Capitolo 1.

“dai kat, liberati, lasciati andare, salta giù muoviti e non romperti una caviglia, voglio andare alla festa non all’ospedale io” mi dice ridendo la mia migliore amica, harper.
“har non ci riesco, non sono una ragazza da festa, o da sgattaiolare fuori”

… -mi presento, mi chiamo katniss everdeen, ho 18 anni, sono una ragazza beh non proprio normale, adoro le feste, ma quando mi autorizzano i miei genitori, sono single, la mia migliore amica si chiama harper, frequentiamo il quarto anno di liceo scientifico, siamo una specie di secchione, non ci definirei proprio così ma più o meno lo siamo-
Esco di casa dalla finestra, “allora, com’è evadere il secondo giorno di vacanze estive?” mi tira una pacca sulla spalla, “ahi, tu e la tua delicatezza, beh diciamo che sono in punizione per la pagella merdosa e che sono rimandata in due materie, beh, per ora è normale, se mi beccano sono morta”

Arriviamo alla festa con l’auto di harper, lei aveva già preso la patente, mentre i miei non volevano, dicevano che era pericoloso, sisi certo.
“quindi, questa è la festa, ma di chi?” ero, ansiosa,
“beeeeeh, di un ragazzo” dice vagabondando con le braccia
“avevo intuito che era di un ragazzo, è pieno di barbie” sorrido prendendola per un braccio.

Entriamo, e non riuscivamo neanche a camminare, la musica era altissima, dopo un po’ perdo di vista harper, lo sapevo, la fine sarebbe stata quella, praticamente ero rimasta sola, avevo pantaloncini corti, e una maglia della brandy, e le mie vans, oh tenere vans, prendo un bicchiere di plastica pieno di birra, mi faccio spazio tra la gente e poi esco fuori, ne avevo le palle piene già.
Mi siedo sugli scalini della veranda, butto giù un sorso e poi mi metto a pensare, prima di tutto come facevo a rientrare a casa, e secondo, di chi era la festa.

“non ho mai visto una ragazza bere un bicchierone di birra come fai tu” mi dice una voce calda e misteriosa(?)
“oh questo? Beh, ehm, dico solo che mi piace la birra ma ehm, alcune volte quando bevo esagero” accenno un sorriso portandomi il bicchiere alle labbra e buttando giù un altro sorso guardando nel vuoto.
Quella persona misteriosa si siede vicino a me e striscia col sedere avvicinandosi.
“come ti chiami ragazza con i capelli scuri?” si avvicina sempre di più.
“katniss, piacere” dico guardando un albero.
“katniss, perché non mi guardi in faccia? Comunque piacere harry” dice porgendomi la mano, sempre senza guardarlo glie la stringo “mi dici perché non mi guardi?” fa una piccola risatina tra se e poi torna normale
“sai, non ho voglia di guardare ragazzi” dico ridendo sotto i baffi.
“sei lesbica?” mi dice serio.
“ma anche no, mi piacciono i maschi, ma ora non ho voglia”
Harry mi prende il viso e lo volta verso di lui, beh wow, era spettacolare, il suo sorriso, i suoi occhi e i suoi capelli.
“beh, ora che mi hai guardato ti senti meglio” mi fa l’occhiolino
“no” gli rifaccio l’occhiolino.
“sono così orrendo” dice mentre mi alzo.
“no, è che non ti conosco, scusa, devo ritrovare la mia amica, e andare via, devo entrare in casa prima che i miei scoprono che sono qui”
“uuuuh esci anche senza autorizzazione, mi piace, sei trasgre” ride, e mi faceva morire.
“scusa, vorrei restare a parlare con te, ma devo proprio andare, ci sentiamo eh” dico salutandolo con la mano.
“ma non ho il tuo numero” dice a bassa voce, cercando di fermarmi, ma vado avanti.

Cerco harper ovunque, dopo la trovo ad un albero, “ti stavo cercando” dice,
“anche io” gli sorrido, e poi ci avviamo verso l’uscita di casa, rivedo il ragazzo di prima che mi fa un cenno con la mano e mi sorride, come se fossimo amici, bah, lo guardo e poi usciamo.

“che succede se ti beccano?” dice alessia mentre guida.
“beh, sono morta, in punizione a vita, e queste vacanze passeranno una merda” scherzando.
“beh, ok, stai attenta a salire, non farti male”.
Ci salutiamo e poi salgo in camera, mi tolgo le scarpe per fare meno rumore possibile e mi metto nel letto senza cambiarmi.

La mattina dopo speravo solo di avere un aspetto normale, mi sveglio, vado in bagno e mi strucco, e mi metto in pigiama, appena scendo i miei genitori erano pronti a farmi un interrogatorio.
“allora, io e tuo padre abbiamo deciso che…” dice tenendomi sulle spine.
“ditemi forza”
“allora, visto che ieri sera sei stata a letto, tranquilla, abbiamo pensato di farti un regalo, allora, tuo padre tra una settimana ha invitato dei suoi clienti a cena, e hanno un figlio e una figlia e un figlio, devi starci un po’ insieme per quella sera”
“e questo sarebbe il regalo? È un castigo, almeno dimmi che non sono dei nanerottoli nelle elementari” dico incrociando le dita.
“un ragazzo ha la tua età, e gli altri due sono piccoli, vanno alle materne” dice mio padre rassicurandomi.
“quindi, ok, vabbene, adesso? Cosa faccio?” facendo la faccia dolce.
“adesso? Adesso vai in camera e fai i compiti” dice mia mamma indicandomi le scale.

Vado su, pensando che non mi avessero beccato, quindi da una parte un po’ di giorni a casa me l’ero risparmiati, mi metto alla scrivania, ero immersa nello studiare quando mi arriva un sms, sconosciuto, c’era scritto:
–quindi kat, che ne dici di un uscita? Eddai, sono felice se accetti-
ma chi cazzo poteva essere? –chi sei?-
-sono il ragazzo di ieri sera quello che non volevi guardare negli occhi-
-come hai avuto il mio numero?-
-un uccellino-
-seriamente-
-allora, ti va una birra insieme a me?-
-sono in punizione, ieri sera non dovevo essere a quella festa-
-ma c’eri, e ti ho incontrato, allora?-
-non posso, scusami-

Dopo quel mio sms non trovo altri messaggi, avrò detto qualcosa di sbagliato? Beh non mi sembrava.