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Autore: littlemidnight    22/02/2013    1 recensioni
Una ragazza diversa, tra la luce e le ombre, tra la vita e la morte.
Due antichi vampiri pronti a tutto per proteggerla, ucciderla, averla, salvarla.
La creatura più potente al mondo sta per risvegliarsi.
Ed è affamata.
“Io sono Lilith, la dea delle due notti che torna dall'esilio.
Io sono Lilith, la donna-destino.
Nessun maschio le è mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle.
Io sono le due lune Lilith.
Quella nera è completata dalla bianca, perché la mia purezza è la scintilla della depravazione, e la mia astinenza l'inizio del possibile”. (Il ritorno di Lilith ,Joumana Haddad)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_ Capitolo I _


                                                                                                                                                                                                                                                                       «La sua casa sprofonda nella morte,
                                                                                                                                                                                                                                                                                 Ed il seguirla porta alle ombre.
                                                                                                                                                                                                                                              Tutti coloro che la seguono non possono tornare
                                                                                                                                                                                                                                                                           E trovare ancora le vie della vita.»

Libro dei proverbi

 

 

 

Sul finire di Agosto, New Orleans

 

C'era qualcosa di strano nell'aria quel giorno.

Poteva percepirlo dal modo in cui i raggi del sole fendevano il cielo, da come il vento caldo faceva turbinare le foglie cadute al suolo.

L'aria era frizzante, quasi elettrica.

Tutto era in tensione.

Come quando il corpo umano si prepara ad un urto: i sensi si acuiscono, i muscoli si tendono. Ci si prepara all'impatto.

E così stava facendo la natura, pensò Amelia.

In quello splendido pomeriggio d'estate, la Grande Madre si stava preparando alle insidie che l'autunno avrebbe portato.

Ricordava come, ventidue anni prima, in una giornata molto simile a quella, la desolante certezza l'avesse colpita con forza.

Era nata.

 

Sul finire di Agosto, 22 anni prima.

 

Amelia e la nonna si trovavano, come di consueto, sedute al tavolo in veranda quel pomeriggio.

L'anziana signora, dall'alto dei suoi 105 anni, amava passare le sue giornate all'aperto, perlopiù stando in silenzio e osservando il giardino. Amelia sospettava che conoscesse ogni centimetro di quel modesto pezzo di terra, ogni pianta, ogni fiore, ogni filo d'erba.

Fissandone il volto, ormai deformato dalle rughe, non riuscì a trattenere un sorriso; quella donna era stata la sua salvezza. Si, perchè se non fosse stato per lei, Amelia avrebbe passato la sua infanzia in quel grigio orfanotrofio di New Orleans, senza nessuno che le insegnasse a riconoscere e controllare quegli strani fenomeni che ogni tanto si verificavano in sua presenza. Come quella volta che il bambino dispettoso le aveva rubato una scarpa e una fiammella si era improvvisamente accesa tra le sue mani. Questo ed altri accadimenti avevano portato gli altri bambini ad avere paura di lei; per difendersi, dovette chiudersi in sé stessa, estraniandosi da tutto.

Poi era arrivata lei: Persia Wittmore.

Avvolta nel suo lungo cappotto nero, i capelli resi ancora più bianchi dalla fredda luce della stanza, l'aveva guardata e aveva sorriso. E Amelia si era finalmente sentita a casa.

Per la prima volta qualcuno aveva dato una spiegazione a tutte le cose curiose che le succedevano intorno: magia.

Tu sei una strega, Amy”.

Anche se erano passati 40 anni, la donna ricordava ancora quella sensazione di calore sentita nel petto a quelle parole.

Magia.

D'improvviso qualcosa la turbò; uno strano senso di angoscia le strinse le viscere e le mozzò il respiro.

Cosa succede?”

La natura si sta preparando”.

