Fanfic su artisti musicali > Green Day
Ricorda la storia  |      
Autore: Sashuras    21/02/2013    2 recensioni
"Era come se si trovasse al suo fianco. Mentre le labbra si schiudevano in un movimento ormai quasi automatico, la mente prese a vagare. Poteva sentirlo vicino, tanto che percepiva la sua presenza, grande e chiara, e poteva sentire la sua voce, le sue mani che si muovevano a ritmo sullo strumento, i suoi occhi azzurrini che rendevano oro qualsiasi cosa guardassero. Anche solo la sua ‘idea’ era qualcosa di raro, così come la sua presenza, incomparabile.
E adesso lui non c’era, mancava."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Stray Hearts


- Pronto? – squittì la voce di Billie Joe.
- Ciao nano imbecille, coglione e privo di senso di responsabilità! – avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Mikey!
Era da tanto che non lo sentiva; nel centro riabilitativo non era permesso telefonare più di una volta al giorno, tra l’altro, col telefono dello stabilimento, perennemente occupato. Non era neanche passato a trovarlo, ma capiva, forse i piccoli Pritchard gli davano troppa corda per poter anche solo allontanarsi da casa.
- Come stai Michael? – chiese, dopo una breve risata.
- Io bene … c’è, insomma, fisicamente bene. – rispose il biondo dall’altro capo del telefono. Billie Joe scosse il capo, a mo’ di civetta incuriosita.
- Cosa vuoi dire? –
- Che mi manca il mio nanetto preferito. – disse con tristezza.
Sapere che gli mancava era già una gran bella notizia. Non si parlavano da circa due settimane, dalla sera in cui Mikey aveva sfogato tutta la sua rabbia e frustrazione nel vedere il suo migliore amico cedere ad un terribile rivale: la droga. Non che non si fossero mai fumati una canna insieme, ma Billie Joe aveva promesso espressamente di aver chiuso con quella storia. Evidentemente, non era così. Ed è proprio per questo ch’era fortemente convinto che fosse arrabbiato nero con lui, che lo volesse rinnegare come amico, perché Michael Ryan Pritchard sulle promesse infrante non transige.
Ed invece era li, dall’altro lato della linea telefonica, che gli ricordava quanto gli mancasse.
- Dai, racconta – continuò il biondo – qualche bella gnocca da portare a letto li nei dintorni? –
Billie Joe si schiarì la voce – Signor Pritchard, punto primo: sono felicemente sposato; punto secondo: purtroppo no, a meno che non trovi attraenti vecchie zitelle che ti cambiano amorevolmente le lenzuola ogni mattina e ti ricordano il posto di merda in cui ti trovi! –
- Scherzi? Non c’è niente di più sexy! Scommetto che ti servono anche il pranzo in stanza! –
- Mikey, sono in riabilitazione, non in una suite di un hotel di Ney York City! –
- Cercavo di tirarti su il morale … -  Billie era convinto che quel posto gli stesse facendo perdere anche quel poco di umorismo che gli era rimasto.
- Billie – affermò il bassista dopo un breve silenzio.
- Dimmi Mike –
- Ma almeno li portano i perizoma quelle? – Nell’udire quelle parole, Billie Joe scoppiò in un fragorosa e rumorosa risata, il cui eco si espanse per tutto il centro. Un’infermeria si affacciò dal corridoio, chiedendo se fosse tutto a posto (probabilmente il paziente aveva dato di matto!), ma Armstrong la rassicurò e, mentre la donna di mezz’età si allontanava per i bianchi corridoi, le scrutò il fondoschiena.
- Ma che perizoma Mikey, al massimo queste indossano i pannoloni di mia nonna! – ed entrambi risero di gusto.
Bj si stese sul letto, mentre ancora si asciugava gli occhi umettati dalle troppe risate col suo migliore amico. Sentì un gran fracasso provenire dal telefono.
- Pritchard, che stai combinando? –
La risposta la ebbe poco dopo, quando sentì qualcosa strimpellare e delle note, a lui familiari, risuonare dai piccoli altoparlanti dell’apparecchio.
- Canta, Billie Joe – gli disse, con un tono improvvisamente grave – canta, ho voglia di sentire la tua splendida voce. – ma il front-man protestò.
- Ma cosa? Scherzi? Non sono qui per dare spettacolo, Michael! E poi è ancora un inedito, se mi sentisse Rob mi strozzerebbe con le sue stesse mani! – rispose, scherzosamente.
- Bille Joe, canta, per favore – quasi l’implorò Mike che, a contrario, non sembrava affatto divertito. Anzi, sembrava essere davvero serio. Aveva bisogno della sua voce, tanto dolce quando incredibilmente sporca, della voce del suo migliore amico, che lo rassicurasse che fosse tutto a posto e che la rehab era solo un brutto incubo, da cui presto si sarebbero svegliati.
Così Armstrong chiuse gli occhi, rassegnato, ma tuttavia felice della stramba richiesta ricevuta. Ascoltò le note del basso; ovviamente le riconobbe subito. Si schiarì la voce e, non appena arrivò il momento, cominciò a cantare:

I lost my way 
Oh baby this stray heart 
Went to another 
Can you recover baby? 

