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Autore: Nyssa    09/09/2007    7 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Ok, non era decisamente giornata, su questo lei e Malfoy erano d’accordo

Premessa: questo è il secondo cap e mi sono un po’ lasciata prendere la mano, ho cercato di essere puntuale con la consegna (almeno per adesso, tra una settimana inizio la scuola e allora saranno dolori… soprattutto per me).

Spero che vi piaccia e che anche questa volta mi lascerete un commentino… Ciao!

 

Ok, non era decisamente giornata, su questo lei e Malfoy erano d’accordo.

Non poteva essere successo a lei, proprio a lei! Era una stupida, una stupida e nient’altro; se lo ripeté cento volte mentre tornava al suo dormitorio, avrebbe dovuto dire chiaramente alla McGranitt cosa pensava della questione e, soprattutto, del biondastro che le avevano appiccicato per il resto dell’anno. Ma si rendevano conto di quello che le avevano fatto? Draco Malfoy la detestava e lei… lei doveva fargli ripetizioni! Dovevano essere tutti impazziti, Piton per primo che avrebbe dovuto appoggiare un po’ di più la causa del suo pupillo, insomma, dopo sette anni ad aiutarlo aveva permesso che una So-Tutto-Io-Granger fosse autorizzata ad insegnare qualcosa a Malfoy… avrebbe dovuto impedire che si partorisse quella colossale stupidaggine.

Quando non si ha scelta almeno si abbia coraggio ripeté la sua mente richiamando la frase di una delle sue autrici preferite… parlava bene quella, ma la protagonista del libro non si era mai trovata a dover fare ripetizioni al biondastro… aveva solo un problemino con il complesso jazz e maschilista della scuola.

Ok, niente panico. Che doveva dire ai suoi amici? Harry e Ron avrebbero fatto a gara per venire con lei per poi prendersi a pugni con Malfoy, doveva far sembrare la cosa assolutamente normale, ma il problema era che normale non lo era affatto!

Sospirò, le bugie non erano mai state il suo forte, ma almeno per preservare il suo ruolo di Caposcuola doveva fare in modo che ci fossero meno risse possibili e questo implicava soprattutto Harry, Ron, Draco e il suo seguito perché alla fine il branco di teste calde di Hogwarts si esauriva a quelli. Beh, c’erano anche Finnigan e Thomas se ci si mettevano, Ginny se fatta ubriacare, Pansy Parkinson se pensava che qualcuno potesse provarci con Malfoy sotto il suo naso e pure Lavanda e Calì diventavano violente se qualcuno cominciava a fare commenti su di loro, ma questi ultimi erano tutti casi particolari e poi ormai lo sapevano tutti che Pansy era innamorata e, stranamente, non di Malfoy! Hermione si chiese chi potesse essere lo sfortunato essere su cui la Slytherin aveva messo gli occhi .

-         Allora Herm, che voleva la McGranitt? – chiese Harry, evidentemente in ansia – se è per il festino di sabato puoi pure dare tutta la colpa a me…

-         Non era per il festino – chiarì la Caposcuola

-         Se si tratta di quella provetta di Piton è colpa mia – intervenne Ron – lo so che avrei dovuto dirlo, ma Piton è terribile quando c’è da assegnare qualche punizione e io ne ho già collezionate tre in quindici giorni, vorrei evitare che ne arrivino altre o mia mamma non esiterà a spedirmi un’altra strillettera

Hermione lo guardò torvo, così era stato lui a far incavolare Piton come un aspide quel giorno… beata pazienza, ma che doveva fare con quei due?

-         Se invece è per le risse con Malfoy allora noi non c’entriamo – chiarirono i due Grifondoro in coro – è colpa sua! E anche per quella storia di Neville

-         Quale storia di Neville? – domandò circospetta lei

Il rosso si mise una mano sulla bocca quando capì di aver parlato troppo e Harry lo guardò veramente male

-         Ehm… - e adesso come le spiegava la storia di Neville?

-         Parla Ronald – intimò lei, quando lo chiamava Ronald erano sempre brutti momenti

-         Dunque… - era difficile dire una cosa simile a Hermione, soprattutto sapendo che lei non avrebbe approvato, però se lo guardava così tra un po’ se la faceva sotto, si vedeva lontano un chilometro che era nera di rabbia e il peggio era che non sapevano perché!

-         Nott ha appeso Neville al tetto della Torre di Astronomia – spiegò infine Potter decidendo di darsi spacciato, prima o poi tanto lo avrebbe scoperto – così noi abbiamo preso il fratello di Nott e abbiamo fatto altrettanto

Le sopracciglia di Hermione si alzarono mentre le pupille si dilatavano

-         VOI COSA AVETE FATTO? – disse urlando e richiamando l’attenzione degli altri grifoni che se ne stavano beati per i fatti loro

-         Ci sembrava una buona vendetta – chiarì Ronald che non si era ancora pentito per quel gesto

-         Ma voi due siete matti come dei cavalli! Dico, appendere BabyNott fuori dalla Torre di Astronomia?! – e si mise le mani nei capelli disperata, poi ci si domandava perché Grifondoro e Serpeverde continuassero a litigare…

La Grifondoro attaccò una bella paternale su diritti, doveri, divertimento, libertà fino a divagare alla guerra nucleare.

