Londra,
31 ottobre 1984
-Mamma,
posso entrare?
-Ancora
un attimo e ho finito!
Sua
madre gli aveva promesso una sorpresa, per il suo quinto compleanno.
Sarebbe
stata pronta a breve, gli ripeteva, ogni volta che manifestava da fuori
la porta di casa la sua impazienza.
Alla
fine, stanco di aspettare, si sedette per terra con la schiena contro
la porta di legno, giocherellando con le foglie secche.
-Allora
mamma, posso?
-Non
ho ancora finito, aspetta lì.
-Vado
a fare un giro qua intorno, allora. - rispose lui sbuffando, mentre si
alzava con uno slancio.
-Va
bene, ma non allontanarti troppo! - sentì appena la voce di
sua madre, mentre si allontanava senza una meta precisa.
Cominciò
a camminare per le vie deserte del suo isolato, senza che niente
riuscisse a catturare la sua attenzione.
Dopo
cinque minuti di strada, si accucciò in un angolo
periferico, dove non passava anima viva.
'Solo
due minuti, il tempo di riposarmi e torno a casa.'
Chiuse
gli occhi, abbandonandosi alle carezze del vento caldo che gli
sfioravano il viso, scompigliandogli appena i capelli.
Si
risvegliò nello stesso punto, un'ora dopo.
Guardò
distrattamente l'orologio che portava sul polso sinistro, convinto di
aver dormito appena dieci minuti.
Cominciò
a correre in direzione di casa, spaventato dalla reazione che avrebbe
potuto avere sua madre vedendolo tornare così tardi.
Rimase
davanti al suo appartamento per quelle che sembrarono ore.
Fissava
le fiamme con occhi vitrei, quasi spettrali.
Era
immobile davanti a quel macabro spettacolo: con quegli occhi privi di
espressione, seguiva la danza del fuoco che divampava tra le quattro
mura.
Solo
quando le fiamme si furono del tutto spente, si avvicinò
lentamente a ciò che rimaneva della sua casa.
Fissava
un punto indistinto nel nulla, ed avanzava in quell'ammasso informe di
materia scura e fumante, fino a quando non trovò quello che
cercava.
Quella
che era stata un tempo sua madre giaceva lì, con la pelle
annerita dall'incendio, il volto sfigurato e i vestiti strappati.
Si
sedette vicino a lei, prendendole una mano, senza farsi sfuggire
nemmeno una lacrima.
E
rimase lì, immobile, contemplando con gli stessi occhi
vitrei quel triste teatrino.
Fino
a quando le palpebre non gli si chiusero da sole, e lui si
ritrovò in un letto di una stanza bianca.
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