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Autore: chocolat_16    20/02/2013    1 recensioni
-credete nell'amore a prima vista ?? io prima di conoscerlo non credevo potesse esistere-
Miki è una ragazza di 16 anni, capelli castani dorati, lunghi e mossi, occhi color nocciola, un pò bassina, corporatura snella e un carattere deciso e forte.
per le vacanze estive è sempre stata solita andare con la famiglia in un paesino della calabria ma la sua ultima estate fu completamente diversa. Inizialmente si mostra contraria alla scelta dei suoi di cambiare luogo, poi però l'isola infernale e paradisiaca e l'incontro con un ragazzo misterioso le faranno cambiare idea. cosa le riserverà questa vacanza ??
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il mio nome è Michela, Miki per gli amici, e vi sto per raccontare la storia del mio primo amore che ebbe inizio durante un’estate calda, di quel caldo che di tutto il giorno non riuscivi a sopportarne nemmeno la sera, quando l’aria fresca arrivava a risanarti dopo una lunga giornata passata a prendere il sole in spiaggia.
Ero in vacanza a Stromboli, vulcano ancora attivo ! l’idea di andarci non mi attirava per niente considerando la mia negatività in fatto di incidenti, però le scelte dei miei non le potevo cambiare, l’unica cosa da fare era adattarsi e accettare l’idea che avrei passato la peggior estate della mia vita.
Di solito io e la mia famiglia per le vacanze restavamo sempre in un paesino della Calabria. Stromboli insieme a Lipari e Silicudi erano solo gite che duravano un giorno, ma “fortunatamente” la mia mamma ebbe questa fantastica idea di passarci l’intera estate.
Avrei dovuto rinunciare a vedere i miei amici e la cosa mi rendeva così triste, avevo solo un mese all’anno per vederli ma adesso avrei dovuto aspettare un altro anno, ero così arrabbiata con i miei.
Tra questi amici c’era anche il mio migliore amico, che rendeva ogni giorno d’estate fantastico e indimenticabile, insieme facevamo tutto, conoscevamo ogni singolo posto del nostro paesino, ci divertiva cercare ogni anno posti speciali e nascosti da definire nostri e a difenderci dai pericoli c’erano due cani che ci inseguivano sempre : Teo e Mose.
 Due cani molto simili anche se la razza era diversa, entrambi color crema, di grandezza media.
Teo era il più vecchio, occhi da “cane vissuto” ma terribilmente dolci, aveva uno sguardo da furbone, coda lunga, sempre dritta con un pennacchio bianco alla fine, orecchie soffici assomiglianti a quelle di una volpe e zampe con “calzini” bianchi.
Eravamo legati da uno strano legame, inizialmente a venirmi dietro era solo lui, e ogni volta che me ne andavo, stava con me fino alla fine per poi farmi le feste ogni volta che tornavo.
Aveva la buffa e divertente caratteristica di fare la pipì su ogni ruota che vedeva, sembrava quasi volesse far infuriare apposta i proprietari della macchina.
Mose invece sembrava incredibilmente stupida, ma era di una dolcezza diabetica ! al contrario di Teo lei era tutta crema e molto più chiara di Teo, con due occhioni così sensibili che ti facevano venire voglia di mangiartela.
Anche lei come Teo ha cominciato a seguirmi e ad aspettarmi ogni anno, la sua caratteristica più buffa era il suo modo di correre, ogni volta sculettava e teneva le gambe distanziate.
Mi stavano sempre vicini, uscivo di casa e loro erano li pronti a difendermi, ogni anno mi aspettavano, appena arrivavo giù mi facevano le feste.
 Non avevo intenzione di rinunciare a tutto quindi provai a parlarne con i miei, la mia idea era quella di rimanere a casa del mio migliore amico visto che i nostri genitori si conoscevano ma purtroppo sembrava che niente riusciva a smuoverli, avrei dovuto passare l’estate con loro perseguitata dalla noia e dalla rabbia.
Così arrivò il giorno della partenza, per tutto il viaggio non spiccicai parola, mia mamma e mio padre mi sorridevano tentando di farmi passare la rabbia, non avevo intenzione di ricambiare il sorriso, avevano rovinato la mia estate e io volevo solo starmene da sola, ero così irritata ! un intero mese ! beh ormai mi ero arresa .
Riguardo al posto tralasciando che se il vulcano avesse eruttato davanti ai miei occhi sarei morta di infarto, a Stromboli si stava bene!.
 Pace assoluta, atmosfera rilassante, le case erano come quelle della Grecia: azzurre e bianche con scalinate e disegni particolari che rispecchiavano gli interessi di coloro che abitavano nella casa; per esempio ho avuto l’occasione di conoscere una coppia che aveva disegnato in una mattonella vicino al citofono un gatto, ovviamente parlando con loro è venuto fuori che, indovina erano amanti dei gatti.
Il mare non era dei migliori, era scuro come la sabbia e i sassi, il colore era dovuto all’attività del  vulcano, niente di che per me, sembrava una semplice isola con poca gente, pochi colori, poche particolarità.
Quando però la città si spegneva accadeva ciò che mi spaventava di più, ma nonostante il terrore che ripongo per il fuoco e per i vulcani non potevo fare altro che rimanere abbagliata da quel fantastico fenomeno che per quante volte guardavo riusciva sempre a togliermi il fiato. L’isola noiosa e monotona diventava per me la cosa più vicina al paradiso, in tutti i sensi !.
Cielo color notte intenso, in città un cielo così lo puoi solo sognare, ricoperto da un infinità di stelle che sfumavano, risplendendo così tanto da “accendere” l’isola.
Le sorprese che mi riservava quest’isola non erano finite, se t'imbarcavi ad illuminarsi non era solo il cielo, ma anche il mare, quel mare scuro aveva delle “stelle”, delle meduse bianche che avevano la capacità di diventare luminose e così quell’acqua così scura si illuminava, tutto la notte si accendeva: mare, cielo, l’intera isola. Quella magia era riuscita a farmi cambiare idea, anche se ero sola con i miei, se non avevo i miei amici, non m'importava volevo stare in quel paradiso fino a quando non mi fossi stancata ( cosa che pensai fosse molto improbabile).
Guardavo tutto interessata, allerta e con gli occhi che mi brillavano dallo stupore, se quello era il paradiso, ci sarei stata in eterno. Senza inferno non ci può essere il paradiso? A prendere il mio interesse fu il vulcano che cominciò a eruttare, nella notte accesa ogni tanto spiccava una leggera fiamma incandescente e in tutto quel silenzio si sentivano solo gli << oh >> dei turisti che come me rimanevano a bocca aperta, guardavo l’eruzione impaurita ma allo stesso tempo affascinata, quell’isola poteva offrirmi molte cose che in un pomeriggio non sarei riuscita a vedere, quella per me era passata da essere una semplice, noiosa, terrificante isola ad essere l’isola dell’inferno e del paradiso.
A renderla tale non furono solo le sue fantastiche caratteristiche ma anche il fatto che lì incontrai il mio primo amore, il mio lui, che mi rese la sua lei, quella divenne la nostra isola, che ci aiutò a far crescere il nostro amore e così la mia estate divenne un inferno e un paradiso due cose così diverse ma che per sopravvivere devono servirsi l’una dell’altra come bene e male, come amore e dolore, due facce della stessa medaglia, entrambi affascinanti e misteriose.
  
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