Ronald Weasley arrossì colpevole, a lui non era sembrata un’idea così pessima… ma adesso che la sentiva sbraitare isterica a quel modo si pentì in fretta di ogni peccato commesso, un vero peccato che non ci fosse un cappellano nei dintorni prima che Hermione lanciasse un’Avada Kedavra su di lui e il bambino sopravvissuto che ormai poteva anche essere chiamato “bambino spacciato”.

Ok, niente panico, niente panico!

Si ripetè Hermione dieci volte salendo qualche gradino verso il dormitorio femminile.

Ma diavolo era dannatamente difficile mantenere la calma se quei due le venivano a dire certe cose!

Se non fosse che erano i suoi migliori amici li avrebbe schiantati. Sì, decise, prima li avrebbe schiantati e poi trascinati entrambi per le orecchie davanti a Piton perché mettesse in pratica la sua vendetta, che di sicuro avrebbe considerato pulire cantine e provette vita natural durante.

-         Ma che ti ha detto la McGranitt? – domandò Ron, mossa sbagliata, decise quando vide fuoco e fiamme uscirle dagli occhi, evidentemente non doveva essere una bella cosa, che la prof avesse scoperto di BabyNott? Naaaaa

-         Vuole che dia ripetizioni a Malfoy – sputò infine la grifoncina mentre Ginny, che passava di lì con alcuni libri, tirò un urlo e lasciò cadere sul pavimento i tomi per la sorpresa.

-         Cos’è che dovresti fare? – domandò Harry credendo di aver capito male… dopotutto c’era un margine di possibilità che Hermione li stesse prendendo in giro per la storia della Torre di Astronomia, forse avevano un po’ esagerato.

-         Devo fare ripetizioni a Malfoy di qualche materia, sei sordo o cosa?

-         Ma quella è tutta suonata! – disse poco galantemente Ron – e tu che hai fatto, hai rifiutato?

-         Non posso rifiutare – chiarì la Grifondoro mentre i suoi capelli si conformavano al suo umore – lo ha deciso il consiglio

-         Ma… ma… - Harry, che in genere parlava sempre, e novantanove su cento diceva anche la cosa sbagliata, rimase a fissarla balbettando quelle due sillabe, se fosse ammutolito forse le sarebbe passato il mal di testa per quel giorno, decise lei

-         Herm, ma non puoi dire sul serio! – questa invece era Ginny

-         Sono serissima e anche molto arrabbiata, quindi, dopo quello che mi avete detto, lasciatemi in pace con il mio mal di testa e i compiti di Rune!

E così dicendo li piantò nel corridoio chiudendo la porta della sua camera privata (i Caposcuola avevano qualche optional utile, riflettè lei, oltre ad una marea di inconvenienti).

 

Diversi piani più in basso Malfoy se ne stava sul suo letto a fumare come un camino, la camicia spiegazzata sullo schienale della sedia di fianco al letto e una sigaretta tra le labbra.

Blaise entrò senza bussare, chiuse la porta e la sigillò con un incantesimo, Draco non alzò neppure la testa, ben sapendo che il suo migliore amico, quel giorno, era l’unico che avrebbe avuto il coraggio di stargli a meno di 100 metri di distanza.

-         Che succede? – chiese allungandosi sulla poltrona a fianco dell’armadio e cominciando a rollarsi una canna

-         Niente – ovviamente “niente” significava “tutto”, a Blaise quasi venne da ridere

-         Davvero? – chiese il moro – e allora perché te ne stai qui da solo? E perché Nott si sta curando le ferite nel salottino? Ho sentito che non sei stato troppo clemente con lui…

-         Che cosa sei? – chiese Malfoy adirato – il mio migliore amico o il grillo parlante? – Blaise sorrise serafico sbattendo le ciglia

-         Tutti e due – e si accese la canna – allora, vuoi dirmi che è successo o devo andare a chiedere in giro?

Al solo pensiero che qualcuno potesse venire a sapere di quella situazione paradossale, il biondo rabbrividì, poi tornò a rilassarsi, tanto era lei a perderci.

Lo sguardo insistente di Blaise gli fece capire che il bel moro non si sarebbe schiodato dalla sua camera finché non gli avesse raccontato tutti i misteri di quella giornata.

