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Autore: Jessica James    22/02/2013    4 recensioni
"Scappiamo. Insieme. Verso qualche parte dove finalmente potremo amarci come vogliamo."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornai in biblioteca ogni sera, da quel giorno, con la speranza di incontrare quel ragazzo nello stesso posto dove mi aveva lasciata l'ultima volta.
Speravo con tutta me stessa di scorgere la sua figura in mezzo alla folla, ma allo stesso tempo speravo che non succedesse.
Cosa gli avrei potuto dire, se lo avessi trovato? 
"Ciao, non ti conosco ma non ho fatto che pensare a te negli ultimi giorni"?
Non mi era mai capitato prima, mi sentivo così... ridicola.
Cosa aveva quel ragazzo di così speciale da ridurmi in quello stato?

L'ultimo dell'anno fu il giorno più freddo in assoluto.
Pranzai in stanza e passai il resto del pomeriggio a leggere il libro che avevo preso in biblioteca, cercando di non pensare a quel ragazzo.
Fuori era già buio quando mi chiamò Daniel al telefono.
"Ciao piccola Price, sei vestita?"
"Dan! Ma che..?"
"No, non pensare male, ho solo bisogno che tu mi faccia un favore."
"Oh.. va bene, dimmi tutto."
"Hai presente il vaso vicino alla porta della nostra camera?"
"Mmh, sì." 
"Cè la chiave della mia stanza lì dietro, usala per entrare. Poi controlla se sopra il mio letto c'è un pacco, per favore."
"Certo, ti richiamo dopo."
Mi legai i capelli e decisi di ignorare le converse. 
Le pantofole con i maialini erano molto più comode.
Uscii, sperando che nessuno mi vedesse in quello stato.
Cercai le chiavi dietro il vaso ma non trovai nulla.
Chi poteva averle prese?
Mi avvicinai alla porta e abbassai la maniglia. Non era chiusa a chiave.
E quando entrai vidi un ragazzo che frugava nell'armadio di Greg.
"Che stai facendo?" chiesi e quando si girò a guardarmi, il mio cuore perse un colpo.
Era il ragazzo della biblioteca. Non me lo ricordavo così dannatamente bello.
"Potrei farti la stessa domanda." sorrise, osservandomi dalla testa ai piedi.
Ero in condizioni pietose, con quei fuseaux e quel maglione deformato.
Si lasciò sfuggire una risatina, guardando le mie pantofole.
Arrossii e scoppiai a ridere insieme a lui.
"Incontrare qualcuno non era nei miei programmi." mormorai, imbarazzata.
Annuì, mordendosi il labbro. 
"Sono qui per prendere i botti per stasera. Li teneva Greg perchè oggi, in teoria, saremmo dovuti andare a Brighton dalla sua migliore amica, per festeggiare insieme a lei, ma a quanto pare ha altri programmi. Perciò è saltato tutto; Greg è rimasto ad Essex e Dan a Porthcawl. E io qui."
"Oh Gesù."
"Che succede?"
"Tu sei Michael!"
Non fece in tempo a rispondere perchè il telefono squillò.
"Ah-ha?"
"Ashley, hai trovato quello che cercavi?"
"Ah-ha."
E riattaccai, ma un attimo dopo richiamò.
"Ashley, ma che ti prende?"
"Cosa..?"
"Il pacco, Ash!"
"Oh, giusto! Il pacco. Uhm.. sì, c'è!"
"Perfetto, grazie! Tutto bene?"
"Sì sì. Ci sentiamo dopo Dan!"
Michael teneva gli occhi fissi su di me.
"Quindi conosci Daniel?"
Annuii, pensando a quanto avevo odiato quel ragazzo senza conoscerlo e a quanto invece, per tre giorni, non avevo fatto che pensare al suo sorriso.
"E Greg è il mio migliore amico. Sono Ashley, quella che vi ha fatto saltare i piani di capodanno."
Alzò un sopracciglio, sorpreso.
"Puoi sempre rimediare." 
"Cosa ti fa pensare che io voglia rimediare?"
"Il rossore sulle tue guance. "
"Touchè. Dove mi porti?" e sentii che arrossivo ancora di più.
"Cosa ti fa pensare che io voglia portarti fuori?" replicò, imitando il mio tono.
"Il tuo sorriso provocatorio."
"Touchè." rise, "Stavo andando a prendere da mangiare da Mc. Va bene per te?"
"Sì, però devo andare a cambiarmi."
"No, non farlo. Stai benissimo così." disse, strappandomi un sorriso.
"Posso mettere almeno le scarpe?" scosse la testa, ridacchiando.
"Adoro quelle pantofole."

