A Giulia
Volevi ti dedicassi qualcosa? Peggio per te! :)
Foto
Compromettenti e Cioccocalderoni
Ripieni
Albus
Severus Potter non era mai stato così nei guai.
Se mai
avesse immaginato la portata dei casini in cui si sarebbe cacciato non
l’avrebbe mai e poi mai fatto. Mai.
Probabilmente
non si sarebbe neanche alzato dal letto quel giorno. Magari anche per
tutta la
settimana.
Così, giusto per essere sicuri.
Invece,
l’infida fortuna, o per meglio dire sfortuna,
l’aveva buttato giù dal letto. E l’aveva
fatto troppo Serpeverde.
Esattamente.
Se fosse stato
un po’ più Grifondoro o Tassorosso tutto questo
non sarebbe successo. Figurarsi
poi, se fosse stato Cornovero. Quelli erano intelligenti. Di sicuro non
avrebbero neanche pensato di mettere piede fuori dal comodo baldacchino.
E invece lui
era Serpeverde. Un gran bel Serpeverde, si poteva concederglielo, ma
questo,
stavolta, non gli sarebbe servito assolutamente a niente.
Lui era un
Serpeverde in tutto
e per tutto e non
era proprio riuscito a rifiutare un patto che gli potesse fruttare
così tanti
vantaggi. Al di là delle dubbie implicazioni morali e delle
effettivamente
basse possibilità di sopravvivenza.
Puoi farcela, Al. L’hai fatto altre
volte.
Supererai anche quest-
« ALBUS SEVERUS POTTER! »
No.
Non avrebbe superato proprio un bel niente, questa volta.
Se non, forse, quel sottile confine tra la vita e la morte.
Ahia.
« COSA DIAVOLO CREDI DI AVER FATTO?
»
Per un momento rimase quasi affascinato dal ruggito
animalesco che lo
raggiunse dalla fine del corridoio e non ebbe bisogno di voltarsi per
immaginare la scena dietro di sé.
Quell’incedere minaccioso era famoso in tutta la scuola.
Correva voce che, addirittura la McGranitt, un tempo, da giovane,
avesse camminato così per i corridoi, incutendo un simile
timore misto a
reverenza. Tutti, almeno una volta nei loro sette anni di scuola,
avrebbero
dovuto vedere quello spettacolo. Ovviamente solo osservarlo. Nessuno
sano di
mente avrebbe mai e poi mai voluto essere alla fine del corridoio.
Lui, infatti, sarebbe volentieri sprofondato nel pavimento.
« TU! PICCOLO INUTILISSIMO BASTARDO!
ENORME E GRANDIOSO STRONZO! »
Si girò cautamente ( non sia mai che lo
schiantasse alle spalle ) e si
spiattellò sul viso un sorriso finto come il nuovo orologio
di Nott.
« Ehi, Rub. Qual buon vento? »
domandò, accennando tentativamente ad
uno dei suoi sorrisi. Era uno di quelli speciali, che gli avrebbero
potuto far
ottenere una O in praticamente tutte le materie degne di questo nome.
E,
probabilmente, appuntamenti per i successivi otto week-end a Hogsmeade.
Ovviamente servì solo a farla arrabbiare ancora di
più.
« NON PUOI AVERLO FATTO! NON PUOI ESSERE
COSI’ FOTTUTAMENTE IDIOTA! »
urlò la ragazza a pieni polmoni, stringendo i pugni
convulsamente e digrignando
i denti.
« Non posso? »
pigolò, abbandonando il sorriso per tentare la sua
ultima carta.
Era un rischio.
Uno bello grosso.
Che poteva decretare la sua condanna definitiva.
Mise su una delle sue più ispirate e compartecipi facce da
cucciolo
bastonato, sbattendo sapientemente le lunghe ciglia nere e spalancando
gli
occhi verdi.
Se avesse avuto uno specchio in quel momento di sarebbe complimentato
con se stesso, perché, sul serio, avrebbe potuto commuovere
Lord Voldemort in
persona.
