[...]Io mi siedo, il tavolo davanti a me è sporco, indice di trascuratezza. Non c’è bisogno di un tavolo pulito, l’interrogatorio sarà veloce e nessuno si è preoccupato di far trovare la superficie linda e pinta al criminale.
L’indiziato viene letteralmente sbattuto sulla sedia opposta, le manette ai polsi sono strette, e rimarranno su quelle braccia peccatrici ancora per lungo.
Io lo guardo negli occhi, lui non osa fare lo stesso con me.
Il popolo già lo chiama “criminale”, “killer”, “pazzo omicida”.
“Mostro”.[...]