"Ah... abbiamo un problema. Ho sentito che il mio compagno di stanza non ti va a genio.." disse, mentre stavamo tornando al dormitorio con due buste piene di McMenu.
"Jordan. Greg mi ha raccontato tutto quello che ti ha fatto passare."
"Mmh. Bhè, potremmo andare nella mia stanza. La mia compagna è ancora a casa dei suoi."
"Sicura che non è un problema?"
"No, anzi! Grazie per essere ricomparso. Il mio capodanno sarebbe stato abbastanza deprimente, se fossi rimasta da sola."
"Perchè sei tornata prima da Brighton?"
"Vuoi davvero saperlo?"
"E' un modo per conoscerti, quindi sì."
Ci sedemmo sul letto e iniziammo a tirare fuori la roba dalle buste.
"Non sopportavo più mio padre." aprii la porta della mia stanza e lo feci entrare, "Mia madre è morta tre anni fa e da allora non si è più ripreso. Durante le vacanze di Natale si deprime ancora di più. Mi fa male vederlo così triste, vorrei urlargli di reagire, di cercare di andare avanti, come sto facendo io. Non è facile, lo so fin troppo bene, però la situazione è diventata ingestibile. E me ne sono dovuta andare, altrimenti sarei impazzita."
"Ti manca tanto, vero?" la dolcezza nella sua voce mi fece salire le lacrime agli occhi.
"Da morire." 
"Dovresti chiamarlo. Tuo padre, intendo. Probabilmente si sente molto solo e sono sicuro che, sentire la tua voce, lo farebbe stare meglio."
Aveva ragione. Quando finimmo di mangiare chiamai papà e mi si strinse il cuore quando mi disse che gli mancavo, ma che era felice di sentirmi.
Chiusi la telefonata e tornai a guardare Michael. Stava guardando la mia scrivania.
"L'hai tenuto." sorrise, guardando il fogliettino che mi aveva infilato nel libro giusto qualche giorno prima.
"Sì, bhè. è.. è una cosa carina."
Sorrise di nuovo, stavolta guardandomi negli occhi. 
E io arrossii, perchè il suo sguardo mi frugava dentro, abbatteva ogni mia barriera.
"C'è una festa in un locale qui vicino, se hai voglia di party hard. Altrimenti stavo pensando che potremmo salire in terrazza e guardare i fuochi d'artificio da lassù."
"Mi sembra un'ottima idea. Prendo le coperte?" risposi, emozionata come una bambina.

Eravamo seduti sulle coperte, con i visi rivolti verso l'alto, ad ammirare quel gioco di luci e buio che era il cielo in quel momento.
"E' stupendo." sussurrai.
Mi guardò e scoppiai a ridere.
Sai Michael, devo confessarti una cosa. Giusto qualche ora fa pensavo di odiarti. E non chiedermi il motivo, perchè non lo so."
"Ma a quanto pare sono riuscito a farti cambiare idea." sorrise, tenendo gli occhi fissi nei miei.
Smisi di ridere e sentii un brivido lungo la schiena, mentre mi perdevo nei suoi occhi scuri.
"Sì, ci sei riuscito. A dirla tutta non mi sarei mai aspettata di sentirmi così felice di essere qui, con te."
"Lo sono anch'io." sussurrò, e sbattè la sua lattina di coca-cola sulla mia, facendole tintinnare a mo' di brindisi.


@mickyslaugh

  
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