Diego era lì nella sua camera rivolto alla finestra, mentre fuori pioveva.
Stringeva nella mano la maschera di Zorro e più la guardava più la detestava. Era geloso del suo alter ego mascherato e la cosa non gli figurava per niente nomale.
Ma andiamo si può essere gelosi di sé stessi?
Questo pensava Diego ma allo stesso tempo si convinceva che poteva essere possibile.
Quante volte aveva notato gli occhi di Lolita brillare soltanto sentendo nominare Zorro? Tante. Non mancava mai di paragonare il coraggio del giustiziere con la codardia di Diego.
E questo gli faceva male e lo portava ad odiare quel doppio di cui doveva tacere.

Sospirò.

Non era per niente facile sostenere quella "maschera" chiamata Diego. Già, non era facile far finta di essere quello che non era. Lolita poi lo aveva incolpato di essere cambiato negli anni ... ma questa è un'altra storia. Una storia ben più complessa perché molte cose erano cambiate da quando erano bambini: Diego non era affatto cambiato ma per agire c'era bisogno di una figura che incutesse fiducia nella giustizia. E quella figura era Zorro! Adesso invece era in conflitto con se stesso.
Zorro gli stava stretto ma allo stesso tempo non poteva disfarsi di lui, era in ballo la sicurezza dei suoi abitanti sottomesi ad una autorità meschina e despota.
No, Zorro serviva ancora.
Non sopportava neppure quando suo padre  lo spronava ad essere come Zorro. Ma diamine, era lui!
Aveva capito dai vari discorsi che il caro padre provava molta ammirazione per il giustiziere e quasi premeva affinché   suo figlio fosse come lui. Gli era sfiorato in mente addirittura un sospetto grave, suo padre volesse Zorro stesso come suo figlio. Un pensiero che lo incupiva.
E aridaje ... Era lui Zorro , maledizione!
Strinse ancora di più quella "pensante" maschera. Sì, pesante perché quella maschera, seppur pesasse niente, era diventato un gran peso per lui. Non dal punto di vista della giustizia ma dal punto di vista personale.