-         La McGranitt mi ha fatto una paternale di un’ora sul calo che ho avuto a Trasfigurazione e in quelle altre stupide materie

-         E… - lo incalzò Zabini

-         …e mi ha appiccicato la Granger ai calcagni perché mi faccia studiare

-         E…? – a volte Zabini si stupiva di se stesso, anche il quel momento lo fece, e si domandò come la sua testa potesse sapere che Malfoy non gli aveva detto tutto, beh, in realtà gli parve quasi di leggerglielo in faccia che c’era dell’altro e anche “cosa” altro, ma farselo dire da Draco era maledettamente più divertente

-         E la Granger dovrebbe mettersi un abito da suora! – sbraitò il Principe delle Serpi mettendosi a sedere sul materasso

Le sopracciglia dell’altro ospite della stanza si arcuarono

-         Perché la Granger dovrebbe mettere un abito da monaca? – domandò Blaise fingendo di non capire

-         Perché la mezzosangue è una dannata monaca e non dovrebbe vestire come veste!

Accidenti, questa volta Draco era davvero sconvolto, che aveva fatto Hermione per farlo incavolare così?

-         Stai pensando di rimpiazzare Pansy? – domandò Zabini soffiando sinuose volute di fumo che si alzarono verso il soffitto scuro

-         Con quella? Neanche morto – altro sguardo indagatore da parte di Zabini che sapeva benissimo che stava mentendo, Draco non era bravo a mentire con gli amici, il suo unico problema era che Blaise era il suo unico amico, se si escludeva Potter, ma con Potter si trattava di un’amicizia un po’ differente…

-         D’accordo, ci ho fatto un pensierino – ammise infine il biondo dagli occhi di ghiaccio accendendosi una nuova sigaretta

-         E ti farai dare ripetizioni da lei? – chiese incuriosito l’altro Serpeverde fissandolo

-         Lei mi farà i compiti e tutto il resto, non dovrei prendere l’occasione al volo?

Per poco il moro non si mise a ridere

-         Non credo che ti lascerà fare questa vita – commentò sarcasticamente – Hermione crede molto nello studio – questa volta toccò al biondo stupirsi

-         Da quando chiami la mezzosangue per nome?

-         Dal quarto anno – specificò l’altro

Effettivamente Blaise Zabini era sempre stato un Serpeverde un po’ sopra le righe: nonostante tutte le beghe che c’erano con il sangue e tutto il resto, lui non aveva mai espresso un’opinione a proposito e tra tutti era uno dei pochi Slytherin i cui genitori non fossero dei mangiamorte incalliti. Come pecora nera delle serpi, il bruno si era permesso qualche comportamento stravagante, aveva così fatto amicizia con la Granger, con cui si fermava anche a chiacchierare, soprattutto di Erbologia, e non si faceva coinvolgere in quel genere di divertimenti che le due case riassumevano in insulti, retate, spedizioni punitive ecc.

A questo punto Malfoy si domandò come potesse essere amico di un tipo simile che, al momento, fraternizzava anche con il suo “problema con le gambe”, tuttavia era l’unica persona al mondo per cui lui contasse qualcosa.

Zabini osservò il suo migliore amico mentre incupiva lo sguardo, ci avrebbe scommesso tre giornate senza fumare che stava pensando alla mezzosangue in maniera differente dal solito, lei l’aveva scioccato con qualcosa che non riusciva ancora a capire

-         Non ti riuscirà di istupidire Hermione fino al quel punto – sputò l’altro mentre gli fregava una sigaretta – è una brava ragazza

-         Sarà anche brava, ma è anche una ragazza – celiò il biondo – e comunque a me interessa solo che mi faccia i compiti

Blaise rise. Era come credere alla fata Turchina

-         D’accordo, se la metti così faccio finta di crederti, anche se mi riesce davvero molto difficile – e si alzò in piedi affiancando il letto e chinandosi un poco

-         Lo sai Draco – disse cercando di trattenere un sorriso – dovresti fumare di meno o presto libererai la Granger del suo problema più grande

Malfoy sbuffò mentre l’altro usciva tranquillamente dalla camera richiudendo la porta, come se Zabini non facesse altrettanto…

 

Hermione Granger era ossessionata dai suoi due migliori amici e da Ginny. I tre malati di mente stavano organizzando piani e complotti per fare in modo che lei non dovesse adempiere all’obbligo impostole, la mezzosangue pensò che fossero davvero da ricovero urgente, soprattutto dopo che avevano proposto di travestire Ron da donna e spacciarlo per una Serpeverde in modo che gettasse il biondo giù da una finestra. Ron non aveva approvato, lei neppure, anche se l’immagine del rosso vestito con la casacca verde-argento, la gonna corta, la ceretta fatta e il trucco in faccia fece sogghignare il gruppetto, ovviamente Weasley aveva piantato un mezzo casino contro i suoi compagni beccandosi pure un insulto dalla bibliotecaria dato che non avevano trovato posto migliore per andare a macchinare qualcosa.