Ma, purtroppo per lui, davanti non aveva Voldemort ma una Ruby Drake
grandiosamente incazzata.
« Oh, non osare! »
sibilò, piantonandosi davanti a lui a gambe larghe
e perforandolo con uno sguardo di puro odio. Gli piantò un
indice sullo sterno
con violenza.
« Dimmi. Lo hai fatto davvero?
» chiese, assottigliando gli occhi.
« No. Certo che no. »
Direttamente dal manuale del buon Serpeverde.
Negare sempre. Anche l’evidenza.
« Non mentirmi! »
strillò lei, spingendo ancora di più il dito sul
suo
petto.
Per un attimo pensò di lamentarsi ( Ehi!
Aveva ancora bisogno della
cassa toracica! ) ma poi tacque, preferendo di gran lunga quel dito
alla
bacchetta.
Sapeva bene che sarebbe stato facile per lei friggerlo completamente
in un attimo di rabbia. Magari senza neanche volerlo.
Brutti attacchi di magia involontaria.
Rimase zitto, aspettando.
« Lo hai fatto. Certo che lo hai fatto.
» borbottò, staccando
finalmente il dito.
Trattenne un sospiro di sollievo.
E fece bene a trattenerlo, visto che tre secondi dopo la ragazza lo
afferrò
brutalmente per la cravatta e lo trascinò verso il basso,
portandolo al suo
livello ( piuttosto basso, bisognava ammetterlo) per fissarlo negli
occhi e
strozzandolo impunemente durante il tragitto.
« La tua motivazione, infido bastardo?
»
« Uhm » grugnì,
cercando di non tossire a causa del laccio che gli
stritolava il collo.
« Parla finché ne hai la
facoltà! » minacciò lei.
Sbarrò gli occhi quando sentì
una pressione sullo stomaco.
La tanto temuta bacchetta era infine arrivata.
Addio futuri piccoli
Potter. Spero proprio che Lily si dia da fare altrimenti Pà
non li vedrà
neanche in cartolina i nipotini..
Oh, non aveva dubbi su dove sarebbe andata a
colpire quella pazz-
« OHI! STO PARLANDO CON TE! »
urlò di nuovo, a distanza dannatamente
troppo ravvicinata perché i suoi timpani potessero
sopportarla incolumi.
« Okay, okay. Mi ha promesso
l’uso esclusivo della Mappa e del
Mantello tutto l’anno. Era un’offerta che non
potevo rifiutare. »
« Potevi rifiutare sì!
Gliel’avremmo rubati, razza di idiota! »
ringhiò.
« Ma sarebbe stato una seccatura.
Così Derrick non ci prenderà mai più,
Rub! »
« E non chiamarmi Rub, stronzo! Lo sai
cos’ha fatto? Eh, lo sai? »
« Cosa? » chiese, visibilmente
incuriosito.
Era una delle cose che lo avevano tormentato di
più.
Cosa ne avrebbe fatto James di quella foto?
E soprattutto, si era chiesto più e più volte,
sarebbe stato così
umiliante da
costargli qualcosa di molto
prezioso, che fosse la vita o la futura prole?
Evidentemente ci era andato vicino.
« Ne ha fatto delle gigantografie.
Giganti, Al. Enormi. E le ha appese
in tutte le Sale Comuni. Anche nella Sala d’Ingresso.
»
Ah. Ahah. Ahahahahahahah.
Suo fratello era un fottuttissimo genio.
« Oh » sussurrò
invece , mantenendo una perfetta maschera di
compostezza.
Aveva imparato dalla migliore, del resto.
« Oh? E’ tutto quello cha hai
da dire, razza di cretino?! »
« Sì. Credo di non avere
altro. » disse, facendo spallucce.
O la va o la
spacca.
Gli occhi scuri di Ruby lampeggiarono di rabbia,
cancellando
completamente le sfumature blu dell’iride e la sua mano
sinistra si strinse
convulsamente sulla cravatta.
Albus pensò che avrebbe dovuto necessariamente farsela
stirare dagli
elfi visto che non era mai riuscito a padroneggiare bene
quell’incantesimo.