Il viso della nonna era rilassato, gli occhi sereni rivolti al cielo, eppure anche lei doveva aver avvertito quell'ansia che per un momento aveva attanagliato lo stomaco della nipote.

L'atmosfera, intorno a loro, era cambiata.

Di cosa parli?”

La nonna si voltò a guardarla per la prima volta, avvertendo quella nota di disperazione nelle sue parole. E sorrise. Ma era un sorriso triste,il suo. Un sorriso consapevole.

Nascerà alla metà di Settembre. La natura si sta preparando ad accoglierla”.

 

Ed era nata.

Un tremendo temporale si era abbattuto su tutto lo stato della Louisiana annunciando il suo arrivo.

La bambina nata sul confine tra la vita e la morte.

 

La bambina viva, ma nata morta”.

 

Ricordò le ore passate con la nonna a parlare di lei, di quello che era, di quello che non era, ma soprattutto di quello che sarebbe potuta diventare.

 

E se ci sbagliassimo? Se la bambina crescesse nel modo giusto, in una famiglia che la ama? Se diventasse una ragazza normale, con una vita normale? Se fosse una brava persona?”

Non importa quello che è, Amy. Il problema è ciò che potrebbe essere”.

 

Un brivido la scosse; ormai mancavano pochi giorni alla fine di tutta quella storia, al compimento della sua missione. La nonna, prima di andarsene, le aveva spiegato quel che andava fatto. E lei non aveva mai disatteso le aspettative di Persia. Mai.

Amelia si incamminò verso casa, lo sguardo perso a contemplare la natura circostante.

Era una splendida e calda giornata, ma a dispetto di tutto questo, sapeva che presto sarebbe arrivato il temporale.

 

 

Primi giorni di Settembre, Mandeville, Louisiana

 

Nonostante il clima mite che caratterizzava la zona, faceva freddo quella notte.

Al chiarore della luna, il vento increspava la superficie del lago, dando vita ad un infinito gioco di luci e ombre che si rincorrevano senza mai riuscire a prendersi. L'una esclude l'altra; dove c'è luce non può esserci il buio e viceversa.

Un malinconico sorriso increspò le labbra di Mark.

Sapeva fin troppo bene che, in un certo punto, c'era sempre una frazione di secondo in cui luce e ombra riuscivano ad abbracciarsi, a perdersi l'una nell'altra. Per quanto riguarda le conseguenza di quell'incontro, si augurò di non conoscerle mai.

Una presenza alle sue spalle si palesò, uscendo dalle tenebre da cui era avvolta.

Finalmente. La puntualità non è una delle caratteristiche principali di voi vampiri, vero?” esclamò voltandosi verso il nuovo venuto.

Erano passati vent'anni dal loro ultimo incontro e l'aspetto di Mark ne era la prova lampante.

Non si poteva dire lo stesso dell'altro, che conservava il medesimo volto da un millennio.

Il vampiro sorrise.

Avevamo detto all'inizio di Settembre e così è stato”.

Mark indugiò qualche istante a guardare il suo interlocutore negli occhi.

Modi garbati, sorriso gentile e quel modo di vestire elegante, d'altri tempi: il vampiro gentiluomo, così lo aveva soprannominato. Ma nonostante la fiducia che quel suo particolare modo d'essere gli ispirava, doveva sempre tenere a mente la sua vera natura.

Hai ragione, Elijah, come sempre. Dunque, ben arrivato”.

Grazie Mark. E' già iniziato?”.

Si, all'incirca alla metà di Agosto. Come avevo previsto, le prime avvisaglie sono state deboli; non ho avuto problemi a neutralizzarle”.

Quel braccio fasciato lo testimonia”.

L'uomo guardò istintivamente le bende che avvolgevano il suo braccio sinistro; immagini veloci dello scontro gli corsero davanti agli occhi e uno strano odore- l'odore del sangue, il suo sangue- gli invase le narici.