Alla fine, esasperata, aveva lasciato la stanza, riportato i libri in camera e si era messa a camminare per i corridoi senza una meta precisa, aveva deciso che, se qualcuno l’avesse fermata per chiederle cosa stava facendo, avrebbe risposto che stava controllando i corridoi per la ronda notturna.

-         Se bevessi vorrei ubriacarmi – disse a Grattastinchi che l’aveva, gli grattò l’orecchio sinistro fermandosi in mezzo al passaggio vuoto, poi proseguì mentre le fiaccole si accendevano automaticamente alle pareti rivestite di quadri e arazzi, ormai era quasi il tramonto.

-         Penso che comincerò a fumare – dichiarò

-         Pessima idea, mezzosangue – disse una voce proveniente dalle sue spalle e qualche attimo dopo si ritrovò sorpassata da Draco Malfoy che si dirigeva agli allenamenti di quidditch – staresti solo male – e il biondo proseguì per il corridoio senza degnarla di altri sguardi, ma facendole comunque un segno di saluto con la mano

-         Nessuno te l’ha chiesto! – gridò all’indirizzo dello Slytherin che stava per girare l’angolo e, poco prima che scomparisse oltre il muro, lo vide ghignare.

-         Che cosa devo fare, Grattastinchi, amico mio… - mormorò prendendo il gattone tra le braccia e portandolo nel bagno di Mirtilla Malcontenta, lì almeno sarebbe stata al sicuro, Ron e Ginny non ci avrebbero mai più messo i piedi in vita loro dopo l’esperienza della Camera e Harry non passava mai lì davanti altrimenti Mirtilla non l’avrebbe mai più lasciato andare, quello era il suo rifugio segreto

Come la vide arrivare mogia mogia, Mirtilla si stampò un bel sorriso sulla bocca, stare a sentire le infinite piste mentali che Hermione si faceva in quel bagno era decisamente divertente

-         Che succede? – domandò il fantasma andando a sedersi su un lavandino di fronte a lei e guardando storto il gatto che cominciò a soffiare, la Caposcuola dei grifoni lo rabbonì con qualche grattino

-         Mi hanno messa a fare ripetizioni a Malfoy – spiegò sospirando mesta

-         Malfoy quello per cui tutte le ragazze vengono qui a piangere? Quello a cui nessuna può resistere e che si è sbattuta mezza Hogwarts?

Hermione constatò che, dopo il breve periodo al secondo anno in cui Harry aveva conosciuto Mirtilla, il linguaggio della ragazza era notevolmente peggiorato, si accigliò seccata,

-         Esattamente quello – disse seccata dei tanti appellativi da uomo del destino che gli venivano affibbiati dalle studentesse, mettendola a quel modo sembrava quasi che fosse un onore fare un po’ di sano ripasso al Principe delle Serpi

-         E tu sei segretamente innamorata di lui, per questo sei triste, hai paura che lui se ne accorga e ti molli come ha fatto con le altre! – scandì esultante l’occhialuto fantasma credendo di essere arrivato alla soluzione dei problemi del mondo

-         Assolutamente no! – chiarì la ragazza dagli occhi ambrati

-         Oh – Mirtilla parve delusa – e come mai sei qui, allora?

-         Beh, sai, non aspiro certo a passare il mio tempo assieme ad uno che mi insulta ogni cinque minuti, mi chiama “mezzosangue” e mi tratta alla stregua di un elfo domestico

-         Anche un mio compagno mi chiamava “mezzosangue” – riflettè Mirtilla

-         Davvero? – domandò Hermione stupendosi, era raro che lo spettro rinvangasse ricordi della sua esistenza umana

-         Sì – continuò – era un vero villano, però tremendamente affascinante… - ricordò quasi con occhi sognanti – scommetto che anche Malfoy è terribilmente affascinante, sennò non avrebbe mai potuto fare questo scempio di cuori infranti

La Grifondoro annuì, obiettivamente il biondastro era carino, ma niente di più!

-         Ecco come si chiamava! – ricordò improvvisamente – Tom, si chiamava Tom! Tom Riddle!

Hermione sgranò gli occhi e per poco non si strozzò, cioè, Mirtilla aveva avuto una cotta per Tom Riddle, Voldemort?!

… questa avrebbe dovuto scriverla a Rita Skeeter, chissà che ne avrebbe tirato fuori quella svitata di una giornalista, già s’immaginava il titolone di prima pagina “L’amore da adolescente di Tu-Sai-Chi, Mirtilla si confessa: era affascinante e mi chiamava Principessa”, sì, avrebbe scritto proprio così…

-         Non dovresti prendertela tanto – proseguì il fantasma – dopotutto devi solo dargli qualche ripetizione, mica andarci a letto…

Decisamente avrebbe dovuto fare qualcosa per quel suo modo di parlare, era imbarazzante e, soprattutto, Harry ne avrebbe pagato le conseguenze. Quella sera. Era tutta colpa sua!

