The poor, drummer-elephant.
Notte..
Un assoluto silenzio nella stanza d’albergo-
No, un rumore.
Strano, insistente. Come un ronzio di una radio rotta.
Più forte.
Uno che ruttava nel sonno, ecco cos’era.
La completa oscurità della stanza, venne rischiarata dalla luce, di una lampadina accesa.
George assonato, si svegliò di colpo dal sognare, una torta al cioccolato, da un uomo che inspiegabilmente ruttava nel sonno e anzi a mente più, o meno lucida constatò che ruttava e tossiva nel sonno.
Spostò lo sguardo, per la stanza.
John che dormiva con l’orsacchiotto e si ciucciava il pollice… tutto tranquillo.
Paul con le gambe sul letto, il restante corpo a terra, la bocca aperta, la lingua di fuori… tutto bene.
Continuò a scrutare la stanza, alla ricerca dell’origine di quel rumore fastidioso.
Ed eccolo il colpevole farabutto!
I piedi sullo scomodo, cuscino alla francese, e ai piedi del letto, sotto le lenzuola, il profilo del volto di un uomo, con una montagna a quello che doveva corrispondere ad un naso.
Di nuovo quell’orribile suono.
E il lenzuolo che copriva la faccia, dello sciagurato, che si alzava e si abbassava colpevole, al ritmo del rutto.
Ma non era un rutto, era una forma orribile di un normalissimo russare.
Ma prodotto da un trombone.
Il suono continuava insistente.
Il povero Geo, desiderava di sognare panini e tutte le cibarie che la sua figura poteva ingurgitare senza problemi ( con grande invidia di molti), ma lo sciagurato continuava il suo concerto, un tantino diverso da quello che avevano fatto quella sera.
Si alzò ancora assonnato e arrabbiato, pronto a far di tutto.
Si avvicinò al letto di Ringo, prese un piede dell’inconsapevole trombettiere e lo scosse con forza facendo ruzzolare Ringo che aveva interrotto il suo, lieve russare, avvolgendolo con le lenzuola fino a farlo diventare simile a un bozzolo sul tappeto.
Ora che il concerto era finito, il chitarrista aveva intenzione di tornare a letto, fregandosene di quel cumolo di coperte.
Ma John sonnacchioso, con ancora l’orsacchiotto stretto, si tolse a fatica il pollice dalla boccuccia.
-Che è successo?- chiese con voce piagnucolosa. Ci sarebbe stato meglio una voce da bambino, ma accontentiamoci della voce di Lennon.
-Niente, vuoi ti racconti la favoletta?- George si posizionò sconsolato, accanto al letto di John pronto a fare da baby-sitter.
-Ma per chi mi hai preso?- gli gridò arrabbiato.
Il povero Geo, scosse la testa e ritornò al suo letto e ai suoi sogni, mentre Richard mugolava disperatamente.
Paul si svegliò ed emettendo un ruggito che equivaleva ad uno sbadiglio e poi con voce acuta e candida gli diede il buongiorno a tutti, pensando fosse già mattina.
Si stiracchiò e con gli occhi ancora chiusi, si diresse verso il bagno.
Finalmente.
Crema al latte, miele, gocce di cioccolato-
-Oddio sono cieco!- un grido disperato fece svegliare George dai suoi innocenti sogni.
-È tutto nero ragazzi, non ci vedo!-
Si rigirò disperatamente nel letto.
Perché a lui?
-Prova ad accendere la luce!-
Paul premette il pulsante accanto lo specchio e diventò di nuovo vedente.
-Oh, ma è… notte- mugolò il povero cieco guarito e ritornò nella stanza da letto.
Trovò George nel suo letto con in bocca un cuscino, la testa sul materasso e i piedi distesi sul muro dietro di lui, facendolo stare quasi in verticale.
Intanto il povero trombettiere si era liberato.
-Ma nessuno se n’era accorto?- urlò a Paul che lo guardò allibito e confuso.
Ringo scosse la testa sconsolato e ricominciò a ronfare.
Paul riprese la posizione di prima e si addormentò.
Appena svegliato si sarebbe lamentato col gestore.
Ogni tournée, qualcuno si divertiva a mettersi davanti la loro porta a ruttare e tossire.
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e in un solo pomeriggio , già vi tormento di nuovo con le mie cretinate! xD Può essere che vedendo davanti, sempre, le mie storie, qualche folle si decida a leggerle.
Se leggete, recensite.
bye :)