Scosse la testa per respingere quel ricordo e tentò di sdrammatizzare “ Lui ora sta molto peggio, te lo assicuro”

Non ne dubito” fu la risposta dell'altro.

Elijah fece qualche passo avanti, avvicinandosi alla ringhiera, e si mise a fissare la luna, di una grandezza innaturale quella notte, per quella che sembrò un eternità.

Manca poco ormai” .

La voce del vampiro era ferma, ma qualcosa nel suo sguardo fece chiudere lo stomaco di Mark; una luce sinistra aveva acceso i suoi occhi di solito scuri come la notte.

Quello che devi fare...” incominciò l'uomo.

So benissimo quello che devo fare, Mark. Anni fa tu mi salvasti la vita ed io ti feci una promessa. Proteggerò la ragazza, hai la mia parola”.

 

 

14 Settembre, Mandeville, Louisiana

 

E tu che diamine ci fai a casa? Non avevi una lezione?”

La solita storia, il solito Mark.

Ho lezioni Lunedì, Mercoledì e Giovedì... e si dà il caso che sia Martedì!”

E questo da quando?” sbiascicò l'uomo, riempendosi la bocca di cereali.

Da circa un mese!” rispose la ragazza, alzando gli occhi al cielo.

Ah”.

Il solito Mark, appunto. Vivevano insieme da sempre, ma non aveva mai ricordato i suoi orari scolastici, gli incontri con gli insegnati, gli appuntamenti dal dottore. Niente. Da che ne aveva memoria, era sempre stata lei a ricordargli le cose.

Scosse leggermente la testa mentre si versava una generosa quantità di caffè nella tazza.

Era mattina inoltrata e, come spesso accadeva in quella casa, stavano facendo colazione quando ormai sarebbe dovuta essere l'ora di preparare il pranzo.

Disadattati, disorganizzati pasticcioni”, così li definiva Elly, o meglio la signora Trump, la loro governante. Fu quel pensiero che le fece pensare che mancava qualcuno all'appello.

Dov'è Elly?” domandò al fratello.

Le ho dato un paio di settimane di vacanza”.

Davvero? Come mai?”

Uno strano formicolio alla base del collo la mise in tensione; c'era qualcosa di strano in quella faccenda.

Così, sai. E' anni che è con noi, si merita qualche settimana di ferie in più, non pensi? Se ti preoccupa, possiamo sempre cercarne momentaneamente un'altra” rispose con noncuranza l'uomo, posando la propria tazza nel lavandino.

No, non è questo. E' solo che...”

Cosa? Cosa c'è Lilith?”

Mark la guardava con occhi indagatori, come sempre curioso e preoccupato di sapere se ci fosse qualcosa che non andava.

Niente. Assolutamente niente” rispose lei, abbozzando un sorriso.

Entrambi sapevano che non era vero, ma lasciarono correre.

Lilith non voleva sentirsi ancora una volta responsabile delle preoccupazioni del fratello; non gli avrebbe detto che i sogni e le ombre erano tornati ad invadere il suo mondo, per nulla al mondo.

Mark sapeva che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni e non voleva infierire; la verità sarebbe emersa fin troppo presto, non vi era bisogno di accelerare i tempi.

Ma lei sapeva che qualcosa non andava, lo aveva percepito in quello strano modo in cui aveva sempre capito tutto: dove fosse nascosto il suo regalo di compleanno, l'inesistenza di babbo natale, la menzogna quando il fratello le raccontava del suo lavoro di informatico.

E adesso lei sapeva che non era stato un caso che Mark avesse mandato la signora Trump in ferie; sapeva che qualcosa stava cambiando.

Ma, e di questo Mark ne era certo, non avrebbe mai immaginato che quel qualcosa fosse lei.

 

 

 

Ciao a tutti!

Fatemi sapere cosa ne pensate e se questo primo capito è riuscito ad incuriosirvi!

Un saluto!

_ Littlemidnight _

  
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