-         Vedrò di non pensarci troppo – promise la riccia alzandosi e tirando su Grattastinchi per la collottola, ovviamente qualunque persona che la conoscesse sapeva che non avrebbe fatto altro che torturarsi finché non fosse arrivato il momento fatidico, in quell’istante il suo status sarebbe passato in “Berserk Mode” e avrebbe gestito la situazione come il capo di un’accademia militare pronto alla battaglia.

 

Il giorno seguente era lunedì: quel pomeriggio avrebbe cominciato a dare ripetizioni alla serpe malefica.

Quando Hermione e Draco si ritrovarono nella serra 5 della Sprite per la lezione mattutina di Erbologia, seppero che il mondo sarebbe presto terminato.

La professoressa si affrettò a scombinare tutti i gruppi di lavoro spedendo Blaise a lavorare assieme a Harry e la Parkinson con Ron che non faceva altro che lamentarsi.

-         Come mai tutti questi cambiamenti? – cinguettò la mora tutta giuliva e Draco la trovò più simile ad una Hufflepuff che alla consueta Serpe che conosceva

La risposta fu un coro di “Taci”, “Stai zitta” e “Fatti i cazzi tuoi”, ma quella non si scompose troppo e cominciò a chiacchierare con Lavanda.

A quel punto i quattro si guardarono preoccupati attorno: Lavanda e la Parkinson si erano sempre cordialmente detestate dal primo anno e non facevano altro che graffiarsi la faccia e incendiarsi i capelli ogni volta che s’incontravano; che Pansy fosse diventata lesbica? Pensò Draco osservandola un poco mentre si uniformava allo stile Brown-Patil che sembravano averla stranamente e pacificamente accolta nel loro club del pettegolezzo.

Doveva esserci qualcosa che non andava, si dissero anche Ron e Harry mentre assistevano a quella scena inaudita, probabilmente si stava avvicinando la fine del mondo. Malfoy guardò preoccupato Zabini che si limitò ad alzare le spalle mentre, con facilità, trapiantava una orrida piantina canterina di un orribile color melanzana, come però il vegetale si fu ambientato nel terriccio, cominciò a cantare a squarciagola, spaccando i timpani a metà degli abitanti della serra.

-         Mezzosangue, che dobbiamo farci con questa cosa? – domandò Malfoy, sempre gentile

-         Metterla in un vaso – specificò lei

-         E non può andarci da sola? – grugnì il biondo guardando storto la pianta che gli fece una linguaccia; d’accordo, quella pianta avrebbe presto imparato a volare fuori dalla finestra

-         Certo che non può andarci da sola – disse la Grifondoro strappandogli la pianta dalle mani e cominciando a sotterrarla, sotto un po’ di terra l’arbusto assunse un aria più rilassata

-         Perché diavolo dobbiamo fare da servi a questa specie di carota? – chiese ancora il Principe delle Serpi che per quella lezione non si era neppure degnato di mettere i guanti da lavoro

-         Perché bisogna raccogliere le bacche per la pozione di Piton – sibilò lei innaffiando il vaso

-         E perché cazzo Piton ha bisogno di una pianta simile per le sue pozioni

La mezzosangue prese un grosso respiro, poi si voltò verso di lui con aria bellicosa

-         Credevo che almeno di Pozioni fossi una cima – commentò acida – ma evidentemente vai bene solo perché il tuo caro professore ti alza il voto.

Draco s’incupì, nessuno aveva mai messo in discussione la sua abilità in Pozioni, anche perché era l’unica cosa che gli riuscisse davvero bene, oltre a far uscire di testa le persone, era chiaro.

-         Su, prova a riflettere – lo incitò lei sarcastica – a cosa potrebbe servire una pianta come questa se dobbiamo preparare la pozione CambiaUmore?

Il biondo s’indispettì, che aveva da scaldarsi tanto, si era solo dimenticato cosa stavano facendo di Pozioni, e allora?

-         Draco, devi essere più gentile con le piante – disse Blaise accarezzando la sua – fai finta che sia una donna da coccolare…

Malfoy guardò alternativamente male Zabini e la pianta

-         Punto uno, Blaise: io non coccolo le donne, sono loro che coccolano me. – e Harry alzò gli occhi al cielo, la modestia di Malfoy sotto certi punti di vista era indiscussa – e punto numero due: ma l’hai vista? È bruttissima, pensi che potrei mai andare a letto con una donna così brutta? – Hermione lo guardò malissimo mentre la serpe dagli occhi blu scoppiava in una fragorosa risata e perfino lo Sfregiato tratteneva un sorrisetto; Draco guardò interrogativamente la pianta senza capire il motivo di tanta ilarità e si beccò un’altra occhiataccia dalla Granger

-         Consolati Granger – la blandì lui – perfino tu sei meglio di questa scorfana