Oh you’re the only one 
that I’m dreamin’ of 
Your precious heart 
Was torn apart by me and 

You, you’re not alone 
Oh oh and now I’m where I belong 
We’re not alone 
Oh oh I’ll hold your heart 
and never let go 

 
Era come se si trovasse al suo fianco. Mentre le labbra si schiudevano in un movimento ormai quasi automatico, la mente prese a vagare. Poteva sentirlo vicino, tanto che percepiva la sua presenza, grande e chiara, e poteva sentire la sua voce, le sue mani che si muovevano a ritmo sullo strumento, i suoi occhi azzurrini che rendevano oro qualsiasi cosa guardassero. Anche solo la sua ‘idea’ era qualcosa di raro, così come la sua presenza, incomparabile.
E adesso lui non c’era, mancava.

Everything that I want 
I want from you 
But I just can’t have you 
Everything that I need 
I need from you

But I just….

- Just can’t have you… - aggiunse Mike, prima che il cantante potesse finire il suo pezzo. Il tono della sua voce era triste, malinconico; Billie Joe cantò con un tono liberatorio e, senza che se ne accorgesse, aveva attirato l’attenzione dello staff e dei pazienti dell’intero edificio ancora una volta, i quali godevano, ad occhi chiusi, la sua splendida performance.
Si insospettì quando sentì di colpo il basso fermare il suo giro di accordi e dei mugolii prendere il suo posto.
- Michael … stai piangendo? – chiese preoccupato Armstrong.
- No, certo che no, nano del cazzo. Porca miseria, accidenti a te, Armstrong! Accidenti alla tua fottuta voce e accidenti alla tua dannata droga e alla tua smania di voler creare una ‘trilogia’. E stupido io che ti ho anche appoggiato! Avrei dovuto fermarti quando ne avevo la possibilità, avrei dovuto prenderti a schiaffi! -  quasi Billie Joe non fece caso agli insulti o alla rabbia con la quale Michael gli rivolgeva la parola.
Il biondo continuò a ciarlare, un fiume di parole dal quale il moro ne captò ben poche, mentre nella sua mente aleggiava un solo, unico e dolce pensiero.
- Ti amo Michael. Mi manchi. Vorrei averti qui, lo sai? –
- Billie … - rispose l’amico, fermando il suo scrosciare di parole senza senso – Io ti … - non fu in grado di concludere la frase che la linea saltò di colpo. Il cantante osservò lo schermo  del cordless. 60 minuti. Era scaduto il tempo a disposizione per parlare con qualcuno esterno alla clinica.
Con un enorme ‘vaffanculo’ gettò con rabbia l’apparecchio per terra, il quale per poco non si fece a pezzi! Nascose il volto tra i cuscini bianchi. Chiuse gli occhi. Chissà, magari quando li avrebbe riaperti sarebbe comparso Michael, il suo Mike, intento a canticchiare qualche canzoncina mentre osservava i sederi delle infermiere. Ma adesso l’idea di protezione che gli regalava Michael non c’era più, adesso lui era solo.
- Everything that i need, I need from you, but I just can’t have you… - sussurrò per un’ultima volta il cantante, in ricordo di quando il biondo si fiondò a casa sua, con gli accordi e il testo in una mano e il suo fidato basso nell’altra.
Si addormentò, tra il cupo bianco delle pareti della sua stanza e delle sue lenzuola e la voce di Michael Ryan Pritchard,  che ancora riecheggiava nella stanza.


*Angolo autrice*
Ehy, ci si rivede eh **
Okkey, sì, sto passando un momento abbastanza creativo e fertile, in cui le storielle mi nascono come margherite in primavera e funghi porcini in autunno (?)
Quindi se trovate diverse shot in home, tranquilli/e, sono io.
Anzi no, macchè tranquilli/e, preoccupatevi, seriamente, lol
Spero che la shot vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato (suvvia, chi non ama Mike e Billie quando si scambiano effusioni d'ammore**?!)

Un 'long kiss goodnight' a tutti,
Sashuras
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: Sashuras