                                             °    °    °    °

 

 

 

 

Ruby Drake non avrebbe mai più dimenticato quella scena.

Anzi, per i mesi successivi le sarebbe capitato spesso di svegliarsi un po’ accaldata e con le guance arrossate nel bel mezzo della notte, in seguito a sogni un po’ imbarazzanti.
Non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura e, di certo, non sarebbe andata a dirglielo, ma li aveva trovati decisamente eccitanti.

Ovviamente, quando era andata, insieme a metà della Sala Comune Serpeverde, a documentare, armata di macchina fotografica, la disfatta di Potter, non si sarebbe mai e poi mai aspettata una cosa del genere.

Le sue aspettative avevano contemplato diverse e varie ipotesi dalle quali sarebbe comunque uscita vendicata. Quella sperata, era di trovare Albus in preda ad un attacco acuto di acne purulento. In un’altra sia Al che Scorpius pieni di pustole  ( anche se le sarebbe dispiaciuto per Scorpius, ritenuto innocente fino a prova contraria ). Oppure, ipotizzando di aver sbagliato la pozione – evento non così improbabile- addirittura avvelenati ( sempre con una certa dose di dispiacere, doveva confessarlo).  

Di certo non avrebbe mai immaginato di trovarli aggrovigliati sul pavimento, Albus a cavalcioni di uno Scorpius seminudo, che lo baciava con veemenza mentre l’altro lo tirava per i capelli- non si capiva bene se in uno scatto di passione sfrenata o nel tentativo di scollarselo di dosso.

Per una volta- la prima e ultima della sua vita, sperava- si trovò d’accordo con Matthew Greengrass che da dietro le sue spalle disse solo:

« Oh, merda! »

Dopo il primo attimo di stupore assoluto- durante il quale rimase a fissare il tutto con la bocca spalancata in un’espressione idiota- provvide ad immortalare la scena più volte e cominciò a ridacchiare dei tentativi, ora palesi, di Scorpius di levarsi il ragazzo di dosso.

« Ah! » mugolò « CHE SCHIFO, AL! »

Le sue proteste venivano beatamente ignorate e Albus continuava a tentare di tenerlo fermo sul pavimento, baciando ogni centimetro disponibile che riusciva a raggiungere.

« Me lo levat- eeeh! » protestò « Di dosso! Bleah! »

Inizialmente nessuno mosse un dito, nell’ilarità generale, e solo il provvidenziale Incantesimo Delle Pastoie Total- Body di Alex Zabini fermò Albus.
Ruby non vide cosa successe dopo perché se la svignò elegantemente, ma le fu raccontato poi dalle ragazze presenti ( che, giustamente, non si erano perse neanche mezzo secondo dello spettacolo) che era stato necessario legare Albus per impedirgli di assaltare nuovamente Scorpius, fra una dichiarazione di amore imperituro e l’altra.

 

 

 

 

 

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Ci vollero ore per trovare l’antidoto. Il Professor Flamel impiegò un lasso di tempo estenuante per liberare il suo pupillo dalla dose più massiccia di filtro d’amore che avesse mai visto somministrata. Non giovava neanche il fatto che la pozione, ritrovata dentro dei Cioccocalderoni Ripieni, gli fosse del tutto sconosciuta.
Se non avesse saputo meglio, avrebbe pensato di trovarsi dinnanzi a un nuovo genio delle pozioni. Invece, dalle supposizioni inviperite del giovane Malfoy ( per altro, probabilmente esatte) appariva chiaro si fosse trattato di un errore.
In ogni caso, avrebbe dovuto aumentare il voto della Drake.

 

 

 

 

 

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Il mattino successivo, dopo l’affissione di nuove  foto, per la gioia di gran parte della popolazione femminile di Hogwarts, sopra quelle della sbronza di Ruby Drake, James Potter, che già si era dato alla macchia da qualche giorno, venne raggiunto da Albus Potter e Ruby Drake, mentre Scorpius Malfoy metteva a ferro e fuoco la scuola nel tentativo di trovarli per far sapere loro chiaramente il suo parere sull’intera faccenda.

 

 

 

 

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Quella sera stessa, due uomini, ricevute delle foto per posta da un mittente anonimo, rischiarono l’infarto.
Sempre quella sera, gli stessi due uomini, si presero una sbronza colossale al Paiolo Magico, tanto grande che l’indomani, persino la Gazzetta Del Profeta avrebbe riportato, nella pagina di cronaca mondana, una loro foto al bancone del bar, abbracciati, che cantavano a squarciagola la triste canzone di Odo l’eroe morente, sotto al titolo “ Il Salvatore Del Mondo Magico e l’Ex-Mangiamorte: i poteri dell’alcool”.                                                                      

NdA

Saaaalve a tutti!

Prima di tutto: Disclaimer!! Ovviamente Harry Potter e tutto il suo mondo non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro.. Altrimenti sarei in giro per il mondo a quest'ora!

Detto questo, questa storia mi è venuta un po' così, a casaccio, in un momento di esaurimento e dovrebbe essere una sorta di spin-off malsana di una mia long " La Stanza Che Non C'è", che è la storia che ho pubblicato per ora e che fa parte di una serie.
Dico dovrebbe perchè non sono del tutto sicura che la inserirò mai nella storia vera e propria. Si vedrà xD

Per chi dovesse conoscere già la storia, i personaggi li conoscete e, penso sia tutto abbastanza chiaro ( se non lo è, liberi di chiedere xD ). E' ambientata nel quinto anno, quindi avete un mini-scorcio di come saranno, anche se, sono stata brava a non spoilerare troppo :P

Per chi invece non dovesse conoscerla, vi consiglierei di leggerla e magari recensire xD No, okay, a parte lo spam occulto ( e neanche tanto), bene o male, spero sia abbastanza leggibile anche non sapendo la storia :)

Concludo con un ringraziamento a coloro che leggeranno, commenteranno etc. Se avete critiche, consigli, domande, quello che è, non esitate! Mi fa solo piacere! :)
Vi aspetto!

Ciao ciao!

Elena

  
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