Probabilmente Hermione in quel momento stava pensando al modo migliore di spaccargli il vaso di cui si stava occupando sulla testa, con vegetale e tutto

-         Se la piantassi nella tua testa sicuramente crescerebbe meglio – rispose acida continuando a rimestare il terriccio – avrebbe tutto il posto per allargarsi perché nel tuo cranio non c’è assolutamente niente! – e conficcò un paio di cesoie a pochi centimetri dalle dita affusolate della serpe

-         Che cazzo volevi fare, tagliarmi un dito? – domandò il Principe delle Serpi aggrottando le sopracciglia bionde e affrettandosi a spostare il suo prezioso arto nel caso lei avesse un altro schizzo simile – guarda che quella mano mi serve! – Harry tra un po’ si sbellicava dalle risate

-         Oh, scusa, ho mancato il bersaglio… - gli sorrise lei con tono mieloso – non preoccuparti caro, la prossima volta farò più attenzione e ti colpirò per bene… - e sbatté le ciglia scure con aria civettuola.

-         Ho idea che come coppia non farete molta strada – commentò Zabini ridendo e continuando a curare il suo arbusto canterino, e si ritrovò con le facce scure sia di Draco che di Hermione piantate addosso, la sua osservazione non era stata gradita.

-         Pensa per te – grugnì Malfoy – con Potter ti si abbasserà perfino Pozioni

-         Beh, almeno a me non hanno attaccato la Parkinson alle calcagna perché studi – si vendicò il bambino sopravvissuto

-         Solo perché avevi la Granger che ti passava i compiti – rispose Draco

I due rivali di sempre si guardarono storto dai due lati del tavolo e stavano giusto per cominciare a lanciarsi qualcosa di acuminato quando la pianta che Hermione aveva sotterrato iniziò a strillare stonata

-         Che ha adesso da fare tutto ‘sto casino? – chiese ancora il Caposcuola verde-argento tappandosi le orecchie per il baccano

-         Va bene così, significa che ha messo le radici – spiegò la Granger

-         E deve proprio stordirci tutti?

-         Beh, più ti stordisce e più sale il voto di Erbologia

Draco s’infuriò, stava dicendo che non sapeva fare niente di Erbologia? No perché quella era una cosa che non tollerava, anche se era la pura e semplice verità.

-         Hermione ha ragione – disse Blaise cercando di calmare la sua furia perfettamente riconoscibile – se grida e urla significa che è stato fatto un buon lavoro, quindi prenderete un bel voto…

Il suo sorriso era un po’ tirato, soprattutto perché la Caposcuola non sembrava approvare quell’ipotetica collaborazione tra lei e il biondo che avrebbe dovuto portare al benessere della piantina e ad un bel voto per entrambi, in realtà aveva fatto tutto da sola…

Malfoy parve comunque calmarsi un po’.

-         Spero che alla prossima lezione tu mi dia anche una mano – berciò la Grifondoro guardandolo storto – non intendo farti tutto il lavoro solo perché tu te ne stia comodo a limarti le unghie – l’altro la guardò di nuovo male, il loro rapporto di cooperazione non era iniziato precisamente nel migliore dei modi.

Qualche minuto dopo la Sprite passò tra i banchi a controllare il lavoro e si ritrasse spaventata dalla tensione che c’era nell’aria mentre sguardi omicidi venivano scambiati tra Draco ed Hermione, tra Harry e Draco e tra Draco e Blaise. Casualmente Malfoy deteneva il primato.

 

Ron non era più di questo pianeta, dopo dieci minuti di chiacchiere tra la NeoParkinson e le sue compagne di Casa sulla tonalità di biondo più in voga quell’inverno e sulla migliore lana di tweed per cappotti, oltre ad una abbondante digressione su una certa Emily Moffatt che aveva avuto una storia straziante con un certo Samuel Covent finita malamente in una scenata “memorabile” – come l’aveva definita la stessa Calì - era stramazzato al suolo sventolando bandiera bianca.

-         Secondo me la Sprite avrebbe bisogno di un restauro – commentò Sfregiato mentre la prof si allontanava e non poteva più sentirli tra il baccano di piante da cabaret, Blaise rise

-         Dovrebbe sicuramente ridimensionare il suo vestiario – scandì Lavanda agitando una mano mentre parlava – lo sanno tutti che il color amaranto non è più di moda da almeno cinque anni – commentò ancora additando la prof con uno scialle a maglia larga che si drappeggiava sulle spalle tonde

-         Per non parlare di quel cappello! – disse Calì scandalizzata – è decisamente un pezzo da museo – e scosse la testa rassegnata

-         E della ricrescita, accidenti, ha i capelli di sette tonalità di grigio – terminò in ultimo NeoParkinson dando il colpo finale a Ron che si era appena ripreso e in quel modo tornò direttamente sotto il tavolo

-         Ma perché non la lasciate vestire come le pare – disse Hermione senza distrarsi dal suo lavoro – se vuole andare in giro vestita di viola e amaranto che faccia pure…

-         Ma cara, tu non capisci… - spiegò Calì

-         Cosa, che uno vuole essere se stesso senza doversi agghindare come un albero di Natale?