Che seccatura.
La ragazza prese fiato per sibilare qualche altro insulto ma Albus
l’interruppe.
« Senti, non sono io che ho cominciato
questa sfida “all’ultimo scherzo”
con James.. »
« Ma non dovevi neanche aiutarlo, razza
di infame! » s’indignò lei,
mollando la cravatta per piantarsi le mani sui fianchi in una
terribile, quanto
mai fedele, imitazione di sua nonna Molly.
« Era un’ottima offerta
» disse semplicemente.
La ragazza gli lanciò un altro sguardo
perforante e, giratasi di
spalle, si allontanò tutta impettita, schiumando rabbia e
urlandogli dietro «
Guardati le spalle, Potter! »
Albus si passò due dita nel colletto,
massaggiandosi nervosamente il
collo.
Era decisamente e, senza possibilità di appello, nei guai.
° °
° °
Oh se gliel’avrebbe fatta pagare a quel
cretino!
La Mappa e il Mantello!
Sul serio, come se non potessero semplicemente prenderseli!
Ma si poteva essere più idioti?
Che poi, perché diavolo aveva ancora quella foto? Pensava di
aver
distrutto tutte le copie, dannazione!
Ruby Drake non era mai stata umiliata tanto. Non da
quello che si
supponeva fosse il suo migliore amico e da quell’altro
ingrato che, sempre per
mera e pura speculazione ormai, doveva essere una specie di fratello.
Quando aveva iniziato la sfida con Jamie ne era stata contenta. Si era
sempre chiesta chi dei due avrebbe avuto la meglio, se messi
l’uno contro
l’altra.
La sua personale idea era che, non convogliando più le
energie di
entrambi verso uno stesso scopo, i risultati sarebbero stati
catastrofici.
Per la scuola ovviamente, mica per loro due.
Per la prima settimana le sue supposizioni si erano rivelate esatte
con l’incendio di una delle serre, uno scontro fratricida fra
armature nel
corridoio del settimo piano e
il
ribaltamento del tavolo di Serpeverde a cena.
Ma poi quella mattina aveva trovato una sua foto gigante appesa in
Sala Comune. E non una foto qualsiasi, ma una terribile
rappresentazione di un
suo dopo-sbronza particolarmente acuto e devastante.
Senza scendere nei dettagli, aveva le mutande di James in testa e
abbracciava disperatamente il peluche Tommy, in lacrime e urlando che
nessuno
le voleva bene.
Grazie a Merlino nelle foto non c’era l’audio.
Ovviamente aveva tentato di staccarla ( di bruciarla, in
realtà ) ma
c’era quel dannato Incantesimo di Riconoscimento che aveva
trovato Al durante il
primo anno e che impediva qualsivoglia modifica all’incanto
base, se non da
colui che per primo l’aveva lanciato.
E James era introvabile, manco a dirlo.
Aveva creduto che la sua umiliazione si limitasse ai suoi compagni di
Casa ( già difficili da gestire per conto loro! ) ma aveva
capito ben presto
che la cosa si era ripetuta in tutte le Sale Comuni.
La sua contentezza poi, quando aveva visto quella della Sala
d’Ingresso. Gioia e gaudio.
E il colpevole era solo uno.
L’autore della foto.
Il suo supposto amico.
Quell’infame bastardo.
Albus.
Oh se gliel’avrebbe fatta pagare,
pensò aggiungendo delle foglie di
Tricorno al calderone. Si ritrasse in fretta ma non successe nulla. La
imbottigliò con cautela e, pulito il calderone con un rapido
colpo di bacchetta,
saltellò via dal bagno al secondo piano dove si era
rifugiata.
Beh, è
fatta.
Questa lo dovrebbe sistemare!
Ruby Drake era così contenta che la
pozione non le fosse esplosa come
era consuetudine, che non pensò minimamente di controllare
quale dovesse essere
il colore finale del Decotto-Erutta-Acne.
E cioè un bel arancione acceso, invece
del suo blu elettrico.
