Sono stanco... Infilo le cuffie dell'ipod nelle orecchie. Volume a cannone, seleziono riproduzione casuale e chiudo gli occhi.
Parte la canzone.
La riconosco.
A dire il vero no, ma almeno capisco qual'è.
Non mi ricordo il titolo, e nemmeno chi la canta.
È pure una cover.
Ricordo solo di aver visto il video e di aver notato che la cantante era piuttosto carina. Per quello l'avevo scaricata. Lei e la band dovevano avere più o meno la mia età... comunque non meno di 20 e non più di 25. Non sembravano nemmeno di quelli che se la tirano, ma ragazzi che cercano di diventare famosi grazie a youtube e itunes, inguainati nei loro abiti all'ultima moda e impugnando strumenti appena usciti dal negozio, presi apposta per il video.
Sorrido.
Mi mancano i tempi in cui lo facevo pure io.
Mi manca andare in giro in gruppo carichi come sherpa, trasportando strumenti e amplificatori.
Mi manca sentire i timpani fischiare dopo una prova microfono andata male.
Manca non sentire quello che la gente ti dice dopo 2 ore che le casse ti martellano.
Mancano le risate, gli applausi, la cena dopo la serata con quanto offriva il gestore, la sala di registrazione, lo scrivere musica e provarle ad oltranza finché non si era tutti soddisfatti del risultato. Provare all'infinito gli stessi accordi, i battibecchi tra tastierista e batterista, con la cantante che imprecava con espressioni talmente colorite da far rabbrividire qualsiasi scaricatore di porto, nonostante sembrasse così dolce e delicata.
Una gomitata alle costole mi fa riprendere un attimo. È Claudio.
- Uè, non è che mo' ti metti pure a russare, no? -
- Quando ti sei riposato tu, non ti ho preso per il culo -
- Ma io non sono te -
Non fa una piega.
Mi rendo conto solo ora di aver un bullone della ruota del Lince piantato nella schiena. Mi stacco dall'appoggio improvvisato, sgranchendomi la schiena.
- È successo qualcosa? - chiedo
- No, ma tra due minuti ci muoviamo, bello addormentato -
Sposto lo sguardo, vedo i due gemelli della 125ª Mortai che se la ridono.
- Dormito bene, cucciolo? - mi fa uno dei due.
- Fanculo Alvise -
Mi tende una mano per aiutarmi a rialzarmi. La afferro e mi tiro su.
- Mi chiedo come diavolo fai a dormire, io sono troppo stanco pure per quello -
- Dai, forza - gli rispondo - Tra un po' saremo di ritorno -
- Già -
Cerco di togliere alla meno peggio la polvere che ricopre la mimetica. Guardo i miei compagni. Non versano in migliori condizioni. La sabbia dell'Afghanistan è dura da pulire. Dopo un po' pasa anche la voglia.
Ci si mette in colonna e ci si comincia a spostare. Sistemo la cinghia dell'AR mentre chiudo la portiera del Lince.
Quello che vedo sono facce stanche, mimetiche sporche e fucili con evidenti segni di usura.
Molto diverso dai volti sorridenti, i vestiti in tiro per la serata e gli strumenti musicali nuovi di pacca.
Però, ora che ci penso... Le amicizie, le esperienze, le cose viste, i casini fatti, le risate, persino le punizioni...
La radio gracchia.
Non cambierei una virgola.
<< CONTATTO LATO SINISTRO!!>>
Gli otturatori scarrellano, tocca a noi.
Nemmeno ora.