-         Tu dici così – intervenne Lavanda – ma se per una volta provassi a metterti davvero in tiro scopriresti che è tutto migliore – la Granger alzò un sopracciglio poco convinta mentre Malfoy si faceva una risatina sotto i baffi

-         Guardati per esempio – continuò ancora una delle tre – guarda la tua gonna – tutto il banco: Harry, Ron, Blaise e perfino Draco si sporsero a guardare la gonna a pieghe della Caposcuola – ecco, se la portassi tre centimetri più corta faresti subito tutta un’altra figura… - la blandirono

-         Ma mi spiegate cosa mi cambia la gonna tre centimetri più lunga o più corta?

-         La lunghezza della gonna è uno status – spiegò la Parkinson – tu portandola così non appartieni a nessuno…

-         … tranne al mio – continuò la mezzosangue – io sono io e non appartengo ad uno status, ognuno è sé stesso, perché deve uniformarsi agli altri?

Malfoy pensò che quella era esattamente la filosofia che lui metteva in pratica: era lui a fare la moda, era lui a decidere e certo un Malfoy non si sarebbe mai uniformato alla massa; evidentemente lui e la mezzosangue avevano qualcosa in comune perché era innegabile che lei avesse uno stile tutto suo.

-         Non si tratta di fare quello che fanno tutti – continuò il Trio Fashion

-         Ah no? – domandò sarcastica Hermione, che invece la pensava credeva proprio quello, la gente era codarda e pur di non farsi notare ed essere presa di mira si uniformava agli altri, vestiva come loro e si comportava come tutti, rendendosi così invisibile, creando così una massa di gente che si imitava cercando un modello da seguire, abilmente gestito da quelli che facevano la moda e vendevano abiti ed accessori. Lei non era vigliacca fino a quel punto, aveva il coraggio di dire e fare ciò in cui credeva, al di là che lo facessero tutti gli altri oppure nessuno, lei era solo se stessa, mezzosangue, con i capelli non sufficientemente lisci e la gonna non sufficientemente corta.

Draco Malfoy decise che quella conversazione era andata avanti a sufficienza, un po’ perché al tavolo sembravano tutti storditi dalle chiacchiere del neonato Trio Frashion, e un po’ perché, a furia di parlare della lunghezza delle gonne, lui aveva già occhieggiato a sufficienza quella della Granger con la trama rossa e oro e le calze bianche che ci portava sotto, aveva avuto anche tutto il tempo di studiare che erano calze pesanti, non i classici collant di nylon che indossavano quasi tutte le altre ragazze, ma candide calze di cotone, decisamente un segno distintivo; forse la Granger non era una bellezza, ma sicuramente aveva stile, dovette riconoscerglielo, e il suo era decisamente personale ed esulava dalla maggior parte dei canoni di bellezza femminile vigenti in quella scuola, era anche per quello che era speciale, diversa da tutte, l’unica in grado di tenergli testa. Provò ad immaginarsela vestita come voleva la moda, con i collant, la gonna corta, il reggiseno nero sotto la camicia bianca e senza personalità. La visione che si creò, decise, era decisamente passabile. Ma non era lei. Eppoi la Granger aveva il reggiseno bianco, lui l’aveva visto.

D’accordo, la conversazione doveva terminare per la sua pace psicologica e la sanità mentale degli altri membri del bancone che davano già qualche segno di squilibrio, Harry per esempio si stava guardando preoccupato la cravatta un po’ allentata chiamandola Mindy.

-         Per me, se la Sprite la smettesse di scassare con questa roba spaccatimpani sarebbe già qualcosa, poi come vuole vestirsi sono un po’ cazzi suoi.

Il Principe delle Serpi aveva parlato. La discussione era chiusa.

Le tre si premurarono di cambiare argomento e continuare a ciarlare tra loro.

Hermione guardò il biondo, avrebbe voluto sorridergli perché alla fine aveva detto quasi esattamente quello che pensava lei. Quasi. Beh, aveva usato altre parole e un tono decisamente più autoritario. Ma da quando lei e Malfoy formulavano gi stessi pensieri sulle persone? Era preoccupante, vero (sarebbe finita anche lei con quelle sue stupide credenze su purosangue e mezzosangue?), ma pur sempre una conquista visto quello che dovevano affrontare insieme.

 

Decidendo che la pianta poteva anche sopravvivere alle parolacce di Malfoy, che nel frattempo aveva ripreso il suo consueto lamento, si allontanò dal tavolo per raggiungere un banchetto pulito dove poter prendere i suoi appunti, si sedette ed estrasse dalla sua pila di libri un quaderno, iniziando ad annotare informazioni e dettagli.