° °
° °
« Ohi,
Scorp, ci sei? » chiese
Albus entrando nel dormitorio maschile del quinto anno.
Sbriciò in giro con cautela.
Dalla minaccia della mattina si aspettava continuamente un tiro
mancino da parte di quell’esaurita di Ruby.
Certo, ora che era passato davanti alla foto, doveva ammettere che in
effetti era stata una carognata. Ma, insomma, se lei non si fosse
cacciata in
situazioni di questo genere, non sarebbe successo un bel nulla.
Così imparava ad impelagarsi in stupide sfide con quello
spostato di
suo fratello.
Ben le stava.
Aveva voluto l’Ippogrifo? Ora se lo doveva cavalcare!
« Scorp? » indagò
ancora, sentendo la voce dell’amico venire dal
bagno, sotto il getto della doccia.
Il suo migliore amico interruppe una pessima
interpretazione di “Like
a Virgin” di Madonna (una vecchia cantante babbana che
piaceva tanto a Rose ) e
gridò di rimando: « Al? Com’è
che non sei ancora morto? »
« Sto aspettando! » rispose,
alzando gli occhi al cielo.
Solo perché Ruby era
un’isterica da manuale non voleva dire che tutti
dovessero trattarla con i guanti.
Giusto?
« Ah! Se devi morire sanguinando, non mi
sporcare il letto. Lo sai che
mi fa un po’ senso il sangue! »
ridacchiò lui e continuò a cantare.
Albus grugnì e si buttò sul
letto dell’amico con un tonfo.
L'importante nella vita è avere l'appoggio degli amici, no?
Mancò di poco una scatoletta appena aperta con un
bigliettino vicino.
Lesse le due brevi righe che vi erano scritte in un ridicolo inchiostro
fucsia.
Non riconosceva la scrittura. “A Scorpius, il ragazzo
più bello della scuola.
Una tua ammiratrice segreta” .
Benissimo. Come se l’ego di quel pallone gonfiato non fosse
già
sufficientemente enorme.
Sbirciò la confezione dall’incarto colorato.
Cioccocalderoni Ripieni di Mou al caramello.
Ah! Alla ragazzina era andata molto male. Scorpius odiava quella roba.
Aprì la confezione e prese un cioccolatino.
A lui in compenso, non dispiacevano affatto.
Ne ingoiò uno in un colpo e ne prese un altro.
Che strano, sapeva un po’ di vaniglia.
Buono però.
Era già arrivato al settimo cioccolatino quando
sentì il getto della
doccia chiudersi e Scorpius trafficare in bagno.
Aveva l’ottavo in mano quando si spalancò la porta
e ne uscì Scorpius
canticchiando a mezza voce.
« Oh vedo che hai apprezzato! »
ghignò il ragazzo, aggiustandosi
l’asciugamano che portava in vita.
Improvvisamente Albus non capì
più nulla.
° °
° °
In un primo momento Scorpius non riuscì
proprio a capire cosa fosse
successo.
Albus aveva abbandonato la cioccolata e lo guardava come se non
l’avesse mai visto prima in vita sua. Aveva gli occhi
spalancati tondi tondi e
dardeggiava lo sguardo dalla testa ai piedi, squadrandolo.
« Al, tutto bene? »
Il ragazzo davanti a lui non rispose ma sorrise
stupidamente, con la
faccia più ebete che avesse mai visto sulla faccia della
terra. Neanche Matthew
arrivava a certi livelli.
« Scorp? » chiese con un filo
di voce.
« Sì? » rispose
interdetto, inarcando le sopracciglia.
« Io ti piaccio? »
« Cosa?! » sbottò
Scorpius incredulo.
Che Ruby lo avesse colpito in testa?
« Io ti piaccio? »
ripeté lui, guardandolo con adorazione.
Santo Salazar.
L’unica volta che aveva visto
quell’espressione sul viso del ragazzo
era davanti al trattato di Paracelso sui Decotti Trasformanti.
