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Autore: Etteim    22/02/2013    2 recensioni
Il titolo è scritto in francese e significa "pezzo mancante". Il testo è scritto sotto forma di lettera destinato ad una persona speciale, un angelo speciale, un pezzo mancante della mia vita che spero stia leggendo questa lettera. Spero vi piaccia. :')
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey Angela, come stai?
 

E' da tanto che non ti ho più scritto dopo quello che è successo. E' trascorso poco più di un anno e anche se in circostanze poco piacevoli quel 22 Aprile 2010 ci siamo conosciute.

Io ero in ospedale con i miei genitori per un malore, dopo vari accertamenti mi fecero ricoverare. Ero impaurita non sapendo a cosa andassi incontro , entrai nella stanza che mi era stata assegnata e per la prima volta vidi te. Subito notai i tuoi splendidi occhi neri come il petrolio ma allo stesso tempo pieni di luce. Non potrò mai dimenticare il tuo parlare sempre in francese, l'amore per i fiori, i soprannomi che mi davi, i nostri discorsi sulla luna, le stelle e su di lui. Lui era ciò che accompagnava le nostre giornate i nostri pomeriggi lunghi in cui mi parlavi sempre di lui e di quanto fosse unico, mi leggevi sempre dalla tua vecchia e giallastra raccolta le sue più famose storie e citazioni, tra le quali c'era questa che ti sto per scrivere, quella che mi affascinava di più:


"Fantasticare infaticabilmente per lunghe ore con l'attenzione fissa su qualche frivolo fregio marginale, o su qualche anomalia tipografica di un libro; incantarmi durante quasi un'intera giornata estiva nello studio di un'ombra insolita cadente di sghimbescio sulla tappezzeria o sull'uscio; perdermi per notti intere a contemplare la ferma fiamma di una lampada, o le braci del camino; sognare per giorni e giorni intorno al profumo di un fiore; ripetere monotonamente parole comuni sinché il loro suono, a forza di essere ripetuto, cessava di rappresentare alla mente un'idea purchessia; perdere ogni sensazione di movimento o di esistenza fisica, grazie a una totale rilassatezza del corpo mantenuta a lungo e ostinatamente; queste tra le tante erano le più comuni e meno perniciose divagazioni prodotte da uno stato delle mie facoltà mentali non ancora in verità del tutto ineguagliato, ma che certo sfidava una qualunque possibile analisi o spiegazione."

E' stato fondamentale, ci ha fatto compagnia fino all'ultimo giorno, Edgar Allan Poe. 

Era il 24 Aprile quando ti trovai già sveglia al mio fianco, accanto al mio letto, e mi dicesti: << Bonjourn petit miette! >> Adoravo quel nomignolo che utilizzavi sempre quando non avevo voglia di mangiare quella sorta di acqua calda che mi veniva presentata come brodo vegetale. Quella mattina poi mi dicesti anche: << Forza piccola briciola fai vedere a tutti quanto sei forte, ci vediamo tra poco andrai a  fare solo un giretto senza di me questa mattina. >> 

Inizialmente pensavo che quelle parole non avessero un senso ben preciso, come era tuo solito esprimerti, ma lo avevano eccome un senso, e me ne accorsi appena i medici mi dissero che la sala operatoria mi stava aspettando.

Dopo il mio intervento nonostante le mie crisi, e le trasfusioni tutto tornò come prima; quando una sera ti vidi tutta sola a guardare il cielo. C'era la luna piena, era stupenda, ma ciò che mi colpì furono le tue parole:
<< Voglio volare via, via con le stelle. >>

Il giorno seguente al mio risveglio tu non c'eri, non c'era nessuno a darmi quel dolce buongiorno in francese, non c'eri tu, eri in sala operatoria e io non ne sapevo nulla, lottavi contro il tuo tumore. 

Sai Angela, dopo quel giorno tutto cambiò, tu eri realmente volata via con le stelle. 

Non potrò mai dimenticare i nostri discorsi, Poe, i tuoi occhi petrolio, le tue mani fragili, i tuoi capelli bianchi, i tuoi 89 anni, ma soprattutto il modo in cui ancora oggi quando guardo le stelle tu vivi.

   
 
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