Qualche minuto dopo Malfoy si voltò verso di lei, la loro pianta aveva iniziato a canticchiare in falsetto qualcosa tipo “Romagna Mia” e la cosa sembrava davvero preoccupante, magari aveva tendenze gay… ma lo spettacolo che gli si presentò lo lasciò decisamente sbalordito e, solo con un grande sforzo, riuscì a non lasciar partire la mascella alla volta del pavimento: sotto la gonna su cui era malamente seduta sopra, si intravedeva il punto dove terminavano le parigine bianche e cominciava la pelle della gambe.

Stop! Da quando la mezzosangue indossava le parigine? Ora qualcuno doveva spiegargli perché dovesse indossare quell’indumento e, soprattutto, perché le trovava maledettamente sexy!

Cazzo cazzo cazzo, Blaise Blaise Blaise, perché non capisci mai niente quando serve? Perché al posto di startene lì a gongolare e guardarmi non fai qualcosa, io ci sto rimettendo quei pochi neuroni rimasti! Presto diventerò peggio di Paciock se continuo a farmi di questi pensieri!

No, doveva essere un’allucinazione, si disse cercando di convincersi, qualcuno doveva avergli messo dei funghi allucinogeni nel succo di zucca quella mattina, sbatté gli occhi qualche volta: il mondo non gli stava roteando davanti agli occhi, la divisa dei Grifondoro non era ancora diventata verde, la McGranitt non si era presentata a far lezione vestita di pelle nera e i suoi compagni sembravano tutti gli stessi, escludendo la Parkinson che ormai era partita per la tangente. Evidentemente il problema non era nella sua vista distorta. La guardò di nuovo.

Hermione si voltò verso di lui sentendosi osservata, si stupì dell’espressione sorpresa (o forse sarebbe meglio dire esterrefatta) che gli lesse sul volto e seguì la direzione dei suoi occhi

-         Non guardare, PORCO!

Gli gridò coprendosi con la gonna, grazie al cielo i suoni erano appena udibili nel frastuono e anche se a lei sembrava un’umiliazione totale.

 

La serpe le rise in faccia, quella era davvero una cosa inaspettata! Era abituato a ragazze che non vedevano l’ora di alzarsi le gonne, la Granger invece… doveva avere qualche tara per essere sempre così strana…

Hermione si sedette composta sulla seggiola controllando che nessun pezzo della sua biancheria fosse esposto a sguardi indiscreti, e scrutò ai suoi lati per accertare che nessun’altro a parte Malfoy avesse catturato quell’immagine, poi si tirò malamente il gilet fino a metà della coscia e riprese arrabbiata a prendere appunti.

 

Doveva essere caduto davvero in basso… rifletté il cercatore verde-argento tornando al lavoro mentre il suo migliore amico, che non si era accorto di niente, gli lanciava occhiate incuriosite, dopo due giorni che andava in bianco era addirittura arrivato a sbirciare sotto la gonna dell’unica ragazza che non aveva mai, neppure lontanamente, manifestato il desiderio di venire a letto con lui, in verità la Grifondoro evitava perfino di stargli accanto, come se avesse avuto la peste, ma quella era una situazione a cui avrebbe posto presto rimedio. O almeno sperava…

 

 

Spazio Autrice:

Lo confesso, lo spazio autrice è una di quelle cose che alla fine mi hanno convinta a pubblicare la mia prima fic… mi piace un sacco ringraziare e parlare della mia storia, quindi provvedo.

 

Selene87: Ciao! Non preoccuparti per le recensioni chilometriche, mi fa molto piacere che tu abbia così tanto da dire in proposito, quindi continua pure a riempire lo spazio e a intasare il server! PS: Ilaria è un bellissimo nome, anche la mia migliore amica si chiama così^^

 

8marta8: Ciao! Sono contenta che l’inizio ti sia piaciuto, incominciare una storia per me è sempre la parte più difficile, soprattutto perché l’idea centrale la si scoprirà un po’ più avanti… ihihih, ovviamente sono anche contenta che Draco ti sia sembrato ben fatto, ho cercato di non farlo troppo sdolcinato perché per il momento deve mantenere il suo bel carattere di m****, spero che continuerai a leggere e che ti piacciano anche i cap seguenti!

 

Shavanna: già… e fossero solo sfighe… già, credo proprio che gliene capiteranno parecchie al povero Draco (se di povero si può parlare ^^), spero che non se la prenda troppo e non decida di farmela pagare…

 

Potterina_88: se lo dici tu che non si vede che è la prima fic… ovviamente la cosa non può che farmi piacere! Sì , il finale ci sarà e sarà… naaa, troppo presto per le anticipazioni, ma ho paura che dovrete soffrire un po’ prima di vederlo…

   
 
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