« Ehm » borbottò
cautamente « Certo. Sei il mio migliore amico »
« Ah sì, sì
» annuì lui, contento. Il sorriso ebete non era
del tutto
scomparso ma si stava lentamente trasformando in uno molto
più preoccupante.
Quel genere di sorrisetto che avrebbe fatto prima di invitare una
ragazza ad
Hogsmeade.
L’espressione del gatto con il topo.
« Albus cos’hai? »
chiese Scorpius, il velo di preoccupazione sempre
più palpabile.
« Niente, niente. Sto benissimo.
»
« Non mi sembra »
puntualizzò, incrociando le braccia al petto, un
po’
per sottolineare il suo disappunto, un po’ perché,
coperto dal solo asciugamano
in vita, cominciava a sentirsi molto a disagio sotto quello sguardo che
aveva
raggiunto i limiti
del famelico.
« Ma sì, ma sì.
» borbottò alzandosi dal letto, sempre concentrato
su
di lui.
Inciampò mentre si rimetteva su e a
Scorpius venne naturale farsi
avanti per sostenerlo, sebbene tre secondi prima stesse istintivamente
indietreggiando verso la porta.
Albus barcollò e si stabilizzò poggiando i palmi
aperti sul suo petto.
Rimase così, insolitamente fermo, il capo piegato in avanti
che gli sfiorava la
spalla.
Scorpius rabbrividì dal freddo che il respiro del ragazzo
gli
procurava sulla pelle bagnata.
« Scorp sono innamorato »
comunicò il ragazzo in tono sognante,
stringendosi in quello strano abbraccio.
Scorpius si rilassò visibilmente.
Finalmente!
« Era ora, Al » disse
supportivo, dandogli una pacchetta soddisfatta
sulla spalla.
Albus alzò il capo di scatto e prima che
Scorpius potesse realizzare
che c’era davvero qualcosa che non andava in quello sguardo ,
posò le labbra
sulle sue con foga.
°
° °
°
Ruby Drake non avrebbe mai più
dimenticato quella scena.
Anzi, per i mesi successivi le sarebbe capitato
spesso di svegliarsi
un po’ accaldata e con le guance arrossate nel bel mezzo
della notte, in
seguito a sogni un po’ imbarazzanti.
Non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura e, di certo, non
sarebbe andata a dirglielo, ma li aveva trovati decisamente eccitanti.
Ovviamente, quando era andata, insieme a
metà della Sala Comune
Serpeverde, a documentare, armata di macchina fotografica, la disfatta
di
Potter, non si sarebbe mai e poi mai aspettata una cosa del genere.
Le sue aspettative avevano contemplato diverse e
varie ipotesi dalle
quali sarebbe comunque uscita vendicata. Quella sperata, era di trovare
Albus
in preda ad un attacco acuto di acne purulento. In un’altra
sia Al che Scorpius
pieni di pustole (
anche se le sarebbe
dispiaciuto per Scorpius, ritenuto innocente fino a prova contraria ).
Oppure,
ipotizzando di aver sbagliato la pozione – evento non
così improbabile-
addirittura avvelenati ( sempre con una certa dose di dispiacere,
doveva
confessarlo).
Di certo non avrebbe mai immaginato di trovarli
aggrovigliati sul pavimento,
Albus a cavalcioni di uno Scorpius seminudo, che lo baciava con
veemenza mentre
l’altro lo tirava per i capelli- non si capiva bene se in uno
scatto di
passione sfrenata o nel tentativo di scollarselo di dosso.
Per una volta- la prima e ultima della sua vita,
sperava- si trovò d’accordo
con Matthew Greengrass che da dietro le sue spalle disse solo:
« Oh, merda! »
Dopo il primo attimo di stupore assoluto- durante
il quale rimase a
fissare il tutto con la bocca spalancata in un’espressione
idiota- provvide ad
immortalare la scena più volte e cominciò a
ridacchiare dei tentativi, ora
palesi, di Scorpius di levarsi il ragazzo di dosso.
« Ah! » mugolò
« CHE SCHIFO, AL! »
Le sue proteste venivano beatamente ignorate e
Albus continuava a
tentare di tenerlo fermo sul pavimento, baciando ogni centimetro
disponibile
che riusciva a raggiungere.
« Me lo levat- eeeh! »
protestò « Di dosso! Bleah! »
Inizialmente nessuno mosse un dito,
nell’ilarità generale, e solo il
provvidenziale Incantesimo Delle Pastoie Total- Body di Alex Zabini
fermò
Albus.
Ruby non vide cosa successe dopo perché se la
svignò elegantemente, ma
le fu raccontato poi dalle ragazze presenti ( che, giustamente, non si
erano
perse neanche mezzo secondo dello spettacolo) che era stato necessario
legare
Albus per impedirgli di assaltare nuovamente Scorpius, fra una
dichiarazione di
amore imperituro e l’altra.
°
° °
°
Ci vollero ore per trovare l’antidoto. Il
Professor Flamel impiegò un
lasso di tempo estenuante per liberare il suo pupillo dalla dose
più massiccia
di filtro d’amore che avesse mai visto somministrata. Non
giovava neanche il
fatto che la pozione, ritrovata dentro dei Cioccocalderoni Ripieni, gli
fosse del
tutto sconosciuta.
Se non avesse saputo meglio, avrebbe pensato di trovarsi dinnanzi a un
nuovo genio delle pozioni. Invece, dalle supposizioni inviperite del
giovane
Malfoy ( per altro, probabilmente esatte) appariva chiaro si fosse
trattato di
un errore.
In ogni caso, avrebbe dovuto aumentare il voto della Drake.
°
° °
°
Il mattino successivo, dopo l’affissione
di nuove foto, per
la gioia di gran parte della
popolazione femminile di Hogwarts, sopra quelle della sbronza di Ruby
Drake,
James Potter, che già si era dato alla macchia da qualche
giorno, venne
raggiunto da Albus Potter e Ruby Drake, mentre Scorpius Malfoy metteva
a ferro
e fuoco la scuola nel tentativo di trovarli per far sapere loro
chiaramente il suo parere sull’intera
faccenda.
°
° °
°
Quella sera stessa, due uomini, ricevute delle foto
per posta da un
mittente anonimo, rischiarono l’infarto.
Sempre quella sera, gli stessi due uomini, si presero una sbronza
colossale al Paiolo Magico, tanto grande che l’indomani,
persino la Gazzetta
Del Profeta avrebbe riportato, nella pagina di cronaca mondana, una
loro foto
al bancone del bar, abbracciati, che cantavano a squarciagola la triste
canzone
di Odo l’eroe morente, sotto al titolo “
Il
Salvatore Del Mondo Magico e l’Ex-Mangiamorte: i poteri
dell’alcool”.
NdA
Saaaalve a tutti!
Prima di tutto: Disclaimer!! Ovviamente Harry Potter e tutto il suo mondo non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro.. Altrimenti sarei in giro per il mondo a quest'ora!
Detto questo, questa storia mi
è venuta un po' così, a casaccio,
in un momento di esaurimento e dovrebbe essere una sorta di spin-off
malsana di una mia long " La Stanza Che Non C'è", che
è la storia che ho pubblicato per ora e che fa parte di una
serie.
Dico dovrebbe perchè non sono del tutto sicura che la
inserirò mai nella storia vera e propria. Si
vedrà xD
Per chi dovesse conoscere già la storia, i personaggi li conoscete e, penso sia tutto abbastanza chiaro ( se non lo è, liberi di chiedere xD ). E' ambientata nel quinto anno, quindi avete un mini-scorcio di come saranno, anche se, sono stata brava a non spoilerare troppo :P
Per chi invece non dovesse conoscerla, vi consiglierei di leggerla e magari recensire xD No, okay, a parte lo spam occulto ( e neanche tanto), bene o male, spero sia abbastanza leggibile anche non sapendo la storia :)
Concludo con un ringraziamento a
coloro che leggeranno, commenteranno etc. Se avete critiche, consigli,
domande, quello che è, non esitate! Mi fa solo piacere! :)
Vi aspetto!
Ciao ciao!
Elena